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Autore: sassafras    30/09/2014    1 recensioni
- Sono Frank Iero. - disse. La sua voce era roca, bassa e piatta. Le sue labbra pallide rimanevano leggermente socchiuse alla fine di ogni frase, - Sta mattina mi è stato detto che sono figlio della Morte ed è per questo che mi trovo qui. Piacere. -
Genere: Fantasy, Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Bob Bryar, Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Ray Toro
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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.7.


Frank era dallo psicologo a parlare per quello che aveva fatto.

Gerard e gli altri si trattenevano sul tavolo della colazione, riluttanti ad andare a lezione. Continuando a versarsi caffé per posticiparla il più possibile.

-Okay, dai, vado a pagare. - sospirò infine Michael, alzandosi con una smorfia dal tavolo.

Bob alzò gli occhi dal suo saggio breve e sospirò.

Ray aveva quel suo strano sorriso, e i suoi occhi erano fissi su Gerard senza motivo. La faceva spesso, quella cosa di fissare qualcuno senza dire nulla.

-Non sto scherzando, smettila con le pastiglie. - disse all'improvviso Gerard, spazientito.

Bob risollevò lo sguardo dai fogli, spalancando appena gli occhi.

Michael, in lontananza, pagava la loro colazione senza aver la possibilità di difendere l'amico.

-Credi che mi diverta prenderle? - chiese Ray, irrigidendo l'espressione vuota che aleggiava sul suo viso stanco.

-No, non ti fa alcun effetto. Non provi più niente. -

-Se ti può confortare, in questo momento mi sento infastidito. -

Gerard soffiò aria fuori dal naso, cercando di non arrabbiarsi. Strinse i denti. - Sono solo spettri di tuttò ciò che potresti provare. -

-Gerard, non conosci i motivi per cui lo faccio. -

-Nemmeno tu. -

Ray rise sarcasticamente. - Oh, no, credimi, li conosco molto bene. -

-E perchè non ce li dici? Siamo amici. -

-Mikey lo sa. - si limitò a dire, stringendo a pugno una mano posata sul tavolo.

-E io e Bob? Non contiamo nulla? -

A quel punto Bob intervenne. Posò una mano sull'avambraccio di Gerard, allarmato. - Gerard, non fare leva su questo... -

-Non- - cercò di ribattere Gerard.

-E' scorretto. - aggiunse Bob.

Gerard richiuse la bocca. - Io- io so solo che ho perso un amico per colpa di quelle merda di pastiglie. E sono stanco di continuare a fingere di volerti bene come prima. Non sei più quello di prima. Come posso volerti bene? -

Ray strinse le labbra.

Gerard guardò combattuto i suoi occhi, che si stavano colmando di lacrime.

-Gli amici non ci dovrebbero essere nel momento del bisogno? - chiese con voce tremante il riccioluto.

-Non è un momento, è un'intera vita. Non sono diventato tuo amico a queste condizioni. Mi ero affezionato al vecchio Ray, non a questo- quello che sei diventato perchè sei troppo codardo per accettare la tua natura. -

-Condizioni? - ripeté, - Da quando per diventare amici si firma un cazzo di contratto? - tuonò.

Gerard notò qualcosa, nella sua voce. Qualcosa che proveniva dal fondo della sua gola. Uno strano brontolio come se... ringhiasse. Terrorizzato, fissò a occhi spalancati le labbra di Ray distendersi fino a scoprirgli i denti.

Bob scattò in piedi, afferrando Gerard per la spalla per allontanarlo.

Michael era corso da loro e stava cercando di trattenere Ray fermo sulla sedia, mentre nella mensa accorrevano le guardie.

Lo portarono via.

Gerard era sconvolto. Stordito di fronte all'assurdità di quella scena. Quella rapida sequenza di cose. L'aveva da sempre saputo, leggendo fra le righe come tutti in quella scuola facevano. Nessuno di loro dichiarava mai apertamente la loro natura, soprattutto perchè spesso gli esseri umani avevano affibbiato loro nomi fin troppo imbarazzanti. Lupo mannaro, licantropo... lo sapeva. Ciò che lo preoccupava era il fatto che Ray non riuscisse a controllarsi nemmeno sotto trattamento. Credeva fosse perfettamente in grado di trattenersi.

-Gerard Way. -

Si voltò, ancora allibito. E guardò senza capire la donna che aveva visto un paio di volte alla segreteria. - Il signor Terrace la vuole in ufficio. -

-Cosa? - . Lo psicologo? Ma se era quello più normale dell'intera scuola!

-Mi segua. -

Gerard, il fiato ancora corto, si voltò a guardare con aria smarrita Bob e il fratello.

-Andiamo. - insistette la donna.

Senza veri motivi per cui non farlo, decise di seguirla senza opporre resistenza. Non voleva essere trascinato a forza da un'altra decina di quegli uomini alti e muscolosi, come avevano fatto con Ray. Percorsero a passo sostenuto i corridoi in fase di svuotamento, e Gerard riuscì a confortarsi vagamente nel pensare che almeno avrebbe perso un po' di lezione.

Sperò di trovare Frank nell'ufficio di Terrace, ma quando entrò trovò entrambe le sedie di fronte alla scrivania vuote.

E la tozza figura del signor Terrace appoggiata al tavolo.

-Grazie, Melanie. - ringraziò educatamente la signora, con uno dei suoi vecchi sorrisi pacati.

La donna uscì dall'ufficio, chiudendosi la porta alle spalle.

-Buongiorno, Gerard. -

-Dov'è Frank? - chiese, guardandosi intorno come se fosse potuto sbucare dalla carta da parati.

-Non c'è. E' appunto di lui che ti vorrei parlare... -

-Cosa? - domandò, alzando involontariamente la voce.

Il signor Terrace abbassò per un attimo le palpebre prima di riprendere a guardare Gerard da sotto le folte e spettinate sopracciglia brizzolate. - Siediti. -

Soffocò l'infantile istinto di non farlo e obbedì. Non gli era mai andato a genio il signor Terrace. Aveva l'impressione che fosse una di quelle persone sopravvalutate e forzatamente bonarie. Anche se, c'era da ammetterlo, Gerard Way tendeva a odiare qualsiasi cosa o persona gli altri amassero.

-Io e Frank abbiamo parlato a lungo di come si trova qui, e di come si sente. Mi ha nominato spesso il tuo nome. Mi sono fatto raccontare un po' delle cose che fate insieme... -

Gerard arrossì violentemente, chiedendosi a cosa si riferisse, esattamente. Indugiando sul genere di cose che avrebbe potuto fare con Frank. Riempiendosi la testa di immagini che non avrebbe mai voluto avere con il signor Terrace di fronte. Soffocò freneticamente i propri pensieri.

-Credo che tu non debba prenderti la libertà di esplorare il suo passato umano. Il fatto di non ricordarsi della sua vita precedente fa parte del suo Dono, e non sei tenuto a scavare nei suoi pensieri. E' contro la sua natura, la sua nuova natura. -

Gerard corrugò la fronte. Era possibile arrabbiarsi così spesso nella stessa mattinata? - Ma non sapere nulla di com'era prima lo fa stare male. -

- Sono condizioni che vanno accettate, non respinte. E' abusivo. A lungo andare, col formarsi della sua nuova vita associato allo spirito della vecchia che state cercando di resuscitare, potresti causargli disturbi dissociativi dell'identità. -

-E' un suo diritto sapere cos'è successo prima. Come potrebbe costruirsi un futuro senza un passato su cui basarsi? -

- Il suo passato è iniziato una settimana fa quando è arrivato in questa scuola. Non è tenuto a sapere nient'altro di ciò che è successo prima di quello. - ribatté con calma l'uomo, - E non costringerlo più a provare emozioni. Non fa parte di ciò che è ora. -

-Costringerlo?- ripeté Gerard, ridendo con tagliente sarcasmo, - Si rende conto di ciò che sta dicendo? Che razza di psicologo è? E' vivo, e ha il diritto di vivere. Vivere significa provare cose. Non glielo può impedire solo perchè una volta è morto. Che senso avrebbe, altrimenti, avere una seconda possibilità di vivere e farlo basandosi solo sugli aspetti biologici, che fra l'altro nel caso di Frank sono davvero ridotti? La vita non è fatta solo di organi funzionanti, singor Terrace. E se crede che sia così, allora deve avere davvero molto fegato per definirlo “Dono”. E' una condanna, piuttosto. E ora, se mi permette... - disse, posando le mani sui braccioli della sedia per alzarsi.

-Non ho ancora finito. Se ripeterai gli stessi errori con Frank sarò costretto ad allontanarvi. -

Gerard scoppiò di nuovo a ridere. Si alzò in piedi. - Senta, oggi non è davvero giornata. Prima uno dei miei migliori amici mi ha quasi azzannato e non ho davvero intenzione di prestare ascolto alle sue stronzate philofobiche. Le auguro una discreta giornata. - . Uscì dall'ufficio e si sbatté la porta alle spalle, furioso.


Bussò alla porta ed entrò nell'aula, fremendo ancora.

-Buongiorno. - lo salutò il professor Zane.

-Buongiorno. Scusi il ritardo. - sbottò, andando a sedersi accanto a Frank.

Frank sorrise e lo salutò a bassa voce, riportando mansuetamente gli occhi sul libro.

Il professor Zane riprese a parlare di Cervantes, come sempre beatamente ignorato dalla maggior parte degli alunni seduti.

-Che ti ha detto Terrace? - sussurrò concitatamente Gerard, ricatturando i suoi occhi.

Frank lo guardò, vagamente preoccupato dall'agitazione dell'amico. -Mi ha parlato insieme a un medico. Mi hanno spiegato che ho meno sangue in corpo rispetto alle altre persone e che ho rischiato di morire. -

-Che altro ti hanno detto? -

-Che è normale sentirsi confusi e fuori posto ma che dovrei parlare con uno di loro invece di sezionarmi. Perchè tutte queste domande? -

-Mi hanno convocato. Cioè, il signor Terrace ha voluto parlarmi. Quel pezzo di merda. -

Frank sbiancò, spalancando gli occhi verdi. Che un tempo sembravano color fango ma che ora erano limpidi e luminosi. - Perchè? -

-Non gli sono piaciute le cose che gli hai raccontato su di noi. Che gli hai detto, di preciso? -

-Oh merda, scusa... - farfugliò, sollevando irrequieto le mani.

-Non sono arrabbiato. Dimmi che gli hai detto. - insistette, avvicinandosi.

-Gli ho detto della cosa- che abbiamo ascoltato insieme musica e mi hai fatto ricordare di che gruppo si trattava, che mi hai spiegato che ho ancora la capacità di provare sentimenti come tutti gli altri. -

-Terrace è contrario a questo genere di cose. Essenzialmente, dice che sei morto e che devi sentirti tale. -

Frank socchiuse le labbra, quasi disgustato.

-Senti, noi continueremo a fare quel cazzo che vogliamo. Però non devi farne parola con nessuno. E probabilmente è meglio se in pubblico mantieni un atteggiamento piuttosto distaccato dal sottoscritto. Okay? -

Il ragazzo annuì, spaventato.

Gerard gli afferrò una mano fredda. - Non preoccuparti. -





























  
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