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Autore: ShadowFeanor    07/10/2008    2 recensioni
Shinku: Dobbiamo trovare l’ultima creazione di nostro padre.
Jun: L’ultima? Intendi la settima Rozen, quella per cui si è spacciata Barasuishou?
Shinku scosse leggermente il capo. Non era di lei che c’era bisogno.
Shinku: No, non è stata lei l’ultima creazione di nostro padre.
Jun: Allora di che si tratta?
Shinku: Hai mai sentito parlare di una creatura chiamata Bahamut?
Genere: Avventura, Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Jun Sakurada, Shinku, Suigintou
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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X)              Il Drago Oscuro e la Fenice di Luce

 

Non aveva più il controllo di se.

 

Aveva liberato la bestia che albergava in lui per non avere alcun freno e combattere al meglio.

 

Aveva anche preso tutte le precauzioni per non ferire le sue sorelle ed i due umani che erano assieme a loro.

 

Edo ora era lì, immobile, perso nella sua stessa Oscurità, mentre ciò che teneva celato dentro di se agiva come meglio voleva, senza che qualcuno lo potesse fermare.

 

Ogni tanto sembrava che qualcosa volesse giungere alle sue orecchie, ma qualsiasi parola veniva soffocata dalle Tenebre.

 

Si sentiva intorpidito, come se quello stato lo avesse condotto in un dormiveglia profondo, dal quale non riusciva a svegliarsi.

 

Improvvisamente una luce balenò in quella marea nera, accecandolo.

 

Da dove poteva provenire tutta quella luce?

 

?: Mi hai deluso ragazzo mio, non pensavo che ti saresti lasciato catturare dall’Oscurità pur di raggiungere il tuo scopo.

 

Giuseppe: Chi… chi sei? Di chi è questa voce?

 

?: Io sono ciò da cui sei nato, la creatura dalla quale hai ereditato i tuoi poteri.

 

Giuseppe: Bahamut? Il Signore dei Draghi?

 

Bahamut: Esatto. L’Oscurità aveva preso pieno controllo sul tuo essere, rendendoti sordo ad ogni mio richiamo.

 

Il ragazzo non riusciva a vedere la creatura. Probabilmente quella che sentiva era solo la sua voce, trasportata fino alla sua mente per telepatia.

 

Ma la voce era più che sufficiente per comprendere la maestosità del dragone.

 

Si trattava di un essere di livello superiore a qualsiasi creatura, questo era certo.

 

Giuseppe: Come mai sei qui?

 

Bahamut: L’Oscurità. Non deve essere lei a soggiogarti. Devi essere tu a manipolarla. Se le Tenebre ti inghiottissero del tutto non saresti più quello che sei.

 

Giuseppe: Però io appartengo alle Tenebre, sono una creatura Oscura, prima o poi accadrà e…

 

Bahamut: Non puoi permetterlo. Non lasciare che Tenebras ti abbindoli offrendoti il suo potere. Anche se sei un’Ombra ricorda che in un’ombra c’è sempre Luce, non solo Tenebre.

 

Giuseppe: Io però… non sono come te. Non c’è abbastanza Luce in me…

 

Bahamut: A chi credi appartenga questa Luce?

 

Giuseppe: Come?

 

Bahamut: La tua terza sorella ha liberato la Luce che cercavi di mantenere pura nelle Tenebre. È grazie a questa Luce se sono riuscito finalmente a mettermi in contatto con te.

 

Giuseppe non sapeva cosa dire.

 

Possibile che quel piccolo scarto di Luce che cercava di proteggere potesse illuminare quella densa Oscurità?

 

Bahamut: Ora stà a te scegliere cosa fare. Decidi se seguire le Tenebre e servire Tenebras o combattere per la Luce ed essere l’Ombra che annuncia l’arrivo del giorno.

 

Giuseppe: Una decisione da seguire in eterno…

 

Bahamut: Non è detto. Tu ti senti imperfetto perché sei immortale, ma sappi che puoi diventare un umano in tutto e per tutto, pur mantenendo i tuoi poteri.

 

Giuseppe: Cosa? Come posso fare per diventare umano?

 

Bahamut: Lo saprai al momento opportuno. Dopo questa battaglia saprai quale strada dovrai percorrere. Non sarà semplice, ma puoi farcela. Ricorda soprattutto questo: Bahamut e Leviathan sono una grande squadra, ma Bahamut e la Fenice sono praticamente imbattibili insieme.

 

Improvvisamente le Tenebre iniziarono a propagarsi di nuovo attorno al ragazzo, senza però oscurare del tutto la Luce.

 

?: Non dargli ascolto figlio mio, la Luce non ti renderà felice, né il diventare umano.

 

Giuseppe: Questa voce… Tu… tu sei… Tenebras?

 

Tenebras: Si, figlio mio. Ascoltami, segui tuo padre. Se lo farai avrai il pieno controllo sull’Oscurità ed avrai ogni libertà che vorrai. Niente e nessuno potrà ostacolarti.

 

Giuseppe non sapeva cosa fare, né a chi dare ascolto.

 

Tenebras non era un’entità preesistente, era semplicemente l’incarnazione dell’Oscurità. Della sua Oscurità, quella dalla quale fu creato.

 

Bahamut invece era ciò dal quale aveva ereditato tutto. Curiosità, potenza, senso di giustizia e via dicendo. L’unica differenza con Tenebras era che Bahamut non era mai entrato in contatto con lui prima, né pretendeva di essere suo padre, cosa che invece Tenebras sottolineava ad ogni occasione chiamandolo figlio.

 

Giuseppe: Cosa…  cosa devo fare?

 

Bahamut: Stà a te decidere. La vera libertà è poter scegliere tra Luce e Tenebre, così come si ha il vero potere solo quando si può decidere se fare del bene o del male.

 

Quelle parole furono quelle che finalmente convinsero il ragazzo a scegliere.

 

Era libero di seguire ciò che voleva, senza dover tener conto di nessuno.

 

Giuseppe: … Ho deciso.

 

Il ragazzo chiuse gli occhi, lasciando che le Tenebre penetrassero nel suo corpo.

 

Quando li riaprì aveva tra le braccia Suigintou. Al suo fianco Suiseiseki, visibilmente preoccupata per la bambola alata.

 

Giuseppe la porse delicatamente alla giardiniera, quindi fece riapparire Bahamut Tear.

 

Giuseppe: Come stà?

 

Suiseiseki: Per fortuna è solo svenuta desu. Sai che stavi per mangiartela desu?

 

Giuseppe: Grazie per avermi fermato. Ma voi non dovevate rimanere nella barriera?

 

Suiseiseki: Ma rischiavi di colpire il tuo albero desu!

 

Giuseppe: Non aveva importanza. Quella barriera funge anche da N-Field. Se mi fosse successo qualcosa sareste tornati tutti a casa vostra.

 

Suigintou si risvegliò in quel momento, guardandosi attorno sorrise soddisfatta.

 

Suigintou: Ce… ce l’abbiamo fatta allora…

 

Giuseppe: Scusami per quello che ho fatto sorellina. Ora però raggiungete gli altri. È giunta l’ora di finire questa battaglia. Ma prima…

 

Tenebras: Allora, cosa hai scelto?

 

Giuseppe: Ti interessa così tanto saperlo?

 

Il ragazzo si alzò, rimanendo però di spalle alla creatura incappucciata che gli era dietro, mentre la bambola indietreggiò, spaventata da quell’apparizione improvvisa.

 

Tenebras: Ovviamente. Una creatura del tuo calibro non è adatta alle fila della Luce. Le Tenebre ti si addicono di più.

 

Giuseppe: Allora perché non ne discuti con il mio fratellino?

 

Tenebras: Come?

 

Giuseppe: Fenice!

 

Giuseppe fece apparire una seconda spada.

 

Questa aveva un’elsa raffigurante una fenice rossa al cui centro era incastonata una sfera rossa dalle venature bianche, mentre la lama, molto più sottile dell’altra, era ancora una volta tinta di due colori, la parte esterna bianca, mentre l’interna rossa.

 

Tenebras: Cosa significa?

 

Lo spadaccino si voltò di scatto, piantando la spada nel corpo dell’entità.

 

Giuseppe: Io sono una creatura Oscura, ma ho rinnegato ciò che le Tenebre nascondono sotto il loro manto nero. Mi dispiace per te, ma io sono nato da Bahamut, ed anche se sono la sua antitesi condivido la sua stessa opinione e saggezza. Non ho alcun bisogno di te, né del tuo potere. Puoi sparire per quanto mi riguarda.

 

Giuseppe colpì Tenebras con lo spadone, dissolvendolo.

 

Finalmente si era liberato del tormento che lo attanagliava da sempre.

 

Suiseiseki: C- cos’era quello desu?

 

Giuseppe: Io sono nato da un’Oscurità pura, alla quale solo successivamente è stata data un po’ di Luce. Da quell’Oscurità è nato Tenebras, che rappresenta ciò che ho rinnegato delle Tenebre e tutto ciò che ha comportato la mia immortalità. Lui… era il mio eterno tormento.

 

Laplace uscì allo scoperto assieme a Kirakishou, applaudendo il gesto dello spadaccino.

 

Laplace: I miei complimenti, non è da tutti liberarsi dei propri demoni con tanta abilità. Ora, se permetti, riprenderei il combattimento da dove eravamo rimasti…

 

Giuseppe: Come desideri. Suiseiseki, porta Suigintou nella barriera, e non ammetto discussioni.

 

Le due bambole raggiunsero la barriera, che le lasciò entrare senza problemi.

 

Il ragazzo intanto si rivolse alla sua seconda spada e disse.

 

Giuseppe: Allora, sei pronto fratellino? Dimostriamo che la Fenice e Bahamut non possono essere sconfitti quando sono assieme.

 

Laplace: Allora, intendi richiamare di nuovo la bestia che è dentro di te?

 

Lo spadaccino scosse il capo, sorridendo ironicamente.

 

Liberare un dragone non era l’unico modo che aveva per diventare più forte.

 

Giuseppe: No, intendo perfezionarla e controllarla. Il dragone da solo non è completo, perciò sarà la fenice a dargli ciò che gli manca ed a portarlo sulla retta via.

 

   
 
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