5.
Le
settimane passavano inesorabili e Fine diventava ogni giorno
più
magra. Aveva perso l'appetito, la carnagione dorata che le durava
tutto l'anno, le sue curve e la sua morbidezza. Assomigliava molto ad
una di quelle modelle che facevano la fame per sfilare, ma Fine non
ne era affatto contenta. Le erano sempre piaciuti quei chiletti in
più che aveva messo su con la gravidanza.
Shade
si ritrovò per moglie una persona completamente diversa
dalla
ragazza testarda di cui si era innamorato e dalla moglie che stava
per diventare una madre dolce e tutta sorrisi fino a pochi mesi
prima.
Ma non
per questo l'amava di meno. Anzi, se possibile, l'amava ancora di
più.
Era
una creatura diafana e sfuggente, e soprattutto fragile. Per questo
voleva proteggerla a tutti i costi e passava ogni istante del suo
tempo con lei.
Si
incaricava di amministrarle le medicine che puntualmente non avevano
alcun effetto, di tenerle compagnia e portarla a passeggio quando non
faceva troppo freddo, di rimboccarle le coperte prima di andare a
dormire e di obbligarla a mangiare qualcosa a colazione, a pranzo e a
cena.
La
Fine golosona era già morta.
L'unica
cosa che non cambiò nel suo aspetto furono i suoi capelli
rossi, che
continuavano a crescere imperterriti e più magenta che mai.
Shade
adorava quei capelli e li pettinava alla moglie ogni mattina e ogni
sera finchè non diventavano brillanti.
-Shade,
penso che dovrei smettere di prendere quelle medicine.-, disse un
giorno la ragazza, mentre il marito compiva il giornaliero rituale di
spazzolarle i capelli.
Shade
si arrabbiò moltissimo quando le sentì dire
quelle parole.
Si
alzò bruscamente e s'inginocchiò davanti alla
moglie, accorgendosi
che i suoi occhi erano pieni di lacrime.
La sua
rabbia si sgonfiò in un istante, lasciando posto a un dolore
profondo come la sua disperazione, che era sempre stata lì,
da
quando Fine si era ammalata, ma che finora si era obbligato ad
ignorare, per prendersi cura di lei.
Solo
ora si accorgeva di star lentamente perdendo sua moglie.
-Fine,
ma cosa dici?-, domandò, abbozzando un sorriso.
-Non
voglio più prendere quelle medicine, sono inutili.-,
ripetè la
ragazza, incollando lo sguardo ai suoi piedi.
-Lo
sai cosa dice il medico. Se smetti di prendere quelle medicine
potresti peggiorare..
-Ho
perso la speranza, Shade. Non c'è più niente da
fare. Che senso ha
per me continuare così? State solo prolungando la mia
agonia. Che
muoia oggi, domani o tra un anno non cambia. Morirò e
basta.-, Fine
scoppiò in un pianto violento e Shade si sentì
come colpito da uno
schiaffo. Fine aveva definitivamente rinunciato alla sua vita.
-Ho
paura, Fine. E non capisco come tu non faccia ad averne...-,
mormorò.
-E di
cosa?-, chiese lei, tirando su col naso.
-Della
morte. Quando morirai, morirà anche la mia anima.
Rein
andava a trovare Fine nel regno della Luna quasi ogni giorno,
perchè
Shade si rifiutava di portarla nel regno solare, sostenendo che il
viaggio l'avrebbe indebolita troppo.
Il
ragazzo non gradiva molto quelle interferenze, ma non poteva proibire
a Rein di vedere sua sorella, soprattutto ora che Fine si stava
lentamente lasciando andare.
Certo,
era molto impegnativo tenere a bada quel piccolo tornado azzurro, che
passava tutto il santo giorno a correre su e giù per il
castello,
spingendo la carrozzina di Fine e facendola ridere come una pazza,
ingozzandola di dolci e pasticcini e recitando per lei improbabili
ruoli di commedie esilaranti.
Sembravano
tornare bambine, durante quelle giornate, dimenticandosi per un
attimo che una era sposata, aveva appena perso un bimbo e stava per
morire, mentre l'altra stava per sposarsi e avrebbe avuto una vita
felice al fianco del ragazzo che amava.
Dimenticavano
tutto e smettevano di essere adulte.
Poi
c'erano le volte in cui anche Toulouse ed Elza andavano a trovare la
figlia, tenendola d'occhio e dedicandole premure e attenzioni.
Toulouse
stava ore a ripetere “Se fossi stato al posto di Shade, non
le
avrei permesso di smettere di prendere le medicine. L'avrei anche
sicuramente obbligata a mangiare di più, ma guardala
com'è
sciupata, Elza! E poi cos'è questo pallore? Dovrebbe
portarla fuori
più spesso, farle prendere aria fresca!”.
Shade
ingoiava tutte le parole del suocero, fingendo di non sentire.
Non se
le meritava affatto quelle critiche, si stava impegnando al massimo
perchè Fine fosse felice e serena. Pensava di aver fatto
tutto
sommato un buon lavoro, fino a quel momento.
A
parte qualche crisi di pianto o di sconforto, sua moglie continuava
ad essere tranquilla, a dedicarsi alle cose che le piaceva fare.
Se poi
non prendeva le medicine o non mangiava proprio tutto quanto, la
lasciava fare, d'altronde avrebbe ottenuto un effetto ancora
più
negativo, obbligandola.
Fine
era contenta quando i suoi genitori e sua sorella andavano a
trovarla, ma in quelle giornate preferiva tenersi alla larga da
Shade, e non riusciva neanche lei a capirne bene il perchè.
Forse
voleva starsene sola con la sua famiglia e risvegliare così
i bei
ricordi dell'infanzia, dove non c'era posto per un marito.
Durante
quelle giornate dimenticava la sua vita presente e le sembrava di
rivivere nel passato.
Spesso
si sorprendeva da sola a comportarsi da bimba testarda e capricciosa,
com'era stata da piccola.
Obbligava
la sorella a leggerle storie, a portarle i dolci che sgraffignava di
nascosto, oppure pregava il padre di portarla in braccio o la madre
di raccontarle di quando lei e Toulouse si erano innamorati.
Insomma,
era come se rivivesse la sua infanzia, senza accorgersene.
Presto
però cominciò a mantenere quei comportamenti
anche in assenza della
famiglia, quando restava sola con Shade.
Tornò
ad essere una bambina e Shade pregò i genitori e la sorella
di Fine
di limitare le visite, per evitare di peggiorare la situazione.
La
ragazza era infatti divenuta ingestibile.
Si
lamentava di qualsiasi cosa, dei dolori, della carrozzella, della
minestra che era obbligata a mangiare la sera. Voleva che Shade
giocasse con lei e le raccontasse una storia prima di andare a
dormire. Shade si ritrovò a fare il padre con sua moglie, ma
l'amava
anche così.
-Evidentemente
il virus sta contagiando la mente di sua maestà...-,
decretò il
medico, dopo una visita di controllo.
Shade
rimase basito. Si era ovviamente accorto che la moglie era regredita,
il suo cervello era tornato ad essere quello di una bambina, ma non
pensava fosse una cosa così grave.
-Presto
potrebbe perdere completamente la memoria.-, aggiunse il dottore.
Shade
corse come un folle nella camera che condivideva con la moglie,
profondamente scosso da ciò che il medico gli aveva appena
rivelato.
-Fine!
Fine!-, esclamò, irrompendo nella stanza.
-Shade,
cosa c'è?-, domandò lei preoccupata.
Sedeva
al davanzale, guardando malinconicamente fuori.
-Oh
Fine!-, il marito la raggiunse e l'abbracciò disperatamente,
nascondendo il viso nel suo petto e scoppiando a piangere.
-Fine,
non ti sei dimenticata di me, vero?-, chiese tra le lacrime.
-Ma
certo che no. Come potrei?-, sorrise la ragazza, accarezzandogli i
capelli dolcemente.
-Ti
amo così tanto, Shade... Anche se dovessi perdere la
memoria, saprò
sempre di averti amato e di essere stata amata da te, perchè
la
memoria del cuore non è vulnerabile come quella della
mente.-,
sussurrò con dolcezza, abbandonando per un attimo le vesti
di bimba
e tornando ad essere una moglie devota e innamorata.
-Quindi
non ti dimenticherai mai di me, vero?-, domandò lui,
asciugandosi le
lacrime.
-Ma
no, sciocco. Non accadrà mai.
Fine
faceva sempre più fatica a riconoscere le cose che la
circondavano.
I suoi
ricordi si facevano pian piano sempre più sfocati.
Nel
giro di qualche settimana, dimenticò di essere mai stata
regina,
dimenticò il giorno del suo matrimonio, dimenticò
di aver obbligato
Shade a sposarla durante una vacanza al mare, dimenticò che
il
ragazzo fosse stato il suo ventesimo pretendente e il suo fidanzato
ufficiale, tutto ciò che lo riguardava scomparve.
Tutti
i loro ricordi erano andati perduti.
Però
continuava ad amarlo, sebbene ogni tanto dimenticasse il suo nome e
dovesse chiedergli chi fosse.
I suoi
caratteri da bambina si accentuarono sempre di più,
finchè divenne
quasi impossibile per Shade credere che quella piccoletta con cui
condivideva il letto nuziale fosse sua moglie.
La
carrozzella fu lasciata in un angolo e dimenticata, perchè
Fine non
ne voleva sapere di andarci in giro. Voleva essere portata a tutti i
costi in braccio da Shade, che chiamava “Tesoro” o
“Amore”
quando dimenticava il suo nome.
Accoglieva
euforicamente i genitori e la sorella e si rattristava quando li
vedeva andar via al tramonto.
-Perchè
la mamma e il papà e Rein non si fermano qui con noi?
Perchè non
posso vivere con loro?-, chiese un giorno a Shade, con la tipica
ingenuità dei bambini.
-Fine,
non ricordi? Non vivi più con loro da un pezzo, da quando
vivi qui
con me.-, le ricordava lui.
-Ah
sì!
Ma lei
non ricordava affatto, faceva finta. Solo perchè amava Shade
e le
faceva male vederlo triste.
Fine
sembrava diventare più piccola ogni giorno che passava, non
solo
mentalmente, anche esteticamente.
Indossava
vestitini dai colori sgargianti, legava i capelli in codini e il suo
corpo rimpiccioliva giorno dopo giorno, come per magia.
Shade
era tremendamente spaventato da questa metamorfosi, ma non lo dava a
vedere e si abituava ai continui cambiamenti di Fine, che un giorno
era in grado di leggere un romanzo di quattrocento pagine e il giorno
dopo non riusciva a decifrare i caratteri in grassetto di un libro
per bambini.
Shade
cominciò a chiedersi se ormai non fosse arrivato il momento
di
gettare la spugna.
Fine
non ricordava più nulla, non ricordava di essere malata,
sposata con
lui, di avere diciassette anni.
Era
una bambina vivace e allegra. Adorava farsi portare da Shade sulle
spalle e riempirlo di baci e abbracci soffocanti, come se fosse un
suo amico, o il suo fratello maggiore o suo padre.
Non ce
la faceva più a vederla così, non reggeva
fisicamente lo stress e
arrivava ad ora di sera con le ossa a pezzi.
Fine
non lo riconosceva neanche più, il loro matrimonio sembrava
finito
da un pezzo.
Una
mattina, si svegliò abbracciato al corpo scheletrico e
minuscolo
della ragazza, ma quando la chiamò, lei non rispose.
To be continued...
Mi rendo conto che è passato del tempo dall'ultimo aggiornamento...... ahahh mesi? anni? Non so, ci tengo a completare questa storia, nei prossimi giorni posterò gli altri capitoli :)