CAPITOLO
N. 2
“SINCERITA’”
All’improvviso,dal
buio comparvero delle luci
che,man mano divennero sempre più abbaglianti.
La
foschia, lentamente, si diradò e si iniziarono
a intravedere i suoi malinconici grattacieli grigi stagliarsi
all’orizzonte.
Ora,
la grande città si vedeva bene, con le sue
mille luci abbaglianti e
colorate che
sembravano voler rischiarare quella
cupa
notte d’inverno.
Molins,
una grandissima città a Nord del fiume
Ileno, era circondata da alte e impervie montagne.
La
città, da sempre era simbolo di ricchezza
e di potere.
Quel
giorno, la città era avvolta da una grigia e
pesante nebbia che
rendeva tutt’attorno
ancora più triste e monotono.
Nonostante
la nebbia aleggiasse tra le vie della
città,le luci splendenti rischiaravano
l’oscurità dando un senso di allegria e
di felicità.
Le
luci delle case e dei negozi rischiaravano ogni
via e anche i vicoli più bui della città.
Di
solito, i negozi e le varie luminarie di Molins
restavano accese anche le altre sere, ma, quella sera in particolare
sembravano
ancora più splendenti di prima.
Nelle
vie della città c’erano le persone che,come
impazzite correvano da una parte a un'altra come colte da
un’improvvisa
frenesia.
In
tutta la città si sentiva musica, il borbottare
e le chiacchere della gente, cosa che non accadeva molto spesso durante
l’inverno.
Infatti,
quella città era una città di lavoratori
e, normalmente, dopo un giorno di lavoro, la gente preferiva andarsene a casa e riposarsi,ma,
quella sera sembrava
tutto diverso…
All’improvviso,
uno squillo di tromba si
alzò dal centro della città.
La
gente corse e si affollò lungo la via
principale di Molins, dove, in quel momento stava passando un lungo e
pomposo
corteo in festa.
La
famiglia Lison, infatti stava festeggiando la
nascita del loro
quarto figlio e, molta
gente era accorsa
ad assistere alla
cerimonia.
La
famiglia Lison era prepotente, arrogante e,
purtroppo molto ricca; infatti governava Molins da anni.
Gli
abitanti di Molins erano per lo più :
imprenditori, dottori, avvocati e commercianti.
Gli
abitanti di Molins erano persone
di
medio o alto ceto sociale.
La
famiglia Lison oltre che governare Molins,
controllava anche tutte le altre famiglie ricche di: Naklis, Dengrid,
Way e
Insir.
Mentre
il pomposo corteo attraversava le vie della
città, molte persone acclamavano commosse, altre, invece
erano del tutto
indifferenti.
“Che
noia…” ,
pensò Ken osservando
quella festosa cerimonia dalla cima di un
alto grattacielo.
Ken
aveva diciotto anni appena compiuti, i suoi
occhi erano del colore del blu profondo del mare, i capelli marroni
chiari
scarmigliati e un’espressione determinata ma malinconica al
contempo.
Ken
portava un paio di pantaloni di cuoio marroni,
una maglietta a mezze maniche rossa, sulla quale c’era una
pesante felpa di
lana blu scuro.
Ken
era un ragazzo molto introverso e, molto
spesso lasciava che fossero gli altri a decidere per lui
perché si
era rassegnato a una vita noiosa e priva
di avventure ed emozioni.
Però,
quando quel ragazzo si metteva in testa
qualcosa, non c’era modo di fargli cambiare idea.
Ken
era anche un ragazzo coraggioso e convinto dei
suoi ideali.
Il
ragazzo era indifferente a tutto e non
aveva mai provato amore per nessuna ragazza,
anche se, ad andargli dietro, di ragazze, ce n’erano molte.
Purtroppo,
tutte
le ragazze che si
facevano avanti
erano presuntuose, arroganti e con la puzza sotto il naso.
Ken,
che era completamente diverso da loro, non le
degnava nemmeno di un’occhiata e riusciva solo a pensare “Poverine…
In fondo, non è colpa loro se
sono diventate così !!”
A Ken
piacevano le ragazze semplici, sincere e
spontanee, senza troppi grilli per la testa.
Per
quanto riguardava gli amici, Ken ne aveva due
fidati e trascorreva con loro quasi tutto il suo tempo libero.
A Ken
piaceva molto andare a cavallo e anche stare
da solo a volte, per riflettere.
Il
suo cavallo era di proprietà di un maneggio e
lui, almeno due ore ogni giorno, le dedicava all’equitazione.
Infatti,
col cavallo andava fuori città, verso le
montagne che circondavano Molins.
Solo
lì, lontano da tutto e da tutti si sentiva
davvero se stesso e, cosa più importante, si sentiva davvero
libero…
Senza
contare che il ragazzo adorava gli animali.
Ken
viveva con sua madre, alla quale voleva
davvero molto bene.
La madre
di Ken era una
dottoressa e aveva
cresciuto suo figlio da sola perché il padre era sparito
appena dopo la sua
nascita, senza lasciare notizie, o almeno, questo era quello che la
madre aveva
sempre raccontato a suo figlio…
La
madre di Ken era una donna dalla statura
minuta, con gli occhi blu profondo, come quelli del figlio e i capelli
ramati.
Ken
aveva chiesto informazioni riguardanti suo
padre molte volte, ma, la madre, non gli aveva mai voluto dire nulla di
concreto.
L’unica
cosa che gli disse sua madre fu: “Non
essere così in ansia. Tuo padre non merita
di avere un figlio come te, Ken.”
Ken
rimase sconcertato da quella risposta e, da
allora, non chiese più nulla sull’argomento.
La
madre di
Ken notando che il figlio si stava isolando un po’ troppo
iniziò a portagli a
casa delle ragazze per fargliele conoscere, ma lui,come al solito
diceva loro:
“Scusami. Ma non ho intenzione di fidanzarmi.” , e
spariva.
Non
che Ken fosse una macchina priva di emozioni,
il problema era che non aveva ancora trovato la ragazza giusta per lui,
che lo
capisse davvero e che lo accettasse per quello che era.
Lui
voleva una ragazza semplice che stesse con lui
perché lo amava davvero e non per vantarsi con le altre di
avere il ragazzo più
bello.
Tutti
quegli anni di solitudine, avevano trasformato
Ken in un pessimista che non si fidava più di nessuno tranne
i suoi due amici e
vedeva cose negative ovunque.
Ma,
in fondo al cuore, Ken sperava continuamente
di riuscire prima o poi, a trovare degli amici veri di cui potersi
fidare sul
serio…
I
suoi due amici di Molins erano più che altro
compagni di scuola.
Quei
due erano sì amici di Ken ma non in modo
troppo stretto, infatti, il ragazzo non si fidava di loro fino
in fondo…
Le
ragazze che gli presentava continuamente sua
madre, purtroppo puntavano solo al patrimonio familiare e ad avere il
“ragazzo
più bello” per poi vantarsene…
Ken,
le persone così, non le sopportava
e non sopportava neanche la tirannia della
famiglia Lison che, ora stava passando proprio sotto di lui.
Nonostante
tutto, Ken non perdeva mai la speranza,
perché era certo che se avesse continuato a sperare, il suo
desiderio si
sarebbe avverato
sul serio !
Questo
era il suo Dono e lui ci si aggrappava ogni
giorno con tutte le sue forze !
Tuttavia,
Ken non sapeva che, di lì a poco, la sua
vita sarebbe cambiata completamente e che, le cose di tutti i giorni
avrebbero
preso tutta un’altra piega…