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Autore: SSONGMAR    30/09/2014    2 recensioni
Prendete due persone distanti, distanti in tutti i sensi che possano esistere al mondo e metteteli tra la folla: quante possibilità hanno gli occhi di queste due persone di incontrarsi? Direi una su centomila. Eppure a loro era successo, per un secondo i loro occhi si erano incontrati, i loro sguardi sfiorati, le loro mani toccate e nulla poteva ostacolare quello che stava accadendo. Nemmeno l’oceano.
L’oceano tra noi.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mattino seguente l’alba cominciava appena ad ingrigire il cielo quando mi svegliai di soprassalto. Avevo avuto un altro incubo. Qualcosa di orribile e mostruoso che mi aveva costretta a svegliarmi ma di cui la mia mente aveva già cancellato il ricordo.
Mi abbandonai sui cuscini con un sospiro di gratitudine. Le ultime notti erano state un inferno.
Cercai di scacciare via quei pensieri e chiusi nuovamente gli occhi sperando vivamente di riaddormentarmi.
Più tardi mi risvegliai grazie al tremolio incessante del mio cellulare, mugugnai qualcosa e mi apprestai ad afferrarlo. Sorrisi, un suo messaggio al mattino ed uno di sera  erano un po’ come iniziare e terminare la giornata con lui, proprio come se in quegli istanti fosse lì pronto a stringermi e proteggermi da ogni oppressione. Meg stranamente non era più accanto a me. Mi chiedevo se stesse bene, se avesse superato anche solo minimamente il dolore che il suo ex le aveva provocato. Dall’ultima volta non ne avevamo più parlato.
Intanto un profumino alquanto invitante aleggiava nell’aria. Rimasi come stordita ad osservare il soffitto di un bianco cotonato, mentre nella mia testa ripercorrevo tutto ciò che era accaduto fino a quel momento, e quella folta chioma bionda sembrava quasi come sfiorarmi l’anima, ma solo per farmi male.
Udii Meg dalla cucina canticchiare qualcosa, sembrava come di buon umore e la cosa faceva stare bene anche me. Scostai violentemente le lenzuola e finalmente i miei piedi sfiorarono il parquet, ero decisa ad alzarmi, invogliata dal pallido sole e dal canto degli uccelli.
23 Novembre: MBLAQ SENSATION GLOBAL TOUR in Seoul.
Ormai il tanto atteso giorno era arrivato ed io avrei abbandonato “il mio posto sul palco” per riprendere quello originario ed affiancare Meg e Jun tra tutti gli altri fan. La cosa non mi dispiaceva, ero stata io stessa a prendere quella decisione e sapevo bene che era la cosa giusta da fare.
 Raggiunsi Meg in cucina e mi avvicinai per saltarle al collo – finalmente ti sei svegliata- esordì lei ridacchiando –hai dormito per ben dodici ore- sul mio volto una strana espressione prese forma, inclinai leggermente il capo restando con lo sguardo ferma su di lei –dici sul serio?- chiesi sorpresa. Meg fece spallucce e non rispose, si girò appena e con il viso fece cenno verso il tavolo. Mi voltai a mia volta e notai un piccolo book ripiegato su di esso. In quel momento il viso ed il sorriso di Seungho si fecero spazio in me, così come le nostre mani giunte sotto i riflettori ed i nostri sguardi persi l’uno nell’altra illuminati dal flash della macchina fotografica. Spostai la sedia, e riavviandomi velocemente i capelli dietro l’orecchio, mi apprestai ad aprirlo.
Finalmente stavo stringendo tra le mani il photobook di “Busan”, quello che avevamo messo in scena per evitare che si parlasse ancora di noi e della nostra relazione. Eravamo così belli che quasi mi mancava l’aria.
Mi toccai il viso con le mani e mi chiesi da quanto la mia pelle fosse diventata così luminosa, ma poi sorrisi ripensando all’intervento di un bravissimo fotografo. Meg intanto mi raggiunse e mi poggiò una mano sulla spalla –è stato Jae Ha a portarlo- mi confidò, mi voltai a guardarla quasi sorpresa; era da un po’ che non lo vedevo, era persino mancato a quell’importante riunione avvenuta col CEO–Jae Ha è stato qui?- chiesi infatti, Meg annuì e non rispose. La osservai a lungo e sentivo come se mi stesse nascondendo qualcosa, non si era mai comportata in quel modo prima di allora e non riuscivo a capirne il motivo. Decisi però di non chiederle nulla, in fondo conoscendola di sicuro non avrebbe parlato. Mi limitai a restare lì ferma a sfogliare con cautela ogni singola pagina di quel photobook meraviglioso, quello che per noi rappresentava l’unica fonte di salvezza.


Dopo pranzo Jun ci raggiunse alla nostra abitazione, dovevamo organizzarci per il concerto.
Non avrei mai ringraziato abbastanza la sua disponibilità nell’accompagnarci ogni volta.
Meg sembrava essere abbastanza agitata io, invece, non ero mentalmente pronta e nemmeno il cuore mi permetteva di stare tranquilla.
Avevo sentito Jae Ha tramite un messaggio e sembrava essere felice di esibirsi “abbiamo anche una sorpresa per te” aveva scritto, il che era positivo, almeno tutto sembrava andare per il verso giusto.
Ma la mia preoccupazione persisteva; sapevo bene in che modo gli MBLAQ si erano preparati e quanto era stato duro il lavoro da loro affrontato, per questo motivo speravo vivamente che tutto andasse per il meglio.
Cercando di restare tranquilla mi preparai quindi velocemente ed attesi che anche Jun e Meg mi raggiungessero sulla soglia della porta. Erano rimasti in casa da soli più del solito ed il tempo di certo non avrebbe aspettato. Quando mi raggiunsero li guardai entrambi stranita, le loro espressioni erano un costante punto interrogativo e potevo notarvi un lieve imbarazzo disegnato sui volti di entrambi. Sbuffai sonoramente, odiavo quando mi si nascondeva qualcosa poiché odiavo sentirmi costantemente a disagio.
Quando entrammo nell’abitacolo dell’auto di Jun decisi di accomodarmi ai sedili posteriori, ero intenzionata a schiarirmi le idee prima del concerto.
Quella sarebbe stata la prima grande esibizione a cui avrei partecipato, e nonostante avessi condiviso moltissime cose con loro, mi sentivo proprio come si sarebbe sentita qualsiasi altra A+ al suo primo concerto.
Quando fummo sul posto potei rivivere un piccolo flashback.
Le persone accorrevano numerose da ogni dove nonostante la componente di A+ coreane fosse, ovviamente, di maggior numero.
Io e Meg ci guardammo e con il cuore colmo di gioia ci stringemmo in un abbraccio, fu infatti Jun con la sua voce a porre fine a quella dimostrazione di sclero e affetto –smettetela di fare effusioni, piuttosto alzate la testa- disse ad entrambe, indicando un punto del cielo. Alzai la testa come indicato e vidi un enorme cartello pubblicitario; “Busan in Love” vi era riportato e quello era certamente il mio viso ad un palmo da quello di Seungho. Portai entrambi le mani alla bocca e sentii, per un attimo, gli occhi bruciare. Il cuore batteva in un modo ben lontano dalla norma e gli arti erano come paralizzati, eravamo bellissimi.. tanto da mancare il fiato.
-Mar i vostri sorrisi- sibilò Meg, restando ancora col fiato sospeso a fissare quella meraviglia.
Sentii improvvisamente uno strano calore avvolgermi, un mix di emozioni si fecero spazio in me.
Jun poggiò una mano sulla mia spalla e sorrise –su celebrità, adesso andiamo- sussurrò ed insieme ci avviammo all’interno dello stabile.

Attendemmo che il buio calasse su di noi per poi scorgere le cinque figure dei ragazzi nei loro outfit neri. La folla divenne in men che non si dica un vero e proprio bordello.
“Annyeongaseyo, MBLAQ imnida”  gridarono all’unisono inchinandosi, mentre Seungho regalava alla folla un saluto con la mano che, prontamente, sventolava felice verso il cielo.
Si avviarono verso il fondo del palco mentre G.O continuava a parlare, talvolta esprimendo cose di cui nessuno riusciva a trovare senso compiuto, o per lo meno io che, nonostante masticassi il coreano abbastanza bene, non riuscivo a percepire le cose dettate così, di fretta e furia.
Seungho confessò alle A+ quanto gli fossero mancate ed io istintivamente sorrisi stringendo le mani al petto. Una lacrima cadde sul viso e percepii il suo calore mentre scivolava lenta sulla mia guancia, erano lacrime di gioia.
Poi fu il turno di Joon che incitò tutti a regalare un grido per dimostrare la nostra presenza ed infine ognuno di loro si presentò, com’erano soliti fare.
Subito dopo le note di Stay si diffusero ovunque. Non era difficile tenere il passo e ballare e cantare con loro con tutta la gioia che serbavamo dentro.
Quando i ragazzi si avvicinarono, sullo sfondo potei notare la figura delle due ballerine. In quel momento il mio cuore sembrò fermarsi, quella folta chioma bionda era avvolta dalle luci di scena, sul suo viso vi era stampato un sorriso che a me, per qualche secondo, sembrò tremendamente finto.
Cercai di non pensarci, di non pensare a tutto quello che era stato in grado di fare, piuttosto mi concentrai su loro cinque e su quel momento che stavo vivendo felicemente in compagnia di Meg e Jun, di quelle persone che mi erano sempre state accanto e di cui sapevo potermi sempre fidare.
Poi il buio li avvolse nuovamente e fu così che sparirono.
Al cielo gli applausi e le grida delle A+ .
Ero tremendamente felice di ritrovarmi in quella situazione e la serata stava procedendo bene. Tra risate, le loro ballad ed i momenti di divertimento dettati dalle coreografie, come ad esempio per R U OK? o I don’t know. Quella che mi colpì in modo particolare, però, fu Dress Up, amavo da morire quella canzone e vederla coreografata fu una piacevole sorpresa.
A fine serata poi le A+ ebbero il permesso di salire sul palco per salutare i ragazzi. Seungho sembrava essere quello più scostante e meno affettivo tra loro, ed io non riuscivo a capirne il motivo.
In quel momento mi sentii ingiustamente una A+ speciale poiché ebbi la possibilità di incontrarli subito dopo dietro le quinte.
Tra me e Seungho  non vi furono molti convenevoli se non qualche sguardo fugace, perché lui era così, mi accarezzava con gli occhi.

Il debutto fu annunciato a fine serata. Un telo calò dal soffitto e sopra di esso un logo con una scritta “Pro C feat K.Will 2013.11.28”
Era principalmente un duo formato da due repper, così come detto in precedenza dal CEO della J Tune, ed uno dei componenti non era nient’altro che SangBae, ex membro degli MBLAQ.
Jae Ha sembrava essere molto entusiasta. Arrivò ancora con i costumi di scena e mi abbracciò forte, sul volto delle ballerine vi si disegnò un disappunto che non potei fare a meno di notare –sono felice tu sia qui Mar- confessò Jae, gli sorrisi ed annuii –sei stato bravissimo Jae, davvero- ero felice di potergli dire quelle cose, in fondo lo pensavo sul serio e fino a quel momento non avevo fatto caso ai suoi movimenti poiché troppo concentrata a perdermi in quelli di Seungho. Jae Ha mi afferrò per mano sotto gli occhi attenti dei presenti e mi scortò poco più distante dall’intero staff – nel messaggio di questa mattina ti ho detto che, beh insomma, che c’era una sorpresa – potevo percepire l’entusiasmo e l’eccitazione che portava dentro e che in quel momento stava manifestando con un ampio sorriso –si ricordo, di cosa si tratta? – Jae mi strinse le mani e le posò sul suo cuore, lo guardai stranita, non riuscivo a comprendere bene la situazione –lo senti come batte?- chiese – lo sento – risposi semplicemente. Jae sorrise sincero e mi baciò una mano – sto per debuttare anch’io e non puoi immaginare la gioia che sento dentro in questo momento, volevo che tu fossi la prima a saperlo-. In quel momento mi sentii per un attimo sollevata poiché, poco prima, le sue parole ed i suoi comportamenti mi avevano un istante destabilizzata. Sorrisi ancora e poi mi avvicinai per abbracciarlo, ero felice, tremendamente felice per lui e per i suoi sogni che piano divenivano realtà.
Perché si arriva ad un punto nella vita in cui tutti hanno il diritto di realizzare i propri sogni ed anche per Jae Ha era arrivato quel prezioso momento.
Mi sollevò appena da terra e mi fece girare poi mi poggiò ed iniziò a saltellare per conto suo, non potei fare a meno di ridere a quella scena, scaldava il cuore – come ben sai a metà del prossimo anno ci sarà un nuovo debutto, credo ad Ottobre- si grattò la testa alzando goffamente le spalle – io farò parte di quel gruppo il cui nome è- si guardò intorno e si avvicinò appena per sussurrare al mio orecchio –MADTOWN- sibilò – ma che resti tra noi, non mi è permesso diffondere informazioni giacché manca ancora un anno- sorrise ancora e strinse la testa tra le mani – credimi, ancora non riesco a credere di aver finalmente avuto questa possibilità, quando è stato deciso ho quasi creduto di morire di gioia- si sedette ed io lo seguii, poggiai una mano sulla sua spalla comprensiva di tutto quello che stava vivendo. Si voltò a guardarmi e mi scrutò il viso serio – avresti potuto debuttare Mar, insieme ci saremmo divertiti per molto e molto tempo. A dire il vero non sopporto l’idea di vederti andare via- abbassò lo sguardo sulle mani e lo stesso feci anch’io, a mia volta non ero pronta a lasciarli ma dovevo, non era quello il mio posto nonostante mi sentissi di appartenervi in modo particolare. Poggiai la testa sulla sua spalla e gli sorrisi ancora – non dimenticarti di me quando sarai diventato abbastanza famoso, intesi?- sussurrai, ricevendo una sua carezza come risposta.

Il viaggio di ritorno fu abbastanza movimentato, non potevamo fare a meno di sclerare per ciò a cui avevamo assistito. Il concerto degli MBLAQ era stato fenomenale e non credevo avrei mai avuto occasione più preziosa al mondo.
Quando io e Meg fummo sole riuscii a strapparle di bocca alcune informazioni che mi erano state nasconste – non che non avessi notato il tuo fare strano- confessai, tenendole appena il muso –mi dispiace Mar, ma è successo tutto così in fretta che ci siamo scusati all’unisono. Siamo così disagiati che nell’inchinarci abbiamo anche sbattuto la testa- risi di gusto a quell’ultima affermazione.
Credevo di essermi persa qualcosa e non mi sbagliavo.
L’ultima volta non ero stata io a consolare Meg per la rottura nonostante credessi il contrario.
-Ero intenta a bruciare ogni foto di noi, non volevo vederlo perché si è comportato davvero da pessima persona. Lasciarmi così, a distanza. Stiamo per tornare indietro, avrebbe anche potuto dirmelo in faccia piuttosto che scrivere un messaggio di quel genere. Nemmeno una scusa ho ricevuto, niente-.
Il modo di esprimersi di Meg era ormai cambiato. Nelle sue parole non vi era più quella punta di tristezza, bensì disprezzo ed era comprensibile – Jun ti stava cercando per parlarti appunto del concerto ma alla fine ha trovato me sul pianerottolo di casa. Non sapeva nulla di ciò che mi era successo, gliel’ho spiegato e.. beh, alla fine abbiamo finito col scambiarci un bacio- portò le mani davanti come per difendersi – ma ti ripeto Mar è successo tutto in fretta, in pochi minuti non ci ho capito molto- abbassò lo sguardo ed io non potei fare a meno di ridere ancora – tranquilla Meg non te ne faccia una colpa, anzi, conoscendo Jun so che quel gesto nei tuoi confronti è stato sincero- lei mi sorrise, magari sapeva a sua volta che era così – quindi smettila di giustificarti adesso, intesi? – ci scambiammo un altro tenero sorriso per poi avvicinarci per l’ennesimo abbraccio della giornata, feci per alzarmi appena quando la vibrazione del mio cellulare richiamò la mia attenzione. Guardai l’ora e notai che era effettivamente troppo tardi. Feci spallucce e mi apprestai a leggere il messaggio: quattro parole che furono in grado di incutermi un certo timore..

Non è finita qui”
  
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