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Autore: elyvane    01/10/2014    2 recensioni
A volte le persone vengono inghiottite da una spirale di odio e vendetta, e solo l'amore e l'amicizia riusciranno a riportarle a galla.
Sasuke, ancora una volta rischia di sprofondare nelle tenebre , ma i suoi amici che non smetteranno mai di crederlo in lui , cercheranno di salvarlo. Ai, sua sorella, Akemi, sua carissima amica, il kazekage Gaara , il maestro Gai , Shikamaru ed altri personaggi partiranno per una missione di fondamentale importanza : salvare Sasuke.
Ai: Akemi guarda ... una stella cadente , esprimi un desiderio!
Akemi: Sai cosa desidero
Ai: già
Akemi: Ai, salveremo Sasuke ... è una promessa fatta a questa stella cadente!
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Madara Uchiha, Nuovo Personaggio, Sabaku no Gaara, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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E&V: Eilà gente!! Grazie, come sempre, di aver letto i capitoli precedenti della nostra fan fiction. Eccovi un altro capitolo, speriamo vi piaccia!!
Buona lettura (^ V ^) !!

                                                                                                           *** STARDUST - POLVERE DI STELLE***

“Capitolo IV, My desire: la decisione del kazekage”
 
Passò  circa una mezz’oretta ed Akemi cominciava a spazientirsi.
 Era in pensiero per Sasuke e non capiva perché Ai e Gaara ci stessero mettendo cosi tanto.
 Faceva freneticamente avanti e indietro per il corridoio, con le braccia incrociate e i denti serrati.
 Era nervosa.
Mentre camminava sentì finalmente la voce di Ai. Diceva qualcosa come “lascia che venga con noi” e “sai quant’è importante per lei”. Si avvicinò piano piano alla porta dell’ufficio e , scostando i capelli biondi con le dita dall’orecchio destro , lo accostò a questa.
Il kazekage e la giovane Uchiha stavano discutendo sicuramente di lei e ciò fu confermato quando Gaara affermò che sarebbe potuto essere pericoloso e che Sasuke avrebbe potuto non riconoscerla visto il tempo che era passato dal loro ultimo incontro e a causa degli occhi di Itachi ed avrebbe potuto farle del male.
A quelle parole il cuore di Akemi si strinse in una morsa, indietreggiò di qualche passo e stette per un attimo a fissare il pavimento incredula. Come poteva Sasuke non riconoscerla, non ricordarsi del suo viso, del suo sorriso che tanto gli metteva allegria.
 Si sentì male.
Una persona non può dimenticare così all’improvviso, non può, o almeno nel suo caso, Sasuke non doveva dimenticare, non doveva.
 
Mentre Akemi rimuginava sui suoi pensieri si sentì riecheggiare la voce di Ai per tutto il corridoio
 
<< Pensi che se ti succedesse una cosa del genere , qualcuno potrebbe impedirmi di venire da te?!!>>
Ai strinse i pugni e con le guance tutte rosse e i denti serrati fece sentire le sue ragioni. Gaara era rimasto con gli occhi sgranati a guardarla, senza saper cosa rispondere e divenendo anche lui rosso in volto.
Intanto i pensieri di Sasuke affluivano nel cervello di Akemi come un fiume in piena e lei non poteva più sopportare quello stato di oppressione , doveva fare qualcosa.
Indietreggiò di qualche passo, serrò le dita della mano destra a mò di pugno e lo scaraventò con tutta la sua forza contro la porta della stanza del kazekage, facendola venir giù in un nuvolone di polvere.
Ansimando, si riprese e vide davanti a se’ Ai e Gaara che la guardavano sbigottiti .
Akemi cercò di riprendersi , deglutì un groppo in gola e affermò
<< non osate lasciarmi qui mentre voi andate da Sasuke!!!>>
Ai a quelle parole sorrise, era fatta così la sua migliore amica.
Gaara, inizialmente boccheggiò senza sapere che dire, poi guardò Ai in cerca di un segno di approvazione e quando questo venne si limitò a dire con tono calmo e pacato << Bene, partiremo domattina.. Devo prima sbrigare alcune faccende  e scegliere qualcuno che ci accompagnerà>>
Akemi sorrise contenta e ringraziò il kazekage e anche Ai.
Gaara si risedette alla scrivania e cominciò a sistemare delle scartoffie, e a firmare alcuni documenti. Ai si avvicinò ad Akemi e annunciò che sarebbero andate alla pensione dove avrebbero richiesto una camera, ma poi doveva informare anche il maestro Kakashi dei piani.
<< Accompagnerò Akemi alla pensione e poi andrò dal maestro Kakashi per informarlo che non potrò essere con lui nella terza divisione per un po’ di tempo. Sono sicura che capirà>>
<< Ne sono sicuro anch’io >>
Akemi incominciò a percorrere il corridoio ed Ai stava per seguirla quando la voce di Gaara la fece voltare indietro
<< Ai … Sta attenta>>
Ai gli sorrise dolcemente e rispose
<< Certo, come al solito >>
Per poi sparire nell’oscurità di quello stretto e buio corridoio, lasciandosi alle spalle solo una porta chiusa ed un profumo di vaniglia.
 
Il cielo si tingeva pian piano del rosso scarlatto del tramonto e ciò ricordava molte cose alle ragazze che camminavano a passo deciso per i vicoli quasi disabitati del villaggio della sabbia.
Rosso come il sangue dei caduti in battaglia.
Rosso come gli occhi di quel ragazzo così forte eppure adesso così indifeso.
Rosso come il sentimento che ardeva costante nel cuore di entrambe.
Akemi camminava un po’ più dietro di Ai, con la testa bassa e i capelli d’oro legati in una coda di cavallo che venivano smossi da un leggero venticello. Gli occhi verdi avevano un espressione mista tra la preoccupazione e la stanchezza.
Ai si accorse di questo comportamento.
La ragazza dai capelli corvini si accostò all’altra , le mise una mano sulla spalla , una mano piccola e dalle dita affusolate, la pelle morbida e soffice, la guardò intensamente con i suoi occhi neri e profondi e le chiese perché si stesse comportando in quel modo.
<< Akemi , sta tranquilla vedrai che Sasuke sta bene . Sai com’è fatto, non è uno che si lascia abbattere da così poco >>
<< Si lo so ..>>
<< Allora cosa c’è che non va?>>
<< Ho sentito quello che ha detto Gaara…>>
<< Cosa?>>
Akemi la guardò un attimo negli occhi per poi tornare a guardare la terra sotto i suoi piedi.
<< Lo sai … >>
<< ..? Non capisco a cosa ti riferisci, abbiamo parlato di tante cose>>
<< .. Ahh, Ai – chan, ti dice niente “potrebbe non riconoscerla” o “potrebbe farle del male”>>
Ai fece un’espressione confusa, ma poi si ricordò e cercò di spiegare le parole di Gaara.
<< Gaara intendeva dire che è da molto tempo che non vediamo Sasuke, da prima che cominciasse la quarta grande guerra ninja. Eppure prima lo vedevamo saltuariamente e solo quando attaccava qualche villaggio alleato o qualche nostro compagno. Quindi poco e niente. A questo si aggiunge il fatto che da poco, secondo quanto abbiamo carpito da Madara, si è fatto impiantare da quel serpente di Kabuto gli occhi di …>>
Akemi la guardo per cercare di capire come mai si fosse fermata di colpo e vide la giovane Uchiha, con gli occhi lucidi, strofinarli velocemente per nascondere quelle lacrime , poche lacrime repentine che le solcarono una guancia e per poi riprendere il discorso come se niente fosse. E fu proprio così.
<<.. Gli occhi di nostro fratello….I- Itachi… Ciò vuol dire che la riabilitazione impiega un po’ di tempo visto che è comunque un corpo estraneo ad entrare in quello di Sasuke, e appunto il suo corpo si deve abituare ad interagire con questo!>>
Akemi le sorrise e spostò lo sguardo in cielo.
<< Ai-chan, non è questo che intendevo>>
<< E-e allora cosa vuoi sapere ? Non capisco!>>
<< Gaara ha detto che Sasuke… potrebbe non ricordarsi di me>>
A quelle parole Ai sgranò gli occhi e cercò di spiegarsi al meglio.
<< Ma forse, intendeva , fisicamente.. Sei cambiata, siamo tutti cambiati, anche lui è cambiato. Non è più l’adolescente di quattordici anni che faceva le missioni con noi. Ora è un diciassettenne spietato e pieno di odio e rancore verso tutto e tutti>>
Akemi si sentì triste a quelle parole, ma era la verità e cercò di ritornare al discorso principale.
<< Ecco … Io non voglio che dimentichi tutto quello che abbiamo passato insieme, tutte le giornate felici, tutti i sorrisi che gli ho strappato sebbene fosse un tipo taciturno e costantemente imbronciato. Tutto…>>
Mentre parlava dei leggeri singhiozzi le impedirono di continuare e gli occhi smeraldini le divennero lucidi.
Ai le sorrise e le strinse calorosamente la mano poi la rassicurò e le fece promettere di essere forte e di essere ottimista. Akemi annuì e le rispose che per poco non si riconosceva lei, lei che piangeva per un niente .
 
Dopo pochi minuti giunsero nel centro del villaggio. Le costruzioni di sabbia erano cupe, tristi e ovviamente, per lo più, disabitate. Tante finestre oscurate da assi di legno, tante porte sbarrate. Lanterne in ferro battuto dalla forma molto particolare erano appese sugli atri di quelle poche case ancora alloggiate. Al loro interno splendevano fievoli fiammelle traballanti che circondavano di un leggero alone quell’altrimenti incupito villaggio alla luce dei primi colori della notte. Un edificio a tre piani si trovava in mezzo alla piccola piazza. Le pareti in roccia scura, i piccoli balconcini di ogni camera in legno d’acero. Quattro camere a piano , per tre piani, dodici camere in tutto. Il tettuccio sull’entrata era anch’esso in legno con drappi di stoffa rossa penzolanti. Ai lati della porta scorrevole d’entrata due lanterne intarsiate.
Le due ragazze si diressero verso quell’edificio.
<< Ai , che posto è questo? Sai che non conosco il villaggio della sabbia >> chiese Akemi
<< Ecco, se ricordo bene è la locanda dei genitori di Matsuri>> rispose Ai facendo una smorfia.
<< Emh, Matsuri sarebbe quella petulante svampitella di tredici anni innamorata di Gaara?>> ridacchiò Akemi dando una pacca sulla spalla di Ai che a stento tratteneva i nervi.
<< Purtroppo >> rispose con tono seccato Ai << questa è l’unica locanda ancora aperta del villaggio >>, dopo di che si diresse a passo autoritario verso la porta scorrevole e la spalancò.
All’interno un bancone in legno e degli sgabelli, alla destra ed alla sinistra di questo delle scale che conducevano ai piani superiori. Dietro il bancone una signora di mezz’età e un uomo anziano con i baffi che tremavano spaventati dalla violenza con cui Ai aveva aperto la porta.
Akemi rimuginò tra sé “Non parlare mai di Matsuri con Ai.. La odia proprio quella ragazza, non vorrei essere nei suoi panni eh eh”.
Akemi si avvicinò decisa al bancone e di rimando i due locandieri si tirarono indietro spaventati.
Ai non ne capì il perché, guardò stranita Akemi che alzò le mani e fece una faccia come a dire “ah io che ne so”.
La giovane Uchiha si schiarì la voce e chiese
<< Una camera per due per favore>>
L’anziano riconobbe quella voce, dolce ma allo stesso tempo sicura e forte,si aggiustò gli occhiali rotondi e piccoli dalle lenti consumate ed un po’ scheggiate sul naso aquilino e rugoso. A quel punto focalizzata l’immagine di Ai trasalì ma per la gioia, unì le mani ed allegro esclamò
<< M-ma lei è la signorina Ai !>>
Ai ed Akemi fecero delle facce stranite da quello strano entusiasmo.
La donna dalla pelle anche lei leggermente raggrinzita continuò con voce però un po’ più calma
<< Oh , quindi è lei la famosa signorina Ai >>
Nessuna delle due amiche riusciva a capire il motivo di quell’interessamento. Akemi si avvicinò all’orecchio destro di Ai furtiva per sussurrarle ---Perché questi tizi si comportano così?--- . Ai , dimenticandosi di parlare a bassa voce, rispose << Bah, non so >> e poi continuò senza mezzi termini rivolgendosi ai locandieri << posso sapere il motivo di quest’entusiasmo nei miei confronti? >>
Il vecchio fece un espressione quasi di disapprovazione , poi sorrise e le rispose << La tua fama ti precede signorina Uchiha. Le notizie del fronte giungono sin qui e chi non conosce lei, la sorella buona del traditore del mondo ninja, Sasuke Uchiha..>>
A quelle parole Akemi strinse i pugni. Perché tutti si prendevano la libertà di giudicare Sasuke senza neanche conoscerlo veramente?!Ogni volta che sentiva pronunciare quella parola, traditore, da gente estranea, che forse non aveva neanche visto mai in faccia quello “spietato e vendicativo ragazzo”, ogni volta voleva gridare al mondo di farsi i cazzi suoi una volta per tutte!!
Mentre rimuginava su ciò stringeva i denti e i pugni e sembrava poter sferrare uno dei suoi micidiali pugni distruttivi sul bancone della locanda. Ai  se ne accorse e per smorzare la situazione, difese il fratello.
<< La prego di non insultare Sasuke, dopotutto è sempre un membro del mio clan, e … mio fratello >>
L’anziano rabbrividì e si chinò per scusarsi. Ai guardò Akemi come a farle capire di non badare alle chiacchiere di stupidi locandieri che non avevano voce in capitolo, e la bionda, quasi aver capito ciò telepaticamente, annuì.
<< Bene, allora questa camera si può avere? >>
L’anziano ancora un po’ scosso, prese tremando una chiave arrugginita in metallo e rispose a bassa voce
<< Secondo piano, prima camera a destra >>
Akemi prese la chiave e stava per dirigersi verso le scale di destra quando vide che l’amica non la stava seguendo. Ai era intenta a fissare le scale di sinistra dalle quali stava scendendo qualcuno.
Una ragazza minuta, con le caviglie e le braccia fasciate, probabilmente a causa di una scottatura,zoppicava per i gradini. Aveva capelli corti fin sotto l’orecchio, castano chiaro e un’inconfondibile e perenne aria da stralunata. Matsuri.
Ai aveva riconosciuto il suo debole e schifoso, secondo il suo parere, chakra da almeno un quarto d’ora. La ragazzina non si era accorta di Ai ma giunta a meno di due gradini dalla fine della scala, si voltò ed incontrò il viso di Ai.
<< A-Ai – san >> balbettò Matsuri.
Ai la guardava con un aria di disprezzo mista a sfrontatezza ed altezzosità. Akemi si riavvicinò all’amica prevedendo qualche disastro imminente, ma dovette ricredersi.
Lei, infatti, mosse qualche passo in direzione di Matsuri, che di rimando indietreggiò atterrita. Dopo di che sorrise dolcemente e con aria terribilmente pacata corresse Matsuri
<< Ai sensei, o mia signora, grazie>> disse fulminandola con un occhiata dei suoi profondi occhi neri.
Matsuri tirò un gridolino e si scusò mille volte(Uaaahhh!!M-mi scusi sensei, mia signora, m-mi perdoniiiiii!!!!) prima di correre spaventata al piano superiore in camera sua.
Dopo di che, Akemi e Ai salirono soddisfatte al piano superiore.
 Un corridoio dal pavimento fatto con assi di legno d’acero e dalle pareti di pietra dura terminava con la loro camera.
 La porta, anch’essa in legno , si apri con un lungo ed acuto scricchiolio. Ciò che risaltava subito agli occhi nella stanza era il balcone spalancato dal quale si poteva ammirare l’imponente luna piena che troneggiava in quel cielo blu cobalto puntellato di stelle. Entrava un vento gelido ed Akemi corse a chiudere il balconcino. All’interno della camera due letti che sembravano abbastanza morbidi , aggiustati con delle coperte bordeaux . Al loro fianco due comodini in acero ed uno specchio penzolante appeso alla parete di fronte.
Akemi esausta si lasciò andare su uno dei due letti sprofondando nelle coperte vermiglie.
<< Erano mesi che non dormivo in un letto! >> disse abbracciando un cuscino in piuma d’oca.
Ai si sedette accanto a lei , in maniera più composta , e sorrise. La bionda si ricompose, si tolse la giacca protettiva color muschio e si massaggiò le spalle indolenzite, poi sospirò << Che cosa brutta è la guerra >>
Ai per un momento rimase senza dir niente, poi sopirò anche lei, e continuò << si, durante la guerra vedi persone morire ogni giorno, amici, parenti, tutti i legami che hai con il mondo si spezzano , tutta la speranza che hai riposto nel futuro si cancella , ogni giorno vivi solo cercando di non morire, e il tuo cuore comincia a diventare duro e a provare odio >>
Ad Akemi, che aveva lo sguardo perso nel vuoto, con quelle parole non poteva che venire in mente una sola persona. Sasuke. Pensò tra se ’ che l’intera vita di Sasuke doveva essere una guerra, e per gli stessi motivi che Ai stava elencando Sasuke era diventato quell’essere che tutti temono. Anche lui era vittima della crudeltà del mondo e per questo il mondo non poteva permettersi di accusarlo come un carnefice. Il bue che chiama cornuto l’asino. Che cosa stupida. Ma possibile che solo lei se ne rendeva conto?
I pensieri di Akemi vennero interrotti dalla voce di Ai che stava dicendo qualcosa, ma la bionda dovette ridestarsi prima di capire di cosa l’Uchiha stesse parlando.

Ely&Vane: grazie di aver letto, alla prossima ! ;)
 
   
 
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