RITORNO ALL’EPILOGO
Novembre 2014
Ci risentimmo, dopo quel litigio. Ti dissi che mi dispiaceva, tu rispondesti con un’altra domanda: “dovevi proprio farmi anche questo?”. Sputasti fuori tutto con quella tua voce un po’ stridula, incrinata dai singhiozzi. Mi dicesti che avevo avuto cinque anni per accorgermi dei tuoi sentimenti, e che avresti preferito litigare e basta, che non sentirti ricambiata proprio quando non potevi farci più niente, perché ci saremmo allontanati giocoforza. Mi chiedesti di non cercarti per un po’, perché eri stanca di stare male. Qualsiasi cosa avessimo fatto, adesso, sarebbe stata solo una tortura inutile. Come al solito dimostrai la mia immaturità attaccandoti il telefono in faccia. Ci ripenso, e mi meraviglio di quanti anni siano passati, prima che realizzassi le tue ragioni. Avevi ragione tu, come al solito. Amici non lo saremmo stati mai più, e una storia a distanza sarebbe naufragata. Avremmo solo rovinato anche i bei ricordi che ci rimanevano, se non li avevo già distrutti io con quella scenata idiota.
Stringo il volante e finalmente, sulla scia delle ultime note e di qualche clacson, riparto lentamente. Senza fretta e senza più alcuna rabbia. Ci vuole pazienza, ci vuole tempo. Saprò aspettare, come mi hai insegnato tu, di trovare il mio posto nel puzzle. La prossima volta che ci vedremo, sento che finalmente troveremo quell’incastro speciale. Vorrei ripromettermi di non lasciarti mai più scappare, ma il cuore mi dice che non ce ne sarà alcun bisogno. Succederà e basta. Il puzzle sarà completo, e non ci sarà bisogno di nessun disegno. Il nostro incastro sarà perfetto e splendido per se stesso, come se tutto avesse un senso in funzione di noi due, di due tessere al centro di un universo che sbiadirà attorno a noi, diventando un enorme puzzle tutto bianco.
Cosa mi aveva scritto Marco su facebook, l’altro giorno? “Ci vorrebbe proprio una rimpatriata”?
E saremo quel che tutti cercano
Quell'amore che i cantanti cantano
Tanto forte, potente, immenso che
Sembra esagerato e irrealizzabile
E che il petto fa quasi esplodere
Senza il quale non si può più vivere
Che potrebbe scomparire l'Universo tranne noi *
*(Max Pezzali - L’universo tranne noi)