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Autore: Pikachu4Ever    30/09/2014    1 recensioni
Fanfiction ispirata alla serie Ace Attorney. Il protagonista è un giovane avvocato di nome Lawrence Trueman, che insieme alla sua assistente Jean Watson ed al procuratore Travis Harley intende risolvere casi impossibili come il leggendario Phoenix Wright, cinque anni dopo la perdita del distintivo di quest'ultimo. Ma ci riuscirà in un mondo dove la corruzione e la falsità albergano in ogni dove...?
Nota: la storia presenta alcuni punti di contatto con la serie "Case: WL-0" di The Shadow. Per comprendere determinati punti (anche se non troppi), quindi, è consigliato leggere la suddetta serie.
Genere: Azione, Dark, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il Giudice, Marvin Grossberg, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lawrence Trueman'
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LTAA42 LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY

Capitolo 41: Highspeed Turnabout (udienza 1, parte 3)

"E... e va bene... sono stato io... d'accordo...?"

... Deve essere uno scherzo. Non può essere vero.
Wren era ancora all'entrata, ansimando e con sguardo preoccupato, guardandosi con aria insicura ora che era al centro dell'attenzione.

Sentìi Travis sibilare un seccato "Un ragazzo ancora una volta. E' il terzo caso di fila...", mentre il Giudice lo osservava confuso.

"... In che senso saresti stato tu, ragazzino?" domandò quindi.

"Ho... ho messo io la bomba. Sono stato io ad... uccidere Pete Stepford." continuò a dire, abbassando lo sguardo.

"Wren... stai scherzando, vero? Perchè avresti dovuto farlo?" chiesi allora io. Wren alzò lo sguardo, e tirò su con il naso.

"Perchè... non mi stava simpatico. Quindi l'ho fatto saltare in aria. Ora arrestatemi e facciamola finita..." disse quindi, affranto.

... Ci dev'essere per forza qualcosa sotto. Non è possibile che Wren possa essere il colpevole, non ha assolutamente senso...
Avrei provato ad obiettare, ma con mia sorpresa, Ty Utah sbattè il palmo della mano sul banco dei testimoni, per poi osservare con sguardo a metà tra il seccato ed il divertito il nuovo arivato.

"Alt. Wrenchy, dovresti ragionare prima di venire a sparare confessioni fasulle, non credi? Non te l'ha insegnato la mamma che non si dicono le bugie? Ops, che sbadato... la mamma non ce l'hai." disse lui in risposta, sarcastico e ghignando.

"Io..." provò a dire Wren, fermandosi però a metà frase, per poi stringere le mani insieme ed agitare le dita con fare nervoso.

... Questa poteva risparmiarsela, onestamente.
Anche se lui e Wren sembrano conoscersi piuttosto bene... anche se non dovrei esserne sorpreso, visto e considerato che lavoravano entrambi per le corse clandestine, o almeno hanno lavorato per un pò.
Il Giudice, nel frattempo, stava osservando spaesato il testimone ed il ragazzo.

"... Ammetto di aver perso il filo. Il ragazzo è colpevole o non colpevole, quindi?" domandò.

"Obiezione! Vostro Onore, non è il caso di credere alla 'confessione' che ci è stata appena raccontata." rispose Travis, stringendo la racchetta.

"M-ma sono stato io! Che c'è? Solo perchè sono un moccioso credete che non sia capace di uccidere qualcuno!?" sbraitò il piccolo, stringendo le mani con forza mentre teneva lo sguardo fisso sul procuratore.

"Wren, calmati!" provai a dire, senza successo.

"SONO STATO IO! QUANTE VOLTE VE LO DEVO RIPETERE!?" urlò poi Wren, con gli occhi lucidi e sul punto di piangere, guardando tutti i presenti nella sala.

"Allora rispondimi: esattamente, perchè ti stava antipatico? Come ti sei procurato la bomba? Come hai installato una bomba senza essere scoperto? Per quale motivo hai cercato di incriminare Michelle Redhead? Come hai contattato la Revenge Association? E già che ci sei, puoi darci più informazioni su di loro? Nel dettaglio, per favore. Se sei tanto convinto di essere colpevole, non sarà un problema dare una risposta a queste domande, non credi?" fece quindi in risposta Travis, osservando Wren attraverso la racchetta con molta calma e professionalità.

Wren sbiancò ed abbassò lo sguardo alla domanda, borbottando "... I-Io... ecco...", senza riuscire a rispondere a nessuna di quelle domande.

"Non state ad ascoltarlo. Wrenchy sta inquinando il puzzle con dei pezzi farlocchi. Avrà sicuramente le sue buone ragioni per essere intervenuto, ma quel che ha detto non è per nulla vero." affermò quindi Utah, mentre dietro di lui Swagger annuiva.

"Non fare... non fare il finto tonto, Ty! Sai benissimo perchè l'ho fatto! Michelle non ha fatto nulla! E' stata incastrata! Tanto vale che un rifiuto inutile come me finisca in carcere, se il colpevole deve farla franca!" ribattè Wren, corrugando la fronte.

"Wren, tu non sei un..." provai a dire io, venendo però fulminato dallo sguardo del più giovane.

"Zitto! E' facile parlare per te! Tu non sei quello che è cresciuto per strada! Che non è stato voluto nemmeno dai propri genitori! Che è stato sfruttato in ogni modo possibile ed immaginabile! Come posso essere qualunque cosa se non un rifiuto!? Già continuando a vivere sto solo sprecando spazio! Che senso ha che stia ancora libero!?" urlò quindi il giovane meccanico, iniziando a piangere ed a respirare a fatica.
... Wren...
Abbassai lo sguardo senza dire nulla, stringendo i pugni per via della mia impotenza.
... Avessi avuto l'età adatta, non mi sarei fatto problemi ad adottare Wren, anche solo per toglierlo via da quella situazione. Ero sicuro che soffrisse lì, ma non credevo al punto da vedersi come spazzatura...

"E questo dovrebbe essere abbastanza per farti considerare il colpevole? Non credo proprio... è nobile che tu voglia proteggere Michelle Redhead, ma se non hai prove per dimostrare di essere colpevole, allora mi dispiace, ma le tue parole non valgono nulla..." continuò a dire Travis, incrociando le braccia.

"Il procuratore ha ragione. A meno che tu non possa provare senza ombra di dubbio di essere davvero il colpevole, la tua confessione non potrà essere considerata affidabile. Ed in tutta onestà, non credo proprio che tu lo sia." affermò il Giudice con serietà.

"Ma... ma io..." provò a dire Wren, abbassando lo sguardo e singhiozzando tra sè e sè, visibilmente preoccupato.

"Ora, se non hai nulla di importante da aggiungere, ti devo chiedere di andare via: non abbiamo molto tempo a disposizione, ma dobbiamo sfruttare tutto il possibile per far luce sul mistero." disse Travis, con tono autoritario e serio, come non l'avevo mai visto fare. Si stava comportando nel modo esattamente opposto a come si stesse accanendo su Cody nel mio precedente caso... mi aspettavo che avrebbe colto la palla al balzo e diretto tutte le accuse verso Wren, visto che si riteneva colpevole...
... Anche se decisamente, è meglio così. E' piuttosto brutto vedere bambini implicati in un omicidio... soprattutto se imputati.

"N... no! Devo rimanere qui! P-Potreste non voler accettare ciò che dico, ma devo essere sicuro che Michelle non venga condannata! Lei non è colpevole!" protestò quindi il giovane, preoccupato e nervoso.

"Belle parole, ma come Manfred von Karma 2.0 ha detto, o le sai provare, o devi smammare." disse Ty. Travis sospirò seccato, ma a parte quello non reagì.

"..." Wren non disse nulla, sospirando ed asciugandosi gli occhi ancora lucidi.
... So che forse non servirà, ma devo provare a fare qualcosa...

"Ehm... Obiezione! Posso suggerire qualcosa, Vostro Onore?" feci io, attirando l'attenzione del barbuto.

"Uhm? Che cosa, signor Trueman?" domandò lui.

"Beh... è possibile che Wren rimanga qui... come mio assistente, insieme a Jean?" suggerìi io, imbarazzato e passandomi una mano tra i capelli.

Tutti i presenti mi osservarono straniti, eccetto Ty, che stava sorridendo tra sè e sè.
Jean mi diede un'occhiata strana per un attimo, alzando il sopracciglio, per poi tornare ai suoi pensieri,
Wren si voltò e mi osservò con sguardo sorpreso, non credendo a ciò che aveva appena sentito.

"D... Davvero posso...?" domandò. Io annuì per poi rispondergli.

"Beh, sembri comunque sapere qualcosa di importante, e se le tue parole non possono essere accettate come testimone, almeno così puoi essere vicino all'azione. Basta che tu mantenga la calma e non faccia nulla che possa farti cacciare fuori, va bene?" dissi io. Wren sorrise lievemente in risposta, asciugandosi nuovamente gli occhi ed osservandomi contento.

"D-d'accordo, per me!" fece lui, più solare di prima.

"Beh... è un pò inusuale, ma è già capitato che vi fossero assistenti piuttosto giovani in altri casi, quindi non vedo perchè non si possa fare. Ha qualche obiezione, procuratore Travis?" chiese allora l'anziano.

"Assolutamente nessuna." fece Travis, in modo estremamente professionale, o almeno provando ad esserlo. Mi chiedo se lo stia facendo anche per rimediare all'entrata che ha fatto prima...
Wren esultò sottovoce, prima di correre verso il banco della difesa, mettendosi tra me e Jean: arrivava appena appena a sporgere con la testa dal banco, ma a parte quello, non sembrava avere alcun problema con esso.
Jean si limitò a lanciargli qualche occhiata, ma a parte questo non reagì più di tanto...  non che me lo aspettassi, visto come si è comportata finora.

"Spero di riuscire ad essere utile, signor Lawrence... so di essere solo un moccioso ma, grazie per avermi accettato come assistente." ringraziò quindi Wren, abbasando lo sguardo ed arrossendo, un pò imbarazzato.

"Di nulla, non preoccuparti, e non sei così inutile: pensa solo a stare calmo, e se vuoi intervenire, dimmi subito quello che ti viene in mente, va bene?" mi raccomandai, cercando anche di tirargli su il morale. Il dodicenne annuì.
Bene... così dovrebbe stare al sicuro da accuse e può stare tranquillo sullo svolgimento del processo.
Non posso negare però che mi fa un pò tristezza quello che ha detto su di sè... perchè crede di essere così inutile?
E' facile credere che stesse giocando la carta della pietà... ma mi è sembrato paurosamente serio entrambe le volte in cui si è autodefinito un rifiuto.
... In ogni caso, me ne occuperò dopo. Per adesso è meglio che mi concentri sul caso alla mano, avrò tutto il tempo di aiutare Wren una volta finito il processo.
Volendomi concentrare, osservai di nuovo il banco dei testimoni, dove Ty Utah stava controllando qualcosa sul suo cellulare, per poi posarlo e fare le spallucce.

"Mi fa piacere che Wrenchy si sia risollevato adesso, ma purtroppo, pare che per noi sia finita qui." affermò subito dopo.

"A cosa fa riferimento, signor Utah?" domandò il Giudice.

"Abbiamo un appuntamento con il nostro capo a breve, e sarebbe meglio se io e Tord ci facessimo vedere in tempo: ritardare anche di poco porterebbe a conclusioni... non carine, diciamo. Spero che capiate a cosa mi riferisco." fece lui, chiudendo gli occhi e scuotendo la testa.

In risposta, Travis sbattè le mani sul banco dell'accusa, dicendo poi "Obiezione! Mi dispiace, ma non potete andare via. La vostra associazione ai Rivales è stata dimostrata, quindi anche se non per questo omicidio la polizia ha il dovere di arrestarvi!"

"Una logica ferrea, non c'è dubbio." concordò Utah, per poi aggiungere con serietà "Ma purtroppo non possiamo proprio rimanere: adesso che avete più informazioni sarete sicuramente capaci di risolvere il caso da soli. Non è esattamente complicatissimo, ma sono le persone a renderlo difficile da decodificare... ma voglio fidarmi di voi. Sono sicuro che ce la farete, ed avremo modo di rivederci altre volte."
Detto ciò, Ty fece un cenno a Tord, guardandosi a destra e a sinistra, per poi affermare "In ogni caso... addio!", e scattare a tutta velocità verso la porta della Sala udienze, insieme al suo più massiccio compagno.

"Cos... fermateli! Subito!" sbraitò allora Travis sgranando gli occhi, troppo tardi: Ty e Tord erano già usciti dalla sala, e dai rumori dei loro passi sembrava anche che fossero già arrivati al piano inferiore...

"U-uscieri! Andate a prendere i testimoni, subito!" ordinò il Giudice sbattendo il suo martelletto, anche lui sorpreso.

"Pf, non hanno speranza. Ty e Tord sono dei maghi della fuga, provare a cercarli prima che se ne vadano è una sfida persa in partenza..." fece Wren, sogghignando e con aria divertita.

"Non credo che sia una cosa positiva adesso, Wren..." risposi io, basito.

Dopo qualche minuto, gli uscieri tornarono nella sala udienze, comunicando al Giudice i risultati delle ricerche.

"... Sembra che i signori Utah e Swagger siano riusciti a compiere la loro grande fuga. Se non fosse per la situazione, direi che meriterebbero una medaglia olimpica..." fu il commento dell'anziano, una volta comunicatogli il fallimento.

"Mi dispiace, vostro Onore: avrei dovuto fare più attenzione e bloccare le uscite quando si è dovuto far sgombrare il pubblico..." si scusò Travis, con una mano sulla fronte.

Il Giudice scosse la testa, prima di rispondergli "E' comprensibile procuratore, non si preoccupi. Tuttavia, credo sia meglio riprendere a discutere del caso."

Travis annuì, riprendendo a palleggiare con la sua racchetta "Concordo, Vostro Onore. Visto che al momento la parentesi riguardante Ground, Utah e Swagger non può proseguire, unita all'insistenza della signorina Watson, vorrei introdurre l'altro testimone che ho preparato."

Jean sbuffò lievemente al venire menzionata, mentre io riflettevo al riguardo.
... deve trattarsi sicuramente di Colette. Ora finalmente si riuscirà a capire cos'ha Jean da stare così preoccupata, spero...

"D'accordo." rispose il Giudice.

Travis allora chiuse gli occhi, prendendo un respiro prima di dire "L'accusa chiama a testimoniare Colette Trueman."

Sentìi Jean sbuffare e dire tra sè e sè "Alla buon'ora...", ma preferìi non commentare: quel processo era già abbastanza pieno di distrazioni così com'era
Mia cugina entrò pochi minuti dopo piroettando in sala udienze, strisciando dalla porta al banco dei testimoni per poi risollevarsi con grazia una volta raggiunto il suo posto, salutando tutti con un sorriso furbetto sul volto una volta finita la sua entrata in aula.

"Testimone, dichiari nome e professione." esortò Travis.

"Colette Trueman, giornalista presso la Hall of Shame, pattinatrice sul ghiaccio, ed istruttrice di danza classica per bambini, per servirvi." si presentò quindi lei, osservando tutti i presenti.

"Ugh... che ci fa quella cretina lì?" fece Wren, abbassando la testa come per non farsi vedere.
Ouch... che cosa ha combinato Colette con lui?

"Oh, ciao Law! Non mi aspettavo di poterti finalmente vedere all'opera, finalmente posso tenere fede a ciò che ho detto il mese scorso, ah ah ah!" ridacchiò lei, per poi alzare un pò lo sguardo, notando il ragazzino castano vicino a me.
"Oh, ma guarda, c'è anche Wrenny la gallina dalle uova d'oro! Che ci fai qui, piccolino?" fece lei, curiosa.

"Non parlarmi!" replicò il dodicenne, stizzito e arrabbiato.

"Andiamo! Sei ancora arrabbiato perchè quella tua foto è finita in prima pagina sul numero di qualche mese fa? Non ti ho nemmeno mostrato in faccia! E poi sono stata io a chiamare miss motore per venirti a prendere!" disse lei, come se fosse la cosa più normale del mondo.

Vidi Wren arrossire vistosamente e sgranare gli occhi, per poi abbassarsi e sedersi per terra, a braccia incrociate e con spalle sul banco, probabilmente non volendo scendere nei dettagli di qualunque cosa fosse successa.
... Non ho intenzione di chiedere che cosa gli fosse successo, perchè presumo sia qualcosa di imbarazzante, se non peggio.

"Oh, ma quindi lei è parente dell'avvocato difensore? A prima vista non si direbbe..." domandò il Giudice.

"Sì, sono sua cugina, e sì, ce lo dicono spesso. Spero che mio cugino non sia stato troppo remissivo in tribunale finora." rispose allora Colette, ruotando su sè stessa.
Io non dissi nulla, grattandomi la nuca imbarazzato.

"Beh, non posso dire di conoscerlo benissimo, ma finora..." provò a dire il Giudice: ma prima che la discussione si focalizzasse su di me Travis tossì per attirare l'attenzione, per poi domandare palleggiando con la sua racchetta "Signorina Trueman, si concentri e parli del suo incidente adesso. Qualunque altra cosa può sicuramente aspettare fino a quando non avrà finito."

"Umpf, piuttosto di fretta, eh? E va bene, preparatevi ad una testimonianza con i controfiocchi!" rispose Colette, mettendosi le mani sui fianchi e mostrando un sorrisetto divertito.

Vicino a me, sentìi Jean sussultare, notando che stava stringendo i pugni con trepidazione, aspettando che mia cugina parlasse.
... bene, sentiamo cosa è successo... anche se spero vi si possa ottenere qualche informazione utile per il caso principale, personalmente.
Sentiamo cos'hai da dirci, Colette...

Deposizione del Testimone

-- L'ALTRO INCIDENTE --

- Questo processo è per un omicidio, e mi trovavo sulla scena del crimine mentre la corse avveniva, a Springside Hills.
- Stavo facendo una ripresa per un servizio da pubblicare sul nostro sito web, riguardante le corse clandestine.
- Sapevo che se ne sarebbe svolta una lì e stavo pazientemente aspettando vicino alla strada groviera.
- Ho visto con la coda dell'occhio l'esplosione della vittima, ma la cosa che ha catturato più la mia attenzione non era quella.
- Era il ciglio opposto della strada: lì una delle moto che stavano partecipando alla corsa si iniziò ad allontanare dal centro...
- Raggiunto il lato destro della strada, la moto andò ad investire in pieno una persona, per poi continuare per la sua strada come se nulla fosse.
- Chi è stata investita? Samantha Watson, che si trovava lì per caso quanto me.
- Questo è quanto. Altre domande?

...
Lawrence... sei un idiota. Un dannato idiota.
Stavamo parlando di corse clandestine e la madre di Jean era coinvolta... era ovvio che fosse stata coinvolta in un incidente. Perchè non hai attivato il cervello prima per arrivarci da solo?
... Mi dispiace per essermi arrabbiato con te, Jean, avrei dovuto capire subito qual'era il problema piuttosto che essere seccato perchè non me lo volevi dire. Scusami...

"Uhm... signor Lawrence?" fece Wren, osservandomi con aria preoccupata

"Hmm... brutta faccenda. Cos'è successo poi alla signora Watson, testimone?" domandò il Giudice, serio.

"Oh, ho fatto un paio di foto dell'incidente, dopodichè ho chiamato un'ambulanza e me ne sono andata via per non perdermi la corsa clandestina. Non pretendevate certo che le rimanessi vicina pr tutto il tempo, vero?" chiese Colette, facendo una piroetta mentre parlava.

Sentìi qualcuno sbattere un pugno sul banco con forza, attirando l'attenzione dei presenti.
Sapendo già chi fosse, io e Wren ci voltammo entrambi verso Jean, la quale stava osservando furente mia cugina.

"Sì. Sì che lo pretendevamo. Ogni essere umano decente rimarrebbe con una vittima invece di lasciarla stare così. Come hai potuto farlo!?" urlò la mia amica, rabbiosa: in risposta, Colette sbadigliò prima di rispondere.

"Non farmi moralismi ora. Non la vedevo in fin di vita anche se era dolorante, e l'ambulanza l'ha portata al St. Gabriel Hospital, il migliore ospedale della città. Non vedo di cosa avrei dovuto preoccuparmi quando le ho riservato un trattamento di tutto rispetto..." puntualizzò lei, con estrema calma.

"... Lasciamo perdere. Non ho intenzione di sprecare fiato con te." fece quindi Jean, sempre stringendo i pugni.

"Purtroppo la signora Watson è ancora priva di sensi al momento, quindi non si è potuto ottenere nulla di valido da lei sull'omicidio o sul suo incidente... ho l'impressione che possa essere un testimone piuttosto importante, anche se non si è ancora avuto modo di confermarlo." Travis spiegò in breve.

"Hmmm... questo caso probabilmente avrebbe beneficiato di un altro giorno di investigazione. Nonostante l'accusa abbia vari punti a favore riguardo la colpevolezza della Redhead, ci sono vari dettagli fuori posto che sarebbe il caso di approfondire meglio." affermò il Giudice mentre rifletteva sul caso.

"Concordo: purtroppo questo processo è il risultato di appena qualche ora di indagini, quindi un altro giorno potrebbe aiutarci a fare luce su alcuni dei suddetti dettagli. Dopo il contro-interrogatorio, non credo che questo processo potrà proseguire oltre..." puntualizzò Travis, palleggiando con la racchetta.

Subito dopo aver detto questo, un pezzo di musica classica (se non erro, il Trepak) iniziò a risuonare per la sala udienze.
Colette, un pò sorpresa, prese con un rapido movimento il suo cellulare e lo lanciò in aria, afferrandolo con l'altra mano per poi accenderlo e porselo sull'orecchio, dando inizio alla chiamata.

"Pronto? ... Ah, sì. Capito. Bene bene... allora, mi farò trovare lì il prima possibile. A dopo, capo!" fece lei, per poi chiudere il telefono e dire "Beh, sembra che non abbia tempo per continuare qui: il capo mi vuole per un servizio, e non c'è nessun altro che può occuparsene."

"Obiezione! Signorina Trueman, non può andare via fino a quando il contro-interrogatorio non sarà finito!" sbraitò con veemenza Travis, probabilmente non volendo fare il bis dopo la fuga di Utah e Swagger.

"Non osare andartene, brutta...!" fece Jean, digrignando i denti e sembrando pronta a fare a fette Colette.

"Veramente, nulla mi impedisce di andarmene, e non sono sotto accusa, quindi... ciao a tutti!" fece lei, danzando letteralmente fuori dalla sala udienze, sotto gli occhi basiti di tutti i presenti.

... Da quando in qua i testimoni sono capaci di andare e venire come vogliono senza che nessuno li fermi non appena ci provino? Gli uscieri sono in sciopero oggi, per caso?
Per qualche secondo, nessuno dei presenti disse nulla, con Jean e Travis che sembravano entrambi sul punto di distruggere i rispettivi banchi, Wren che nel mentre si stava grattando la testa, il Giudice che osservava l'aula con occhi sgranati, ed io mi ero passato una mano sulla fronte, chiedendomi quanti processi avessero mai visto tre testimoni di fila scappare entrambi senza essere beccati.

"... Beh... diceva che non c'era altro dopo che la signorina Trueman se ne fosse andata, giusto?" domandò l'anziano, senza nemmeno cercare di mandare gli uscieri a riprendere mia cugina.

"Già." fece Travis, seccato.

"... Non posso dire che nè la difesa nè l'accusa abbiano avuto modo di procedere molto con il processo odierno, e per questo spero che le indagini abbiano modo di portare a risultati più concreti per la seduta di domani. La corte si aggiorna!" fece il Giudice, sbattendo il martelletto e dando fine a quella rapida, strana prima udienza.

Tribunale Distrettuale
Sala Imputati n°7
5 Agosto
Ore 11.32

... Sarà passata appena un'ora e mezza, ma quest'udienza è stata decisamente infruttuosa. L'unica cosa utile è stata poter fare chiarezza su cosa è successo, ottenere qualche prova utile per il caso, ed aver capito perchè Jean si sta comportando in modo così strano, ma a parte questo...

"Tutto qui...? Tutti i processi sono così inutili, signor Lawrence?" mi chiese Wren, piuttosto confuso da ciò che era successo (o forse era meglio dire la mancanza di progresso).

"Spero di no..." replicai io, sconfortato. La mia carriera come avvocato non stava andando esattamente come me la immaginavo...
Prima che potessi dire o pensare altro, però, ricevetti un forte ceffone sulla guancia. Inutile dire chi fosse l'assalitore.

"OW! Jean, che ti è saltato in mente!?" feci io, massaggiandomi la guancia mentre osservavo la mia assistente, la quale mi stava osservando con un'espressione cupa e stressata.

"Che mi è saltato in mente!? E' tutta colpa tua! Non sei stato capace di fare una cosa buona oggi, e ti sei persino lasciato scappare tua cugina! TUA CUGINA! Chi è l'idiota che ha deciso che tu potevi fare l'avvocato? Ti rimanderei a rifare la scuola dall'asilo, se potessi!" fece con rabbia lei, strappandomi anche il distintivo da avvocato e gettandolo a terra con frustrazione.

... Io non ho parole. Sul serio. Come si aspetta che reagisca adesso?
So che sta esagerando, ma... non voglio ferirla, e capisco che sia preoccupata per la madre. E poi, ha ragione sul fatto che avrei potuto fare molto, molto meglio oggi...
Sono davvero così patetico senza prove su cui appoggiarmi? Così... inutile?

"Che c'è, fai scena muta ora? Tsk, dovevo aspettarmelo, sei talmente patetico che mi fai venire il voltastomaco..." fece Jean, incrociando le braccia e stringendo i pugni.

Prima che potesse dire o fare altro, però, Wren si mise tra me e lei, osservando Jean con aria severa prima di dirle "Con tutto il rispetto, bella, se ti importa così tanto di tua madre, perchè sei qui e non sei andata a trovarla?"

"Che ne puoi capire tu!? Sei solo un moccioso senza genitori, quindi stanne fuori!" sbraitò la ragazza: Wren sgranò gli occhi per un attimo al sentirsi chiamare così, abbassando lo sguardo e senza dire o fare nient'altro.
... Stavolta non posso davvero scusarti, Jean, mi dispiace. Questo commento potevi risparmiartelo.
Se non fossi così codardo, probabilmente le avrei già detto di smetterla... ma, fortunatamente per me, c'era qualcun'altro che aveva il coraggio di farlo.

"Adesso basta, Jean." disse una voce conosciuta, attirando l'attenzione mia e di Jean.

"Travis...?" feci io, un pò sorpreso.

"... Che vuoi tu, tennista da strapazzo?" fu la seccata domanda di Jean.

"Con tutto il rispetto, ma ti stai comportando come una bambina viziata. Il Giudice avrebbe dovuto sbatterti fuori quando hai praticamente preteso che Colette deponesse, per quanto mi riguarda." commentò Travis, osservando con severità la mia assistente.

"Tsk, facile parlare per te, tu non sei quello che-" provò a lamentarsi per l'ennesima volta Jean, ma prima che potesse finire Travis la blocco, mettendole la mano davanti.

"Non sei il centro dell'universo, solo perchè tu hai un problema e sei stressata non significa che tutti devono automaticamente comportarsi come vuoi tu. E' un comportamento idiota ed egoista." disse allora lui, scuotendo la testa.

La ragazza si girò di lato e incociò le braccia, per poi affermare con tono seccato "Non parlare come se mi conoscessi. Voglio arrivare a fondo per capire chi è il bastardo che ha investito mia madre, e non ho intenzione di fermarmi davanti a nulla."

"E' un buon proposito, ma questo è un processo per l'omicidio di Pete Stepford, e non credo che convenga alla difesa concentrarsi troppo su un obiettivo accessorio del processo, non credi?" domandò allora il procuratore.
... Non ha tutti i torti, anche se personalmente non avrei mai avuto il coraggio di dirlo a Jean... grazie davvero per la mano, Travis.

"... Io ho intenzione di fare le cose a modo mio, e gradirei che non mi insultassi per questo, grazie." fu la velenosa replica della mia assistente.

Travis sospirò con fare affranto, prima di commentare "Come preferisci, io quello che avevo da dire l'ho detto. Però, se mi è permesso... non credo che voi due facciate una buona coppia, soprattutto oggi."

"Uh?" feci io, confuso.

"Come sarebbe a dire? Cosa intendi?" fece lei, alzando un sopracciglio con aria confusa.

"Non vi vedo affiatati come dovreste essere, e se continuate così, ho parecchi dubbi che in futuro riuscerete ad essere efficienti nel vostro lavoro. E arrabbiarsi per i propri errori o tenere l'altro all'oscuro non è un buon modo per costruire fiducia tra di voi." spiegò lui, per poi prendere la sua racchetta ed iniziare a palleggiare, per poi dare le spalle a me e a Jean.
"Ora scusatemi, devo andare: buona fortuna per il processo, mi dispiace davvero se non sono riuscito ad organizzarlo per bene, ma spero che abbiate almeno ottenuto abbastanza informazioni per poter difendere il vostro cliente... a domani, allora." ci salutò, per poi avviarsi fuori dalla Sala Imputati, perso nei suoi pensieri.

... E' piuttosto chiaro che si sta incolpando di aver fatto un brutto lavoro, e mi dispiace che lo pensi... al suo posto, dubito che sarei riuscito a fare molto di più.
Almeno così è riuscito a passarmi un'infarinatura generale del caso, visto che non ho avuto modo di investigare per bene...
... Però non riesco a togliermi dalla quello che ha detto prima di augurarci buona fortuna. Crede davvero che io e Jean non siamo una buona accoppiata?
Nel caso scorso avevamo lavorato piuttosto bene insieme... però, ammetto che Jean non mi è mai stata molto utile come assistente in tribunale, anche se è comprensibile visto che ha il panico da palcoscenico...
... Non mi piace molto pensarlo, ma per certi versi ha decisamente ragione, specie alla luce degli ultimi avvenimenti... anche se mi chiedo cosa ne pensi Jean, al riguardo: l'ho vista parecchio seccata... questo vorrà dire che ci tiene a me e non le è piaciuto cos'ha detto Travis, sicuramente vuol dire che ci tiene a me ed essere la mia assistente.
... Credo.

"Law, smettila di stare nel mondo delle favole ed andiamo a casa tua: non abbiamo tempo da perdere e dobbiamo vedere come fare per l'investigazione." ordinò Jean, per poi andare anche lei verso la porta senza nemmeno aspettarmi.

"... D'accordo..." feci io, sospirando prima di voltarmi verso Wren, il quale stava ancora tenendo lo sguardo abbassato, e stava piangendo sommessamente.
... Povero ragazzo. Posso capire quanto le parole di Jean lo abbiano urtato... mi dispiace davvero vederlo così.
Vorrei provare a confortarlo, ma ammetto di non sapere come fare... anche se ho un'idea. Spero funzioni.

Accortosi che lo stavo guardando, il dodicenne sussultò e si asciugò le lacrime in fretta e furia, per poi dire con tono quanto più calmo possibile "Signor Lawrence, sono sicuro che non ce l'ha con lei..."

Gli sorrisi in risposta per come stesse provando ad essere forte, per poi rassicurarlo dicendo "Grazie, Wren... sono sicuro che nemmeno lei ce l'ha con te, è solo parecchio nervosa."

"Se lo dici tu..." fece lui, abbassando nuovamente lo sguardo.

"Ne sono sicuro, non preoccuparti. Allora, andiamo?" gli dissi io, offrendogli la mano.

"Uh? Andiamo? Aspetta... vuol dire che posso venire con voi?" domandò il bambino, alzando lo sguardo sorpreso ed osservandomi con occhi lucidi.

"Certo! Sei anche tu mio assistente, non ricordi?" risposi con tono amichevole.

"... G-Grazie mille, signor Lawrence!" fece lui, sorridendomi e stringendomi la mano con forza, facendo sorridere di nuovo anche me.

Subito dopo, io e Wren uscimmo dalla sala udienze, pronti a dedicarci all'investigazione.
... Una delle cose di cui non mi pento di quel caso è stato avere modo di conoscere Wren ed interagire meglio con lui.
Un raggio di luce in mezzo all'ombra che a breve avrebbe iniziato ad avvolgere la mia carriera.
Potrei elaborare quanto voglio sull'argomento, ma credo di aver speso fin troppe parole al riguardo finora. E' meglio che siano i fatti a parlare, piuttosto che le continue lamentele di un uomo che non ha fatto altro che commettere un errore dopo l'altro.
Non manca molto, dopotutto, al momento in cui l'idealista avvocato Lawrence Trueman avrebbe avuto il suo primo assaggio di come potesse essere duro ottenere giustizia in questo mondo...

Continua...

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Con questo capitolo finisce finalmente la prima parte del processo: mi scuso molto se il capitolo non è esattamente dei migliori e se sembri affrettato in qualche punto, ma dal prossimo il caso finalmente entrerà nel vivo, e spero che gli sviluppi futuri vi piaceranno!
Ringrazio parecchio Dante Ushiromiya, Renna e The Shadow per la mano datami nel corso di questo capitolo, e mi scuso per il tempo che ci è voluto per scriverlo e pubblicarlo.
Ringrazio inoltre Annaira17 per la gentile recensione, e chiunque altro abbia letto questa storia! Grazie infinite, ed alla prossima!
  
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