Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
Segui la storia  |       
Autore: BecauseOfMusic_    30/09/2014    1 recensioni
Elisa ha fatto domanda per un corso trimestrale di canto in una rinomata scuola americana durante l'estate, aspetta la telefonata che le confermi che è stata accettata, invece viene contatta dal manager di un famosissimo gruppo musicale, che le propone un lavoro da corista per il tour estivo.
Quando arriva in america con il suo ragazzo tutto sembra perfetto, fino all'incontro con le star, con Joe Jonas in particolare...
Può bastare un'estate per farle cambiare idea sull'amore?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sono in ritardo di un giorno, lo so e chiedo umilmente perdono, ma ho avuto un sacco di cose da fare. 
comunque la nostra storia è ben lontana dalla fine, quindi proseguiamo!
Come sempre invito tutti a recensire, e vi ricordo che le critiche sono accettate, purchè costruttive.

A preso
  un beso
          BecauseOfMusic_



Il giorno dopo mi svegliai più presto del solito, e notai che Paul non era nella sua stanza.
In questo appartamento avevamo deciso di dormire separati, perché due brandine vicine avrebbero occupato troppo spazio, così lui aveva montato la sua in soggiorno.
Inizialmente avevo sofferto un po’ la sua mancanza accanto a me, però, sotto sotto, ero contenta che si fosse allontanato un po’.
Non persi neppure tempo a domandarmi dove fosse, afferrai il telefonino e meditai di chiamare Nando: avevo davvero bisogno del suo aiuto;  mi ricordai però del fuso orario.
Probabilmente dormiva a quell’ora.
Prima di fare la doccia tentai di rintracciare il mio ragazzo, ma aveva il telefono staccato: sospirando mi infilai sotto il getto d’acqua.
Preparai la borsa infilandoci il mazzo di chiavi di casa, i miei occhiali da sole, il telefonino e il portafogli, poi infilai i miei jeans preferiti e una T-shirt abbinata alle scarpe da ginnastica; rifeci il mio letto e misi un po’ in ordine la casa, dopo mi sbafai un grosso cornetto al cioccolato che avevo comprato la sera prima e mi sedetti sul divano facendo zapping mentre aspettavo il mio accompagnatore.
Joe arrivò mezz’ora dopo con una cartina della città
-Dove vuoi andare?- mi chiese sorridendo.
-Voglio visitare tutta la città, se riusciamo.-
-Ai suoi ordini, signorina! Ma si ricordi che domani bisognerà presentarsi alle prove un’ora prima per imparare le nuove canzoni.-
-Le nuove canzoni?- chiesi corrugando la fronte.
-Quelle che appartengono al nuovo album.- mi rispose aprendo la portiera -Ma non voglio parlare di lavoro, cominciamo dai monumenti: ti va?-
Di monumenti non ce n’erano molti, a dispetto delle mie aspettative, ma i luoghi di interesse erano diversi: edifici storici, teatri, musei e gallerie…
C’era anche un bel parco, attrezzato per i cani e con diversi percorsi da fare in bici, correndo o semplicemente passeggiando; ci sedemmo in un’area picnic adombrata da grossi pini e chiacchierammo un po’.
-Ti piace l’America?-
-Si e no.- risposi, ridendo di gusto alla sua faccia incredula.
-Si perché insomma, è la grande America, mentre no perché non è casa mia: mi mancano i miei genitori, i miei amici: niente qui è familiare per me.-
Annuì: -Come sarebbe per me in Italia.-
-Esatto.-
-Come va con quel ragazzo…Paul si chiama?- chiese fingendosi totalmente disinteressato.
Mi irrigidii leggermente: -Perché questa domanda?-
-Solo per sapere, mi è dispiaciuto che ti abbia fatto quella scenata.- rispose stringendosi nelle spalle.
-Va bene grazie, abbiamo fatto pace e ora è tutto sistemato.-
Sorrise, ma vedevo chiaramente che non era quello che si aspettava.
-La tua amica bionda invece?- chiesi io, decisa a stuzzicarlo un po’.
-Anne- disse con un sospiro sconsolato –la mia quasi fidanzata.-
Fu come se avessi ingoiato un macigno.
Lui proseguì: -Ci siamo frequentati per quasi un anno, l’ho conosciuta alla festa di compleanno di un amico comune; per un po’ ho anche pensato che fosse quella giusta, che magari l’avrei sposata, ma mi sono reso conto che non le interesso davvero. Lei cerca la fama ed io non sono disposto a farmi ridurre il cuore in pezzi da una così.-
I sassi nel mio stomaco continuavano ad aumentare.
-Quando si è accorta che cercavo di scaricarla ha ricominciato a scrivermi costantemente, dopo il nostro primo concerto mi è praticamente saltata addosso dietro le quinte.- mi informò arrossendo.
Ecco spiegato tutto quell’impiego di lingua nel backstage, quando avevo cercato di parlare con lui a Los Angeles.
-Beh- dissi cercando di riempire il silenzio che si era creato dopo le sue rivelazioni –se la vedo gironzolare alle prove chiamerò subito Chuck, va bene?-
Rise annuendo.
-Vieni, compriamo qualcosa da mangiare e poi finiamo il tour.-
 
 
 
Due ore più tardi eravamo seduti in una galleria d'arte a fissare un quadro che ritraeva una spiaggia nera come il carbone, in contrasto con un mare cristallino
-A casa mia, a Roma, mia mamma ha una copia di questo quadro!- esclamai
-Davvero?- mi domandò.
-Si! Sono sicurissima, ricordo che mi diceva sempre:” un giorno andrò su questa spiaggia, e ne metterò un po’ in una bottiglia, così potrò conservarla come ricordo”-
Improvvisamente la mia testa fu invasa dai ricordi: Roma,i miei genitori che mi aspettavano a casa, mia madre e la sua lunga battaglia, che ancora non era finita. Per l’ennesima volta mi pentii di non essere tornata a casa con loro quando ne avevo avuto l’occasione.
Gli occhi mi si riempirono di lacrime; Joe se ne accorse e mi chiese spaventato:
-Che succede, stai male?-
Scossi la testa: non avevo ancora detto a nessuno quanto stava male mamma, perche se ne avessi parlato con Paul avevo la certezza che avrebbe insistito per tornare immediatamente a casa. Anche se era la cosa giusta da fare non ero sicura di volerlo e questo mi faceva sentire tremendamente egoista; escluso il mio ragazzo, però, chi avrebbe capito?
-Riguarda i tuoi? Hai nostalgia di casa?- Joe continuava a bersagliarmi di domande, e stava entrando nel panico perché non rispondevo.
Decisi che potevo fidarmi di lui: avevo bisogno di credere che fosse così.
-Mia madre sta male, davvero tanto. Tre anni fa le hanno diagnosticato un cancro al seno: ha fatto tutte le terapie necessarie ed è stata operata: sembrava tutto a posto ma durante uno degli ultimi controlli hanno scoperto che non sono riusciti a debellarlo.-
Mi circondò le spalle con un braccio: -Mi dispiace, Elisa, mi spiace davvero tanto.-
-Ora devono dirle se è operabile oppure no, e in base a quello io deciderò se proseguire il tour o lasciare.- terminai asciugandomi le lacrime.
-Fammi una promessa, anzi, facciamo un patto.-
Lo guardai insospettita.
-Comunque vada tu tenterai la carriera da solista: sia che tu finisca il tour, sia che tu torni a casa. Io, in cambio ti rivelerò un segreto.-
Accettai, incuriosita.
Lui mi sorrise, e per un attimo temetti che il mio cuore si fosse fermato.
Mentre tornavamo a casa parlammo di un po' di tutto, ridendo come matti: era bravo con le battute, non quanto Kevin, ma se la cavava bene; mi sentivo davvero di buon umore in quei momenti, sentivo di poter dire qualunque cosa senza essere giudicata, e poi pareva esserci una forza invisibile che mi spingeva continuamente verso di lui. Parcheggiò l'auto sotto casa, ed io aprii la portiera per scendere, ma lui mi trattenne
-Mi sono divertito oggi, dovremmo ripetere più spesso-
Mi sporsi e lo baciai sulla guancia: -Sono perfettamente d'accordo-
Rimase a guardarmi imbambolato, sfiorandosi la guancia, mentre salivo le scale ed entravo in casa.

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers / Vai alla pagina dell'autore: BecauseOfMusic_