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Autore: fromthebottom    08/10/2008    2 recensioni
«Ted...»
«Si, Rosie?»
«Sta attento a quella lastra di ghiacc...»
«Ahi!»
«Ted..»
«...»
«Sei sempre il solito.»
***
Songfic sulla canzone With me dei Sum 41, dedicata a Lerio per il suo compleanno.
Perchè non ostante tutto ti voglio bene <3
Genere: Generale, Commedia, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Rose Weasley, Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa song-fic è basata sulla canzone With me dei Sum 41, tutti i diritti derivati da essa sono dei rispettivi autori, così come i personaggi della fanfiction appartengono a J. K. Rowling. La fanfic non è scritta a scopo di lucro.

Dedicata a Lerio. Auguri di buon compleanno, mio Lord.


Sei sempre il solito, Ted!
Atto Unico




I don't want this moment to ever end
Where everythings nothing without you
I'll wait here forever just to, to see you smile
'Cause it's true, I am nothing without you

Vorrei che questo momento non finisse mai
dove tutto è niente, senza di te
aspetterò qui per sempre
solo per vedere il tuo sorriso
perchè è vero, io non sono niente senza di te

«Rose!! Ehi, Rose!»

La porta della Tana si spalancò e Teddy Lupin fece il suo ingresso nella cucina calda praticamente deserta se non fosse stato per una ragazza dai boccoli rossi piuttosto arruffati che sedeva in un'angolo del grande tavolo cosparso di libri, appunti, fogli, piume e boccette d'inchiostro. La ventata di aria gelida che era entrata nell'abitazione assieme al ragazzo le fece alzare lo sguardo, e la piccola Weasley rabbrividì, stringendosi nel maglioncino blu scuro che indossava.

«La porta, Ted, chiudi la porta!»

Esclamò, inorridendo nel vedere alcuni fogli volare lungo il tavolo e ricadere poi sul pavimento, senza finire - per pura fortuna - all'interno del fuocherello allegro e scoppiettante che brillava all'interno del camino. Il ragazzo arrossì violentemente, dispiaciuto, chiudendo in fretta la porta, per poi rischiare di inciampare in un'asse sconnessa del pavimento, aggrappandosi al bordo del tavolo per evitare di cadere. Si raddrizzò, con un'espressione affranta sul viso, voltandosi verso l'amica.

«Scusami Rose! Ero venuto a chiederti se ti andava di venire a giocare a palle di neve assieme a noi. Molly e Roxanne si sono nascoste da qualche parte e non riusciamo a trovarle...James sospetta che siano nella soffitta sopra la vecchia camera di tuo padre», le disse, scrollandosi un pò di neve dai capelli che ancora avevano una tonalità rossastra, «Invece Victoire ha deciso di non giocare perchè dice che altrimenti le si intorpidiranno le mani, perciò ci manca un giocatore per avere la parità tra le squadre. Allora, ti va di partecipare?» chiese infine, mentre Rose era ancora chinata a raccogliere i fogli e gli appunti che le erano sfuggiti dalle mani poco prima.
«Mi spiace Ted, ma non posso.» Rispose la ragazza, tornando a sedersi sulla sedia e volgendo nuovamente lo sguardo a fogli e pergamene. «Mi devo preparare per i M.A.G.O., non posso perdere tempo», aggiunse, tocciando la punta della piuma nella boccetta d'inchiostro ed iniziando a riassumere la marea di appunti che aveva davanti.

Ted Lupin arricciò il naso, visibilmente contrariato, senza spostarsi da dove si trovava. Possibile che Rose fosse sempre così....rigida? Non faceva altro che pensare alla scuola!
Se di tanto in tanto faceva una pausa dallo studio non sarebbe successo proprio nulla di male! Inoltre un pò di svago non poteva che farle bene e rilassarla un pò! Gli sembrava di avere davanti una copia di sua nonna Andromedea incrociata con la McGranitt! Quella ragazza passava troppo tempo sui libri, secondo lui.

«Andiamo, Rosie!» La pregò, deciso a non demordere, senza alcun risultato dato che lei non aveva nemmeno alzato lo sguardo dalla pergamena. Teddy sbuffò, posandole una mano guantata sulla spalla, sfiorandole accidentalmente la base del collo con la stoffa umida di neve. La ragazza rabbrividì leggermente e le guance le si imporporarono, tuttavia non interruppe lo studio. «Dai, ti stiamo aspettando tutti! Puoi sempre studiare domani, per favore!» Disse, sfoderando la sua migliore espressione da cucciolo ferito. Era sempre riuscito a convincerla a quel modo, peccato però che Rose non lo stesse guardando, rendendo così vana quella strategia. «Anche Albus ha i M.A.G.O. quest'anno, però lui passa il tempo assieme a noi!» Frecciò, con una nota di rimprovero. «E poi siamo solo a Natale!» La supplicò nuovamente.

La rossa rialzò il viso, fissandolo negli occhi, mentre i capelli umidi e innevati di lui iniziavano a riprendere il solito colorito blu acceso. Quello era stato un colpo basso. Teddy sapeva bene che non le andava di essere paragonata ad altri componenti della sua famiglia. Lei era sempre stata diversa da loro. Più chiusa, timida e riservata, aveva concentrato prevalentemente le sue energie sullo studio. Le piaceva studiare, imparare cose nuove e perfezionarsi sempre più. Dopotutto non c'era niente di male nel voler arrivare preparati agli esami!

«Ho detto di no.» Le sue parole erano state talmente fredde e taglienti che Ted aveva ritirato la mano. Evidentemente non si era aspettato una reazione simile. «Ho fin troppe cose da studiare e non mi interessa quello che fa o non fa Al!» Aggiunse, con voce leggermente più acida, socchiudendo gli occhi. «Inoltre siamo già a Natale! Avrei dovuto iniziare a studiare un sacco di tempo fà! Non so proprio cosa mi abbia preso!» Concluse, scossando la testa in una inconsapevole imitazione di sua madre molto tempo prima.

Ted sospirò, assumendo un'espressione dispiaciuta e insoddisfatta, con il braccio ancora sospeso a mezz'aria. «Ok, come vuoi.» Le rispose, oscurandosi. «Non c'era bisogno di arrabbiarsi...comunque torno fuori con gli alt-» Non terminò nemmeno la frase, urtando accidentalmente con il braccio - che stava abbassando - la superficie del tavolo, spostando con il movimento dell'aria alcuni fogli di pergamena. Sposò lo sguardo su Rose, che lo fissava con le sopracciglia corrugate ed un'espressione seria sul viso, mentre sospirando si apprestava a riacchiappare i fogli che si erano spostati verso il lato opposto del tavolo, fuori dalla sua portata.

«Scusa, adesso te li prendo io...aspetta, devo solo...» Il ragazzo si sporse meglio sul tavolo, appoggiandovisi per reggere il proprio peso con una mano.
La voce di Rose divenne leggermente isterica. «Non preoccuparti Ted, faccio da sola, ora vai pure fuori con...»
«...Se solo riuscissi...!!» Imprecò, facendo un piccolo balzetto in avanti e sfiorando appena il foglio e mandandolo ancora più lontano. «Uff, quasi! Tranquilla Rosie, adesso ci riesco!»
«Ted, fa lo stesso, lascia stare e...» Rose trattenne improvvisamente il fiato «NO, TED, NO! ATTENTO ALL'INCHIOSTRO!» Lo avvertì, sebbene ormai fosse troppo tardi.

Crash! La boccetta d'inchiostro, che il giovane Lupin aveva urtato, si era rovesciata su tutto il tavolo, per poi rotolare a terra e andare in mille pezzi, sotto lo sguardo attonito del ragazzo e quello disperato della piccola Weasley che osservava con espressione vicina alle lacrime tutti i suoi appunti e le sue ricerche ormai inservibili, poichè completamente macchiati di inchiostro.

Through it all, I made my mistakes
I stumble and fall, but I mean these words

per tutto questo tempo ho fatto degli errori
inciamperò e cadrò
ma intendo le parole che sto dicendo



Per un'attimo nell'intera cucina regnò il silenzio più assoluto.
Rose fissava i fogli con espressione ancora incredula, sconvolta, senza battere ciglio ne dire una parola, mentre Teddy osservava la ragazza con espressione rammaricata, colpevole e dispiaciuta sul viso. I suoi capelli avevano una sfumatura a metà tra il rossiccio per l'imbarazzo e il grigio per il senso di colpa che provava, risultando così di uno spiacevole color mattone sbiadito. Lentamente il ragazzo si costrinse ad alzare lo sguardo sino al viso di Rose che aveva accuratamente evitato sino a quel momento, arrivando al masimo sino alla base del suo collo.
Deglutì a fatica, nel notare che la sua espressione non era mutata di un millimetro. Rose Weasley era sotto shock; senza parole. Brutto, bruttissimo segno.
Consapevole di quanto le donne Weasley potessero essere temibili, il figlio di Remus Lupin e Ninfadora Tonks si fece coraggio, arrischiandosi a parlare.

«Rose...» Mormorò, cercando inutilmente di mantenere una voce seria e scacciare quel tono tremante. «Rosie, io non volevo...davvero...» Prese fiato, sempre più imbarazzato e dispiaciuto. «...mi disp-...»
«Non dirlo!» Rose l'aveva interrotto per la seconda volta, con voce leggermente tremante e rotta, più che altro dal nervosismo e dallo shock. «Non dire niente, Ted!» Esclamò nuovamente, con note sempre più acute, tremando leggermente e dirigendosi verso il tavolo, osservando i fogli completamente macchiati con gli occhi che le bruciavano leggermente di lacrime.
«Rose è tutta colpa mia...io...davvero, non volevo.» Ogni secondo Ted Lupin sentiva il senso di colpa schiacciarlo come un macigno. Non aveva mai fatto piangere Rose nemmeno una volta, e vederla a quel modo per colpa sua lo faceva stare male. «Io..non avrei dovuto insistere con la battaglia a palle di neve...se ti avessi lasciata stare, adesso...» Si zittì, vedendo la ragazza voltarsi lentamente verso di lui. Abbassò lo sguardo, quando incrociò i suoi occhi lucidi.
«Ti ho detto di smetterla!» Esclamò lei, ormai sempre più agitata. «Smettila di scusarti!» Precisò, mentre lacrime di rabbia e nervosismo le scivolavano lungo le guance ora arrossate. «E' sempre così! Non fai altro che combinare un disastro dopo l'altro e poi chiedi sempre scusa! Perchè non provi a rimediare una volta tanto anzichè scusarti e basta?!» Gli urlò contro, senza più riuscire a calmarsi, fino a rimanere senza fiato.

Rose si riasciugò gli occhi azzurri, ancora lucidi. Succedeva sempre così, quando era arrabbiata o nervosa, piangeva. Aveva sempre trovato patetico il suo comportamento, nemmeno avesse avuto cinque anni. Eppure Rose ricordava di aver pianto per agitazione o nervosisimo sin da quando era piccola.
Solo quando non sentì più le guance bagnate rialzò lo sguardo su Ted che si fissava le scarpe come se fossero la cosa più interessante del mondo. Era mortificato. Dal colore grigio dei capelli alla sua postura....tutto stava ad indicare quanto si sentisse in colpa. Per un folle attimo Rose si sentì soddisfatta. Era giusto; era così che lui doveva sentirsi, dopo quello che aveva fatto. Quello che le aveva fatto.

Ted sospirò, senza staccare lo sguardo dalle proprie scarpe da ginnastica. «Hai ragione...so di essere un completo disastro...ma io..proprio non riesco a...» Smise di parlare, senza sapere che altro dire. Non era mai stato tanto bravo con le parole, ma si sentiva terribilmente in colpa.
«Lasciami in pace, Ted. Non ho voglia di ascoltarti. Le so a memoria le tue scuse.» Ribattè lei, con la voce ancora spezzata ed il respiro leggermente affannoso a causa delle urla di poco prima, per poi voltarsi e dirigersi al piano superiore, nella stanza che un tempo era stata di Fred e George, dove ora dormiva lei assieme a Lily, Molly, Roxanne, Dominique e Victoire durante le vacanze invernali alla Tana.

Ted rimase in piedi, al centro della cucina, osservandola sparire al piano superiore.

I want you to know
With everything I won't let this go, these words are my heart and soul
I'll hold on to this moment you know, 'as I bleed my heart out to show
And I won't let go

voglio che tu sappia che
con tutto quello che è successo
non permetterò che questa cosa vada in fumo
queste parole sono il mio cuore e la mia anima
e terrò stretto questo momento
mentre il mio cuore sanguina per mostrartelo
e non permetterò che questa cosa vada in fumo



Rose si rannicchiò meglio su se stessa, stringendosi meglio nel piumone, e affondando il viso nel cuscino umido di lacrime. Stava cercando inutilmente di smettere di piangere, sebbene lo facesse più che altro per riflesso istintivo e per sfogarsi. Mostrava così la sua rabbia, il suo rancore.
Chiuse gli occhi, sentendo dei passi risalire le scale. Ted non era venuto nemmeno una volta a cercare di parlarle, e Rosie non sapeva se esserne contenta oppure no. Voleva bene a Ted, gliene aveva sempre voluto, ma in quel momento era davvero arrabbiata con lui.
Passarono pochi istanti e un lieve bussare sulla porta, seguito da un cigolio e dai passi di qualcuno che entrava nella stanza la riscossero. La Corvonero rimase in silenzio, sino a quando fu l'altra persino a parlare.

«Rose...ehi, Rosie...sei ancora sveglia?»

Le voce dolce di Molly, sua cugina, le arrivò alle orecchie e Rose potè smettere di trattenere il respiro. Non era Ted. Bene.
Si mosse lentamente, scoprendosi appena per permettere agli occhi gonfi ed arrossati di sbucare da sotto le coperte, strizzandoli a causa del fastidio che le dava la luce. Aveva pianto per almeno due ore buone.
Mise a fuoco la stanza a fatica, soffermando lo sguardo sul viso rotondo e dai lineamenti ancora innocenti di Molly.

«Si, sono sveglia....dimmi Molls.»
«Za Hermione voleva sapere se scendi a cena...e come va la testa....ti fa ancora male?»
Rose sorrise leggermente. Aveva mentito a tutti dicendo che non si sentiva bene. «No, non scendo. Non ho molta fame, grazie. E comunque la mia testa va un pò meglio, ma non abbastanza per sopportare le urla di James, Fred e Albus.»
Molly le sorrise, comprensiva, annuendo. «Ok, dopo Lil ti porterà qualcosa da mangiare. Ted sarà contento che tu stia meglio. Sembrava preoccupato.»
A quella notizia Rose inarcò le sopracciglia, costringendosi a non prendersela con Molly. «Beh, digli pure che non ha nessun motivo per preoccuparsi! Io.sto.bene.» Ribattè, scandendo l'ultima frase in maniera più brusca di quanto avesse voluto, per poi sparire nuovamente sotto al piumone, intenzionata a non uscirvi più, per quella sera.
Molly le rivolse uno sguardo preoccupato. «Ok, Rosie. Buonanotte.» Le augurò, attribuendo il suo malumore all'emicrania, prima di scendere nuovamente di sotto.

Thoughts read unspoken, forever in doubt
Pieces of memories fall to the ground
I know what I didn't have so, I won't let this go
'Cause it's true, I am nothing without you


pensieri letti e non detti
per sempre e sai, ci sono
pezzi di ricordi che sono caduti sul pavimento
so quel che ho fatto e come l'ho fatto
non permetterò che questa cosa vada in fumo
perchè è vero, io non sono niente senza di te



«Rosie?»

Rose Weasley sospirò, stringendosi meglio il piumone sopra la testa. Era tutta la sera che Lilian, Hugo o qualcun'altro dei suoi cugini venivano a chiederle se le andava di scendere a giocare a scacchi assieme a loro, dato che in quel gioco lei era praticamente imbattibile.
Sbuffò, immaginando che fosse nuovamente la cugina, dato che la voce che aveva udito era senza dubbio femminile.

«No, grazie, Lil. Non ho voglia di venire a giocare a scacchi magici, sparaschiocco o qualsiasi altra cosa. Ho mal di testa. Vorrei dormire.» Esclamò, con voce seccata e leggermente isterica, sperando che la lasciassero finalmente in pace.

Le sue speranze, però, vennero brutalmente distrutte quando sentì le molle del suo letto cigolare e il materasso cedere sotto il peso di qualcuno che si sedeva vicino alle sue ginocchia. Con un'altro ruomore capì che qualcuno doveva aver posato sul comodino un vassoio con probabilmente la sua cena.
Rose si scoprì lentamente, mettendosi a sedere, prima di accorgersi che ai piedi del suo letto era seduta proprio sua madre: Hermione Granger in Weasley.
La donna le sorrise, accarezzandole delicatamente la guancia come quando era piccola e si intrufolava nel lettone assieme a lei e Ronald. E in quel preciso istante tutte le difese che Rose si era costruita cedettero, lasciando che la ragazza scoppiasse in tanti piccoli singhiozzi dovuti più che altro al nervoso.
Hermione la abbracciò con delicatezza, posandole un bacio tra i capelli e restando in silenzio sino a quando Rose non si fu calmata leggermente.

«Allora...sei pronta a fare pace con Teddy?» Quelle parole la sorpresero, e Rose alzò il capo di scatto, fissando Hermione a bocca aperta.
Ted le aveva raccontato tutto? «Co...come fai a saperlo?» Chiese, sentendo l'ostilità verso quel ragazzo salire. Possibile che non potesse starsene zitto una biona volta?!
«Non è stato difficile da capire, Rosie.» Le rispose, sistemandole un boccolo ribelle. «Non sei mai stata brava a mentire e inoltre è piuttosto facile capire di che umore è Ted...basta guardargli i capelli, dopotutto!» Ridacchiò, tra sè e sè. «Sai, qualsiasi cosa sia successa tra voi penso che ci stia male davvero. Non lo avevo mai visto così triste.»
Rose fissò sua madre con espressione poco convinta. «Davvero?»
Hermione annuì. «Quando si tratta di te, poi...» Sorrise, vedendo l'espressione confusa della figlia. «Sei sempre stata la sua preferita, Rose.» Spiegò. «Sin da quando eri piccola. Ti ha sempre riservato un'attenzione particolare.» Le sorrise con dolcezza, probabilmente persa nei ricordi. «E' stato lui ad averti insegnato a camminare, e "Teddy" è stata la seconda parola che hai detto. Tuo padre era così geloso che ha perfino cercato di vietare l'ingresso a Ted per la tua stanza.» Le rivelò, con un'espressione divertita sul viso. Dopodichè le porse un'album fotografico un pò malandato, alzandosi. «Lo so che è un ragazzo piuttosto imbranato, ma ti vuole veramente bene.» Aveva già posato la mano sulla maniglia, mentre Rose apriva l'album fotografico.

All the streets where I walked alone, with nowhere to go
I've come to an end


per le strade, dove cammino da solo
senza alcun posto dove andare
sono arrivato alla fine


Qualche fotografia sfuggì alle pagine, e Rose la prese in mano, girandola per poi sbarrare gli occhi, sorpresa. In quella foto lei doveva avere all'incirca nove mesi e stava barcollando incerta sulle gambine mentre un Teddy leggermente sdentato e dell'età di sette o otto anni la reggeva tenendole le mani e aiutandola a fare il tragitto del corridoio della Tana. Poco distante, suo padre osservava la scena con espressione evidentemente imbronciata, mentre suo zio Harry cercava in tutti i modi di dare da mangiare a un più che scatenato James che sembrava non avere alcuna intenzione di starsene fermo.
Quella scena le strappò un sorriso, prima che i suoi occhi scivolassero nuovamente su lei e Teddy. Sembrava volerle davvero bene. Si leggeva nel suo sguardo.

«Mamma?»
«Si, Rosie?»
«Grazie.»
«Di niente.» Hermione tentennò sulla porta. «Mangia qualcosa prima di scendere di sotto a parlare con Ted.» Aggiunse, prima di chiudersi delicatamente la porta alle spalle e scendere di sotto.

La ragazza spostò di lato l'album fotografico, afferrando il vassoio e portandoselo sulle ginocchia, decisa a mangiare il più in fretta possibile per poi scendere di sotto. Improvvisamente aveva una gran fame, e soprattutto una gran voglia di vedere Ted. Di parlare con Ted.
Prese in mano la forchetta, quando sotto al tovagliolo notò altri fogli. Con delicatezza spostò il piatto sul comodino, prima di rimanere stupita per la seconda volta, quella sera. Quei fogli erano i suoi appunti!

Impossibile! Si disse. I miei appunti sono tutti pieni di inchiostro e...

Spostò altri fogli, prendendoli in mano, prima di notare un cartoncino bianco ripiegato, posato accanto ad una piccola rosa bianca. Teddy doveva aver trafugato il fiore dalle serre di nonna Molly.
Lentamente prese il biglietto, con il cuore che improvvisamente le martellava nel petto, sentendosi stranamente emozionata. Lo aprì con dita tremanti, dispiegandolo per bene e riconoscendo la grafia disordinata di Ted.


Mi dispiace tanto, Rosie.
Hai ragione tu, sono davvero un caso senza speranza e dovrei fare più attenzione a ciò che faccio, anzichè scusarmi in continuazione.
Ho provato a riscrivere i tuoi appunti facendomi aiutare da zio Harry. Spero di aver fatto tutto giusto. Scusami ancora.

Ti voglio bene.


In front of your eyes, it falls from the skies
When you don't know what you're looking to find
In front of your eyes, it falls from the skies
When you just never know what you will find (what you will find)

di fronte ai tuoi occhi, cade dal cielo
quando non sai cosa stai cercando di trovare
di fronte ai tuoi occhi, cade dal cielo
quando non sai cosa stai cercando di trovare


Rose scese dal letto con un balzo, dopo aver riguardato velocemente i fogli che teneva in mano. Velocemente li lasciò sul letto, per poi correre verso le scale al piano di sotto, rischiando di pestare i figli di Grattastinchi e la puffola pigmea di Lily che era sbucata all'improvviso.
Quando arrivò in salotto vi trovò solamente i suoi genitori e gli zii, assieme ai nonni, che stavano giocando a carte, in un gioco babbano chiamato Uno al quale nonno Arthur si divertiva sempre come un matto senza che lei riuscisse a capirne il motivo.
Sua madre sorrise, incrociando il suo sguardo di sfuggita, mentre Rose le faceva solo un piccolo cenno di ringraziamento.

«Ehi, Rosie!» Albus Potter le sorrise, alzando lo sguardo dalla partita a scacchi con James, il quale ne approfittò per mangiargli di nascosto un pedone al sicuro.
«Ciao Al! Sai dov'è Teddy, per caso?» Domandò, appuntandosi di dirgli che James aveva imbrogliato la prossima volta. In quel momento non aveva tempo. Voleva parlare con Teddy il prima possibile.
Fu Roxanne a risponderle. «In giardino. Prima l'ho incontrato.» Disse, indicandole la porta.
Rose le sorrise, grata. «Grazie Rox!» Rispose, dirigendosi velocemente verso l'uscita di casa, senza preoccuparsi di indossare qualcosa di più pesante e di mettersi almeno le ciabatte ai piedi. Non importava. Avrebbe perso tempo, fermandosi a vestirsi.

Aprì la porta velocemente, camminando a piedi nudi nella neve, iniziando a correre quando scorse Ted seduto sulla staccionata che circondava il pollaio.

«Ted, ehi, Ted!» Lo chiamò, qando fù abbastanza vicina per farsi sentire.
Il ragazzo alzò lo sguardo, sorpreso. «Rose, ma sei matta! Ci saranno solo 2 gradi se non meno e tu esci in pigiama e...scalza?! » Le chiese, sfilandosi il giubotto e posandoglielo sulle spalle con fare protettivo, sollevandola senza fatica e facendola sedere sulla staccionata, prima di circondarle il collo con la sciarpa.
Rose lo lasciò fare senza fiatare, sorridendo leggermente. «Non importa, sto bene!»
Lui la guardò, contrariato. «Starai bene ancora per poco! Si può sapere cosa c'era di tanto importante per venire qui fuori senza nemmen...» Si fermò di botto, come se avesse intuito il motivo.
La ragazza arrossì, senza però distogliere lo sguardo dal suo. «Scusa.» Esclamò, scostandosi una ciocca di capelli. «Io...ho esagerato...tu non l'hai fatto apposta...stavi solo cercando di aiutarmi...» Ted continuava a guardarla, incredulo, e ciò la fece arrossire ancora di più. «Ti voglio bene, Teddy.» Sussurrò, stringendolo delicatamente a se e lasciandogli un tenero bacio sulla guancia. Ed era vero; gli voleva bene da morire.

Fu la stessa Rose a scogliere l'abbraccio, mentre Ted la fissava ancora incapace di parlare, mentre i suoi capelli assumevano una sfumatura rossastra.

«Wow.» Disse, infine, strappando a Rose una risata che si trasformò in uno starnuto. «Beh, direi che è meglio rientrare...finirai per ammalarti!» La sgridò, aiutandola a scendere dalla staccionata e iniziando a dirigersi assieme a lei verso la Tana, le cui finestre brillavano luminose.

I don't want this moment to ever end
Where everythings nothing without you

vorrei che questo momento non finisse mai
dove tutto è niente, senza di te


«Ted...»
«Si, Rosie?»
«Sta attento a quella lastra di ghiacc...»
«Ahi!»
«Ted..»
«...»
«Sei sempre il solito.»

Fine

  
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