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Autore: ShairaKrane    01/10/2014    2 recensioni
"Non tutti gli umani sono uguali, mi sento più vicina a voi Autobot che a loro" Disse Keira, guardandolo negli occhi con serietà. Il suo sguardo ambrato, era piuttosto intenso e luminoso.
"Perchè sei stata cresciuta da lui...ma cosa penseresti di me, se fossi stata allevata normalmente dai tuoi genitori naturali?" Lui rispose con cipiglio severo.
"Non lo so...ciò che credo fermamente, è che se tu fossi umano, ti amerei."
Lui cercò di non mostrare sorpresa.
"Ami sviare i discorsi, Keira. -Si ritrovò tuttavia a pensare.- Umano...perdonami. non vorrei esserlo. Ho sbagliato a fidarmi degli esseri di questo pianeta."
"Sbagliare...è umano, Optimus. Hai semplicemente seguito il tuo cuore...o scintilla, in questo caso."
Una storia un po' lunga, che spero di continuare ad un certo ritmo, ambientata tra la fine del Terzo Film e gli eventi principali del Quarto.
Con l'inserimento di un personaggio Original, il mutamento di uno vecchio e la presenza di quasi tutti quelli classici, spero possa essere una lettura piacevole.
Genere: Azione, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bumblebee, Nuovo personaggio, Optimus Prime, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Here we are, don’t turn away now,
We are the warriors that built this town.


Finalmente raggiunsero il luogo dell'incontro con gli altri Autobot. Era una piana desertica, tra le tipiche rocce giganti del confine Texano.
I tre umani, che erano a bordo di Optimus, scesero e videro in lontananza tre macchine, venir loro in contro nello stesso momento.
Smontati dall'auto, anche Keira e Alphatron scorsero le figure in lontananza, come anche un goffo Transformers che stava scendendo da una delle rocce più alte. Quest'ultimo, in onore di Optimus, sparò addirittura dei colpi da uno dei suoi mitra.
“Il capo è tornato!”
Urlò poco prima di saltare e atterrare con un tonfo, ai piedi della roccia.
Le auto in lontananza ci impiegarono poco a raggiungerli e una volta fatto, ognuna di esse si trasformò, prendendo la loro forma umanoide.
Keira sgranò gli occhi, non avendo mai visto così tanti Trasformers in una volta sola. Li osservò cambiare forma e notò come ognuno fosse diverso dall'altro.
Non sapeva i loro nomi, ma continuava a essere sorpresa più del giorno in cui si ritrovò davanti Optimus che cambiava forma.
La sua espressione, era però condivisa anche dai visi di Tessa e Shane, mentre Cade sembrava voler tenere un'aria seria. Aveva però delle difficoltà nel farlo.
L'unico che non aveva battuto ciglia, era Alphatron. Il quale stava comodamente appoggiato alla sua macchina, con le mani in tasca. Era rimasto indifferente nel vedere altri cybertroniani.
Infine anche Optimus si trasformò e finalmente gli Autobot si poterono dire riuniti.
Il loro capo aspettò che si fossero tutti avvicinati prima di parlare.
“Gli essere umani ci hanno tradito...è tempo di avere delle risposte e cambiare le regole.”
Disse con la sua voce profonda, che sembrava non lasciar trapelare alcuna incertezza. Ciò però non era vero, ma come già si sapeva: lui era il Leader, doveva dare sicurezza ai sottoposti.
“Umani...hmpf, solo una parola capo e appuntiamo la parola vendetta ai nostri circuiti di memoria.”
L'Autobot più goffo degli altri si avvicinò e ripose via l'arma con cui poco prima aveva sparato dei colpi.
“Hound, dovresti calmarti...un po' di meditazione non dovrebbe farti male.”
Disse l'altro suo compagno, dalle fattezze che ricordavano un Samurai. Quel tale, Hound, non sembrò però prendere bene il consiglio.
“Quel che mi consigli è per gli smidollati come te, un'arma è ciò che mi serve per rilassarmi! E un nemico contro cui puntarla...”
Estrasse una granata e minacciò subito l'altro, ma quest'ultimo fu rapido ad estrarre le sue lame e puntargliele alla gola.
“Falla finita! Non mettere alla prova la mia pace interiore!”
“Hound! Drift! Smettetela immediatamente. Non siamo qui per litigare tra di noi.”
Intervenne finalmente Optimus, troncando così lo scontro sul nascere.
“Beh Optimus, non possiamo dare torto alle parole di Hound. Gli umani non ci hanno di certo offerto un piacevole e rilassante soggiorno in questi ultimi anni.
Una piccola vendetta ci potrebbe benissimo stare...ma parlando di loro...- L'Autobot che sembrava indossare una giacca lunga, verde, estrasse una delle sue armi e la puntò contro il gruppo di umani.- Chi sono questi nuovi arrivati?”
Tessa e Shane ebbero un sussulto, mentre Cade parlò nell'immediato.
“Ehi ehi! Calmo, siamo dalla vostra parte! Anche noi siamo braccati quanto voi.”
Keira invece, aveva guardato il padre e vedendolo calmo, anche con quell'arma puntata loro addosso, non disse niente né si mosse.
Lanciò solo uno sguardo a Optimus, che vedeva a pugni serrati. Di sicuro era nervoso, anche se gli altri non lo notavano.
“Ah si? Umani dalla nostra parte? Non fatemi ridere. State di sicuro facendo la spia per conto di qualcu-” “No Crosshairs, è la verità. Mi hanno aiutato e hanno rischiato anche la loro vita per me, non permetterti di fargli un solo graffio. - Fortunatamente intervenne il leader di tutti i presenti, che guardò pure l'Autobot goffo di fianco a lui.- Anche tu Hound, abbassa quell'arma.
Abbiamo un nemico comune, perciò collaboreremo.”
Houd obbedì, mentre quel Crosshairs fece una smorfia e guardò gli umani sotto di sé.
“Siete fortunati...molto.”
Digrignò appena i denti, ma sembrava così nervoso da dover trovare per forza una scusante per attaccar briga.
Infatti, notò che uno dei cinque umani era completamente indifferente alla loro presenza.
“Ehi tu, potresti anche prestare un po' di attenzione quando qualcuno sta per spararti.”
Alphatron incrociò le braccia al petto e alzò la testa verso di lui, accennò un sorrisetto beffardo.
“Capirai. Ne ho già avute di armi di tal calibro puntate addosso...una più, una meno...non mi fa differenza.”
Quella risposta a tono, lasciò spiazzato l'Autobot ,che venne fermato dall'estrarre la pistola, solo dal suo compagno dalle fattezze più piccole e di color giallo.
“Bumblebee non ti intromettere!”
Crosshairs con una gomitata tirata sulla mandibola meccanica dell'altro, si liberò.
“Ora basta!”
Tuonò Optimus, infuriandosi. La sua voce, quasi fece tremare il terreno.
Si mise in mezzo e l'Autobot dal metallo verde, dovette fissarlo negli occhi.
Non aveva mai visto il suo Leader tanto arrabbiato, per cui subito dopo abbassò la testa e “la cresta”.
“Solo perchè vi ho lasciati soli per diverso tempo, non do il permesso a nessuno di prendere alcun iniziativa.
Crosshairs, torna al tuo posto e discutiamo cosa fare da ora in avanti!”
Egli ascoltò l'ordine e indietreggiò rimanendo il silenzio, ma anche gli altri fecero lo stesso. Escluso ovviamente Bumblebee, finito a terra.
Optimus gli si avvicinò e l'aiutò a rimettersi in piedi.
Prima di parlargli, lo guardò con uno sguardo che solo un padre sa dare a un figlio: attento e con racchiusa all'interno una dolcezza di cui anche gli altri Autobot sono all'oscuro.
“Tu vedi di fare più attenzione...-sospirò.- sono comunque felice di vedere che sta bene.”
Mormorò e l'Autobot giallo lo fissò quasi sorpreso.
“Anche io, boss”
Rispose lui, utilizzando la radio. Molto probabilmente, con gli anni non aveva ancora potuto riparare il suo sistema di comunicazione.
Alphatron osservò la scena con attenzione e lo stesso fece Keira, che gli toccò il braccio per attirare la sua attenzione.
“Tu...li conosci tutti?”
Gli chiese, con un'espressione piuttosto curiosa in volto. Lui scosse la testa, ma accennò un sorriso.
“No, solo Optimus e Bee, gli altri che conoscevo non so che fine abbiano fatto...anche se spero stiano bene: soprattutto Ratchet.”
Al solo nominarlo, lei si fece seria e annuì.
La preoccupazione per quell'Autobot non era mai svanita, solo era stata celata fino a quel momento.


Calò la sera e dopo un'altra intera giornata di viaggio tutti erano stanchi, o almeno gli umani, che attendevano gli Autobot e soprattutto, una decisione su che cosa fare da lì in poi.
Cade,Tessa e Shane erano vicino al fuoco a parlare, mentre Keira camminava qua e là accompagnata dallo sguardo attento del padre. Esso non la perdeva di vista un sol minuto.
“Forse stai esagerando a tenerla così tanto sott'occhio, non ti pare?”
Gli chiese Optimus, il quale sguardo si posò anch'esso sulla ragazza.
Più passava il tempo, più pensava a quanto fosse bizzarra, o meglio...diversa da certi umani che aveva conosciuto.
L'altro sospirò, massaggiandosi la tempia. Annuì.
“Purtroppo è un riflesso naturale...so benissimo che non è più una tredicenne indifesa, ma ucciderei di nuovo per tenerla al sicuro...penso tu possa capirmi, Optimus, quando dico che lei è il bene più prezioso che mi sia rimasto.
E' la mia redenzione. Anni fa dissi la stessa frase.”
Ridacchiò in modo sommesso e rivolse lo sguardo all'Autobot.
Infine decise di estrarre dalla tasca il suo porta lenti a contatto, tolse finalmente queste ultime, rivelando così i suoi veri occhi.
Brillanti rubini, ardenti come fiamme svelarono finalmente la sua vera personalità di vecchio Decepticon.
“Finalmente...odio tenerle addosso.-Si strofinò un occhio, prima di tornare con lo sguardo su Optimus.- Continuando il discorso: che io debba uccidere un umano, o un Transformers, per tenerla al sicuro, non mi cambia nulla.”
Il leader degli Autobot non potè che concordare con lui e annuì.
Ormai era sicuro che anche lui non sarebbe più stato gentile con gli esseri umani. Se fosse stato necessario, avrebbe usato le armi.
Per cui sotto quel lato era d'accordo con lui.
Guardò poi gli altri della sua fazione e sbuffò: si erano messi di nuovo a bisticciare.
“Ma complimenti. Il vostro leader vi rivede dopo così tanto tempo e l'unica cosa che sapete fare è litigare tra di voi?
Dovreste proprio vedervi, siete patetici.”
Commentò Alphatron, precedendo l'altro. Poteva capire quel comportamento da parte dei Decepticon, ma dagli Autobot proprio no.
“Senti umano! Mi stai dando sui ner -Drift parlò e colui che un tempo era conosciuto con il nome di Starscream, gli si mise davanti. Fece così vedere i suoi occhi fiammeggianti.
“Prego. Vai pure avanti. Se ti sto sui nervi non è un problema mio, per quanto mi riguarda: il sentimento è reciproco.
Ma questa volta mi sto innervosendo io, non Optimus.”
Vedendo la scena, Keira tornò vicino al gruppo. Notò che i due Autobot, che quasi si stavano per scontrare poco prima, erano: Drift, il Samurai, e Bumblebee, quello che parlava solo tramite radio.
“Optimus, cosa sta succedendo?”
Lui la guardò con uno sguardo rassegnato, ma gentile. Scosse la testa, quasi per dirle un chiaro “niente” per non allarmarla.
Drift si ritrovò spiazzato dal coraggio dell'uomo ai suoi piedi e rinfonderò le armi, lasciando così anche Bumblebee.
Su quest'ultimo si posò nell'immediato, lo sguardo severo di Optimus e lui abbassò la testa, sentendosi in colpa per aver alimentato il battibecco sotto gli occhi del suo leader e...quasi padre.
“Ora però basta con le discussioni, dobbiamo capire chi è davvero questo Lockdown e perchè! ci stia dando la caccia insieme agli esseri umani.”
Prime parlò con serietà, convinto più che mai ad andare fino in fondo alla faccenda. Determinato a farla pagare a chiunque avesse dato il via a quegli avvenimenti deplorevoli.
“Io non so chi sia questo Lockdown, Optimus. Ma ho dei filmati da farti vedere, forse te ne eri dimenticato. Credo grazie a questi di sapere chi ci sia a reggere le fila di tutto questi avvenimenti.”
Esordì infine Cade, guadagnandosi tutte le occhiate dei presenti.
 
Here we are, don’t turn away now,
We are the warriors that built this town.
From Dust.


Tutto taceva intorno, l'unica illuminazione era data dalle luci degli Autobot e della Lamborghini sopra la quale erano appoggiati Keira e Alphatron.
Tutti i presenti stavano guardando i filmati ripresi dal drone che Cade aveva recuperato. La tensione nell'aria era palpabile nell'aria.
Hound si infuriò internamente nel vedere uno dei Wreckers venir fatto a pezzi da quei dannati umani.
Tuttavia...il colpo più forte, venne sparato contro il cuore e la scintilla di Alphatron e Keira, quando videro pochi secondi dopo il loro amico,l'Autobot che li aveva aiutati come nessun altro, distrutto.
O per lo più: prima massacrato dai colpi di tutta quella feccia umana e poi fatto quasi a pezzi.
L'Ex-Decepticon stava digrignando i denti e dalla sua gola proveniva il suono gutturale di un ringhio roco e adirato.
Più andava avanti a guardare quel filmato, più continuava ad infuriarsi e lo stesso era per Keira, anche se in forma differente.
A lei salirono le lacrime agli occhi, ma non pianse. Serrò i pugni stretti, facendo quasi in modo che le unghie le si incarnassero nei palmi.
Vide infine quell'essere: Lockdown, prendere e strappare, letteralmente, la scintilla di vita dal petto di Ratchet.
Optimus dietro di loro cercava di contenersi, ma avrebbe voluto urlare. La sua freddezza era data solo, come sempre, dalla sua leadership.
“Io ammazzo qualcuno...sono stanco di stare calmo”
La frase di Alphatron ruppe il silenzio. Tutti si girarono verso di lui e videro in modo netto e distinto, nel buio, i suoi occhi fiammeggianti brillare di rabbia e odio.
Gli Autobot presenti rimasero perplessi, non sapendo ancora della sua identità ma, il loro Leader, nervoso quanto l'ex-Decepticon, non era da meno in quanto ad umore e istinti omicidi.
Lui e il Transformers in forma umana di scambiarono uno sguardo.
“A quanto pare, dietro a questi massacri c'è questa KSI. La sua sede principale è a Chicago.”
La voce di Cade interruppe la tensione e la rabbia che si erano formati. Lui stesso si era intimorito nel vedere gli sguardi di Alphatron e Optimus.
Se non avessero mantenuto la calma, non avrebbe osato immaginato di cosa sarebbero stati capaci.
“Chicago? E' la città che cinque anni fa ha subito una delle devastazioni più grandi della storia del genere umano.
Dubito che potremmo quindi entrare in questa sede senza combattere.”
Hound si portò come sempre il sigaro alla bocca, mentre Optimus di fianco a lui era ancora pensieroso.
“Possono aiutarvi gli stessi umani ad entrare, se ce ne date la possibilità”
Cade fece la proposta, ma Tessa scattò subito e gli si avvicinò velocemente. Lo fissò negli occhi.
“Ti sei messo in società con loro adesso? Hai già visto cosa stavano per farci i tizi di questa KSI, vuoi davvero rischiare la nostra vita così?”
Sembrava allarmata, il suo tono era quasi di supplica nei confronti del padre. Ovvio che non voleva ritrovarsi ancora con una pistola puntata alla tempia.
“Tessa, aiutarli è probabilmente la nostra unica speranza chiarire questa storia. Come ho già ripetuto: siamo bersagli quanto loro.
Dobbiamo trovare un modo di riavere la nostra vita, o vuoi per caso continuare a vivere da nomade?”
Lei si ammutolì, non sapendo che cosa rispondere o pensare. L'unica cosa che mentalmente faceva, era maledire il giorno in cui suo padre aveva portato a casa quel camion.
Guardò infatti Optimus con uno sguardo velato di disprezzo, lui non lo notò, ma al contrario: Keira, che fino a quel momento era rimasta zitta, storse il naso.
“Piantala di fare la bambina...” Mormorò e la bionda si girò di scatto a guardarla.
“Come scusa?” Chiese, fingendo di aver capito male.
“Ho detto di piantarla di fare la bambina!
Nessuno ti chiede di infiltrarti in quella sede e corrompere con la forza il proprietario a dirti tutto!
Vuoi vivere sotto una campana di vetro? Fallo.
Se Optimus decide di andare a Chicago, troveremo un posto dove tu e il tuo ragazzo potrete stare rifugiati mentre noi altri ci sporcheremo le mani.
Così sarai bella che contenta.”
Rispose a tono Keira, già abbastanza innervosita dal fatto di tornare a Chicago. Il suo però non era nervosismo dato dalla rabbia, bensì dai ricordi che aveva.
 
Death surrounds
My heartbeat’s slowing down
I won’t take this world’s abuse
I won’t give up, I refuse!


Nonostante gli anni, le immagini di quella città in pezzi, stravolta, massacrata da sparatorie e bombe, non erano svanite dalla mente della diciottenne dai lunghi capelli neri.
Ogni volta che la sentiva nominare, era la solita storia. Rivedeva le figure dei suoi genitori tramutate in cenere per merito delle armi da fuoco dei Decepticon.
In quel caso però, di uno in particolare: Megatron.
Anche in quel momento, cinque anni dopo, sarebbe stata in grado di disegnare il volto di quell'essere dall'anima malvagia.
La forma del suo viso, la sua ferita sulla parte destra della testa, come anche i mini-robot che cercavano di ripararlo...si ricordava tutto per filo e per segno.
I suoi genitori c'erano andati di mezzo senza una motivazione.
Considerandoli insetti, lui aveva sparato quel colpo nella loro direzione senza quasi guardarli.
Perchè era successo a lei? Perchè era l'unica a non essere morta?
Le domande erano sempre quelle, ma Keira mai vi aveva dato risposta.
Sua madre l'aveva addirittura coperta con il suo corpo per proteggerla, pur sapendo che l'avrebbe lasciata da sola.
Il solo nome Chicago, era quindi una tortura per i suoi ricordi. Questi diventavano belli solo quando ricordava il cadavere di Starscream, dietro il quale si era nascosta quel giorno, e il bagliore nel suo petto, che l'aveva portata a conoscerlo.
Aveva visto anche con quanto disprezzo Megatron gli si fosse avvicinato, minacciandolo con il suo fucile, per quel suo cercare di proteggere la ragazzina che si era rifugiata lì con lui.
Il Decepticon indifeso però, per qualche strana ragione, aveva smesso di fare il lecchino nei confronti del suo “maestro” e aveva detto lui tutto ciò che pensava del suo essere comandato da “un pazzo”.
Dimostrò per la prima volta coraggio in vita sua, non codardia.
Quel suo comportamento aveva portato finalmente Keira a sperare di nuovo.
Ma ora che doveva tornare in quella città...si chiedeva cosa sarebbe successo. Sarebbe stata distrutta di nuovo? Qualcun altro si sarebbe ritrovato come lei, ovvero nella sua stessa situazione di orfana?
 
This is how it feels when you’re bent and broken
This is how it feels when your dignity’s stolen
When everything you love is leaving
You hold on to what you believe in




Con la sua freddezza nel tono di voce, aveva completamente zittito Tessa. Questa però sembrò offesa e si allontanò, trascinando Shane con sé.
Optimus trovò che le parole della mora fossero dure, ma secondo lui aveva fatto bene a risponderle in quel modo.
Notava ora anche lui quanto quelle due fossero degli opposti, ciò non sfuggiva neanche ai rispettivi padri delle ragazze.
“Non so in cosa io abbia sbagliato con Tessa...”
Cade alzò gli occhi al cielo stellato e sospirò, sembrò rivolto quasi a qualcuno. Dopo l'ennesimo sospiro però, guardò Optimus.
“Ciò che ha detto Keira, sul trovare un posto sicuro in cui poter stare a Chicago, penso sia la cosa più giusta da fare.”
Disse infine, guardando un po' tutti i presenti. Sembrarono essere d'accordo, compreso Optimus. L'unico che era perso nei suoi pensieri e fissava la figlia intensament: era Alphatron.
Si massaggiò gli occhi, ma prima che potesse dire qualcosa, lei gli si avvicinò.
“Potete scusarci un attimo? vieni con me per favore. -Lo afferrò per il braccio in modo rapido.- Cade posso prendere il tuo drone per qualche minuto?”
L'uomo annuì e glielo porse. Era però perplesso e incuriosito dalla domanda.
“A cosa ti serve?”
La domanda venne posta da Optimus, che sin da prima stava prestando attenzione, con lo sguardo, alla ragazza.
Lei scosse la testa e sorrise.
“Nulla in particolare, c'è un filmato che devo controllare con mio padre. Tutto qua.”
Sembrò però in parte mentire. Il leader degli Autobot lo capì al volo, ma non volle fare alcuna domanda.
Keira trascinò dentro la Lamborghini, Alphatron e gli si sedette di fianco, attivando poi drone nella modalità di visualizzazione dei filmati.
Pulce, perchè tutta questa fretta di mostrarmi questo drone? I filmati all'interno li abbiamo già vi-” “Muto e osserva questo pezzo.”
Lui sospirò e guardò nuovamente, dall'inizio, le riprese dell'assalto al povero Ratchet.
Quelle semplici immagini gli facevano vibrare ogni circuito di rabbia, ma tentò di nasconderla quanto più possibile. Sapeva tuttavia, che con la figlia non ci sarebbe riuscito.
“So che è difficile guardare e rimanere calmi, ma osserva con attenzione.”
Gli disse a quel punto Keira, anche se lui non capiva. Cosa c'era ancora da notare?
Passarono quei minuti, che sembrarono interminabili, nel vedere il corpo dell'Autobot amico frantumato e massacrato da tutti quei colpi.
Fino ad arrivare al colpo di grazia da parte di Lockdown.
“Ecco! Hai visto??”
Chiese frettolosa Keira, con un'espressione quasi speranzosa. Alphatron però non capì.
“Visto cosa? Come l'ha barbaramente ucciso?”
“Non lo ha ucciso!”
Non gli fece nemmeno finire la frase, che rimandò i fotogrammi indietro di qualche secondo. Fu allora che anche colui che un tempo era un Decepticon, capì.
“Ma quella è-” “La scintilla di Ratchet. Lockdown gliel'ha strappata che ancora brillava.”
Gli finì la frase lei e lui la guardò ad occhi sgranati.
Fissò i suoi intensamente e lei fece lo stesso.
“Vuol dire che-” “E' ancora vivo!”
L'espressione di Alphatron si fece comica a quel punto e sbuffò a lato, incrociando le braccia al petto.
“La smetti di finirmi le frasi?
Comunque...se davvero è così, dobbiamo riuscire assolutamente a trovarlo. Nel caso, è probabile che anche gli altri Autobot distrutti dagli umani siano ancora vivi.”
Disse e la figlia sorrise felicemente, annuendo.
Solo dopo la ragazza si accorse che vicino al finestrino, aperto, si era avvicinato Optimus. Per cui doveva aver sentito tutto.
Gli altri cybertroniani presenti erano impegnati a parlare tra loro, o a sistemare le rispettive armi. Il loro leader quindi, era l'unico ad aver seguito il discorso.
“State dicendo davvero?”
Chiese a voce bassa, inginocchiato vicino alla Lamborghini.
I due nell'auto rimasero sorpresi di udire il suo tono addolcito e scesero dal veicolo per mettersi vicino a lui.
“A quanto pare sì, c'è una probabilità per noi di riuscire a recuperare Ratchet e altri Autobot.”
Confermò Alphatron, con un'aria estremamente seria. Sua figlia di fianco a lui, non fu da meno.
“Se non hanno deciso di distruggere le loro scintille, almeno...ma io sono fiduciosa. Non riuscirei a perdonarli se avessero davvero ucciso Ratchet.”
Pensò ad alta voce e quando se ne fu accorta, portò la mano alla bocca.
“S-scusa Optimus...ho pensato a-” “Non ti preoccupare. La penso come te al riguardo. Non hai motivo per cui di scusarti.”
Le sorrise e lei ricambiò. Alphatron guardò entrambi e si soffermò su Optimus.
“Certo che andate proprio d'accordo voi due.”
S'intromise e Keira lo guardò malissimo.
“Cosa vuoi dire?”
Chiese l'Autobot, perplesso e confuso dalle parole dell'Ex-Decepticon. Quest'ultimo si massaggiò la testa e guardò di lato il vuoto.
“Nulla, una mera impressione che mi era venuta...ma molto probabilmente mi sbaglio.”
Optimus si ritrovò ancora più confuso e lanciò un'occhiata alla ragazza, la quale fece lo stesso e sospirò.
Tirò poi un calcio nello stinco al padre.
“ahi!” Saltellò lui qualche metro più in là.
“Oh, allora lo senti il dolore adesso.”
Disse lei beffarda, incrociando le braccia al petto. L'altro digrignò i denti e la guardò un po' male. Quello era uno dei motivi per cui doveva trovare e parlare assolutamente con Ratchet.
“E' normale, un calcio del genere farebbe male a chiunque...cosa indossi, degli anfibi rinforzati sulle punte?”
Le rispose sforzando un sorriso, prima di andare a sedersi in macchina e sdraiarsi.
Mentre lo guardava allontanarsi, lei scosse la testa e sospirò.
“Ancora mi chiedo a cosa si riferisse prima, tuo padre.”
Sentì la voce dell'Autobot mormorare. Lei rimase sorpresa, Optimus ancora ci stava pensando?
Ridacchiò portandosi una mano davanti alla bocca, poi alzò le spalle.
“Ti conviene ignorarlo, papà è fatto a suo modo. Non provare ad entrargli nella testa per capire a cosa si riferisse.
E' meglio pensare a quel che faremo domani piuttosto.”
Con quella frase, Keira lo riportò infatti alla realtà e alla serietà. Lui annuì.
“Hai ragione...ora sarà meglio che tu vada a riposarti, sarai stanca dopo il viaggio di oggi e lo stress della serata.”
Lei infatti sbadigliò subito dopo quella frase, mentre lui invece si erse di nuovo in piedi, in tutta la sua stazza.
“Si, ora vado. Comunque...se tu dovessi trovare colui che sta dietro tutto questo, cosa farai?”
La domanda lasciò sorpreso l'Autobot, ma egli non ci impiegò molto a risponderle.
Con voce seria e rimbombante, disse una frase che in passato non avrebbe mai osato dire:


 
“Ho giurato di non uccidere mai degli esseri umani,
ma ora sono giunto al limite.
Quando scopriremo la verità...colui che ci ha fatto tutto questo:
dovrà morire.”


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L'angolo dell'autrice:
Ebbene, non pensavo, ma sono riuscita a scrivere anche questo nuovo capitolo nei tempi che mi ero prefissata. Non me lo sarei aspettato, nè tanto meno con l'influenza Ho scritto quasi tutto il capitolo dopo la ventordicesima visione del terzo Film, per cui spero di non aver invertito niente...nel caso non fucilatemi, vi prego Qualcuno voleva Ratchet, ebbene: qualcosa di lui si è potuto dire finalmente, grazie all'arguta vista di Keira <3
Come al solito non voglio divulgarmi troppo e spero che la lettura sia scorrevole e piacere.
Detto questo, con fazzoletto alla mano causa influenza, vi saluto e al prossimo capitolo!
Un abbraccio,
XamuPrimeOakenshield
   
 
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