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Autore: Dragonero    01/10/2014    0 recensioni
Nel continente di Endiness, tre ragazzi hanno intrapreso il loro viaggio. Si tratta di Barstow, un mercenario, Silvana, una girovaga e Adhara, una nobile. Ma oltre che allenare e catturare pokémon, dovranno vedersela con la guerra nella regione di Serdio (per cominciare), più altre peripezie. Il cammino per giungere dalla campionessa, sulla Luna che Mai Tramonta, sarà lungo e difficile.
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Letta la pergamena Adhara sorrise vittoriosa, lei aveva automaticamente accettato la sfida, perchè una nobile poteva fare qualunque cosa. Anche Barstow disse che accettava la sfida, era un mercenario e doveva diventare forte ad ogni costo. Silvana invece fece spallucce, il suo più grande desiderio era quello di esplorare e collezionare pokémon, per lei le medaglie non erano importanti. Le avrebbe conquistate solo per necessità di obbedienza dei suoi pokémon, non per altro. Plow dette loro la loro benedizione e poi li lasciò andare, mentre Tasman si avvicinava al figlio e disse: -Ti aspetto alla reggia di Bale figliolo. Ricorda che dovrai affrontare il capo dei soldati, il mio diretto superiore. Lavitz Slambert.-
Barstow annuì, sapeva perfettamente cosa doveva fare, non era certo uno sprovveduto, ma si guardò dal rispondere male al padre, con un inchino deferente gli disse che avrebbe fatto di tutto per arrivare ai più alti livelli del continente e della Luna che Mai Tramonta. Soddisfatto, Tasman uscì fuori, saltò in groppa a Stella, che si era assopita nel frattempo, e ripartì alla volta di Bale, imboccando la via che tagliava per il boschetto. Il padre di Barstow era molto forte, sapeva che per arrivare alla capitale reale non avrebbe affrontato le praterie, ma presa la scorciatoia che tagliava per il boschetto, solo lui poteva farlo, i suoi fidi compagni erano addestrati ad ogni cosa ed erano molto forti. In cuor suo Barstow sperava, un giorno, di riuscire a battere il padre, per dimostrargli il suo valore, per dimostrargli che era cresciuto ormai e che poteva fidarsi di lui. Si voltò verso le due ragazze che come lui dovevano iniziare il suo viaggio. Silvana aveva l'aria fiera, sapeva che lei sarebbe diventata un grosso problema nelle fasi finali del suo viaggio. Adhara invece non aveva l'aria affatto pericolosa: era una classica nobile con la puzza sotto il naso, incapace di fare un passo senza una buona dose di denaro. Con una scrollata di spalle uscì fuori e guardò le strade del villaggio, ormai popolate di gente che lavorava, che vendeva o che semplicemente ciondolava in giro. Non avrebbe più visto quelle strade per molto tempo ancora, quindi le salutò bene con lo sguardo, sentendosi prendere da un vago senso di malinconia.
-Ehi, mica vai in guerra, perchè quella faccia?- sorrise Silvana, affiancandolo.
-Non so che dirti, sento che non vedrò mai più questo posto.- disse lui, improvvisamente, facendosi serio e osservando tutto attorno a se con sguardo spento.
-Come sei melodrammatico, come puoi dirlo? Cosa pensi che ti succederà?-
-Non dico a me. Potrebbe succedere qualcosa a questo posto.- mormorò, avviandosi giù per la stradina, ignorando le ora rade goccia di pioggia che gli picchiettavano sulla testa e sul naso. Silvana rimase a bocca aperta. Cosa stava dicendo? Che sapesse qualcosa di pericoloso? Quel Mercenario però sembrava così dannatamente serio e.. affidabile. Non poteva essere pericoloso, non ce lo vedeva a far casino. Lo seguì quasi automaticamente, trotterellando per mantenere il suo passo. Adhara anche si avviò, ma più distante, più che altro perchè gli altri due, correndo, rischiavano di schizzarle il vestito nuovo, preso apposta per il viaggio. Era un completo violetto, con bordature argentee, che rilucevano ad ogni movimento della ragazza, in pratica era una torcia vagante e sia di notte che di giorno, in caso di nemici, sarebbe stata sempre ben visibile, insomma un'ottima scelta. Un due pezzi, con maniche a tre quarti e pantaloni a mezza gamba. Stivali fatti su misura, eleganti e costosi. Barstow aveva scommesso con se stesso che non sarebbe durata due giorni: i briganti l'avrebbero denudata e privata di ogni ricco accessorio in pochi minuti... Ma questo alla nobile non era passato per la testa, ovviamente.

Si ritrovarono tutti e tre alle soglie del villaggio. Aveva smesso di piovere e ora c'era solo tanto fango dappertutto. Gli stivali di cuoio di Silvana, seppur neri all'origine, ora erano solo marrone fango e quando camminava slittava sulla strada fangosa, imprecando di tanto in tanto, sorpresa. Barstow si fermò: -Beh allora... che ne dite di proseguire insieme per un tratto?- sorrise. Adhara però non era dello stesso avviso, molto sinceramente disse loro che non aveva tempo da perdere e si mise a correre lungo la strada che da Seles portava al boschetto, rischiando ovviamente di smaciullarsi sul terreno impantanato. Silvana scosse le spalle, mentre la guardava scomparire fra le prime fronde della boscagla: -Per me invece non è un problema, direi di proseguire insieme fino alla prateria, poi da lì possiamo separarci, vorrei fare una visita alle prigioni di Hellena e non vorrei rallentarti troppo.- disse. Parlava molto tranquillamente, come se avesse appena detto di voler fare una scampagnata nel praticello dietro casa, eppure Barstow sapeva benissimo che le vecchie prigioni di Hellena non erano un luogo ameno, né di giorno né tantomeno di notte. -Sei sicura della tua scelta? Ci andrai di giorno, vero?- domandò il ragazzo, fissando Silvana, pur iniziando a camminare verso il boschetto. La ragazza, dall'alto dei suoi 18 anni, e quindi sicura di poter fare qualunque cosa, disse: -E perchè mai? E' di notte che si trovano i pokémon più interessanti! Vorrei tanto catturare un pokémon buio. Absol, ma anche uno Zorua non sarebbe male.- sorrise, avviandosi dietro di lui. Silvana aveva le idee molto chiare, Barstow invece non sapeva proprio come costruire la sua squadra, sapeva solo che voleva pokémon capaci di abbattere ogni tipo di pokémon, però era anche vero che voleva diventare amico dei suoi pokémon. Silvana gli spiegò che, come prima cosa, nel boschetto avrebbe cercato uno starly: -Mi servirà contro il primo capopalestra, Lavitz. So che è un tipo parecchio tosto ed esperto in pokémon d'erba, quindi ho bisogno di pokémon che possano spazzarli via. Non troverò pokémon fuoco molto presto, quindi dovrò dedicarmi ad altro. Potrei prendere anche un pokémon coleottero però... uhmmm.-
Barstow la fissò stranito, era lui quello che doveva prepararsi una strategia, non lei! Per non pensare alla sua mancanza, il ragazzo decise di fare la conoscenza con i due pokémon che aveva ricevuto e li fece uscire fuori: Totodile e Riolu erano due esemplari maschi molto in forma. Il primo aveva una chiazza scura sul naso, che lo rendeva adorabile, il secondo aveva una cicatrice sull'orecchio destro e aveva l'aria di uno che, prima di finire nel laboratorio di Plos, ne aveva passate di cotte di crude. -Bene bene, ragazzi, piacere di conoscervi. Io sono Barstow e sarò il vostro allenatore per molto tempo...- sorrise il ragazzo inginocchiandosi di fronte a loro, poi allungò una mano ad accarezzarli. Totodile ne fu subito felice, Riolu non ebbe reazioni di sorta, guardava l'essere umano come se avesse davanti a se il vuoto. Il ragazzo decise di chiamare il piccolo coccodrillo André, mentre Riolu si sarebbe chiamato Gale. Dopodiché divise con loro una piccola focaccia e si rimise in marcia. Anche Silvana aveva fatto conoscenza con il suo Turtwig, chiamandolo Wing, ovvero "ala" e constatando che sembrava un tipo deciso e determinato. Ottima cosa.
-Strano soprannome.-
-Come?- Silvana aveva preso Turtwig in braccio e si era girata verso Barstow, che le stava sorridendo.
-Dicevo, strano soprannome da dare a un pokémon d'erba. Turtwig non vola e nemmeno le sue successive evoluzioni lo faranno... come mai lo hai chiamato così?-
-Sei un tipo davvero curioso eh?- replicò la ragazza, mettendo a terra il suo pokémon perchè camminasse con loro. Barstow arrossì e annuì con aria colpevole: -Si, lo sono, domando scusa!-
Silvana sorrise ma non rispose alla fine alla domanda del ragazzo, lasciando in sospeso la questione. Non erano ancora arrivati al boschetto che Silvana si sentì chiamare dalle porte del villaggio. La rossa si girò e si vide arrivare incontro due bambini, erano molto piccoli, un maschio e una femmina, però già sapevano molte cose. Il maschio portava con se un sacchettino: -Silvana, prendi questo! E' un regalo da parte nostra!- sorrise, mostrando una dentatura storta e incompleta. La ragazza prese il sacchetto e sorridendo lo aprì. Per un istante il suo sorriso si spense, per poi tornare più prepotente di prima e si lasciò pure sfuggire una lacrimuccia: -Ragazzi, ma queste due sono....-
-Due unità di polvere Stellare. Sono tue.- sorrise la bimba, aggrappandosi alla manica del ragazzo, presumibilmente il fratello. Barstow si grattò la testa cosparsa di capelli castani, indomabili come sempre: -Polvere Stellare? Ma non è quella polvere speciale che se raccolta tutta permette di esaudire un desiderio?-
Silvana annuì, prese il sacchetto e lo mise con cura nel suo zaino, per poi salutare i due ragazzi. Accidenti, Barstow era curiosissimo di sapere cosa voleva farne della polvere stellare, era irrefrenabile la sua curiosità, ma non poteva certo domandarle anche quello, la girovaga, a ragione, si sarebbe sicuramente arrabbiata! Così mantenne un dignitoso silenzio e si avviò con la rossa fino ai margini del boschetto. Attesero due secondi e poi entrarono, inspirando l'aria umida della boscaglia.
  
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