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Autore: Midnight_whisper    29/09/2014    1 recensioni
La notte è un momento magico. Di notte puoi davvero parlare ed essere te stesso, esprimere i tuoi pensieri più reconditi. Certe cose le si possono dire solo la notte. E, ogni tanto, un dialogo notturno non può che far bene. Serie di conversazioni notturne telefoniche fra Francesco e Alessandro.
NB_Piccolo laboratorio di dialoghi, nella speranza che diano ispirazione per qualcosa di più delineato.
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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‹‹Si?››
‹‹Ciao.››
‹‹Ale. Questa settimana non ti ho visto a lezione. Stai bene?››
‹‹Ho avuto febbre alta. Ma ormai è passata.››
‹‹Mi spiace. Però non mi sembri messo bene ora, hai la voce molto nasale.››
‹‹Strascichi di raffreddore.››
‹‹Beh, dimmi. Ti serve qualcosa? Cerchi gli appunti di Pegoli?››
‹‹No. Ripensavo alla nostra chiacchierata di settimana scorsa. Saranno stati dieci minuti forse ma... non lo so, avevo voglia di qualcosa di simile.››
‹‹Forse con questo raffreddore dovresti posticipare le telefonate di piacere, non pensi?››
‹‹Rompo?››
‹‹Di cosa vuoi parlare?››
‹‹Riflettevo sul fatto che fra un mese esatto faccio gli anni. Faccio 22 anni. Avrei dovuto fermarmi a 19 forse.››
‹‹Cosa non va? Il tuo prossimo anno potrebbe essere il più bello della tua vita, se ci pensi.››
‹‹Se ragioni così, però, potrebbe anche essere il peggiore.››
‹‹Se ragiono così, sì.››
‹‹Tu non ti senti grande? Non ti senti cresciuto troppo in fretta? Io vorrei essere rimasto al liceo. Certe cose me le vedo scappare davanti, scivolare fra le dita, senza nemmeno rendermene conto. Se ripenso ai primi mesi all’università... non mi accorsi quasi del cambiamento. Non ci pensavo e il liceo era ancora così vicino che se ripensavo ai corridoi li vedevo ancora miei.››
‹‹Si dice che il valore delle cose aumenta quando le perdiamo.››
‹‹Si dice. E tu cosa dici?››
‹‹Io dico che è vero. E dico anche che la saggezza sta tutta nell’accettarlo. Sai cosa credo? Che la felicità che costruiamo nella nostra vita non sia proporzionale a quello che creiamo o agli obbiettivi che raggiungiamo e ci eravamo prefissati. Le vere sfide della nostra vita saranno le più inaspettate. E domani potrà essere il solito pigro e autunnale mercoledì oppure il giorno più incredibile della tua vita. Comunque sia lo vivrai una sola volta. Quindi, per me, la felicità sono le pillole.››
‹‹Mmm... Pillole...››
‹‹Le pillole, i piccoli momenti, quasi impercettibili. Dai minuscoli attimi di partecipazione, di passione o di compassione, di abnegazione, di sacrificio. Da questo dipende la nostra felicità. Se penso alla mia felicità vedo un retino in cui mettere sabbia. Tutte le gioie sono i granelli di sabbia, destinati a passare attraverso il retino e a perdersi nel nulla. Più granelli metti, però, più tempo sarà necessario perché il retino li ingoi tutti. E che il granello sia grande o piccolo non toglie il fatto che scomparirà prima o poi. Quindi raccogli ogni briciola e mettila nel retino. Non avere paura di elemosinare le gioie più minuscole. Tutto fa brodo come si suol dire.››
‹‹Condivido quello che dici, ma la fai facile. Non tutti hanno la stessa predisposizione che hai tu nel vedere la positività di questo retino. Io, per esempio, contemplerei svuotarsi il retino spesso e mi direi che non ha senso mettere altri granelli se devono scomparire, capisci?››
‹‹Sono modi diversi di vivere la vita.››
‹‹Già.››
‹‹Ti senti vecchio, quindi?››
‹‹Mi sento abbandonato, privo di una meta e di un perché. Mi sento sconclusionato e mi sento così da troppo tempo. Mi sento stanco.››
‹‹Io ti sento raffreddato. E abbattuto.››
‹‹Ma come fai ad essere sempre così calmo? Come fai a non avere mai una preoccupazione o un problema?››
‹‹Questo non è vero. Vedo le preoccupazioni e i problemi in maniera differente dalla tua.››
‹‹Spiegami come vedi queste cose.››
‹‹Le vedo far parte dell’ordine delle cose. Tutto funziona secondo la regola dell’atto e della potenza. In potenza, come dicevo prima, domani potrebbe essere il giorno più bello della tua vita o il più brutto. Si tratta di accettare che le cose stanno così. E preoccuparsi ci fa anche bene nella giusta dose. Ci riempie la mente, ci tiene in esercizio diciamo. Ma è utile quanto guardare il foglio bianco di un test anziché cercare di scrivere qualcosa. Ecco perché dobbiamo rassegnarci all’idea di non poter controllare tutto, non possiamo sempre agire. Altre volte, invece, vorremmo stare a guardare e dovremo agire. Solo uno stupido può pensare di non lasciarsi sfuggire nulla. Dovremmo mostrare più gratitudine per l’ignoranza che ci è concessa.››
‹‹No, no, vedi, le tue sono solo parole. Non condivido niente di questo. Tu menti a te stesso per stare meglio. Non fai altro. Mascheri le speranze e le paure sotto il nome di “potenza” e accetti passivamente tutti gli “atti”? Vorresti dirmi questo? Certo così è facile, è immensamente facile! Atto e potenza. Che cazzata. La verità è che le speranze vengono deluse e le potenze no. Delle paure ti preoccupi e delle potenze no. Questa non è una visione delle cose saggia! Solo codarda!››
‹‹Non sto parlando della cosa saggia da fare! Sto parlando del modo per essere un poco più felici nel quotidiano, più spensierati. Mento a me stesso per stare meglio, sì. Hai detto bene. Lo faccio e mi sta bene così.››
‹‹Non credevo ti servissero assicurazioni contro la tristezza.››
‹‹Lo so, capisco che tu possa criticarmi. Si tratta di scelte.››
‹‹Ricordi quando ti dissi che credevo di essermi “spento”? E di aver perso la mia capacità di provare forti emozioni? Se ripenso ai maggiori dolori della mia vita, mi ricordano che ero vivo. Che provavo emozioni. E li porto con me, li custodisco come oggetti preziosi. Voglio vivere altre gioie e altri dolori. Tanto grandi da essere indescrivibili. Altrimenti, quando tutto sarà finito, quale sarà stata la differenza?››
‹‹Non credo, però, di essermi espresso bene. Non vivo mica passivamente. Solo che... non mi so esprimere. Forse ho sbagliato a dire qualche frase prima. Forse non era esattamente quello che intendevo. Non so come dire...››
‹‹Forse. E scusa se mi sono accalorato. Ho scaricato un poco di energie. Adesso penso che vorrei un poco andare a dormire.››
‹‹Capisco. D’accordo Ale, vado anche io. Ci vediamo all’università allora.››
‹‹Buonanotte.››
‹‹A te. Buonanotte.››
  
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