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Autore: The Ghostface    01/10/2014    1 recensioni
Una incredibile storia d'amore sconvolgerà la già complicata vita di Corvina, un rapporto che metterà a dura prova le sue convinzioni e le idee che si era fatta della gente che la circonda.
una relazione che la farà piangere e sorridere, tessuta assieme ad una nuova nemica, divenuta una stravagante amante per la giovane maga.
Riuscirà Corvina a superare gli ostacoli morali e materiali della storia d'amore più assurda di tutto il sito?
chi vincerà in questa lotta tra dovere e amore? la Ragione o il Sentimento?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Sorpresa
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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CAPITOLO 2 –Nel covo delle Tempeste.
 
Da allora noi e i Five Storms ci scontrammo molte altre volte, appresi i loro nomi e i loro poteri, scoprii che Sirena, o  Paloma, aveva anche la capacità di mutare da ragazza  mezza-pesce a ragazza mezza-uccello, le braccia diventavano ali dalle spalle in giù, la coda si divideva in gambe lunghe e seducenti da ragazza che però terminavano in piedi muniti d‘artigli da rapace, e gli occhi, i suoi splendidi occhi di mare diventavano del colore del cielo limpido in primavera, un azzurro purissimo e la vista le diveniva acuta come quella del falco.
Quando si trasformava addosso aveva solo dei pantaloncini estremamente corti per coprirle la zona sopra le gambe, da ragazza, e il reggiseno nero che usava anche in forma marina.
Ma sia in forma marina che in forma alata era sempre bellissima, una bellezza senza pari, più bella di Stella Rubia, che pure è splendida, più bella delle attrici più seducenti e delle modelle più famose.
Le ali o la coda sembravano perfettamente normali in quella incantevole visione, neppure si notavano.
Cercai di evitarla negli scontri e di non rimanere isolata con lei, ma sentivo che, dentro, una parte di me voleva che accadesse di nuovo, voleva che io e lei ci rincontrassimo.
L’occasione avvenne poche settimane dopo.
Io, BB, Stella e Robin eravamo su una barca a perlustrare le vicinanze della costa cercando un eventuale covo dei Five Storms, Cyborg era rimasto alla torre a riparare il T-sub, pronto intervenire in caso di emergenza; tra l’altro Cyborg non ha mai amato l’acqua.
Li avevamo cercati dovunque in città ma non c’era stato modo di trovarli, inutile seguirli, perché scappavano sempre teletrasportandosi chissà dove grazie alla magia di Sirena.
Così pensammo di controllare le piccole isole nei dintorni della costa.
Il mare sembrava calmo e tranquillo ma tutto a un tratto si scatenò una violentissima burrasca, che in poco tempo mandò in pezzi la nave, era di una potenza inaudita il che era molto strano vista la vicinanza alla riva.
BB si trasformò in una balena per salvarci, Robin e Stella riuscirono a saltargli in bocca, ma io fui travolta dalle onde.
Un muro d’acqua mi trascinò a fondo con potenza devastante, sentii l’acqua entrarmi nei polmoni.
Persi i sensi.
 
Quando ripresi conoscenza mi accorsi di trovarmi distesa sul bagnasciuga di un’isoletta poco più grande della nostra, strizzai gli occhi e la luce del sole mi ferì, infine mi accorsi di non essere sola.
Sopra di me si trovava Sirena, si reggeva con le braccia sottili ma forti, era in forma marina.
-Ti sei svegliata! Meno male per un attimo ho temuto il peggio- 
Tossii cercando di rispondere.
-D-Dove sono?-
-Sei al sicuro – rispose sorridente.
-Sono tanto felice di rivederti fuori dal campo di battaglia, Corvina -esclamò mettendosi seduta al mio fianco, io mi tirai su mettendomi a sedere come lei.
- Stavo nuotando quando ti ho vista annaspare, non credevo ai miei occhi quando ti ho vista finire sotto, così ti ho salvata e portata qui-
Mi chiesi dove fosse “Qui” mi guardai intorno ma tutto il mare era avvolto dalla nebbia, non si intravvedeva nulla oltre la coltre.
Sirena si distese sul fianco mezza spiaggiata guardandomi sorridente.
-Non preoccuparti, sei in un posto sicuro, ho chiamato Yeti perché venga ad aiutarti, sarà qui a momenti, Shakewave, Sparviere e Ninja sono fuori casa, ma basteremo io e lui a prenderci cura di te-
-Aspetta…vuoi dire che mi hai portata nel vostro covo?-
Le si mise un dito sul mento con aria di falsa ingenuità.
-B’è più che un covo è una villa dotata di tutti i comfort che si possano desiderare, ma se vuoi ti ributto in mezzo al mare-
Non ci capivo più niente.
In quel momento all’orizzonte spuntò Yeti che si avvicinava correndo, in pochi passi ci aveva già raggiunto.
-Caspita! C’è davvero un naufrago stavolta! Presto portiamola dentro!-
-Guarda che mi sono sbagliata solo due volte!- ribattè lei indispettita.
-Tre- fece quello.
Io li guardai stupefatta.
Mi stavano aiutando?
-Come stai?- disse lo yeti dal pelo scuro.
-Lei è ferita!- disse Sirena indicandomi.
Solo allora mi resi conto che la coscia mi sanguinava copiosamente.
-Portala in casa, io passo dal condotto sotterraneo-
Veloce la sirena si spinse in acqua scomparendo sotto la cresta delle onde.
-Andiamo- il gigante mi sollevò come niente, le grandi mani con artigli spaventosi che più volte mi aveva colpito senza esitazione ora mi soccorreva con delicatezza.
Il quattro balzi ci trovammo dall’altra parte dell’isola davanti a quella che sembrava una villa ma circondata da mura e torrette difensive.
Senza neanche aprire il cancello la bestia superò a barricata con un balzo, segno che era fatta per tenere gli altri fuori e non loro dentro.
Mi portò in infermeria, Sirena sbucò da una vasca sul pavimento poco dopo, con in mano un libro rilegato.
-Ti prego Pa! Non farlo, è meglio affidarsi alla medicina- commentò Yeti.
-La mia magia è più che affidabile- rispose stizzita tirandosi fuori dalla vasca, si avvicinò in precario equilibrio al lettino dove ero distesa, imponendo la mano palmata sulla mia ferita.
Pronunciò alcune formule sconosciute persino a me, frutto dell’antichissima saggezza del mare.
In breve la ferita si rigenerò completamente.
Mi sorrise dolcemente come quella volta nella cisterna.
Un po’esitante chiese –V-va meglio?-
Ero sempre più incredula, non capivo nulla di quello che stava accadendo.
-Perché mi state aiutando? Io sono una Teen Titan sono una vostra nemica, non capisco-
Il volto dei due si fece cupo, Sirena parlò con un sorriso falso che era velato di profonda tristezza.
-Presto non ci sarà più motivo di essere nemici…i Five Storms si stanno sciogliendo.
Shakewave e Ninja Nero ci hanno raccontato della loro relazione, e hanno intenzione di andare a vivere da soli, Yeti ha scoperto una nuova vocazione, ha deciso di farsi monaco.-
-Ho letto qualche tempo fa la vita di San Francesco d’Assisi, e ne sono rimasto affascinato, voglio redimermi dalla mia vita di peccati, ho già trovato un posto in un monastero in cui starò fino al mio ordinamento a frate-
-Sparviere è l’unico che ha intenzione di proseguire la sua carriera da fuorilegge solista, io ancora non so che farò…come vedi non c’è motivo di farti del male Corvina, non hai nulla da temere, e poi è una delle nostre regole, non si uccide nessuno-
-Mi state prendendo in giro?-
-No. Raccontalo ai tuoi amici, nel giro di poco noi scompariremo, oggi solo Shakewave, Ninja e Sparviere sono andati a “lavoro” io mi rifiuto di prendere  di nuovo parte a certe azioni e Sirena…-
-Ho le mie ragioni per non sentirmela di andare- concluse infastidita la rossa.
Yeti tornò alla carica con fare amichevole.
- B’è immagino che tu abbia voglia di tornare a casa tua, manchi da un po’ e i tuoi amici si staranno preoccupando-
-S-sì, in effetti vorrei tornare-
-Posso riaccompagnarti a casa con una barca, ma ci vorrà un po’ per sistemarla è quella di riserva-
Sorrise mostrando le lunghe zanne sporgenti.
-Bene così  potremmo restare un po’ insieme- commentò tutta allegra la ragazza pesce.
L’idea di restare sola con quella ragazza così strana mi inquietava un po’.
-Vado a preparare la barca allora- commentò lo Yeti, si chinò scompigliando i capelli fulvi della sirena e dandole un bacio in fronte.
-Mi mancherai piccola- si tirò su in tutta la sua altezza e uscì dalla sala.
 
Io restavo interdetta.
Sirena si appoggiò coi gomiti sul fianco del letto guardandomi come incantata, si accorse che la fissavo interrogativa e disse un po’ imbarazzata, con una voce smielata.
-Vuoi qualcosa? Cielo è vero! Sei tutta bagnata. Aspetta un secondo torno subito con degli asciugamani e uno dei vestiti di Shaky, te ne darei uno dei miei ma non penso che ti andrebbero bene, ho solo magliette e pochi pantaloncini, non mi servono molto-
Senza darmi il tempo di rispondere si era già immersa nella sua vasca.
 
Aspettai alcuni minuti, e la vidi riapparire dalla porta, seduta su una specie di “sedia a rotelle”, con in grembo un vestito e due asciugamani.
-Ecco dovrebbe essere della tua misura- mi parlava come se fosse la più vecchia delle mie amiche.
Io a stento  mi ricordavo il nome.
-Grazie…- dissi con un filo di voce.
Feci per spogliarmi quando mi accorsi che lei era ancora li.
-Ti dispiace?- dissi.
-No- rispose tranquillamente.
Poi si tirò una pacca sulla fronte.
-Giusto devi cambiarti! Scusa e che ho la testa un po’ tra le nuvole!-
Uscì spingendosi sulla carrozzina.
Chiudendo la porta.
Finalmente ero sola.
Pensai subito di scappare aprendo un portale, ma qualcosa mi trattenne, presi a guardare il tomo che sirena aveva lasciato nella sala.
-Magie e Sortilegi della Strega dell’Acquitrino, trattato primo: pozioni di guarigione, elisir benefici, magie curative e filtri d’amore- Il titolo era inciso in dodici lingue diverse.
Sfogliai le pagine ingiallite ma erano scritte in caratteri che ignoravo.
Peccato.
Toc toc.
La voce di Sirena –Corvina, ci sei?-
-Solo un minuto- mentii.
Ero indecisa se scappare o rimanere, in fondo non sembrava cattiva ed era interessante come persona, decisi infine di trattenermi.
-Posso entrare?-
-Se proprio devi…mi vergogno a farmi vedere così-
Sirena rientrò nell’Infermeria guardandomi ammaliata.
-Stai benissimo!- commentò dopo un silenzio contemplante.
Era un vestito leggero a maniche corte di un blu mare, arrivava fino alla coscia dove terminava col pizzo, scollato sul petto, indosso avevo anche due jeans bianchi che facevano a pugni con l’abitino.
-Sei davvero bellissima, splendida-
-G-grazie…- commentai incerta.
-Ti serve qualcosa? Vuoi del latte? Del succo? Una cioccolata calda? Preferisci da mangiare o magari vuoi chiamare i Titans per avvisarli che stai bene?-
-Ecco, vorrei chiamare i miei amici-
-Vieni ti porto nella sala comunicazioni-
Uscì spingendosi sulla sedia, lungo il corridoio notai che sia affaticava molto.
-Emh…vuoi che ti spinga io?-
-No tranquilla, ce la faccio…ecco se solo potessi spostarmi quella specie di collare dietro la schiena sul collo mi faresti un grande piacere-
Ubbidii.
Lei se lo sistemò sulle branchie, e il collarino si riempì d’acqua.
-Una boccata d’ossigeno- commentò soddisfatta.
-Io sono anfibia, i miei polmoni respirano anche l’aria, ma ho bisogno di idratare costantemente il mio corpo-
-Posso chiederti una cosa Sirena?-
-Chiamami pure Paloma, Corvina. Cosa vuoi sapere?-
-Se puoi farti crescere le gambe da ragazza e le ali, perché ti sposti su una sedia a rotelle?-
-In realtà questo è il mio vero aspetto, riesco a mutarmi in una “sirena greca*” grazie a un incantesimo che mi sono fatta, non mi crea problemi ma preferisco restar quello che sono, quando posso, c’è un labirinto di condotti acquatici qui sotto in cui mi sposto, ma non tutto può andare sott’acqua, come i vestiti, così Yeti mi ha costruito questa seggiola per spostarmi nella casa, adattandola ai miei “bisogni”-
-Scusa se te lo chiedo…ma tu e Yeti siete solo amici oppure…-
Lei non sembrava affatto imbarazzata dalla domanda, scoppiò in una risata allegra e coinvolgente tanto quanto squillante e vivace, che mi spinse ad un sorriso appena accennato.
-Siamo molto più che amici- rispose infine.
-Oh, e lui ti lascerà per seguire la sua vocazione spirituale?-
-Purtroppo si, deve seguire il suo cuore- commentò tristemente.
Non sapevo che dire, e dissi la cosa più ovvia.
-Mi dispiace, sembrate una bella coppia-
Lei sollevò lo sguardo sorpresa, mi fissò negli occhi e esplose in una risata fragorosa fino a farsi lacrimare gli occhi, poco mancava che si sbilanciasse e cadesse al suolo.
Si asciugò le lacrime sorridendo.
-Cos’hai capito? Non avrai pensato davvero che io stessi insieme a “Chewbecca”? No, io e Yeti siamo molto legati da un affetto paterno, lui mi ha cresciuta quando ho lasciato gli abissi per esplorare il mondo della superficie, non sembra ma è molto più vecchio di noi, avrà minimo sessant’anni-
-Gliene avrai dati venti- sorrisi.
-Li porta bene, io, Ninja e Shaky abbiamo tutti sedici anni, Sparviere invece diciotto-
-Anche noi siamo molto giovani, io, Robin e Stella abbiamo quindici anni, BB quattordici e Cyborg diciassette-
-I “Teen Titans” sono giovani? Non lo avrei mai detto- fece sarcastica.
Non sapevo se sorriderle o indispettirmi, ma data la situazione non mi sembrava il caso di fare la scontrosa.
-Io considero Yeti come un padre adottivo, e mi farà soffrire molto quando se ne andrà, ma sarà felice e questo mi consola, comunque non potrei mai vederlo come un fidanzato, troppo pelo- Sorrise scherzosa.
Poi lisciandosi i capelli continuò un più seria guardando in basso.
-A dire la verità non riuscirei a vedermi al fianco di nessun’uomo…- mi fissò negli occhi
- Vedi in realtà…a me piacciono le donne-  disse con un sorriso imbarazzato.
Rimasi ammutolita…tutti quei sorrisi, quei complimenti, le fulgide carezze… e se avesse voluto…
-La cosa ti ha sconvolto, vero? Succede a molti. Strana la vita…coi miei poteri potrei avere qualsiasi uomo ai miei piedi (doveva dire “alle mie pinne” ma sarebbe stato  brutto N.d.A.), ma per ironia mi piacciono le donne che sono immuni ai miei incanti, e allora chi vorrebbe stare con una come me, una per metà bestia-
-Q-quindi sei lesbica?- domandai.
Lei mi guardò accennando un sorriso sulle labbra rosse e sottili.
-Si lo sono, e non me ne vergogno, non c’è motivo di farlo- poi abbassò lo sguardo – Ti da fastidio, vero? Che mi interessi a te, intendo…- aveva un tono di voce tra il triste e il deluso.
-No, affatto- mi affrettai a rassicurala –Ma vorrei sapere se ultimamente io ti interessavo…in quel senso-
-Sì…no…a dire il vero non lo so, ma qualcosa dentro di me mi spingeva a cercarti, non so se per interesse o attrazione, forse mi piaci o forse ti ammiro e vorrei esserti amica, di preciso non lo so, se la cosa ti crea problemi, dimmelo pure, ormai ci sono abituata, non ho molte amiche-amiche a causa dei miei “appetiti sessuali”-
-Senti, io non ho nulla contro le lesbiche, ma non sono in cerca di una relazione, tu sei una ragazza fantastica e non hai nulla che non vada, sono io che non cerco “avventure”, specialmente di questo genere- le dico chiaramente.
Il suo volto s’illuminò.
-Quindi non ti disturba?-
-Mi disturba di più il fatto che sei una criminale- rispondo.
Inavvertitamente lei mi abbraccia, stringendomi con forza a se.
-Grazie, non hai idea di cosa significa per me, sono sempre stata sola-
-Invece lo so- le dico divincolandomi dall’abbraccio soffocante.
-Che vuoi dire?-
-Per anni ho avuto paura di mostrarmi per ciò che sono, e tutt’ora non mi piace aprirmi-
-Tutto qui? Io sono mezza pesce e probabilmente condannata a restare sola per la vita, la mia unica famiglia si sta sfaldando e per giunta sono ricercata-
Ribattei alzando la voce per farle capire che anche gli altri hanno i loro problemi.
-Io non riesco ad accettarmi, ad essere in pace con me stessa sono in continua lotta interiore senza mai avere pace e se non medito almeno due ore al giorno rischio di fare del male alle persone che amo!-
-Io sono stata allevata da Ursula, la strega del mare, non ho mai conosciuto i miei genitori e tutto ciò che gli umani mi hanno dato è stato odio e diffidenza! hai idea di cosa significhi?- rispose a tono, alla mia provocazione.
-Io sono la figlia di Trigon! È scritto che porterò la fine del mondo e cerco di sottrarmi al mio destino con terribili sacrifici e mettendo i pericolo i miei cari!-
Ci fissammo negli occhi con la fronte aggrottata poi pian piano ci sorridemmo a vicenda.
-Diciamo che siamo entrambe incasinate- concluse lei sorridendo.
-Sì, lo siamo decisamente-
Arrivammo in uno stanzone ricolmo di apparecchiature di ogni tipo.
-Da cui puoi contattare chiunque in qualsiasi parte del globo senza venire rintracciata, vuoi restare da sola?-
-No tranquilla, devo solo dirgli che sto bene-
Si udì un violento scoppio.
-Dannazione!- la voce di Yeti.
- E che mi trattengo un po’- aggiunsi.
-Pronto Robin?-
-Corvina! Grazie al cielo sei viva!! Sono ore che ti cerchiamo! Dove sei?! Stai bene?! Sei ferita?! Il tuo comunicatore segna il fondo del mare-
-Non ti sto chiamando col comunicatore, sono nella casa dei Five Storms loro mi hanno salvata e presto mi riporteranno a casa-
-Sei in ostaggio?!-
-No, sta tranquillo. Hanno abbandonato l’attività criminale, si stanno sciogliendo-
-Sicura di stare bene?-
-Sta tranquillo, sarò lì in mezz’ora al massimo-
-Corvina puoi dirci le tue coordinate? Verremo subito da te e arresteremo quei ladri-
-Robin! Come puoi chiedermi una cosa simile! Loro mi hanno salvata e poi ti ho detto che hanno rinunciato alla malavita- 
-E se stessero mentendo?-
-Fidati, lo capirei, ciao-
-Aspetta Corvina…-
Ma chiusi la chiamata.
-Saranno felici di sapere che stai bene-
-Sì, ma Robin si preoccupa troppo, so badare a me stessa-
La voce di Yeti tuonò più forte di prima.
-Hey Ariel, mi porteresti la cassetta degli attrezzi molto velocemente?-
-Arrivo subito Chewbecca!-
-Non chiamarmi così!-
-E tu piantala di chiamarmi Ariel!-
Poi si rivolse a me.
-Scusa ci metto un attimo, se intanto vuoi mangiare qualcosa la cucina è in fondo al corridoi di fianco al salone, oppure puoi andare in camera mia, è la terza porta a destra, quella con disegnata sopra una sirenetta ovviamente-
Poi Paloma scese dalla sedia, afferrò una cassetta di metallo da sotto un mobile.
E si spinse in un’altra vasca che sbucava dal pavimento.
Incerta sul da farsi decisi di andare nella sua stanza, più che altro per curiosità.
Trovai la porta ed entrai.

 * Per chi non lo sapesse, nell’antica Grecia le sirene erano immaginate donne metà uccello, come le arpie, solo nel medioevo le sirene divennero per metà donne e per metà pesce.
 
E ve lo dico subito, non abituatevi a questi aggiornamenti flash, servono solo per l’introduzione.
  
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