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Autore: The_Lock    29/09/2014    2 recensioni
Tyler, Sydney, Kyle, Lydia e Skylar sono i nuovi prescelti per difendere Kandrakar e l'equilibrio dell'universo. Nove sono le missioni che dovranno affrontare, e nove saranno i temibili nemici che minacceranno la Pace e le loro vite; sì perché questi nuovi nemici sono più sanguinari di qualsiasi altro nemico mai affrontato e, per cominciare in bellezza, i ragazzi saranno costretti ad andare alla ricerca del Cuore di Kandrakar
Genere: Avventura, Commedia, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Hay Lin, Wilhelmina (Will) Vandom
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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1.1

MISSIONE 1: 
-I FRAMMENTI DEL CUORE-

 

Sabato mattina. La Vandom aspettava nel suo ufficio l'arrivo dei cinque ragazzi, guardando insistentemente l'orologio quasi avesse tutte le risposte che avrebbe dovuto fornire ai ragazzi, ed era questa la paura che la attanagliava: come fare a spiegare certe cose che anche lei aveva imparato, da giovane, ad accettare ciecamente? Si ricordò gli anni della sua gioventù, quando anche lei era una guardiana e quando le missioni alle quali lei aveva preso parte sembravano ogni volta lasciare n segno indelebile nel suo cuore. Ma con l'ultima squadra di guardiane era stato tutto il contrario.

Sentì bussare e si riscosse violentemente da quei pensieri.

“Avanti!” disse, e vide con piacere che tutti e cinque i ragazzi erano presenti, senza nessuna esclusione. “Prego, sedetevi.” disse, indicando le cinque sedie pronte per loro. “Se avete particolari domande, porgetemele subito.” annuì, cercando di essere il più accomodante possibile.

“Cos'è Kandrakar?” domandò Tyler.

“Il centro dell'infinito.” rispose la Vandom.

“Questa affermazione è un ossimoro!” sbottò Sydney.

“Solo perché la tua mente non riesce a concepire un centro di uno spazio infinito, non vuol dire che questo centro non esista. Kandrakar è una fortezza che protegge l'equilibrio universale e ad ogni ricambio generazionale vi è una nuova squadra di guardiani che può essere visto come l'esercito di Kandrakar. Proteggere la fortezza e l'equilibrio è il compito dei guardiani, e voi siete stati scelti dall'Oracolo per adempiere a questo compito.” spiegò. Vide i loro volti, tutti attenti e leggermente sconcertati, disorientati ma comunque fieri.

“Non si può visitare questa Kandrakar?” domandò Skylar, e la Vandom prese un bel respiro.

“Come ho già detto prima ognuno di voi rappresenta un determinato elemento. Sydney l'Acqua. Kyle il Fuoco. Lydia la Terra. Skylar l'Aria. Tu, Tyler, tu sei il custode del cuore di Kandrakar: capace di ampliare i poteri d tutti voi, l'arma più potente mai costruita...”
“E dove si trova?” domandò Tyler, interrompendo la preside.

“È stato spezzato in cinque parti.” spiegò la Vandom, lasciando i ragazzi perplessi.

“Non ha appena detto che il cuore è un'arma potentissima?” chiese Lydia, aggrottando la fronte.
“Il cuore è sì un'arma potentissima ma è anche molto suscettibile al volere del suo custode e della squadra. Se il custode vuole dividersi dalla squadra, allora il cuore lascerà senza poteri gli altri componenti. Se il custode decide che tutta la squadra deve avere un frammento del cuore, allora il cuore si spezza.”

“Quindi il cuore di Kandrakar è stato spezzato?” domandò Kyle e la Vandom annuì. “Da chi?”

“Dalla squadra di guardiane precedente alla vostra.”

“Aspetti un attimo! Ci sta dicendo che noi cinque dobbiamo combattere contro persone che hanno il nostro stesso potere e avvantaggiate dal fatto di possedere un frammento del cuore che ne amplifica i poteri? È un suicidio!” protestò Sydney.

“Sarà difficile, ma una volta ottenuto il cuore anche voi diventerete più forti.” disse la Vandom. “E anche se loro hanno un frammento del cuore, voi avete qualcosa che loro non avranno mai.”

“Cos'è?” domandò Skylar.

“Una squadra.”

 

“Come facciamo a trovare queste ex-guardiane?” domandò Tyler.

“Saranno loro ad attaccarvi appena capiranno che c'è un'effettiva minaccia. Nel frattempo conoscetevi, uscite insieme, stringete una solida amicizia fra di voi, ma non dimenticate di allenarvi.” spiegò. “Se le conosco, vi attaccheranno una alla volta. La squadra è divisa da più di cinque anni, ed ora faranno di tutto per sbaragliare la concorrenza e quale modo migliore se non quello di sconfiggere i nuovi guardiani?”

“Quindi procederanno un elemento alla volta?” domandò Lydia, e la Vandom annuì.

 

“Allora... stasera usciamo?” domandò Tyler, non senza una punta d'imbarazzo nella sua voce. I ragazzi si guardarono attorno, leggermente disorientati: essere una squadra nei momenti difficili si era rivelato più facile che esserlo di sabato mattina, in piena tranquillità.

“Io ho il turno al pub.” disse Skylar, facendo spallucce.
“Io avrei un appuntamento con Doug...” mormorò Lydia, mordendosi il labbro inferiore.

“Oh avanti! Vedi Doug ogni mattina! Cosa vuoi che accada se gli dai buca per un sabato sera per uscire con i tuoi amici?” gli sorrise, dandogli un colpetto al braccio.
“Già, amiconi di una vita che conosco da tre giorni.” sbuffò Lydia “Comunque vedrò che fare.”

“Bene! E voi due?” domandò il rosso, girandosi verso Sydney e Kyle.

“Ok, va bene. Usciamo.” disse Kyle, annuendo.

 

“Quindi un appuntamento con Kyle?” domandò Alissa, dando gomitate alle costole di Sydney, ma il biondo non aveva molta voglia di partecipare allo scherzo.

“No, è un'uscita a quattro!” spiegò, prendendo una generosa cucchiaiata di gelato al cioccolato e portandola alla bocca.

“Sempre meglio di niente, no?” gli chiese, senza voler sentire risposte o obiezioni. “Com'è andata alla festa, alla fine?”
“Come vuoi che sia andata? Lui ha ballato con una cretina del primo anno ed io mi sono annoiato per tutto il tempo.” spiegò, con la bocca piena e facendo dondolare il cucchiaio.

“Non hai saputo sfruttare l'occasione. Come sempre.” ribatté la ragazza, sinceramente delusa.

“Gli ho dato un passaggio per tornare a casa. Abbiamo parlato. Mi ha chiesto se volessi entrare per, sai, cambiarmi i vestiti fradici a causa dell'allarme antincendio.” spiegò, leggermente rosso di imbarazzo.

“È ufficiale!” esplose Alissa, battendo un colpo sul tavolo.

“Che tu abbia problemi, questo è ufficiale.”
“No! Gli piaci!”

 

Tyler si gettò sul letto. Aveva pranzato abbondantemente: notizia di Kandrakar, del cuore, dell'esistenza di nemici da sconfiggere lo metteva immensamente di buon umore. Aveva sempre speso i momenti morti della giornata leggendo fumetti, guardando film sui super eroi e giocando a videogiochi a tema.

Ma ora era lui, in prima persona, che avrebbe potuto prendere parte in una guerra, difendendo la Terra, diventando importante per qualcuno. Un leader! Sorrise, abbandonandosi a quei pensieri e scivolò in un lungo sonno.

“Le porte di Kandrakar...” disse una voce di donna. La stessa che lo aveva chiamato la notte prima che iniziasse la scuola. “...sono chiuse!” spiegò, ed una donna di trent'anni dai tratti orientali gli si palesò, avvolta da una luce argentata.

Tyler guardò oltre di lei, oltre l'oracolo, e vide la fortezza trattenuta da uno scudo di cristallo color lavanda, sembrava una mossa di autodifesa, per evitare che chiunque potesse entrare a Kandrakar senza esserne davvero degno.

“Kandrakar aspetta il vostro ritorno!” spiegò ancora l'oracolo, prima di scomparire dietro un lampo di luce accecante. Tyler si alzò, era caduto dal letto a causa del sogno, ma non si era fatto particolarmente male. Guardò l'orologio e optò per fare una doccia prima di uscire con la sua nuova squadra.

 

Alle 21 i ragazzi si incontrarono in un pub poco lontano dalla scuola, scelto da Tyler per l'occasione. La mancanza di Skylar si sentiva, perché il ragazzo dava sempre quel tocco in più, ma nessuno dei quattro aveva ritenuto opportuno andare a prendere qualcosa da bere nel pub dove il bruno lavorava.

“Cosa prendete?” domandò una cameriera, facendo gli occhi dolci a Kyle. I ragazzi presero una birra, Lydia invece guardò il menu con aria fortemente interdetta.

“Penso prenderò un Cosmopolitan...” mormorò, non trovando il coraggio di toccare il menu per voltare pagina. Il pub era fatiscente, i tavoli in legno pericolanti e le panche scomodissime. Come se non bastasse c'era una macchia di muffa sul soffitto e degli ubriaconi al tavolo accanto che urlavano idiozie.

“Allora...” disse Tyler, ma poi si accorse che non aveva la minima idea di cosa parlare. “...come va con i poteri?”

“Siamo sicuri che vogliamo parlarne qui? Insomma... non vorrei sembrare pazza!” mormorò Lydia fortemente a disagio.

“Al massimo sembreremo ubriachi.” disse Kyle, tirando fuori l'accendino dalla giacca, premendo solo il bottone che rilasciava gas. Una fiamma comparve non appena lui passò vicino due dita. “È il massimo che riesco a fare!” spiegò.

“Ma non è vero! L'altro giorno con il Golem hai alzato un muro di fuoco.” gli disse Tyler, dandogli una leggera gomitata.

“Ero sotto adrenalina. E Sky mi aiutava.” disse. Arrivò la cameriera, lasciando le birre e il cosmopolitan.

“Chiamami se hai bisogno.” disse, rivolgendosi evidentemente a Kyle e il moro la congedò con un sorriso.

“Che gallina.” si lasciò sfuggire Sydney quando la ragazza fu lontana.

“Invece la trovo carina.” mormorò Tyler, squadrando la cameriera dalla testa ai piedi. Sydney lo guardò di traverso, sentendosi irrazionalmente tradito da quel commento, ma non riuscendo a modificare la minima facciale prima che Lydia intervenisse.

“Sembri geloso, Sydney.” gli disse, sorseggiando il suo cosmopolitan. Sydney arrossì di colpo.

“N-no! No, figurati.” balbettò bevendo la birra e non osando alzare lo sguardo perché era convinto che Kyle lo stesse guardando.

“Sì! Concordo con Lydia! Che c'è, preferiresti che la cameriera facesse gli occhi dolci a te?” gli disse Tyler. Sydney lo guardò come stupito da quell'affermazione, allora fece per rispondere ma Kyle intervenne per cambiare prontamente discorso.

“Non stavamo parlando dei nostri poteri?” ricordò.

“Giusto, giusto! Lydia? Tu?” domandò Tyler, ma la rossa non lo calcolò poiché troppo impegnata a scrivere un messaggio. “Lydia?”
“Mh?” disse lei, inviando l'sms e poi specchiandosi sullo schermo del cellulare. “Io? Cosa vuoi che faccia? Non c'è terra, qui!” rispose, cercando qualcosa nella borsa.

“Le panche sono fatte di legno! Prova a muoverle.” propose Tyler, ma ecco che Lydia tirò fuori il lucidalabbra ed iniziò ad applicarlo sulle labbra.

“Sei senza speranze...” sbuffò Kyle. Lydia lo guardò di traverso, mosse un solo dito ed il tavolo fu spinto contro Tyler e Kyle- erano seduti difronte a lei e Sydney -innervosito, Kyle fece per riportare il tavolo al suo posto ma a causa di uno strattone, fece cadere sia il cocktail di Lydia che la birra di Sydney.

“GORILLA!” sbottò Lydia, alzandosi in piedi e iniziando a tamponare il vestito con dei tovaglioli presenti sul tavolo. Kyle trattenne una risata per quell'insulto, ma si sentì in colpa per aver macchiato anche Sydney- non che fosse sua intenzione macchiare Lydia.

I due ragazzi si alzarono e andarono in bagno.

“Penso che andrò a scusarmi.” disse, bevendo un sorso di birra e dirigendosi verso il bagno degli uomini. Trovò Sydney nell'antibagno che passava della carta bagnata sulla camicia dove comparivano le macchie.

“Ehy, scusami!” gli disse, entrando.

“Prega che si tolgano le macchie.” sibilò, lasciando Kyle leggermente basito.

“Io... non l'ho fatto apposta.” rispose. Sydney non disse nulla e Kyle rimase lì a fissarlo mentre si smacchiava la camicia per un minuto scarso, poi intervenne “Lascia che ti aiuti.” sussurrò, facendo per prendergli il pezzo di carta dalla mano. Appena due dita si poggiarono sul dorso di Sydney, il rubinetto si aprì da solo, alla massima potenza, minacciando di allagare tutto il bagno.

“Lascia stare.” mormorò Sydney, prendendo un lungo respiro e subito il rubinetto si chiuse da solo, così come si era aperto.

 

“Macchiata! Macchiata! Mi pagherai il conto della lavanderia!” ringhiava Lydia, tornando seduta al tavolo e puntando l'unghia laccata di verde contro Kyle. “E ti dirò di più, troglodita, se la macchia non va via, mi ricomprerai tutto!”.

“Mi sembra un po' esagerato...” intervenne Tyler.

“Già. Per qualche gocciolina!” sorrise Kyle, sapendo di irritarla.

“QUALCHE GOCCIOLINA?” disse, alzandosi in piedi e mostrando una chiazza rosea sull'addome. Kyle scoppiò a ridere, subito seguito da Tyler.

“Io mi vendicherei.” mormorò Sydney a Lydia, e lei annuì. Il biondo mosse la mano in avanti e le caraffe contenenti il liquido dorato caddero addosso a entrambi i ragazzi, cancellando immediatamente il sorriso dai loro volti.

 

“Un panino con doppia carne al tavolo 5!” disse Skylar, entrando in cucina e appuntando l'ordine sulla bacheca del cuoco. Quella sera Katee, la sua collega, non si era presentata poiché malata e Skylar era costretto a lavorare il doppio senza aumenti di paga. Stava impazzendo fra tavoli da ripulire, clienti da servire e conti da fare.

“Sky ti occupi tu della cliente al tavolo 19?” domandò un suo collega ed il bruno annuì, tirando fuori il taccuino con la matita e dirigendosi verso il dehor. Vide una ragazza sui vent'anni, seduta da sola al tavolo.

“Desidera?” domandò Skylar.

“Prima di tutto... un posacenere.” sibilò con aria velenosa. Il suo sguardo, i suoi occhi così scuri e i capelli ancora più neri facevano presagire il peggio. Sembrava una ragazza alquanto pericolosa ed infatti nessuno degli altri ragazzi presenti al pub l'aveva puntata per una scena di baccaglio che Skylar era ormai abituato a vedere. “Ti muovi?” disse e Skylar annuì, prendendo un posacenere dal tavolo vuoto più vicino.

“A-altro?” domandò, ma la ragazza era impegnata ad accendersi una sigaretta. La aspirò con piacere, e poi parlò.

“Sembra si stia avvicinando una tempesta.” sibilò, e poi sbuffò una nuvola di fumo densa e nera, tanto che fece tossire Skylar e lacrimare i suoi occhi. Il chiacchiericcio si era fermato poiché l'intera attenzione dei clienti era riversa su quella nuvola di fumo che subito interpretarono come un segnale d'incendio.

“Tutto bene?” disse il suo collega e Skylar annuì, continuando a tossire. I suoi polmoni si rifiutavano di accogliere quel fumo tossico. Si girò, cercò la ragazza ma non vide più nessuno: il posto vuoto, il posacenere a terra, rotto.

“Ehy Sky!” si sentì chiamare, mentre si chinava a raccogliere i cocci. Si girò e vide i suoi quattro amici, si avvicinò per salutarli, ma subito storse il naso.

“Puzzate come una distilleria!” disse, sorridendo.

“Non parliamone!” sbottò Lydia.

“Diciamo solo che ci hanno cacciato dal pub... possiamo venire qui? C'è posto?” domandò Tyler ed il bruno annuì, ma subito dopo una tremenda folata di vento investì il viale.

 

  
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