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Autore: _diana87    29/09/2014    4 recensioni
"E va bene, vi dirò tutto, ma voi dovete lasciarmi parlare senza interrompermi, okay? Fate finta che vi stia raccontando una storia... agente, lei sa come funziona un romanzo, mi auguro... c’è un prologo, che potremmo identificarlo in questo momento, in cui il bravo ragazzo viene scambiato per un traditore e cerca di convincere la polizia che lui non c’entra niente... poi c’è il corpo, che è la parte centrale in cui vi racconto come si sono svolti i fatti... infine, c’è l’epilogo, in cui c’è la resa dei conti e la morale della storia... perché ogni racconto ha sempre la sua morale..."
Genere: Guerra, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Richard Castle, Sorpresa | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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La donna stringe le mani della detective, infondendole fiducia e speranza.
L’altra ricambia con un sorriso bonario.
Martha Rodgers capisce giorno dopo giorno il motivo per il quale suo figlio Richard si è innamorato di quella donna.
Kate Beckett è una donna forte, ma che nasconde una grande fragilità interiore. Sa che quando la parte più debole – il cuore – viene colpito, lei crolla emotivamente, ma ha anche il coraggio di rialzarsi da sola, con tutte le sue forze.
Le quattro mani si stringono, come a suggellare un patto. Anzi, una promessa.
“Ti ringrazio per averci avvisate, Katherine.”
Vede nei grandi occhi di Martha, quelli di una madre disperata, che non ha idea di dove si trovi suo figlio.
La detective ha avvisato lei e Alexis con grande premura, ma allo stesso tempo è stata diretta, senza giri di parole. È il suo lavoro, ma si tratta anche della sua famiglia, quindi perché mentire? Alla notizia “Castle è stato rapito da un gruppo terroristico, sospettiamo sia Al-Qaida”, Martha si era portata una mano davanti la bocca, per evitare di gridare, mentre con l’altra si era aggrappata alla prima cosa che aveva sotto mano. Una sedia.
Alexis, la più forte, aveva sorretto sua nonna, aiutandola a sedersi, sebbene la diva avesse rinunciato. Orgogliosa e cocciuta, Kate aveva notato un leggero rossore sul viso di Martha, come se si vergognasse nel farsi vedere in quelle condizioni, come ‘una comune mortale’.
Strano come in situazioni del genere, la vita ci ricordi che anche le persone più felici e solari siano umane come tutti gli altri.
Tiene ancora le mani strette a quelle di Martha, e sente di non volerle mollare. La madre che le è mancata è davanti ai suoi occhi. La guarda fissa, poi volge lo sguardo anche su Alexis. “Vi giuro che vi informerò su eventuali sviluppi, anche se il governo dovesse dirmi di stare zitta.”
La giovane Castle tocca il braccio di Kate, e le dice preoccupata, “Non metterti nei guai.”
“Alexis, tuo padre è la mia priorità adesso. E ad ogni costo, giuro che lo ritroverò, te lo prometto. Ve lo prometto.”
 
Quando Kate varca la porta del suo distretto, sente un’aria nuova. Camminando, infatti, scopre dei cambiamenti. La coda di cavallo le va da una parte all’altra, scatenando un sorriso mentre incrocia un addetto ai computer, che lei non ha mai visto.
Si ferma all’entrata, dopo essere uscita dall’ascensore e un brivido la percorre. Stringe le spalle, chiuse nella sua giacca di pelle e osserva il movimento.
Le scrivanie sono state disposte in file ordinate, vicine tra loro, e su ognuna di esse è stato posizionato un computer. Niente scartoffie in giro; esse sono state sostituite dai tablet. Un maxischermo è stato posizionato al centro del salone grande.
Kate inclina la testa mentre un’aria di tristezza l’avvolge. Il distretto si è trasformato in un centro governativo. Ovunque, ci sono stemmi della CIA e dell’Interpol, come se la loro presenza non fosse già stata sentita il giorno prima.
Owen e Sonny, i due agenti inglesi, stanno sistemando le ultime cose prima di connettersi al computer centrale.
“Il Dodicesimo non è più lo stesso da quando il governo si è stabilito qui.”
Kate si volta verso Esposito, che guarda sospirando le attrezzature super tecnologiche della CIA e dell’Interpol.
Più avanti, Christina Finch, vestita come il giorno prima, è in piedi appoggiata a una scrivania. Sbadiglia tra un sorso di caffè e l’altro, e guarda davanti a sé la giovane Hayley che maneggia con la tastiera del suo computer. A giudicare dai loro aspetti stanchi e dagli occhi infossati, non devono aver chiuso occhio. Incollata allo schermo, la giovane traduttrice sembra stia leggendo e scrivendo, senza staccare lo sguardo.
Javier dà una pacca sulla spalla a Kate per darle coraggio a introdursi ‘nel nuovo mondo’, poi raggiunge un assonnato Kevin che poggia la testa sulla scrivania, facendo finta di essere sveglio.
La detective si fa forza e cerca la sua scrivania, ma storce la bocca quando trova Mike Jones seduto sulla sedia, posto occupato da Rick Castle, vicino alla sua solita postazione. Resta lì in piedi per un attimo. Lui pare non accorgersi della sua presenza, perché sta leggendo il giornale, forse unico strumento cartaceo presente al distretto. Kate continua a mostrare in broncio, infastidita dalla sua presenza e ripensa alla discussione avuta con lui il giorno prima.
Si siede e lo saluta a denti serrati. “Agente Jones.”
Lui risponde freddamente al saluto, senza guardarla, sfogliando una pagina del giornale. “Detective Beckett.”
Javier compare al fianco della donna, non curandosi dell’agente inglese. “Yo Becks. Tu come preferisci il caffè? Scusa, è che di solito a portartelo c’è sempre...” appena si accorge della presenza di Jones, che lo fissa, Esposito lascia la frase in sospeso, esitando.
Kate ringrazia l’amico silenziosamente per non aver completato la frase e gli rivolge un sorriso complice. “Latte scremato, con due spruzzi di vaniglia e zucchero di canna. Grazie.”
Si scambiano uno sguardo comprensivo. Javier sa quanto sia doloroso per Kate non avere Rick a portarle il suo solito caffè. Sanno che è un rito quotidiano immancabile e impossibile da spiegare a parole. Come un cane fidato, il portoricano fa un cenno del capo, facendole intendere di aver capito, e che non ha bisogno che lei aggiunga altro, poi se ne va.
Beckett resta lì, metabolizzando il momento. Il sorriso è ancora stampato sul volto. Jones, che ha guardato prima lui e poi lei, rompe il silenzio schiarendosi la gola e chiudendo il giornale sulla scrivania.
“Posso darti del tu?”
Kate fa spallucce, risvegliandosi dal momento di prima, e poi fa un cenno con la testa. Nota Mike che si sistema sulla sedia, appoggiandosi allo schienale, e lasciando che una mano tamburelli sulla prima pagina del giornale. Sposta lo sguardo altrove, come se evitasse di guardarla negli occhi. “Credo che ieri siamo partiti col piede sbagliato.”
Kate viene colta di sorpresa, e si sente a disagio. Copiando le sue mosse, si appiattisce allo schienale della sedia, allunga le gambe sotto la scrivania, e incrocia le braccia, e lo guarda divertita. “Come mai questo cambiamento di rotta?”
Mike continua a non guardarla, volgendo gli occhi ai computer dove Javier e Kevin stanno insegnando a Owen e Sonny a fare la mossa del ‘feed the birds’. L’agente inglese sospira e sputa fuori un rospo che deve pesargli parecchio. “Ci ho pensato stanotte, e ho concluso che ti ho giudicata senza neanche informarmi.”
Lui la sorprende ancora e lei si ritrova inconsciamente a toccare le guance, che sente avvampare. Il picchiettio delle dita dell’agente inglese sulla carta è diventato un rumore incessante, segno del suo nervosismo. Kate allenta la tensione con una battuta, “Hai passato la notte a pensare a me? Wow, che cosa carina.”
Mike non sembra cogliere l’ironia, perché rimane impassibile e poi sposta lo sguardo verso le sue dita, che smettono di tamburellare. “So come ci si sente quando qualcuno che ami sparisce all’improvviso. Ti senti responsabile e ti prende una gran rabbia perché non puoi fare nulla per salvare questa persona.” Stringe la mano a pugno e Kate si morde le labbra chiedendosi, a sua volta, se sia questo il modo in cui ci si sente quando un mattoncino del proprio muro viene buttato giù. Mike rilassa la mano, distendendo il palmo, quindi guarda Kate. “Spero accetti le mie scuse così che possiamo iniziare le indagini.”
Kate sobbalza senza farsi accorgere. Gli occhi color nocciola di lei stanno guardando la sua versione al maschile. Le linee delle labbra si inclinano verso l’alto formando un lieve sorriso. “Scuse accettate, agente Jones.”
“Quello è il mio computer! Hai trasformato il mio computer?”
Entrambi si girano verso la postazione dei computer principale. Kevin sta indicando il pc dove è seduta Hayley. Il dito dell’irlandese si muove tremolante, mentre gli occhi ne seguono le oscillazioni dall’alto al basso.
“Stai tranquillo, biondino.” Lo rassicura Christina Finch, usando il tono più tranquillo mai usato. “Hayley l’ha solo modificato con tecnologia della CIA. A fine lavoro, il tuo bambino tornerà come nuovo.” Non accenna a guardare il detective, concentrandosi sulla giovane traduttrice. Kevin resta lì con la bocca spalancata, senza ribattere. “Allora, dimmi che hai tradotto il messaggio.”
“Traduzione fatta, è stato abbastanza semplice.”
La risposta esaltata di Hayley fa avvicinare il resto dei detective e degli agenti, che circondano la ragazza. Sullo schermo del suo computer, Hayley ha aperto un programma di traduzione simultanea molto avanzato. Preme un pulsante con il mouse, e la traduzione appare anche sul maxischermo davanti a loro, in modo che sia visibile per tutti.
Hayley sente le parole di sbalordimento e di congratulazioni verso di lei, quindi si volta a metà in modo da trovarsi tra la scrivania e gli agenti a mo’ di semicerchio. “In realtà...” si schiarisce la voce per far sentire la sua presenza e ottiene l’effetto di avere il tono leggermente acuto. “Ogni giorno ci arrivano segnalazioni del genere, quindi sappiamo come gestire questi video.”
“E quanti di loro sono vere?” chiede Javier fissando il maxischermo.
“Informazioni riservate.” Dicono Christina e Hayley all’unisono.
Kate trattiene una risata coprendosi le labbra con la mano, mentre Javier guarda Kevin e parla a voce strozzata. Chiaro segnale che si sente preso in giro. “Certo. Ovviamente.” Borbotta gonfiandosi il petto.
Hayley ingrandisce la pagina dal suo pc mettendola per intero, ed ora il testo appare più grande.
“E’ un testo in arabo classico, quindi è stata una passeggiata.”
“Già perché tutti parlano arabo al giorno d’oggi.” Kevin incalza Javier con un’altra battuta, che però viene intercettata dalla Gates, accorsa come un fulmine alla notizia della traduzione del messaggio. Il capitano brucia l’irlandese con lo sguardo, il quale si scusa subito alzando una mano.
La traduttrice indica sullo schermo la prima frase del messaggio e inizia è spiegare come se stesse facendo un esame. “Questa è tratta dalla prima sura del Corano. Poi segue una frase con cui di solito i jihadisti iniziano a glorificarsi...” quando si volta a metà busto e si accorge che le persone del Dodicesimo la guardano con un grosso punto di domanda sui loro volti, Hayley prende un gran respiro comprendendo che non tutti sanno cosa stia dicendo. “Si chiamano jihadisti coloro che seguono la jihad, la guerra santa.”
Le reazioni del Dodicesimo sono impassibili. Kate, Kevin e Javier si guardano tra di loro alzando le spalle. La Gates rotea gli occhi.
Mike si siede sulla postazione vicino al computer di Hayley, incrocia le braccia e guarda nelle loro direzioni. “La jihad è un termine creato da Maometto con lo scopo di invogliare i suoi seguaci a diffondere l’Islam, ma adesso è diventata una scusa per fare guerre. I terroristi la usano in ambito militare.”
Tocca la spalla di Hayley facendole segno di iniziare la lettura del messaggio, e la giovane comincia a leggere.
 
In nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso.
Allah è grande e ci guarda con rispetto. Molti sono ancora coloro che non hanno abbracciato la nostra fede, l’unica e la sola luce che ci condurrà verso la gloria. Perciò, siate dei guerrieri e siate forti. Allah è generoso, e vi ricompenserà.
 
“Il messaggio prosegue parlando del prigioniero...”
 
Guardate miscredenti. Ammirate l’uomo occidentale e come si è ridotto.
Egli non crede alla possibilità di una morte per un sacrificio più grande; egli è corrotto dal bene materiale, un bene terreno temporaneo, niente in paragone alla gloria che riceverà da Allah per le cose buone che farà in nome suo.
Il nostro prigioniero è l’americano Richard Castle, lo scrittore di gialli. Sappiamo quanto l’America tiene ai suoi eroi famosi, quindi la richiesta di Al-Qaida è semplice: la conversione in cambio della sua liberazione. In caso contrario, le truppe dell’esercito di Allah, marceranno e bombarderanno in nome suo. Noi siamo un esercito che combatte, non ci nascondiamo come gli americani, al sicuro nelle loro trincee.
 
Quando Hayley pronuncia il nome di Castle, Kate ha un sussulto.
Posa una mano sul cuore, sentendolo fare un tuffo. Poi poggia i gomiti dietro una delle postazioni, e si regge con le mani al bordo.
Lentamente, fa dei piccoli respiri, lasciando che la voce di Hayley le entri nelle orecchie.
 
Abbracciate Allah, il suo Profeta, e il Corano, come vostra unica e vera rivelazione.
Aggredite colori che vi aggrediscono. Temete Allah e sappiate che Allah è con coloro che Lo temono.
Allah è il più grande, l’Islam è il prossimo.
 
La traduttrice si zittisce, mordendosi il labbro. Attende un attimo prima di sentire la voce squillante di Christina che si congratula con lei, senza però, tuttavia mostrare nessuna emozione. “Ottimo lavoro, come sempre, Hayley.”
La ragazza si volta verso la sua superiore e fa un sorriso sornione. “Grazie.”
Javier e Kevin roteano contemporaneamente gli occhi chiedendosi se al governo sono sempre così altezzosi e modesti. Owen e Sonny li notano e si danno gomitate tra loro. Il primo a parlare è il sudamericano con un forte accento cileno.
“Spero sappiate che si tratta di Al-Qaida, detective.”
La frecciatina è indubbiamente indirizzata ai due bro del Dodicesimo, che li guardano e sembrano grugnire.
La Gates interrompe il teatrino avanzando di qualche passo al centro. “Come intende procedere, agente Jones?”
Chiamato in causa, l’inglese si alza dalla postazione e incrocia le braccia al petto, abbassando gli occhi. Ha lo sguardo pensante prima di parlare.
“Attualmente il capo di Al-Qaida è il giovane Nasir Sayf al-Islam. Direi di partire su di lui.”
L’alto funzionario della CIA guarda il resto dei presenti alzando un sopracciglio. “Adesso inizierà a fare il sermone su quanto l’Interpol sia stata utile negli ultimi anni.” Si rivolge a Mike osservandolo di sottecchi. “Oh, per favore. Ricercate Nasir da anni, e ancora nulla.”
“Non che la CIA abbia fatto molti progressi, Christina.”
“Qui volano scintille...”
“E’ peggio di Beautiful...”
La Gates fulmina di nuovo Ryan ed Esposito con lo sguardo e li fa zittire all’istante.
“Però c’è qualcosa che non mi convince. Nel filmato non c’è traccia di un termine dei patti, del tipo ‘Se non vi convertite tra 48 ore, uccideremo l’ostaggio.’ O mi sbaglio?” la giovane traduttrice torna a picchettare col il dito sul monitor del pc, ponendo attenzione sull’intero messaggio terrorista.
Christina torna seria e poggia una mano sotto il mento, assumendo una posizione riflessiva. Poi spiega. “Hayley ha centrato il punto. Vuol dire che Richard Castle è un prigioniero di guerra e Al-Qaida sta collaborando con un altro gruppo jihadista.”
Quando il Dodicesimo non dice una parola e hanno tutti gli occhi spalancati, la Finch passa a guardarli uno a uno. Gli sguardi sono di coloro che non hanno la minima idea di cosa stia parlando.
Esasperato, Mike alza gli occhi al cielo, e spalanca le braccia, come per imprecare. “Nessuno qui ha studiato storia?”
Hayley alza la mano, ma deve abbassarla immediatamente quando si rende conto che la stanno fissando. “Oh, era una domanda retorica. Scusate.”
Mike guarda i suoi colleghi e con un solo cenno della testa cede loro il testimone. Owen si fa avanti, sistemandosi la cravatta e incrocia lo traiettoria di Kate che lo sta osservando. L’agente ha anche il tempo di farle l’occhiolino, ma la detective gira subito lo sguardo chiudendo gli occhi, disgustata. Owen prende posizione al centro e tiene una mano in tasca e l’altra aperta, con il palmo rivolto verso di loro, pronto per la spiegazione. “All’epoca di Maometto, avere dei prigionieri di guerra era considerato un bottino. Essi venivano restituiti alle tribù di appartenenza tramite ricatto, oppure diventavano schiavi, e in questo caso, la conversione all’Islam era una strada per ottenere la libertà.”
Sonny lo raggiunge, ponendosi vicino a lui. Quei due insieme sembrano un pezzo di ferro indissolubile, e Kate sorride lievemente guardando a come Esposito e Ryan hanno assunto la loro stessa posizione. L’altro agente mette entrambe le mani in tasca e si riallaccia alla spiegazione del suo collega, guardando i presenti uno ad uno, preoccupato. “Al-Qaida non opera secondo questa concezione.” Dice, e guarda prima il suo capo Jones, poi il funzionario della CIA Finch, e loro aggrottano le sopracciglia, come se potessero leggerlo nel pensiero. “Il gruppo predica e organizza da tempo lo jihad islamico, intesa come attuazione di attacchi terroristici condotti nei confronti di obiettivi occidentali, con l’obiettivo di porre fine all’influenza dei paesi occidentali sui paesi musulmani e con il fine di creare un nuovo califfato islamico.”
Il Dodicesimo si prende del tempo per assimilare le informazioni, e Kate deve reggersi la testa con entrambe le mani, sentendola scoppiare.
L’associazione del nome Rick con ‘prigioniero di guerra’ è già qualcosa che la fa uscire fuori di senno.
La Gates la guarda e sospira. Sa anche lei quanto sia dura questa situazione, e sa che è l’unica che può mantenere i nervi saldi e scuotere la sua detective ad agire come un funzionario di polizia, piuttosto che come fidanzata. Se infatti Kate si lascia andare al personale, le cose non finiscono mai nel verso giusto. Esita prima di dire qualcosa, poi mormora mezza parola, e infine pone la domanda.
“Okay, quindi chi sarebbe questo gruppo jihadista?”
 
Gli hanno fatto indossare una lunga tunica nera e in testa un copricapo bianco.
Come un soldato, è simile agli altri che come lui attendono di eseguire la shahada, il rito di conversione musulmana.
Deglutisce, tenendosi la gola prima con una mano, poi con l’altra. Sente il sudore da entrambi i palmi. Non è abituato a vestire in quel modo, ma ha dovuto abbandonare i vestiti da occidentale per calarsi nella parte di quel rito.
Davanti a lui, Nasir incrocia le mani davanti a sé e gli sorride, poi allunga il braccio invitandolo con un semplice gesto a fare come gli altri.
Lui sente la gola andargli a fuoco. Si alza la tunica, aiutandosi a mettersi in ginocchio al fianco delle altre persone, che, come lui, attendono l’inizio del rito di conversione. In precedenza, Nasir gli aveva spiegato che durante la shahada non era necessaria la presenza di qualche testimone affinché una persona sia ufficialmente musulmana, comunque essi erano necessari così da rendere pubblica la conversione e riceverne il certificato, anche se “Allah non ha certo bisogno del certificato per sapere che tale persona è musulmana. Egli è Onnipotente e conosce tutto.”
In quel momento, Rick sente di nuovo il groppo alla gola, chiedendosi se sia la cosa giusta da fare. E se non riuscisse a far credere loro di essere sincero sulle sue intenzioni? Loro l’avrebbero scoperto e avrebbero ucciso le persone che ama.
Silenziosamente, abbassa la testa sul pavimento, seguendo i movimenti degli altri, e poggia entrambi i palmi delle mani vicino al capo.
Nasir batte le mani una volta per richiamare l’attenzione, quindi le alza verso il cielo. L’impotente moschea risplende in tutta la sua ricchezza, e dalle vetrate colorate, dove sono dipinti con mosaici le imprese del Profeta, la luce accecante del sole fa filtrare i suoi raggi.
“Ripetete con me. Testimonio che non c'è divinità se non Allah e testimonio che Muhammad è il suo Messaggero. Testimonio e attesto che Muhammad è il Messaggero di Allah.”
Il gruppo ripete in arabo, e solo la voce di Rick è più bassa e lenta rispetto gli altri. Lui sta leggendo da un foglio dove la shahada è stata trascritta a caratteri latini. Non conoscendo la lingua, si è dovuto arrangiare in quel modo.
Lo scrittore chiude gli occhi, ripetendo quelle parole e cercando di essere più sincero possibile. La mente gli dice che deve essere ragionevole; lui non sarà mai un musulmano convinto, e se lo scoprono, per lui sarà la fine. Il suo cuore però gli sussurra e gli parla dicendogli che può farcela, quindi mente e cuore gli procurano una serie di immagini.
Sua madre e sua figlia che ridono nel loft.
Esposito e Ryan che fanno il feed the birds.
La Gates con l’aria di rimprovero, che poi scoppia in risate.
La sua Kate che gli sorride e lo bacia.
Alza lo sguardo e vede Nasir che ha ancora le braccia verso l’alto. Gli occhi chiusi e concentrati. Prende un gran respiro e abbassa le braccia.
“Dopo aver pronunciato tali testimonianze, bisogna purificare il corpo. Al vostro lato troverete delle docce appositamente per voi. Said,” il giovane ferma Rick con la voce, mentre il resto dei nuovi convertiti raggiungono le docce.
Gli poggia una mano sulla spalla, e lo sente tranquillo e rilassato. Rick è già entrato nella parte.
“So che per te è complicato per via della lingua, perciò ci vedremo domani per l’iniziazione alle preghiere e i movimenti da fare mentre si dicono.” Conclude con un sorriso che si intravede appena.
Quando molla la mano, lo scrittore prende un gran respiro e sente di nuovo i muscoli contrarsi.


Angoletto dell'autrice (poco) sana di mente:
Iniziamo ad entrare nel vivo della storia e lo facciamo attraverso gli occhi di Kate che vede il Dodicesimo trasformato completamente...
L'agente Jones ha addirittura chiesto scusa a Kate, mentre volano scintille tra i due bro e i due agenti inglesi... santa Gates che si mette in mezzo!

Ho cercato di spiegare ogni cosa del capitolo, quindi se avete qualche dubbio, chiedetemi pure :)
Come accennato, Rick comparirà poco, ma lo farà lasciando "un segno": qui l'abbiamo visto convertirsi. (non ho mai assistito ad un rito di conversione, ma me ne hanno parlato) Ce la farà il nostro scrittore ad essere convincente?
Nell'attesa di un vostro parere, la vostra poco sana di mente vi augura una buona season premiere di Castle <3
D.

ps: sono stata troppo cordiale nei ringraziamenti, non fateci caso: sto mandando più CV di prima nell'ultimo periodo O__O

 
   
 
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