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Autore: Alexiel Mihawk    02/10/2014    2 recensioni
« Zio, cosa c’è che non va in me? » si sente domandare piano, mentre due occhi azzurri si volgono verso di lui tornando a riempirsi di lacrime « Perché io non sono un dominatore? Kya lo è, anche Tenzin ed è solo bambino piccolo! E la mamma è la più grande dominatrice dell’acqua e papà è l’Avatar. E io? Cos’ho io che non va? »
[Pre TLOK | Bumi e Sokka affrontano un discorso un po' pesante, e Sokka è il solo, tra i membri dell'Avatar Team, che possa riuscire a far capire al primogenito dell'Avatar quanto la sua normalità sia in realtà preziosa]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sokka
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sarcarsm will be your armor.

 

Quando Katara lo ha chiamato, Sokka si è precipitato di corsa. Sapeva che prima o poi questo momento sarebbe giunto e quindi non è troppo stupito, anche se avrebbe preferito che fosse arrivato più tardi.
Bumi è seduto su un muretto di pietra e osserva lo specchio d’acqua che divide la loro isola da Republic City, perché è questo quello che ottieni quando sei l’Avatar: un’intera isola.
« Ehi, campione » esclama sedendoglisi a fianco « Cosa c’è che non va? »
Bumi scuote il capo, gli occhi arrossati dal pianto, le piccole mani strette a pugno. La bocca di suo zio si piega in un sorriso mesto, sa cosa sta provando suo nipote, sa perfettamente quale sia il problema, ha provato gli stessi sentimenti, la stessa ansia, lo stesso sconforto: certo lui era più grande. Nessun bambino di otto anni dovrebbe sentirsi così, mai.
« Zio, cosa c’è che non va in me? » si sente domandare piano, mentre due occhi azzurri si volgono verso di lui tornando a riempirsi di lacrime « Perché io non sono un dominatore? Kya lo è, anche Tenzin ed è solo bambino piccolo! E la mamma è la più grande dominatrice dell’acqua e papà è l’Avatar. E io? Cos’ho io che non va? »
Sokka sente il cuore spezzarsi in due e di slancio lo abbraccia; Bumi incomincia a piangere senza più riuscire a controllarsi e suo zio si domanda come faccia ad avere ancora lacrime.
Katara gli ha detto ha posto loro quella domanda per la prima volta quella mattina e da quel momento non ha mai smesso di piangere; Aang è scappato, rifugiandosi dietro la scusa del suo dovere di Avatar, ma sua moglie sa bene che è uscito per non vedere lo sguardo distrutto del figlio.
« Bumi, guardami. Lo sai perché i tuoi genitori ti hanno chiamato così? »
Il bambino annuisce, tirando su col naso.
« Il re di Omashu, era un amico di papà, si chiamava così. Ma zio, anche lui era un dominatore. »
« Non è questo il punto, Bumi. Tuo padre ha scelto per te il nome di uno dei suoi più grandi amici: prima di me, prima di Zuko, il migliore amico di Aang era Bumi. E ancora prima di diventare un grande dominatore Bumi era un grande uomo, un uomo saggio, un uomo sveglio e un grande amico. Lo sapevi, che nessuno dei tuoi fratelli ha un nome così importante? »
Il nipote scuote piano la testa, Sokka vede che ancora non capisce, quindi cerca di cambiare tattica e partire da un altro punto.
« Bumi, per anni io ho viaggiato insieme a tuo padre, a tua madre, al signore del fuoco, Zuko, e a zia Toph. Per anni sono stato l’unico membro del gruppo a non saper dominare un elemento e anche io mi sono sentito triste, sai? Erano tutti così forti, mentre io ero solo un ragazzo con il boomerang ».
Bumi sgrana gli occhi, perché non riesce proprio a credere che suo zio possa essersi sentito da meno di qualcuno, suo zio è invincibile, è forte, è saggio, è un grande membro del consiglio di Republic City.
« Ma zio, tu sei fortissimo con il boomerang, come quella volta che hai steso l’uomo combustione! »
Sokka sorride, adora raccontare quella storia.
« Proprio così, Bumi, le persone come noi non sono inferiori, non sono sbagliate, non devi pensarlo mai. Siamo diversi, siamo unici. Siamo quelli che sviluppano le loro capacità mentali per sopperire alla mancanza di un dominio, quelli che aguzzano l’ingegno e trovano la soluzione ad ogni problema. Ci nascondiamo dietro al sarcasmo, alle grandi storie e alle battute di spirito e quando finisce la giornata sono persone come noi che salvano le chiappe alle persone come i tuoi genitori. Non dimenticarlo mai. Loro sono più forti, ma spesso si dimenticano di essere umani e siamo noi a doverglielo ricordare, a ricordare loro quali sono i loro limiti e quali le loro debolezze. Non sei da meno di Kya o di Tenzin, Bumi, anzi, probabilmente sarà grazie a te, al tuo ingegno e alla tua forza se i tuoi fratelli potranno vivere una vita tranquilla. E ogni volta che ti sentirai inadeguato o triste, perché capiterà ancora – ma sopravvivrai, fidati di tuo zio – allora fai una battuta e scaccia questi sentimenti deprimenti. Oppure vieni da me, giocheremo a Pai Sho, ti insegnerò a usare una spada e a breve diventerai il migliore guerriero che Republic City abbia mai visto ».
Bumi tirò su col naso e si passò una manica sul viso, aveva smesso di piangere ora e guardava lo zio con occhi ammirati. Sokka non lo sapeva, ma era appena diventato il suo eroe, il suo personale modello a cui aspirare.
« Davvero mi insegnerai a usare una spada? »






Nota: eccomi al sesto appuntamento di una fic al giorno pima del Book 4. Domani è l'ultimo giorno, quasi non ci credo. Domani esce il Book 4! Piango di gioia!
Trovate le prime quattro storie qui, e la quinta qui. Io mi ritiro a scrivere la prossima e ad attendere, trepidande, questo nuovo Book.




   
 
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