Crossover
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Autore: Suikotsu    08/10/2008    3 recensioni
Un malvagio negromante cerca di impossessarsi degli artefatti più potenti del creato per realizzare i suoi diabolici scopi: quattro eroi, riuniti dalla volontà degli dei, uniranno le loro forze per sconfiggere lui ed i suoi spietati generali. Mentre la guerra infuria, un potentissimo elfo corrotto, seguendo la volontà del suo dio, ha liberato un terrificante esercito di demoni, per poi stringere un'alleanza con gli elfi oscuri.
Questa è la mia prima fic: all’inizio sembrerà un po’ banale, ma ci saranno numerosi personaggi e alcuni colpi di scena; consigliata a chiunque piacciano le storie ricche di combattimenti. Se vi ho incuriosito leggete, e lasciate un commentino!(ma non siate troppo severi)
Ho messo “non per stomaci delicati” perché le scene di combattimento spesso sono violente.
Importante: se dovessi commettere dei plagi fatemelo sapere. Grazie!
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anime/Manga, Libri, Videogiochi
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Violenza
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CAPITOLO 35: LA STORIA DELLA CITTÀ


Ciao a tutti! Voglio ringraziare tutti coloro che continuano a seguirmi, in particolare:

XGiodan: E sì, da quelle parti non se ne vedono molti in giro, capisci una città isolata...
XIllidan: Parente di Munenori forse no, ma sa parlare, ed anche combattere!
XBankotsu: Adesso scoprirai tutto.

XJakotsu: Non ci sentiamo da tantissimo tempo, spero che tu non mi abbia dimenticato, ma soprattutto che tu te la stia passando bene.



Aggiungo che questo capitolo a livello di trama è tutt'altro che marginale!


Muto e gli altri entrarono nell'edificio. Le pareti erano bianche, adornate con armi e un quadro: quest'ultimo raffigurava un uomo di sessant'anni con i lineamenti forti e fieri. I suoi capelli erano d'argento, mentre gli occhi scuri fissavano chiunque gli passasse davanti. Indossava un abito nero, con sopra una scintillante corazza da samurai. 
I quattro lo fissarono qualche istante, mentre Muto chinò il capo in segno di rispetto; non volendo sembrare sgarbati, lo imitarono.
"Prego, accomodatevi." - disse una donna con un inchino.
"Guarda che ospitali che sanno essere." - pensò Rannek.
"Abbiamo ospiti. Prepara del te."
I cinque si sedettero a gambe incrociate su dei cuscini.
"Allora, mettetevi comodi, perché è una storia lunga. Questa città, Amahara, un tempo era felice e tranquilla, isolata dal resto del mondo. La gang Aoto non era guidata da Hanzaemon, il malvagio guerriero che ora la comanda, ma da uno forte e saggio, alleato mio e del mio signore, Kurora." - spiegò fissando il quadro.
"Tuttavia, un giorno il mio signore morì, e il capo della gang venne misteriosamente assassinato. Da allora i suoi sottoposti rubano, uccidono e fanno del male alla gente. In qualità di braccio destro di Kurora ho cercato di fermarli, e la situazione era in equilibrio, fino a quando, da un mese, non è arrivato Decio."
"L'uomo che hai nominato prima, dico bene?"
"Dici bene. Scusami ancora se ti ho scambiato per uno dei suoi soldati, ma i tuoi abiti somigliano molto ai loro."
"Non c'è problema."
"Il te è pronto." - disse la donna portandolo.
I cinque ringraziarono e sorseggiarono la bevanda.
"Ne ho sentito parlare" - cominciò il drow - "Si dice che sia un generale abilissimo, famoso per molte vittorie, e che abbia contribuito all'espansione dell'impero di Damara, scacciando gli orchi e altri mostri. Sembra che sia uno degli uomini più vicini al re. Il suo potere è molto grande."
"Io non l'ho mai visto, ma ha inviato numerosi soldati a rinforzare Hanzaemon. Da allora, molti guerrieri hanno disertato, ma io non mi sono mai arreso, e non abbiamo più intenzione di lasciarli fare. Ucciderò Hanzaemon!"
"Capisco la tua rabbia, ma devi essere prudente. Se non ho capito male, i nostri nemici sono più numerosi."
"C'è però una cosa che non mi è chiara. Questa città non è in un punto strategico, e non ha nemmeno grandi risorse. Perché un potente generale ha compiuto un lunghissimo viaggio, aggirando la foresta più pericolosa che esista per venire fin qui?" - chiese Illius.
Il samurai fissò il mago per qualche istante.
"Non lo so." - fu l'esitante risposta.
"Sì che lo sai. C'è forse qualcosa di...segreto?"
L'uomo stette in silenzio.
"Non cercare di temermi nascosto il tutto. Anche se indebolito, percepisco in questo luogo un potere mistico."
"Sei in gamba."
"Sono uno stregone di prim'ordine."
"Allora d'accordo. Ma prima, dovrete giurare di non rivelare a nessuno ciò che vedrete."
I quattro si guardarono, poi assentirono e giurarono.
"Bene, ora seguitemi e non fate parola a nessuno di ciò che vedrete, o che gli dei vi fulminino."
Goshiro fu il primo ad alzarsi e gli altri lo imitarono e lo seguirono.
L'uomo arrivò davanti ad un muro, si accertò che non ci fosse nessuno nei paraggi e ci appoggiò sopra le mani, facendo pressione e aprendolo.
"Un passaggio segreto." - pensarono i quattro.
"Seguitemi."
Il gruppo scese nei sotterranei del castello grazie ad una scalinata che condusse fino ad una stanza scarsamente illuminata.
Al centro di essa c'era un piedistallo sul quale era poggiata una gemma rossiccia.
Rannek e gli altri fissarono l'oggetto sferico; tutti loro sentirono che emanava un grande potere, molto maggiore dei loro messi assieme.
"Questa" - spiegò il samurai - "È una delle quattro Gemme Elementari, arcani artefatti donati dagli dei agli uomini. Ma i loro poteri attirarono molti malvagi, e scatenarono violenti conflitti. Fu così che vennero disperse, ma una l'abbiamo ritrovata. È chiaramente lei il motivo della venuta di Decio."
"Ma come fa a sapere della sua esistenza?"
"Anche il vecchio capo della gang Aoto lo sapeva. Ma non l'avrebbe mai rivelato, neanche sotto tortura. Devono averglielo letto nel pensiero. Però non so come un uomo che viveva così lontano possa aver scoperto dove si trova."
"Aspetta..." - fece Rannek ricordandosi del suo duello con Krauser.
"È tutto per le Gemme Elementari...maledizione!"
"Cosa?"
"Anche chi controlla la squadra dei sette sta cercando le gemme!"
"Come..."
"Se l'è lasciato sfuggire Krauser, l'uomo con cui mi sono battuto alle rovine di Nesme."
"Cosa?! Qualcun altro le desidera?!"
"Sì, un uomo malvagio con a disposizione dei guerrieri estremamente potenti, anche più di noi."
"Cosa? Ma è terribile! Non possiamo permettere che il potere di una delle gemme finisca nelle sue mani!"
"Ma perché non usarne il potere se lo abbiamo a disposizione?" - chiese Zhai.
"Pessima idea. Ti ricordi cosa ha detto il mio maestro? Il potere corrompe. Questa gemma è troppo potente perché possiamo usarla, una simile energia finirebbe per schiacciarci."
"Infatti. Quindi dobbiamo sorvegliarla, ed impedire che finisca nelle mani sbagliate! Presto organizzerò un potente attacco alla dimora di Hanzaemon, e allora lo ucciderò!"
"Non ce la farai da solo." - disse Rannek.
"Io..."
"Quindi verrò con te. Il nostro viaggio può aspettare. Siete con me, compagni?"
"Certo!
"Puoi contarci!
"Mi sa che non ho scelta!
"Grazie, grazie. Sono certo che, unendo le nostre forse, riusciremo ad uccidere quel criminale, e anche a scacciare l'invasore!"
"Ma se arrivassero altri soldati..." - fece notare Zhai.
"Non ne arriveranno." - rispose lo stregone.
"Perché?"
"Non è possibile inviare molti soldati fin qui. Noi, percorrendo la via più breve, abbiamo impiegato settimane, mentre per fare il percorso più lungo ci vorrebbero mesi. E poi, anche se Decio è un generale importante, non riuscirà a coinvolgere molte legioni, visto che si sta combattendo una guerra sul fronte."
"Allora è deciso! Preparati, Hanzaemon, perché non vivrai a lungo!"






  
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