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Autore: DaisyBuch    29/09/2014    1 recensioni
Cosa fareste voi se una misteriosa voce vi ordinasse di mettervi un anello e vi trasportasse nell'antica Grecia? Questo è quello che è successo ad Athena, una ragazza di quindici anni che deve aiutare i personaggi dei miti a risolvere le storie a cui sono legati.
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DAL CAPITOLO 17:
Athena si lasciò sfuggire un gemito di paura, le guardie stavano aprendo il cancello e loro due si strinsero forte la mano, ancora una volta per infondersi coraggio. Li spinsero dentro e sentirono cigolare dietro di loro il cancello di legno che si chiudeva. Era un suono terribile. Athena si sentì in trappola, si sentì sola ed adesso come non mai voleva girare l’anello e tornarsene a casa.
Ci fu un suono assordante e metallico che rimbombò per molto tempo, era come se fosse il campanello che designava l’ora del pasto.. e forse era proprio quello.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash, Crack Pairing
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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-Guardati intorno, questa è stessa terra e la stessa acqua che hai toccato poco fa.- sorrise ed alzò il braccio mostrandole il mare.
-N-Non è possibile, prima ero in una caverna.- la voce si faceva sempre più acuta.
-Con quell’anello sei tornata indietro.- spiegò l’uomo senza cambiare espressione, tutto ciò che diceva aveva in Athena un effetto ammaliante, forse era il modo di porsi o di parlare, o sicuramente entrambe le cose. Quella voce, che doveva essere la stessa di quella udita nella caverna ebbe di nuovo su di lei un influsso calmante, così la ragazza si tranquillizzò senza una logica spiegazione.
-Seguimi.- disse proseguendo verso la riva. Athena non dovette fare un grande sforzo per raggiungere il suo fianco, si muoveva in maniera molto lenta.
-Riconosci questa riva?-
-Non può essere quella dove mi trovavo poco fa.-
-Perché mai?- sembrava stupido, e rise tra se e se per l’osservazione della ragazza.
-Ci sarebbero state le barche delle guide attraccate al molo, o un molo. Oppure delle persone sdraiate sulla spiaggia.- si convinse Athena.
-Beh fanciulla, hai ragione,- sorrise, - ma questo posto è entrambi*. E’ la stessa ma non è la stessa, riesci a capire?- disse aprendo i grandi occhi e scrutandola.
-No..- il suo discorso era molto confuso e lui continuava a ridacchiare tra se e se.
-Capirai piano piano, non serve sapere tutto adesso.- sospirò guardando il cielo.
-Ho molte domande.- ammise la ragazza. Come era arrivata lì? Ma soprattutto, l’indicazione Atene era molto vaga dato che in un secondo si era come teletrasportata da un’altra parte, dove si trovava precisamente? I suoi genitori? Doveva aver paura? Dopo tutto era con un sconosciuto che le dava delle massime incomprensibili.
-Lo so, ma dovrai avere pazienza. Risponderò ad una domanda a tua scelta, solo una.- la ammonì serio.
Athena non aveva il coraggio di disubbidire, perciò scelse con cura la domanda che voleva porgli.
-Come sono arrivata qui?- chiese dopo pochi secondi di riflessione. Sperava che con quella domanda avrebbe ottenuto anche la risposta inversa, ovvero come andarsene.
L’uomo passeggiava con le mani dietro la schiena, ogni tanto guardava il mare, e dopo uno o due minuti le rispose pacato: -L’anello che hai trovato sulla roccia, messo all’indice e girato verso sinistra ti può trasportare qui. Tutto ciò che vedi è reale, è solo più vecchio di te. Di molti anni per dir di più.- rise ancora.
Aveva appena ammesso che era presente quando aveva trovato l’anello sulla roccia, perciò la voce doveva appartenere a lui. Di sicuro senza eco e dal vivo era molto diversa.
-Ma io non ho girato l’anello verso sinistra.- pensò ad alta voce la ragazza.
-L’hai fatto inconsapevolmente.- si fermò di colpo. -Bene, basta parlare adesso. Ne hai già abbastanza di questo posto?- chiese.
-Ho visto solo la spiaggia.Voglio solo essere sicura di poter tornare indietro quando voglio.- disse la ragazza, per adesso questo era una delle cose che le premeva di più sapere.
-Basta girare di nuovo verso sinistra l’anello. E’ semplice.- le rispose. La ragazza non si azzardò a dire niente, era come se lui le avesse risposto un’altra volta e aveva paura che potesse arrabbiarsi.
-Ora va, torna a casa. Appena sarai pronta potrai tornare quando desideri, ma ricorda che sei qui per uno scopo,- disse serio, -l’anello ti riporterà nel luogo dov’eri prima, ricordatelo bene.- finì di dire. La scrutò con i grandi occhi ancora una volta, la ragazza abbassò i suoi verso l’anello, doveva incamerare tutto ciò che le era appena stato detto, tutto ciò che stava vivendo. Quando li sollevò l’uomo era sparito, ma una strana sensazione le diceva che era ancora lì a sorvegliarla da lontano, perciò fece quello che le era stato detto, giro l’anello a sinistra e per una seconda volta vide tutto sfocato e si ritrovò nella caverna.
Si guardò intorno e fece un grande respiro, il cuore le batteva a mille ed era sollevata di essere lì.
Ancora sotto shock, decise di non fare storie e tornò indietro dai suoi genitori , poi si ricordò che tra il tempo che era stata dentro la grotta e il tempo in cui aveva “chiacchierato” con lo sconosciuto a…ad Atene, dovevano essere trascorsi ben più di quindici minuti, così corse verso la conca d’acqua dove prima si era immersa, si assicurò bene l’anello al dito e si tuffò nell’acqua.
Non appena fu riemersa a galla si era quasi strozzata con tutta l’acqua che aveva bevuto. Era ancora in ansia per quanto successo e temeva che i suoi genitori se ne fossero andati senza di lei, ma appena aprì gli occhi vide chiaro e tondo le barche davanti a lei, i suoi genitori che si stavano ancora facendo il bagno.
-Tesoro, l’acqua è splendida, non trovi?- rideva la madre di Athena. Così in quella frazione di secondo la ragazza si accorse che tutto intorno a lei era esattamente come prima, ed intendeva esattamente come prima. Il tempo si era fermato, niente si era mosso da quando lei era sparita sott’acqua.
-Tesoro? Tesoro stai bene?- le si avvicinò la madre preoccupata. Athena non connesse per alcuni secondi. Era tutto assurdo. Diede uno sguardo fugace alla mano: l’anello c’era ancora, e rifletteva la luce che emanava l’acqua. Fece un bel respiro con gli occhi chiusi e poi li riaprì, sorrise alla madre e risalì sulla barca.


Passò un giorno da quando usò l’anello l’ultima volta, aveva paura ad usarlo di nuovo, ma in quel momento era molto annoiata. Era nella stanza dell’hotel da sola, sua madre si era preoccupata e pensava che avesse avuto un calo di pressione dentro la grotta, perciò quel giorno ch faceva particolarmente caldo non le diede il permesso di uscire, però in quel momento era sera e i suoi erano andati a casa della zia di Athena, che non era in buoni rapporti con la madre. Lei viveva ad Atene, ma i suoi non ci andavano molto d’accordo, così avevano preferito affittare un hotel piuttosto che venir ospitati da lei.
Athena aveva già letto il suo libro, aveva finito di fare qualche esercizio dei compiti delle vacanze ed aveva setacciato tutti i canali della tv, ma niente. Una noia assoluta. Non ne poteva più, e l’idea dell’anello le balenava in mente da quella mattina, ma non voleva ammetterlo, la verità è che pensava sul serio di essersi immaginata tutto  e che la madre avesse ragione sul calo di pressione. Si sedette sul letto, di nuovo, e nel completo silenzio cominciò a toccare l’anello.
-Al diavolo, tanto non funziona.- si disse girando l’anello verso sinistra. Invece si sbagliava, si ritrovò sdraiata sulla spiaggia dove era stata l’altro giorno. Si guardò intorno e, segretamente felice, le cominciò a martellare il cuore nel petto.
-Diamine! No! No, no, no!- cominciò a salterellare. –Non  è reale, non può essere reale!- continuava a gridare con le lacrime agli occhi per la felicità. –E’ solo un sogno, stupida, purtroppo tutto questo non è reale!- urlava. –Svegliati!- si ordinava dandosi pizzicotti ovunque.
-Ehi, ehi! Cos’è tutto questo chiasso? Farai volare via tutta la fauna del luogo.- disse una voce che proveniva da dietro di lei. Si voltò velocemente, incredula per ciò che stava vedendo: una bambina che le arrivava appena al fianco con una tunica e le mani conserte che la guardava fisso e sbuffava.
-Che..chi sei tu?- chiese palesemente imbarazzata Athena.
-Sono Iris, sono stata mandata qui da Zeus in persona.- disse scostante. Zeus? Perché? Quel Zeus?
-Quanti anni hai?- chiese sconcertata Athena.
-Non penso sia la cosa più importante, o sbaglio?- le fece un sorrisetto. –Ti ho appena nominato Zeus, sveglia.- continuava. I suoi occhi celesti si alzarono verso l’alto come per dire “questa è un’incapace”.
-Nove, comunque. Ma cresco in fretta, seguimi.- diceva velocemente. Risalì la via sulla spiaggia che Athena aveva notato l’altra volta, e per essere piccola correva un gran chè.
-Perché ti ha mandato Zeus?- chiese ansante la ragazza, che cercava di starle dietro.
Questa notò che la ragazzina camminava sui fasci erbosi e sulla terra sparsi qua e la piuttosto che sulla sabbia, e notò anche di come questo le dava più velocità, poi osservando meglio vide che quando metteva i suoi piedi sull’erba questi sembravano quasi amalgamarsi con essa.
-Oh!- esclamò sia meravigliata sia spaventata Athena. –I tuoi piedi! Diventano verdi e marroni e sembrano attaccarsi al terreno quando cammini!-
-Sono una driade, che ti aspettavi?- le rispose lei.
-Una che?-
-Una driade…oh, dimenticavo che tu sei nuova. Sono una ninfa degli alberi.- le spiegò la ragazzina. Athena non poteva crederci e continuò a sgranare gli occhi, ammutolita. Seguì la ragazza fino al boschetto sopra la spiaggia. –Guarda.- disse la ragazzina sorridendo. Era in piedi in mezzo alla radura e agli alberi, e in pochi secondi le sue gambe diventarono tronchi dai piedi fino alle ginocchia, e i suoi lunghi capelli biondi diventarono rami corti, con fiori rosati qua e la. –Adorabile, vero?- rise compiaciuta. Athena non riusciva a credere ai suoi occhi. –E’ magnifico!- concordò la ragazza estasiata. Un po’ assurdo, ma magnifico.
-Ma.. ma io cosa c’entro con tutto questo?- chiese dubbiosa Athena.
-Tu devi aiutarci, devi aiutare tutti noi.- disse la bambina con un sorriso pacato.
-A fare cosa?- Cosa poteva mai fare per lei? Per loro? Era nell’antica Grecia, le sembrava chiaro, erano tutti dei, semidei..ninfe! Lei non era niente.
-Devi aiutare i personaggi dei miti a compiere la loro storia.- rispose sorridente.


 
   
 
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