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Autore: ShairaKrane    29/09/2014    3 recensioni
"Non tutti gli umani sono uguali, mi sento più vicina a voi Autobot che a loro" Disse Keira, guardandolo negli occhi con serietà. Il suo sguardo ambrato, era piuttosto intenso e luminoso.
"Perchè sei stata cresciuta da lui...ma cosa penseresti di me, se fossi stata allevata normalmente dai tuoi genitori naturali?" Lui rispose con cipiglio severo.
"Non lo so...ciò che credo fermamente, è che se tu fossi umano, ti amerei."
Lui cercò di non mostrare sorpresa.
"Ami sviare i discorsi, Keira. -Si ritrovò tuttavia a pensare.- Umano...perdonami. non vorrei esserlo. Ho sbagliato a fidarmi degli esseri di questo pianeta."
"Sbagliare...è umano, Optimus. Hai semplicemente seguito il tuo cuore...o scintilla, in questo caso."
Una storia un po' lunga, che spero di continuare ad un certo ritmo, ambientata tra la fine del Terzo Film e gli eventi principali del Quarto.
Con l'inserimento di un personaggio Original, il mutamento di uno vecchio e la presenza di quasi tutti quelli classici, spero possa essere una lettura piacevole.
Genere: Azione, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bumblebee, Nuovo personaggio, Optimus Prime, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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And you, you lay, awake at night and scheme
Of all the things that you would change,
But it was just a dream!


Era rimasto senza parole nel veder quel camion trasformarsi in Optimus Prime. La sua espressione fu quasi la medesima della figlia, in cui però notò uno strano bagliore negli occhi.
“Prime...ma come- cos-”
Non riuscì a formulare una frase di senso compiuto. Più lo fissava poi, più notava quanto fosse davvero malconcio e avendolo visto poco dopo la battaglia di Chicago, cinque anni prima, era sicuro che quelle addosso non erano ferite di quel giorno, anche se ora gli erano state chiuse.
Non capiva cosa gli fosse successo.
Ma ben presto, era sicuro che avrebbe avuto le sue risposte.


Il leader degli Autobot tossì, prima di rivolgersi con la sua voce profonda a lui.
“Alphatron...vedo che alla fine, sei riuscito a fare quello che dicevi: a mutare in forma umana.”
Disse con una velata curiosità nel tono, l'Ex-Decepticon sotto di lui, fece un sorrisetto. Non pensava che gli avrebbe rivolto un tono così amichevole.
Forse scorse anche una velata tristezza negli occhi di quell'Autobot.
“Nulla di speciale, ho da ringraziare molto Ratchet. E' grazie a lui, se sono riuscito a diventare così. Mi ha aiutato a trovare un modo per mantenermi così, anche se ammetto: è stato però faticoso abituarmi a questa statura.”
Spiegò, incrociando le braccia al petto. Non riuscì tuttavia a resistere oltre e la sua curiosità prese il sopravvento.
“Ma che ti è successo? So che gli umani stanno dando la caccia ai Decepticon, ma a te? Hai trovato qualcuno uguale a Megatron, per ridurti così?”
Sembrò preoccupato nel fargli quelle domande, in particolar modo quando pronunciò il nome Megatron.
La risposta di Optimus però, non tardò.
“Fosse stato Megatron, a quest'ora starei anche meglio...purtroppo però è stato un certo Lockdown.-Fece una pausa, in cui il suo sguardo iridescente, si perse nel vuoto.- Insieme agli umani, ha iniziato a darci la caccia.
I Decepticon sono stati i primi a essere presi di mira, ma poco tempo dopo è passato a perseguitare noi Autobot. Vuole arrivare a me.
Per questo motivo, ci siamo dovuti tutti separare.”
Keira e Alphatron rimasero increduli per le sue parole, si scambiarono uno sguardo d'intesa senza volerlo, come se avessero dedotto qualcosa.
“Potrebbe...essere il motivo per cui non riusciamo più a contattare Ratchet in questo periodo...”
Disse lei, per tornare poi con lo sguardo su Optimus. Quest'ultimo si abbassò di più, avvicinando il viso alla sua testa.
“Ratchet? Lo avete quindi sentito poco tempo fa?”
Lo chiese con un tono piuttosto allarmato e preoccupato.
Ratchet dopotutto, era uno degli Autobot a lui più fedeli. Non avrebbe sopportato l'idea di perderlo.
“L'ultimo contatto che abbiamo avuto con lui, è stato qualche mese fa. Ma in questi anni ci ha di continuo aiutato, sin da quando abbiamo deciso di trasferire il capannone lontano da Chicago.”
Rispose ,al posto della figlia, Alphatron.
L'enorme Autobot, sentì quindi un barlume di speranza accenderglisi nella scintilla. Dopo la morte di Ironhide, perdere anche Ratchet sarebbe stato devastante.
Per non parlare di Bumblebee, il suo sottoposto che da sempre era stato come un figlio per lui. Di quest'ultimo infatti non aveva avuto più notizie da ancor prima di Ratchet.
Era preoccupato.
“Dobbiamo riuscire a rintracciare anche lui...”
Prima però che uno dei tre potesse proseguire, Cade si intromise nel discorso, dato che ne era stato estraniato.
“Optimus, scusa se vi interrompo...ma potresti spiegarmi come fai a conoscerli? -Guardò poi in direzione di Alphatron.- e tu raccontamela giusta! Ho sentito bene, non sei umano? Com'è possibile che tu abbia assunto questa forma?”
Decisamente, era confuso. Esigeva delle risposte, ma soprattutto delle spiegazioni.
Colui che un tempo era un Decepticon alzò gli occhi al cielo e guardò l'uomo di fianco a lui di sbieco.
“Pivello, non sopporto la tua voce, né tanto meno che mi si interrompa una conversazione seria. -Scrocchio le dita della mano destra, serrandola a pugno. Si potè udire un suono decisamente metallico questa volta.- per cui attendi la fine del discorso.”
Keira sospirò e guardò Optimus, che si era portato una mano sul viso. Cade era sul piede di guerra a causa di quella frase.
“Guarda che sto anche io dalla vostra parte, quindi se non vi dispiace vorrei partecipare e sapere anche io quel che dite.”
Alphatron fece una smorfia, aprendo bocca per dire qualcosa.
“...dimmi che non inizieranno a litigare come prima.”
Parve quasi supplicare mormorando, il leader degli Autobot, rivolto a Keira. Lei scosse la testa.
“No, non lo faranno.”
Prese il padre per un orecchio e lo allontanò di almeno tre metri da Cade.
“Insomma! Metti da parte il tuo lato da Decepticon guerrafondaio con gli umani e calmati! Sono già stanca, se poi entrambi vi mettete a litigare mi potreste far venire una crisi di ner...- La ragazza fece per continuare la frase, ma la testa le girò a causa della stanchezza e di non aver mangiato per tutto il giorno.- ...vi. Hn.”
Finì la frase, ma barcollò all'indietro e rischio di cadere in malo modo, se non fosse stato per Optimus che, rapido con la sua mano destra, la sostenne.
“Ehi...tutto bene?”
Sembrò allarmato per quel suo cedimento tanto improvviso.
Lei gli rivolse lo sguardo, ma non ebbe nemmeno il tempo di parlare poiché anche il padre le si era avvicinato rapidamente.
“Keira! Non dirmi che ancora una volta ti sei ridotta a non mangiare per tutto il giorno...- Lei non lo guardò, mentre l'Autobot continuò a sostenerla.- ...dannata sia la tua testardaggine e il tuo stacanovismo.
Sai bene che puoi lavorare anche senza ridurti così.”
Optimus la fece scivolare tra le braccia di Alphatron, il quale la strinse sospirando. Gli sembrò che quell'essere avesse messo da parte il suo lato scontroso, solo per lei.
“Lo so...ma mentre tu sei via, devo terminare tutto. Sai che non posso permettermi ritardi di consegna delle auto.”
Sforzò una risata lei, cercando di rimettersi in piedi.
“Perchè non mi dai ascolto e vai a riposare? Dopo, ovviamente, aver mangiato...”
La fermò e serrò le mani sulle sue braccia, proprio a sottolineare il suo volere di vederla riposata e in forze.
Keira non potè rispondere, dato che un'altra protesta avrebbe conseguito qualche altra frase di rimprovero da parte del padre.
“Va bene, ti darò ascolto...ma non litigare ancora, non credo sia il momento più adatto.”
Lui, sollevato dalle sue parole, sorrise e annuendo la lasciò. Lei si rimise in piedi per bene e rivolse lo sguardo a Optimus sorridendo.
“Grazie per avermi sostenuta.”
Detto quello, si diresse verso la parte posteriore del capannone, dove lei e il padre avevano gli alloggi, per poter andare a riposare.
Tuttavia avrebbe voluto andare avanti ad ascoltare i discorsi di Optimus, più tardi si sarebbe fatta dire ogni cosa dal padre.




Tessa e Shane non vollero stare con loro ancora, per cui tornarono nel loro giaciglio a riposare. Cade notò il completo disinteressamento della figlia, a confronto invece con la testardaggine di Keira.
“Che due opposti...”
Sospirò e guardò Alphatron che stava pensando alla sua, di figlia.
“Finirò con il legarla al letto un giorno o l'altro.”
Sorrise ironico e Optimus non potè che concordare con un cenno della testa. L'umano lì presente però, continuava a non capire.
“Potrei comunque avere delle risposte da parte vostra, ora?”
L'altro si appoggiò al cofano di un auto, mentre con un tonfo anche l'Autobot si sistemò seduto con la schiena appoggiata alla parete del capannone.
“Ci conosciamo perchè cinque anni fa li ho incontrati grazie a Ratchet, o meglio: ho incontrato Keira, lui invece era un Deception di mia vecchia conoscenza.”
Rispose Optimus, guardando in direzione di Cade. Quest'ultimo parve quasi incredulo e si soffermò a fissare la figura di Alphatron.
“Non mi guardare dall'alto verso il basso, pivello. Ero un Decepticon, ora sono un Trasformers alleato degli Autobot.
Quindi sta tranquillo, non farò del male né a te né ai due che ti porti dietro.”
Incrociò le braccia e, ancora una volta, l'umano scorse uno strano color rosso dietro le lenti a contatto dell'altro.
“Non ti guardavo dall'alto verso il basso, stavo solo cercando di capire... -Rispose Cade, con più rispetto di poco prima.- un'ultima cosa...come fa Keira a essere tua figlia?”
A quella domanda all'Ex-Decepticon, si disegnò un sorriso sulle labbra.
“Come fa? Beh semplice, ha perso i genitori nella battaglia di Chicago cinque anni fa. Da allora, sono diventato suo padre non biologico, ma lei è comunque felice di avermi con lei.”
La spiegazione sintetica, lasciò un po' sbalordito l'inventore.
Si grattò la testa e annuì, accorgendosi di essere stato anche piuttosto impulsivo nei confronti dell'altro.
“Ho capito...-Sospirò.- credo allora di doverti delle scuse, sono stato un po' impiccione.”
Alphatron alzò le spalle e rimase con un sorriso rilassato.
Ancora una volta stava pensando a una Keira tredicenne, brontolona, che gli diceva come comportarsi o meno con gli esseri umani. Soprattutto nei primi tempi in cui lui doveva abituarsi al nuovo corpo.
“Non è un problema, voi umani siete sempre curiosi nei confronti delle cose che non conoscete.”
Disse infine, ma tornò subito dopo serio a guardare l'Autobot di fronte a lui, perso nei suoi pensieri.


Non si accorse degli occhi di Alphatron su di sé, aveva anche distolto l'attenzione dai due per pensare a tutto ciò che stava succedendo e a cosa avrebbero potuto fare da lì in avanti.
Sembrava letteralmente perso dall'espressione che anche il suo viso robotico esprimeva, aveva trovato altre due persone di cui avrebbe potuto fidarsi, tuttavia il fatto non lo consolava: Lockdown avrebbe potuto fare del male anche a loro.
Così come gli umani, suoi alleati, avevano rischiato di farne a Cade e sua figlia.
Voleva capire cosa avrebbe potuto fare, ma in parte si sentiva con le spalle al muro. Avrebbe di sicuro dovuto parlarne con gli altri Autobot.
“Optimus? Ehi Optimus.”
Cade lo chiamò, destandolo così dai suoi pensieri.
Guardò l'umano.
“Che cosa-” “Ti sto chiamando da qualche minuto, c'è qualcosa che non va?”
Chiese lui, piuttosto confuso dal comportamento dell'Autobot. Alphatron al contrario, sembrò non esserlo, bensì quasi lo capiva.
“Cosa dovete fare ora che Keira ti ha sistemato?”
Optimus non tardò a dire ciò che ora avrebbe dovuto fare, anche se nella sua mente rimaneva ancora della confusione.
“Ho inviato un messaggio a tutti gli Autobot, ci incontreremo in una zona desertica in modo da non attirare l'attenzione.
Domani la raggiungeremo e ci riuniremo.”
Cade annuì avendo capito. Alphatron invece si fece pensieroso e portò addirittura una mano sotto il mento.
“Se dobbiamo partire presto, allora sarà meglio che io ora vada a riposare. -Disse l'umano, salutando i presenti. Anche lui era piuttosto stanco dopo un'intera giornata di viaggio ed aver aiutato Keira.- a domani.”
Andò così a prendere una coperta e a coricarsi poco lontano da Tessa e Shane, di quest'ultimo ancora non capiva l'utilità, né cosa la figlia ci trovasse in lui.


Alphatron e Optimus rimasero così soli e l'Autobot notò come l'altro fosse pensieroso.
“Qualcosa ti preoccupa?”
Chiese, nonostante fosse lui il primo a esserlo per ciò che sarebbe potuto succedere da lì in poi. Il non mostrare o far capire niente però, lo distingueva da tutti gli altri Autobot.
Lui doveva essere e rimanere un leader, pronto a tutto e dal sangue freddo in certe situazioni.
“Un po' tutta questa situazione. In particolar modo questo Lockdown, la sua alleanza con gli esseri umani è strana.
Conoscendoli, non fanno mai niente per niente.”
Dedusse Alphatron guardando Optimus negli occhi. Quest'ultimo annuì, dandogli ragione.
“E' inutile parlarne solo tra noi, sarà meglio esprimere il pensiero anche agli altri Autobot -Realizzò poi una cosa e sforzò una piccola risata.-...che stupido, non ho pensato che magari a te non piacerebbe collaborare con noi.”
Ebbe uno strano senso di rispetto in quell'istante, rivolto all'Ex-Decepticon. Egli però scoppiò in una fragorosa risata, prima di rispondere.
“Accidenti, questa è bella. Optimus Prime che parla in questo modo a un Ex-Decepticon che più volte in passato gli mise i bastoni tra le ruote. -Finì di ridacchiare e si fece d'un tratto serio.- Sono in debito con voi Autobot e con te. Non sarei il padre di Keira a quest'ora, per cui mi sento in dovere di aiutarvi.
Verrò con voi domani, lascerò semmai detto alla pulce che tornerò tra un po' di tempo. Me la so cavare.”
Disse, ma tali frasi fecero sorridere il leader degli Autobot, nonostante fossero dette in modo serio.
“Perchè sorridi, Prime?”
Chiese perplesso.
Possibile che lui non lo stesse prendendo seriamente? Aveva fama di essere un traditore, ma ora che non lo era più, non capiva il motivo di tal sorriso.
“Perchè dovresti girarti.”
Ridacchiò il leader degli Autobot.
Alphatron si girò lentamente e si ritrovò di fronte la propria figlia, intenta a fissarlo male con in mano un tubo d'acciaio che si continuava a battere piano sulla mano.
“Dove ti posso lasciare il segno con questo? -Chiese sospirando esasperata.- Sapevo che non avrei dovuto lasciarti solo a parlare con lui.”
Aveva un'aria minacciosa e lui indietreggiò di qualche metro. Anche se era di materiale cybertroniano all'interno del corpo, un colpo con qualcosa di acciaio non sarebbe comunque stato indolore.
“K-Keira! Ma tu non stavi dormendo? Dovresti tornare a le-” “Non sono più una bambina! So quello che faccio e riposerò più tardi, in macchina, mentre seguiremo Optimus.”
Rispose a tono, posando il tubo d'acciaio che aveva in mano.
Alphatron fece per obiettare, ma la ragazza troncò la sua frase sul nascere.
“Non sopporto quando decidi di non dirmi le cose, per evitare che io mi faccia male o mi metta in pericolo.
Sei un Ex-Decepticon? Sono tua figlia? Si! Bene.
Questo è il motivo per cui ti seguirò anche in questo caso.”
Lui rimase sorpreso da quelle parole e così anche Optimus. Si rivolsero uno sguardo l'un l'altro, prima di tornare a guardare lei.
“Questa volta non si tratta di lavoro, per quanto ne sappiamo potrebbero esserci scontri come nella battaglia di Chicago.
Hai già subito un trauma, non posso permetterti di fartene provare un altro.”
Negli occhi di Alphatron c'era serietà, che ormai la ragazza era abituata a scorgere anche se lui portava le lenti azzurre.
Sapeva quanto il padre tenesse a lei, ma i sentimenti erano reciproci. Non avrebbe permesso che lui facesse qualcosa di sciocco per lei, anche solamente per non metterla in pericolo.
“Quel trauma, ricordo che me l'hai fatto superare tu. E' inutile che tu dica altro, ti seguirò e vi aiuterò.
Posso tornare molto utile e...se permetti, vorrei rivedere Ratchet e nel caso gli fosse successo qualcosa, beh...-Serrò i pugni.- non la farei passare liscia a nessuno.”
Spiazzato, il padre non potè più dire niente. La pensava anche lui allo stesso suo modo, quindi cosa avrebbe potuto fare?
Sospirò e si portò una mano in tasca, prima di sforzare una risatina ironica.
“Questo è il problema quando un vecchio Decepticon, cresce una bambina umana. -Alzò lo sguardo e si avvicinò alla figlia.- non avresti dovuto prendere la mia testardaggine crescendo, ma fa niente.”
Le passò una mano tra i capelli, scompigliandoglieli.
Optimus osservò con interesse la scena, con anche un lato di sé piuttosto sorpreso di vedere una tale dolcezza, in un essere che un tempo era un Decepticon.
Fece per alzarsi, ma si ricordò che nel capannone in altezza non ci poteva stare, per cui rimase seduto.
Keira si sentì una bambina con il padre a trattarla in quel modo, per cui arrossì appena.
“Oh beh, è importante non farsi mettere i piedi in testa da nessuno. Essere testardi serve anche a questo.”
Portando la gamba dietro a quella di lui, gli fece uno scambetto con un'abile mossa di lotta e il caro Alphatron cadde a terra con un tonfo metallico.
“Senza scordare che mi hai insegnato a difendermi. -Concluse infine, con un sorriso soddisfatto sulle labbra, andando poi a mettere una borsa nel bagagliaio della Lamborghini gialla.- preparo la macchina per quando partiremo.”
L'ex-Decepticon, ancora a terra, guardò l'altra allontanarsi e lentamente si mise seduto. Soffocò un'improvvisa risata.
“Non pensavo che sarebbe diventata una ragazza così abile e brava...-Si rivolse a Optimus, il quale non si era perso una sola azione di quei due.- non sarò stato il padre desiderato da ogni figlia, ma almeno sono felice che sia cresciuta con la testa sulle spalle.”
L'Autobot lo guardò con attenzione, prima di far rimbombare la sua voce profonda, tra le pareti del capannone.
“Hai fatto un buon lavoro e se dici che anche Ratchet vi ha aiutato, beh...è stata fino ad adesso in ottime mani.
Tienila stretta, Keira è una ragazza speciale.”
Alphatron rimase sorpreso dalle parole di lui, il quale guardava ora nella direzione in cui lei si era allontanata.
I suoi occhi cerulei, esprimevano una certa curiosità nei suoi confronti, sia per i comportamenti sia per altri dettagli che, nemmeno nella figlia di Cade, aveva riscontrato.


Le poche ore rimanenti passarono in fretta e l'alba non tardò ad arrivare, facendo così svegliare i tre che stavano dormendo.
Keira aveva caricato delle cose in auto e ora ci stava sonnecchiando dentro, con il sedile completamente inclinato indietro, mentre, Optimus e Alphatron, avevano parlato durante le ore in cui gli umani avevano dormito.
“Direi che è tempo di avviarsi.”
Disse Alphatron e l'altro non potè che concordare.
Opimus riprese la sua forma di camion malandato e i tre umani, una volta che lui ebbe fatto manovra, gli salirono a bordo.
L'ex-Decepticon, dopo essersi rivestito con i suoi soliti abiti eleganti sul grigio, raggiunse la figlia a bordo della Lamborghini gialla. Lei si destò a quel punto dal sonno e si stiracchiò.
“A quanto pare possiamo dire addio alla monotonia per un po'...”
Disse con un sorrisetto, portandosi le mani dietro la testa, il padre le fece un cenno con la testa, concordando con lei.
“Ho già provveduto al cartello di chiusura, per un po' di tempo nessuno verrà a chiedere altre riparazioni.”
Fece infine manovra, uscendo dal capannone poco dopo Optimus. Quest'ultimo non si fermò ed iniziò a fare strada.
Solo lui sapeva dove potersi incontrare con gli altri Autobot, dopotutto.
 
The time will come, when you’ll have to rise
Above the best, improve yourself,
Your spirit never dies!
Farewell, I’ve gone, to take my throne
Above, don’t weep for me
Cuz this will be the labor of my love


Erano ormai in viaggio da qualche ora e nessuno si era parato loro davanti, molto probabilmente spostarsi rendeva difficile qualunque tipo di localizzazione da parte degli inseguitori di Prime.
La strada era deserta, per cui Alphatron stava accanto a Optimus a guidare.
Quest'ultimo, ebbe però uno strano senso di inadeguatezza nello stare di fianco a un' auto sportiva, quale era la Lamborghini Gallardo che gli stava a lato.
Keira vide che il padre quasi lo stava facendo apposta a stargli così vicino e lo guardò di sbieco.
“La vuoi smettere? Non vedo l'espressione di Optimus, ma credo che se potesse in questo momento ti fulminerebbe.”
Disse a difesa dell'Autobot, mentre l'altro sogghignava soddisfatto.
“Oh avanti Keira, penso lui sappia che lo faccio solo per scherzare. Non sono così cattivo, ero solo abituato a vederlo sempre messo bene con la carrozzeria. Tutto qua.”
Naturalmente disse quelle frasi ghignando in modo parecchio inquietante per un qualunque essere umano.
La figlia alzò gli occhi al cielo, mentre lui si rimise a guidare dietro l'Autobot.
A volte lei malediceva quel suo lato da Decepticon che non dava cenno di voler sparire, avrebbe persino voluto definirlo un vero “stronzo”, quando si metteva di impegno nell'esserlo.
Sospirò e guardò Optimus lì di fianco.
“Scusalo, per favore.”
Non sentì alcuna risposta né rumore, alla sua frase.
Vide però poco dopo, un camion dalle fattezze assai migliori di quelle dell'Autobot davanti a loro, passargli di fianco. Optimus però la fece rimanere sorpresa, perchè in breve tempo scannerizzò il modello dell'altro camion e ne prese le forme in pochi secondi.
Cambiò completamente aspetto sotto gli occhi di un'incredula Keira.
La sua struttura, le sue fiancate, gomme e resto...era tutto completamente cambiato!
Lei sbattè le palpebre qualche volta e, avuto il tempo di riprendersi, ammise che quel “cambio di look” non era niente male.
Il color blu, le fiammate rosse sulle fiancate e sull'abitacolo del guidatore, davano una certa classe a Optimus, che si era anche ingrandito di stazza.
Si, stava decisamente meglio di prima.
Alphatron si ritrovò per un'istante spiazzato, come anche i tre umani a bordo dell'Autobot, ma non gli ci volle molto per mettersi a ridere.
“Va bene, questa volta me l'hai fatta sotto il naso, Prime! Hai vinto tu!”
Urlò all'Autobot, mettendoglisi nuovamente di fianco a guidare. Da quest'ultimo provenne una risata gutturale che molto probabilmente aveva tentato di trattenere, ma alla fine non era riuscito nel suo intento.
Tessa e Shane, maledirono Optimus con tutto loro stessi, poiché non si aspettavano un cambiamento anche interno, che li aveva sballottati.
Cade al contrario, avendo capito anche il motivo di tale cambiamento improvviso, si era messo a ridere.
“Però! Bel design.”
“Papà non ti complimentare con lui!”
Brontolò la figlia, che lo fulminò anche con lo sguardo. A lui però non sembrò importare più di tanto.
“Avanti! Era una scena divertente, no? Un po' di risate dopo quello che è successo ci volevano.”
Lei fece una smorfia e si zittì, quasi si fosse offesa.
Keira vide sia la scena del proprio di padre, che quella con Tessa, quindi scosse la testa in modo ironico e sorrise.
Se quello era solo l'inizio di quell'avventura, se così la si poteva chiamare, beh: era curiosa di vedere come sarebbe andata avanti da lì in poi.

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L'angolo dell'autrice:
E badabum, nonostante lo studio riesco anche a scrivere...la felicità <3
Ma bando alle ciance, dunque: questo è stato un capitolo abbastanza calmo e in particolar modo di conoscenza tra tutti i personaggi, ma ho in mente parecchie idee per i prossimi capitoli che si protenderanno per le lunghe penso.
Per rispondere (dato che rispondo raramente alle recensioni e chiedo venia Per quanto riguarda Tessa e Shane: io non li sopporto, in particolar modo Tessa. Li ho inseriti solo perchè sono direttamente collegati a tutto e a Cade che invece mi sta simpatico, altrimenti me ne sarei altamente infschiata.
Detto questo, come al solito vi saluto agurandovi una buona lettura!
Grazie ancora a tutti coloro con leggono <3
Un abbraccio,
XamuPrimeOakenshield
 
   
 
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