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Autore: nancyiry    08/10/2008    2 recensioni
Ciao a tutti ! Sono Nancyiry. Avevo già pubblicato questa storia,ma il testo veniva tutto attaccato. Ora l'ho ripubblicata ed è molto più leggibile ! Comunque, questa storia parla di sei ragazzi, che prima hanno delle vite un po' monotone,ma poi, a loro insaputa, il destino gli gioca un bel tiro 1 Questi ragazzi dovranno imparare a collaborare, a fidarsi gli uni degli altri, perchè, secondo un'antica profezia dovranno compiere qualcosa di molto importante...Se vi ho incuriosito almeno un po', leggete e mi raccomando commentate !!! Nancyiry
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO N. 5 “ PUREZZA”

Ormai era in viaggio da cinque giorni.

Dovette fare il giro inverso, perché, quello che passava da Lom a Molins era pieno di soldati.

Ora, Lein si trovava davanti alla città di Way e, mentre ne varcava l’entrata, stremata dal viaggio pensò “Spero di incontrare qualcuno di gentile, perché sono davvero stravolta…” , ma, mentre questo pensiero le turbinava nella testa, una decina di soldati armati la circondarono.

Lein cercò una via di fuga ma, i soldati strinsero ancora di più il cerchio.

Lein era davvero spaventata…

“Ciao, mocciosa, dove va i di bello ?”, le chiese un soldato in tono arrogante.

“Sto cercando una locanda per poter riposare.”, gli rispose Lein cercando di mantenere la calma.

I soldati risero e, il primo che aveva parlato le disse sorridendo: “No. Mi spiace, tu verrai al palazzo della regina Lisa.”

Lein, per niente disposta a obbedirgli, gli rispose: “ Non ci penso nemmeno. E poi,chi è questa regina Lisa ? Non ne ho mai sentito parlare.”

Il soldato che aveva parlato prima, non le rispose e sorrise soltanto.

Improvvisamente, Lein perse i sensi e cadde per terra.

Infatti, a un cenno del soldato che le aveva parlato, un altro soldato colpì Lein al collo facendole perdere i sensi.

“Molto bene, soldati. Ora portiamo questa mocciosa al principe Rik; sono certo che l’apprezzerà molto.”, disse loro il soldato che aveva parlato prima.

Così dicendo, due soldati sollevarono Lein e, seguiti dagli altri si diressero verso il palazzo della regina Lisa.

Ormai era giunto il tardo pomeriggio…

Il sole, lentamente stava tramontando sulle case di Way e assunse una sfumatura tra l’arancione e l’oro…

Way era una piccola cittadina situata a sud ovest del fiume Ileno ed era immersa nella pianura.

La cittadina era governata dalla famiglia Ceni,che era formata da Re Itos (un uomo ricco e prepotente), la regina Lisa (una donna acida e priva di compassione tranne che per i suoi familiari) e da Rik, il figlio dei due sovrani.

La regina Lisa era molto famosa perché imponeva agli abitanti di Way di vestirsi secondo i suoi gusti, solo suo marito e suo figlio potevano vestirsi liberamente.

Purtroppo, anche tra gli abitanti della città era diffusa la mentalità della regina, infatti, chi non aveva il vestito nuovo (ogni due settimane) veniva declassato e considerato inferiore.

Poco distante dal centro della città era situato un immenso parco verdeggiante al quale ogni abitante doveva prestare la maggiore attenzione, perché, chiunque lo sporcasse veniva punito dai sovrani in persona.

L’acqua delle fontane del parco era fresca e cristallina.

In questo parco c’erano tre bambini che giocavano a palla e, tutti e tre indossavano il vestito della settimana.

Ad un tratto comparve un quarto bambino che chiese agli altri di poter giocare con loro.

L’ultimo bambino arrivato però, non aveva il vestito della settimana, ma era vestito con abiti modesti fatti in casa.

I tre bambini lo squadrarono e, uno di loro gli disse acidamente: “ No ! Non puoi giocare con noi ! Non hai neanche il vestito di questa settimana !”

“Lo so. Ma la mia famiglia è molto povera e non può permettersi di comparare un vestito ogni due settimane.”, gli rispose il bambino più piccolo sull’orlo delle lacrime.

Gli altri tre bambini risero e, uno di loro disse al nuovo venuto : “ Allora arrangiati ! Noi giochiamo solo con quelli del nostro livello !”.

Cose da matti ! Non posso crederci !” , pensò qualcuno fino a quel momento nascosto da alcuni cespugli…

Qualcuno, che, fino a quel momento aveva assistito alla scena comparve davanti ai quattro bambini e disse ai tre bulletti, in tono arrabbiato : “Siete degli stupidi ! Non si giudica qualcuno dall’apparenza.”.

I quattro bambini si voltarono di colpo e videro un ragazzo di diciassette anni, con i capelli biondi, gli occhi azzurri, e di statura abbastanza elevata.

Il ragazzo era vestito con dei pantaloni grigi e una maglietta a mezze maniche su cui c’era una felpa di lana verde smeraldo.

Il ragazzo aveva un’espressione arrabbiata e fissava i tre arroganti.

Dopo la sorpresa iniziale, uno dei bulli esclamò : “ Ma tu sei Rik: il figlio della regina Lisa !”

Il bambino più piccolo, si rivolse a Rik e gli disse in tono supplicante: “ Ti prego, non dire a tua madre che la mia famiglia non compra i vestiti ogni due settimane o finiremo nei guai !”

“Non preoccuparti. Non le dirò nulla e poi penso che questa regola dei vestiti sia inutile e stupida.”, gli rispose gentilmente il ragazzo sorridendo.

“Grazie !” , esclamò il bambino piccolo commosso.

“Vieni. Andiamo a giocare a palla, ti va ?” , gli chiese Rik sorridendo.

I tre bulli restarono di stucco e non riuscirono a proferir parola dallo stupore.

Nel frattempo, Rik conobbe il bambino.

Si chiamava Frank e aveva undici anni.

Era ormai sera inoltrata quando Rik tornò a casa e, incontrando sua madre all’ingresso del palazzo capì, dalla sua espressione, che, di lì a poco sarebbe successo qualcosa.

Infatti, la madre gli disse sorridendo: “Ciao, Rik. Seguimi, c’è una sorpresa per te.”

Rik, conoscendo sua madre cominciò a preoccuparsi ma la seguì lungo l’interminabile corridoio che conduceva alla sala del Trono.

“Mamma, cos’hai combinato questa volta ?”, le domandò Rik.

La madre sorrise e rispose al figlio: “Niente, Rik. Non preoccuparti. Ora vedrai.”

Quando finalmente, Rik e sua madre entrarono nella sala del trono, il principe di Way vide una ragazza dai lunghi capelli azzurri e gli occhi verdi che li fissava minacciosa.

La ragazza aveva i polsi legati da una corda, la quale era legata all’altra estremità ad un palo di legno nel centro della stanza.

Il soldato che era vicino al palo disse a Rik in tono solenne: “Mio sovrano, questo pomeriggio, mentre perlustravo la città con i miei soldati, ho trovato questa ragazza che era in cerca di un posto per riposare, quindi ho pensato di portargliela. Sicuramente le farà molto piacere.”

Rik rimase sconvolto da quello che era successo.

Rik, non sapeva che fare ; era arrabbiato e triste nel vedere quella povera ragazza legata.

Lui non ammetteva queste cose !

Purtroppo, i suoi genitori erano crudeli e, l’unico modo per salvare quella ragazza era stare al gioco, quindi, Rik disse : “Grazie, comandante Vark. Apprezzo molto il tuo dono.”

“Senza contare che sei grande ormai, quindi devi prender moglie.”, gli disse la madre.

“Cosa ? Ho solo diciassette anni !”, esclamò Rik imbarazzato.

Lein sentendo quelle parole esclamò furiosa: “Cosa ?! Dovrei sposarmi con lui ? Non ci penso nemmeno !”

Tutti si voltarono verso la ragazza e, il soldato le diede una frustata che la fece accasciare al suolo, poi le disse in tono minaccioso: “Non azzardarti mai più ad avere quel tono con il principe di Way ! Hai capito ?!”

Lein, ancora più incollerita, gli rispose : “Non sono affari tuoi ! Sposatelo tu se ci tieni !”

Il soldato frustò nuovamente Lein, poi sorrise con aria malvagia.

Mannaggia a te ! Perché non stai zitta ? Non capisci che così ti cacci solo nei guai ?!” ,pensò Rik guardando la ragazza.

Rik, furioso capì che doveva agire subito o per quella ragazza, le cose si sarebbero messe davvero male.

“Allora, ti piace ? Sennò, tuo cugino Janpol ha detto di essere interessato.”, gli disse sua madre.

Rik le rispose: “ Sì ! Voglio che sia mia !”

La madre, soddisfatta sorrise e gli disse: “ Bene, Rik. Allora prendila.” , e uscì dalla sala.

Rik si avvicinò alla ragazza e, sciogliendo la fune legata al palo, le ordinò, nel tono più crudele che riuscì ad avere: “Avanti, alzati !”

Lein, sofferente, ma ancora arrabbiata gli rispose: “ No ! Non prendo ordini da nessuno !”

Il soldato fece schioccare la frusta con l’intenzione di colpire la ragazza, ma, il ragazzo si mise davanti e si fece colpire apposta facendogli credere che fosse un incidente.

Il soldato, terrorizzato disse a Rik : “ Oh…mi scusi. Non avevo intenzione di colpire Lei. Mi perdoni !”

Lein, invece si era accorta che Rik l’aveva fatto a posta per proteggerla e ne era rimasta sbalordita.

Rik disse furente al soldato: “Sparisci subito e forse ti perdonerò !”

Il soldato obbedì e svanì dietro la porta della grande sala.

Rik, poi si abbassò verso Lein e le sussurrò : “ Stai al gioco.”

Lein, stupita voleva chiedergli spiegazioni, ma, l’improvvisa entrata del padre di Rik glielo impedì.

Il re era un uomo grassottello, con gli occhi azzurri e i capelli biondi, poi, avvicinatosi al figlio gli disse allegramente: “Ciao, figliolo. Tua madre mi ha detto tutto e sono felice per te.”, poi guardando verso Lein disse:” Sono sicuro che sarà un’ottima moglie !”

Lein stava per rispondere incollerita, ma, un pizzicotto di Rik glielo impedì.

“Grazie. Ora devo portarla in camera per domarla.”, gli rispose Rik.

Quando i due ragazzi arrivarono nella camera di Rik, il ragazzo si mise a cercare qualcosa.

Nel frattempo, Lein, furiosa gli chiese: “Si può sapere da che parte stai ?”

Rik, indignato le rispose: “ Sto solo cercando di aiutarti ! E poi non prendertela con me ! Che c’entro io ?!”, poi, si voltò nuovamente per riprendere la ricerca del misterioso oggetto.

Lein, ammutolita da quella frase non ribattè e osservò il ragazzo.

Rik si voltò verso la ragazza impugnando un coltello dalla lama affilata.

Lein, terrorizzata esclamò : “ Ehi ! Cos’hai intenzione di fare con quel coltello ?!”

“Non preoccuparti. Voglio solo slegarti.”, e le si avvicinò liberandola dalla fune che le legava i polsi usando il coltello.

“Grazie.”, gli disse Lein quando fu libera e massaggiandosi i polsi continuò a guardare incuriosita quel ragazzo.

“Figurati.” , le rispose Rik, poi chiese: “Come ti chiami ? Da dove vieni ?”

Lein, sospettosa, gli chiese: “ Cosa vuoi da me ?”

Rik, comprendendo la diffidenza della ragazza, le rispose: “Stai tranquilla. Non voglio tenerti qui contro la tua volontà. Appena sarà possibile ti farò scappare. Fidati di me.”

Lein fissò quegli occhi azzurri e, alla fine cedette.

“D’accordo.”, disse la ragazza e spiegò a Rik la sua storia.

Quando la ragazza ebbe finito di narrare le sue avventure, Rik iniziò a parlarle di se.

“Non ce la faccio più a vivere così ! I miei genitori sono così crudeli. Io odio le tirannie e vorrei fuggire da tutto questo.”, le disse il ragazzo.

Lein, sbalordita, gli disse: “Ma hai tutto quello che vuoi !”

Rik la guardò intensamente negli occhi, poi le rispose: “Non ho la cosa più importante: la libertà ! Prima, ad esempio sono stato costretto a trattarti male per salvarti. Poi devo obbedire a due persone di cui non approvo minimamente la mentalità…non è facile fingere giorno per giorno, sai ?”

Lein, con aria afflitta, gli rispose: “Ti capisco. Ma sarebbe difficile far avverare il tuo sogno; dare la libertà a tutte le persone del mondo. Sarebbe davvero bellissimo !”

Appena la ragazza finì di pronunciare quelle parole, sul palmo della sua mano sinistra comparve una stella a sei punte che si illuminò di azzurro.

Poco dopo, anche sulla mano sinistra di Rik si ripetè lo stesso fenomeno.

I due ragazzi si guardarono sconvolti.

“Cos’è ?” , chiese Lein perplessa.

“Non ne ho idea.”, le rispose Rik sbalordito.

“Comunque, credo che sia meglio tenere nascosto questo stemma. Almeno fino a quando non sapremo cos’è.”, disse Lein preoccupata.

I giorni trascorrevano tranquilli al palazzo di Way e, Rik e Lein andavano sempre più d’accordo e recitavano davvero bene in presenza dei sovrani !

Man mano che i giorni passavano, i due ragazzi stavano aprendo i loro cuori all’altro e, lentamente, stavano diventando molto di più che semplici amici e, a loro insaputa, stavano facendo avverare un’antica leggenda…

Tra i due ragazzi si stava sviluppando un’amicizia molto profonda.

Rik e Lein andavano in giro per Way e tornavano solo per mangiare.

Una mattina, mentre erano al parco della città, i due ragazzi,che in quel momento erano seduti in un prato verde chiacchierarono un po’.

Più Rik conosceva quella ragazza e più se ne sentiva attratto e, la stessa cosa valeva per Lein nei confronti di Rik.

  
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