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Autore: PostBlue    01/10/2014    2 recensioni
Brian continua a fissare il numero che ha digitato finché il display del cellulare non si spegne per l'ennesima volta.
Non ha voglia di fare quella telefonata. Non pensa di aver mai avuto meno voglia di fare qualcosa in vita sua.
Genere: Angst, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Muse, Placebo | Coppie: Brian.M/Matthew.B
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOTA DI INIZIO CAPITOLO
 
Allora. Mi sembra doveroso avvertire: io ho il pessimo vizio di saltare avanti e indietro nel tempo. Inizialmente le indicazioni temporali di questo capitolo non c'erano ma poi ho pensato di aggiungerle per evitare confusioni. Spero di non incasinarmi troppo; se non si capisce qualcosa ditemelo e vedrò di rimediare. Nel frattempo grazie a tutte coloro che leggono, seguono, recensiscono e grazie per l'accoglienza calorosa che avete riservato a questo esperimento *inserire cuori a piacere*
Per le fanciulle angustiate dal Belldom...non vi preoccupate perché non è previsto che ce ne sia molto e non credo che sarà neppure esplicito dato che io riesco a scrivere scene di rosso solo se ho Brian sotto le grinfie :P
Bon. Pongo un freno agli sproloqui.
PB
 
CAPITOLO II 
SUICIDE BLONDE
 
Walk away to save your face
You never were a genius
Walk away to save your face
You let it come between us

Placebo, Second Sight
 
15 GIORNI PRIMA
 
Brian, ciao, sono Dominic. Avrei bisogno di parlarti. Possiamo vederci?
 
Brian rimane a fissare il display del cellulare anche dopo che questo si è spento da un po'. La voce di Stef lo raggiunge ma è troppo lontana perché possa capire cosa sta dicendo.
 
Spinge la porta a vetri ed entra. Gli basta meno di un secondo per individuare il batterista dei Muse seduto nell'angolo più remoto del locale. Cazzo, aveva rimosso il fatto che quell'imbecille si è tinto i capelli di biondo platino. Praticamente fa luce.
E' appoggiato allo schienale del divanetto e guarda fuori dalla vetrata le luci della città che gradualmente cominciano ad accendersi e a farsi sempre più nitide nell'imbrunire. Se è nervoso, non lo dà a vedere. A differenza di Matt che non riesce a stare fermo un attimo neanche quando è tranquillo, Dominic siede in modo rilassato e il suo sguardo ha piuttosto un che di distratto. Di assente.
 
Per un attimo Brian prova l'impulso fortissimo di voltarsi e andarsene. Non sa neanche lui bene perché e non ha voglia di chiederselo, ma per un momento tutta la situazione gli appare nella sua completa assurdità.
E' una situazione sbagliata.
Non dovrebbe essere lì.
Non senza averlo detto a Matt.
Non con tutto quello che significa il suo essere lì.
Non con tutto quello che lui sa e che Matt crede che lui non sappia.
Oppure, almeno, avrebbe dovuto ignorare il messaggio.
Le infinite possibilità sospese nell'arco di una manciata di secondi scompaiono nel momento in cui Dom alza gli occhi e lo vede, incerto sulla porta.
Gli fa un cenno con la mano e Brian non può che dirigersi verso il tavolo.
- Ciao.
- Ciao.
- Grazie di essere venuto.
- Figurati.
- Prendi qualcosa?
- Non lo so. Tu?
- Una birra. Ti ho aspettato per ordinare.
- Grazie ma teoricamente non dovrei bere niente di alcolico... - Dom lo guarda per un attimo come si guarderebbe uno scarafaggio su una pizza e Brian si affretta a finire la frase - ma sì, una birra può andare.
Dom si alza e va al bancone ad ordinare.
Brian è nervoso. E odia essere nervoso. Soprattutto quando non c'è un vero motivo per esserlo.
Nella sua mente si affaccia qualcosa che suona molto come senso di colpa ma decide che non è il momento di approfondire.
Dom ritorna, gli posa di fronte la sua birra e si risiede.
- Sei mai stato qui?
- No.
- Fanno anche da mangiare molto bene.
- ----
- E' cambiata gestione da un anno ed è migliorato tantissimo, prima era un posto piuttosto insignificante...
- ----
- ----
- Parliamo anche del tempo o veniamo al punto?
- ---- una specie di sorriso storto. Gli occhi improvvisamente più duri.
- ----
- Non lo so, Brian. Qual è il punto?
- Speravo me lo chiarissi tu, visto che sei tu che hai voluto incontrarmi.
 
Per qualche strana ragione Brian si era aspettato che avere a che fare con Dominic sarebbe stato molto simile ad avere a che fare con Matt. Faticoso, magari, ma non realmente difficile.
Niente poteva essere più lontano dal vero.
Avere a che fare con Dom era una cosa completamente diversa.
Completamente.
 
 
IERI
 
 - Matt ma si può sapere che cazzo hai oggi?!
Dom di alza di scatto dalla batteria e lancia via le bacchette con un gesto di stizza.
Chris alza gli occhi al cielo, posa il basso e si lascia cadere su uno sgabello, aspettando l'inevitabile.
Matt rimette precipitosamente in tasca il cellulare e cerca di assumere un'espressione vagamente interessata a quello che gli sta succedendo intorno.
- Niente, perché?
- Ma vaffanculo!
Matt fa uno sforzo per non rispondere a tono.
- Ma che ti prende, tu non hai mai sbagliato un attacco?
- Sì, ma non perché cercavo di suonare inviando messaggi col cellulare.
Momento di stallo. Si guardano.
- Ho solo controllato se Kate...
- Kate un paio di coglioni. Matthew, credi che siamo due deficienti?
Si volta verso Chris in cerca di supporto.
- Matt, in effetti è da stamattina che non ci sei... - azzarda Chris con cautela - se non te la senti forse è meglio se riprendiamo domani...
- O dopodomani. O quando cazzo Mr. Molko deciderà che noi possiamo riavere il nostro frontman.
Chris guarda Dom con gli occhi imploranti di chi chiede solo di essere lasciato fuori da quello che sta per arrivare.
Matt apre la bocca. Emette un verso inarticolato. La richiude.
- Vado a farmi un caffè - neanche il tempo di dirlo e la porta della sala si richiude alle spalle di Chris.
Matt è ancora fermo in piedi davanti al microfono. Istintivamente porta la mano alla tasca dei jeans dove si trova il telefono, ma si ferma in tempo per evitare le ustioni multiple che gli deriverebbero dall'occhiataccia di Dom. E' incazzato come Matt non lo vedeva da tempo. Da quando gli aveva annunciato che Kate era incinta, per la precisione.
Molla la chitarra per terra e gli si avvicina. E' girato di spalle e sta tormentando i bordi di un'enorme scatola di cartone che aveva contenuto chissà cosa.
- Senti, scusa, è solo...
- Non mi interessa.
- Ma non...
- Ho detto che non mi interessa.
- Dom, ma non c'entra...
Si volta di scatto.
- Matt, non me ne frega un cazzo! - gli urla addosso.
Matt rimane a fissarlo con aria afflitta. Dagli occhi di Dom arriva qualcosa che è quasi odio e che sembra concentrarsi in particolare sulle labbra del cantante.
Matt riflette vagamente su quanto quella sia una giornata di merda. E' dalla mattina che Brian non risponde né alle sue chiamate né ai suoi messaggi. Adesso Dom si mette a fargli una scenata di gelosia. Ci manca solo che anche Kate trovi un motivo per fargli il culo e poi è a posto.
Dom allunga una mano sul suo fianco e la fa scendere lentamente. Per un attimo Matt non capisce cosa voglia fare ma poi vede il suo cellulare nella mano dell'altro. Non fa in tempo a protestare che Dom lo spegne e lo lancia sulla pila delle loro giacche ammassate su una sedia nell'angolo lì vicino.
Poi lo guarda. Negli occhi questa volta.
- Non me ne frega un cazzo, Matt. Solo, fai in modo di non farmelo ripetere altre volte.
E poi Matt non ha molto tempo per riflettere sulle parole dell'altro perché, senza capire bene come, si ritrova con le spalle al muro in quello che sembra uno stanzino pieno di casse per il trasporto degli strumenti e con le mani di Dom che maltrattano immeritatamente ogni centimetro dei suoi indumenti.

 
   
 
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