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Autore: Chiaba    29/09/2014    1 recensioni
Le due protagoniste sono Barbara e Chiara, ragazze ventunenni che raccontano le loro storie dal momento in cui sono arrivate in una delle località più belle al mondo, Roma.
Entrambe attraverseranno mille ostacoli nella magica città che le aiuteranno a crescere; ma riusciranno le due a realizzare il loro unico desiderio di vivere una vita perfetta con il principe azzurro e trovare il lavoro che hanno sempre sognato?
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Tre settimane dopo.

Pov Barbara

Oggi è domenica. Un altro giorno tra le braccia di Michele, proprio come adesso. Si sente ormai che l'inverno è alle porte.
Sposto lo sguardo per vedere l'ora: sono le 11. Io ormai sono sveglia da un'ora o più. Ho paura. Sento che oggi accadrà qualcosa.
Di solito quando ho questi stati d'ansia, resto in silenzio a pensare per un po' con la paura che possa accadermi qualcosa da un momento all'altro, ma poi mi basta guardare Michele e mi passa tutto.
Ho la mano appoggiata sul suo petto mentre lo guardo dormire. Ha dei bellissimi capelli ricci, mi piace tanto giocarci.
Inizialmente si arrabbiava, ma io continuavo a stuzzicarlo. Poi, dopo aver capito che mi divertivo a farlo arrabbiare, ha cominciato a scherzarci su anche lui.
Passa qualche minuto e Michele si sveglia.
Porta una mano sul suo viso assonnato e si gira verso di me per controllare se mi fossi svegliata anch'io.
Gli accarezzo il viso e gli do subito il buongiorno.
«Buongiorno amore mio.», mi sussurra anche lui dandomi un bacio accompagnato da un sorriso.
Gli prendo la mano quando lui mi tira a sé ancor di più.
«Hai freddo?» mi chiede con dolcezza
«Un po'.»
Siamo rimasti abbracciati per altri cinque minuti circa, poi inizio ad accarezzargli i capelli.
«Mi costringerai a farmeli rasare.», mi dice con un sorriso a 36 denti passandosi anche lui una mano tra i capelli per sistemarseli.
Ha un bellissimo sorriso. Potrei stare qui a fissarlo per ore.
Poi finalmente mi disincanto e gli rispondo...
«Spero che i nostri figli prendano almeno i capelli da te.»
«Allora poveri loro... Dirò di stare molto attenti alla loro mamma.» mi risponde scherzando.
Poi ridendo gli do una piccola spinta con il palmo della mano e lui si riavvicina tirandomi dei morsetti dolci sulle labbra alternati da dei baci, ma dopo pochi secondi indietreggio scendendo dal letto.
«Ma dove scappi?» chiede divertito.
Corro nel salone e mi nascondo dietro la tenda dove lui mi ha seguita.
«Chissà dove si nasconde Barbara.» dice gridando e ridendo.
Poi mi acchiappa e cominciamo a baciarci stendendoci un po' sul divano.
Appena smesso, mi guarda dritto negli occhi prima di parlarmi.
«Andiamo a prepararci.»
«Per andare dove?» chiedo incuriosita.
«Ti porto a fare colazione da qualche parte, ti va?» e gli annuisco sorridendo.
Entrati in macchina, cominciamo subito a parlarci.
«Perché a Natale non andiamo a trovare la tua famiglia? Dormiamo lì se ti va»
Ci penso su per un po' prima di rispondergli.
«Si dai, mamma d'altronde sarebbe davvero contenta di stare un po' più tempo con noi. Dopotutto ogni volta che andiamo da lei, non stiamo molto.»
«Direi che è perfetto allora.» e mi sorride voltandosi un po' ma restando concentrato nel guardare la strada.
Porto la mano sulla sua mentre la tiene appoggiata al cambio delle marce.
Scesi dall'auto, camminiamo per un po' e arriviamo davanti ad un bar, ma proprio quando stiamo per entrarci, arriva una telefonata a Michele.
«Aspetta. È papà.», mi dice con aria seccata poco prima di rispondere al telefono.
Annuisco e intanto mi avvicino a qualche negozio lì intorno.
Un paio di minuti dopo, mi volto per avvisarlo che stavo entrando in uno di questi e mi dà l'ok continuando a parlare con il padre.
Dopo aver fatto un piccolo acquisto, Michele mi si avvicina nervosamente e imprecando.
«È successo qualcosa?», gli chiedo subito preoccupata.
«Ti riaccompagno a casa. Scusami, ma devo andare per forza da papà. Mi ha chiesto se potessi andare possibilmente da solo.»
«Si si, tranquillo. Se vai di fretta, resto qui. Torno con la metro, intanto faccio una piccola passeggiata.»
«Sicura?»
«Certo.»
«Va bene.» mi risponde con un sorriso che si vedeva essere sforzato.
«Se ci sono problemi fammi sapere.»
«Anche te.»
Mi lascia un bacio di qualche secondo prima di tornare in macchina.
Poi proseguo per un po' finché gambe mi permettono.
Il mio stomaco comincia a reclamare più volte di essere sfamato.
Mi fermo ad un bar-ristorante. Il primo che trovo davanti.
Ed ecco l'Hard Rock Café. Niente male come posticino.
Noto con piacere che non era nemmeno molto affollato, così approfitto per mettere qualcosa nello stomaco.
Mi avvicino al bancone mentre cerco il portafoglio nella mia super borsa alla Mary Poppins.
«Salve, potrei avere un Classic Club?»
Finalmente alzo lo sguardo. Vedo un volto familiare. Che ci fa lei qui? No, non posso crederci!

Pov Chiara

Resto a guardare quel viso per qualche secondo.
È assurdo: sembra proprio la mia migliore amica.
Non riesco a parlare e mi rendo conto di essere immobile da un bel po' di secondi a guardarla.
«Chiara?»
È proprio lei. Mi sta chiamando.
«B-b-barbara sei tu?» non so cosa dirle. Per l'emozione balbetto.
«Ma che ci fai qui?» dal tono della sua voce sembra felice.
«Ci lavoro, mi sono trasferita da poco a Roma... Oddio quanto tempo che è passato!!!» dico con gli occhi già lucidi.
«Già! Perché non mi hai detto che eri qui?»  mi chiede quella che considero ancora una delle mie migliori amiche.
«Non ci siamo parlate per anni, credevo che non ci saremmo più riviste... Sai, tu eri qui, io a Bari... Mi faceva male la lontananza e non c'era niente da fare... Non era carino chiamarti dopo tutto questo tempo senza nemmeno una spiegazione... Aspetta, volevi un Classic Club, vero?» ed ecco la solita logorroica.
«Capisco... Comunque si, un Classic Club. Ma sei qui da sola? Fabio non è con te?» mi chiede di Fabio...
«Abbiamo avuto dei problemi» dico con le ferite ancora un po' aperte.
«Come mai?» mi chiede interessata.
Dopotutto ha bisogno di spiegazioni... mi ha vista felice per un anno con Fabio.
«Non era quello giusto, diciamo così... Tu invece?» brava Chiara, taglia corto...
«Sto da 18 mesi con un ragazzo conosciuto all'università però sembra che il padre non mi tenga tanto in simpatia...»
La osservo mentre parla e per un momento mi ricordo dei vecchi tempi.
«Perché dici così? Intanto ecco il tuo Classic Club...» le do il panino ormai pronto.
«Grazie... Non so, sembra come se non mi accettasse... Cioè, in un certo senso me l'ha detto anche all'inizio, quando l'ho conosciuto...»
Vorrei proprio conoscerlo suo suocero. Come si fa a non accettare Barbara? Mi sono sempre ritenuta fortunata ad averla avuta come amica. È una persona fantastica. Non c'è dubbio.
«Vabbè ma che t'importa del padre...» le dico. Sembra che questa faccenda le faccia male.
«Lo so, però mi piacerebbe avere un buon rapporto con i miei suoceri. Anche Michele sembra stressato da questa situazione, dall'inizio...» ecco appunto.
«Ah si chiama Michele? E con lui ne hai parlato?» avrei voluto esserci per lei quando ha conosciuto il suo ragazzo.
«Si, ma lui mi ha detto che non gli importa ciò che dice il padre... Comunque, quanto ti devo?»
Sembra che Michele la ami molto.
«Lascia stare, offro io...» è il minimo che possa fare per lei.
«No dai, insisto...» ricordavo che fosse testarda, su questo non è cambiata.
«Barbara, per favore lascia stare, offro io!». Sembriamo le stesse ragazzine di 16 anni.
«Va bene offri tu, ma la prossima volta non sarà così...»
«Comunque è davvero bello rivederti!!! Mi sei mancata un sacco Bà!!!» dico davvero contenta.
«Anche tu mi sei mancata tantissimo! E di Daniela hai più avuto notizie?» Quanto avrei voluto che ci fosse anche lei...
«Daniela ora vive a Forlì, vicino casa di sua sorella...»
«Capisco... Dobbiamo chiamarla un giorno!» Qualcosa mi dice che manca anche a lei.
«Si!»
«Comunque dimmi... Hai già conosciuto qualche bel romano?» Sembra leggermi nel pensiero!
«Se mi avessi detto che qui fossero tutti così, sarei venuta prima anziché perdere tempo con quel cretino...» ops... non sono riuscita a controllarmi stavolta...
«Stai arrossendo e ridendo nervosamente... Qualcosa mi fa intuire che hai conosciuto qualcuno...» mi lascio ingannare dal cuore... non posso mentire...
«Stiamo insieme da poco in realtà, tre settimane circa. Però sta volta sono sicura che sia quello giusto!» lo penso davvero.
«Allora speriamo bene... Com'è caratterialmente?»
«Hum... è un tipo simpatico, giusto un po' pigro, gentile, dolce... sembra il mio ragazzo ideale...» mi mancava parlare con lei dei ragazzi.
«Allora auguri!» mi dice sorridendo.
«Grazie anche a voi! State già progettando qualcosa o è troppo presto?» chiedo curiosa.
«Per adesso no... Viviamo insieme, però niente di più. Frequentiamo ancora l'università, ma chi lo sa in futuro...» dice con un sorriso sulle labbra.
«Quale università frequenti?» voglio sapere cos'è successo in questi anni.
«Ostetricia. Tu quindi ti sei fermata al diploma, no?» 
«Il tuo sogno è rimasto lo stesso, che bello! Comunque si... volevo lasciare un po' i libri... Poi sono stata presa per lavorare qui...ancora non ci credo!» mi piace molto lavorare in questo posto, stare a contatto con la gente, i turisti...
«Si, è rimasto sempre lo stesso! Purtroppo però tra corsi, tirocinio, studio ed esami, sono sempre indaffarata... Ma comunque cercherò di venire qui più spesso» da come parla si vede che le piace molto ostetricia.
«Mi farebbe molto piacere...» dico sincera.
«Che ne dici di uscire una sera di queste? Magari con i nostri fidanzati così ce li presentiamo!» mi propone.
«Si perché no?!?» penso che sarebbe davvero bello.
«È sempre lo stesso il tuo numero?» mi chiede.
«No, ho dovuto cambiarlo... Comunque ti contatto io appena mi libero un momento...» le spiego.
«Vedo che hai da fare, ti lascio lavorare. Non vorrei che il tuo capo se la prendesse con te... Chiamami appena puoi!» si volta a vedere la gente entrare nel locale.
«Va bene, ci sentiamo il prima possibile... Sono contenta di averti ritrovata...» e lo sono davvero.
«Anch'io! Allora a presto!» sorride prima di andarsene.
«Puoi scommetterci! Ciao!» sono contenta di averla ritrovata!
Vedo Barbara uscire dal locale e non vedo l'ora di raccontare tutto a Luca!
In un quarto d'ora circa ho servito già ali di pollo fritte, hamburger, drink, sandwiches e insalatone in perfetto stile americano.
Ed è proprio questo il motivo per cui mi piace lavorare qui.
Mi sento come se fossi a New York, il mio posto preferito.
Chissà se potrò mai andarci con Luca.
È passata solo un'ora e già mi manca.
E pensare che fino a poco tempo fa non lo conoscevo nemmeno!
Sono entrati alcuni turisti, parlano inglese.
Adesso mi sento proprio nella grande mela.
Verso le 14.30 il locale è per metà pieno e continua a entrare altra gente.
Tra mezz'ora finisco il mio turno e non vedo l'ora di correre a casa.
Guardo l'orologio e il tempo sembra non voler passare.
È come quando aspetti la campanella per scappare a casa.
Io aspetto le 15.
Alcuni clienti mi chiamano. Vado a servirli e torno a lavoro.
Dopo un'altra decina di clienti finalmente è suonata la campanella!
Saluto le mie colleghe ed esco dal locale.
Mando un messaggio a Barbara mentre aspetto il semaforo verde.
"Ciao Barbara! Questo è il mio nuovo numero! xoxo"
È scattato il semaforo verde e cammino per tornare a casa.
Dopo circa mezz'ora a passo svelto eccomi a casa.
Suono il campanello impaziente di vedere Luca.
Mi apre la porta dopo qualche secondo.
«Ciao amore mio...» dico sorridendo e buttandogli le braccia al collo.
«Ehi...» ricambia il sorriso e mette le sue mani sui miei fianchi.
«Mi sei mancato tanto oggi...» dico guardandolo negli occhi.
«Tu no...» sorride beffardo.
Faccio la finta offesa e mi allontano da lui.
«Sto scherzando... vieni qui!» mi afferra il polso e mi bacia.
Ci baciamo appassionatamente per un po'.
Mi è mancato davvero.
Mi fermo un attimo.
«Ti amo...» sussurro guardandolo negli occhi.
Mi fa ancora strano dirlo dopo anni.
«Mi ami? Wow ma che bella notizia!» dice sorridendo.
Si allontana e prende il telefono.
Compone qualche numero mentre io appendo la mia giacca.
«Ehm pronto? Si...» lo sento parlare.
Mi chiudo in bagno e mi cambio.
Mentre mi sfilo la maglia ripenso alla reazione di Luca.
Non è esattamente come la immaginavo.
Mi cambio ed esco dopo circa dieci minuti.
«Chi era?» chiedo curiosa mentre mi lego i capelli in una coda di cavallo.
«Ah no niente di che... che mangiamo?» mi chiede deviando l'argomento.
«Cosa vorresti mangiare?» chiedo guardandolo e aprendo il frigorifero.
«Quello che preparerai.» dice sedendosi sul divano con il joystick tra le mani.
«Va bene!» esco qualche verdura e inizio a tagliuzzare.
Mentre Luca gioca con la playstation, io preparo il pranzo.
Mi piace vederlo mentre gioca, mentre fa delle espressioni buffe, oppure quando è contento di aver vinto.
Sorrido. Lascio cucinare le verdure e il pollo e mi siedo sul bracciolo del divano.
«Vuoi provare?» mi chiede guardandomi velocemente prima di spostare lo sguardo di nuovo sulla tv.
«Si. Spiegami solamente quali tasti devo premere...» dico avvicinandomi.
Mi siedo tra le sue gambe e poggio la schiena sul suo petto.
Luca da dietro mi spiega i comandi e con le sue mani sulle mie iniziamo a giocare.
Dopo circa dieci minuti ho finalmente capito come si gioca e Luca sta guardando lo schermo.
«Sto andando bene?» chiedo continuando a premere tasti.
«Certo...» mi dice continuando a vedere.
«Vuoi sfidarmi?» propongo ridendo.
«Che c'è? Vuoi battere il maestro?» mi dice prima di spostarmi.
Mi sposto, lui si alza e prende un altro joystick.
Ritorna sul divano e mi fa rimettere come eravamo prima.
Iniziamo a giocare io contro di lui.
«Chi vince?» chiedo mentre continuo a giocare.
«Non io...» mi dice accanendosi sui tasti.
Inizio a ridere.
«Guarda che ti sto lasciando vincere per non essere scortese...» dice ridendo e guardando la tv.
«A me non sembra...» lo stuzzico un po' ridendo.
«Vuoi vedere?» chiede mentre continua a giocare.
«Va bene...» rispondo mentre guardo il cellulare accanto a me aspettando la risposta di Barbara.
«Sai che oggi ho incontrato una mia vecchia amica di liceo al lavoro?» dico sorridendo e ripensando alla giornata di oggi.
«Ah davvero?» dice guardando lo schermo.
«Si chiama Barbara...» continuo e mi concentro nel gioco.
«Hm-hm...» continua a sfidarmi.
«No dai sei tu in vantaggio non è giusto!!!» mi lamento sorridendo e dandogli una leggera gomitata nella pancia.
«Che ti avevo detto?» sono sicura che stia sorridendo.
«Non vale...» mi giro e spingo qualche pulsante del suo joystick.
«Ferma!!!» dice mentre guarda attentamente lo schermo.
«Ti ho dirottato il personaggio...» scoppio a ridere.
«Questo è poco sportivo, lo sai? Non si dirottano i personaggi...» dice un secondo prima di afferrarmi il controller dalle mani e spingere qualche pulsante.
«Lucaaa!!!» ridendo prendo di nuovo le redini del mio joystick e ritorno a giocare.
Lo sento ridere e dopo qualche secondo sento le sue labbra sul mio collo.
«Così mi fai andare in svantaggio...» sorrido e chiudo gli occhi per godermi quel bacio.
«Appunto...» mormora sul mio collo il mio ragazzo.
Mi giro e lo bacio.
Restiamo a baciarci per un po'.
«Ho vinto...» dice Luca tra un bacio e l'altro prima di lasciare il joystick sul divano e posare la sua mano sulla mia coscia.
«Non è giusto però!!!» mi stacco e guardo lo schermo della tv.
Luca mi gira e mi ribacia.
Continuiamo a baciarci con foga.
Adesso sono a cavalcioni su di lui mentre mi accarezza la coscia e mi bacia con passione.
Quando sono con lui il resto sparisce.
Sembra come se facesse una magia ogni volta.
Sento di amarlo davvero.

   
 
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