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Autore: Lucas1996    02/10/2014    1 recensioni
-Sono, uhm, piuttosto sicura di essermi innamorata di te-.
-Cosa?- mi chiese. -Credo di non aver capito bene-.
-Invece hai capito benissimo. Penso di essermi innamorata di te-.
-No. Oh, no. Maledizione-. disse, prima di alzarsi e andarsene, lasciandomi da sola.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Michael Clifford, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Facciamo la nostra prima vera esibizione a casa di Calum, dove proviamo di solito”.
E io sapevo dove abitava Calum?
Ovviamente no.
Quasi non ricordavo la sua faccia, come potevo sapere dove stava?
Quella mattina Michael mi aveva mandato un messaggio che diceva: “Cal abita dall’altra parte della città rispetto a casa tua, è di fronte a Tesco. Non farti prendere dal panico x”.
Facile dirlo, caro Clifford, quando stai girando per una città che dovresti conoscere come le tue tasche ma in realtà è un’ora che vaghi in cerca di una casa che si trova davanti a uno dei 10 Tesco dellla città, quindi MOLTO FACILE da trovare.
In più,come se non bastasse, indossavo degli shorts e una maglietta leggera e nonostante fosse inizio settembre si era alzato un vento molto forte che mi stava facendo venire i brividi.
Intravidi il quinto Tesco di quel pomeriggio e, sfinita, decisi di chiamare Michael.
Potevo pensarci prima ma hey, ci sarà stato un motivo se all’asilo venivo chiamata Jenna la smemorina?
Mentre cercavo il suo numero in rubrica non prestavo attenzione alla strada, quindi non vidi il marciapiede disastrato sotto ai miei piedi e inciampai, maledicendomi.
Una coltre di capelli rossicci mi si parò davanti e invece di cadere con la faccia a terra, come prevedevo, sentii due forti mani che mi presero le braccia e mi tirarono in piedi.
Ero ammutolita e stavo per diventare come il colore dei miei capelli.
“Ti ho evitato una bella caduta, dovresti ringraziarmi” disse il tipo che mi aveva salvata, sorridendomi dopo qualche minuto di silenzio.
Era alto, molto alto; aveva capelli biondi che si drizzavano in un ciuffo praticamente più alto di me.
La cosa che notai subito di lui erano i suoi occhi, azzurri come il cielo e freddi come il ghiaccio.
“Grazie, s-sono un po’ sbadata” gli dissi, balbettando un po’ per l’imbarazzo e un po’ per il vento che mi faceva tremare.
“Non dovresti usare il telefono quando sei per strada. Ti sei fatta male?” disse, abbassando la testa per guardarmi negli occhi, gesto che trovai molto tenero ma anche inquietante perché, seppure fosse davvero un bel ragazzo, era uno sconosciuto e quindi poteva avere brutte intenzioni.
“No, sono solo un po’ infreddolita” e mentre lo dicevo vidi il suo sguardo squadrarmi da capo a piedi. Tipica occhiata da maschio.
Abbassai lo sguardo e, non sentendo nessuna risposta da parte sua, lo guardai.
Si era tolto il maglione e me lo stava porgendo.
“Tienilo tu, io sto bene così”.
“Non ti preoccupare, fa lo stesso, davvero”.
“Insisto, voglio che lo prenda tu. E la prossima volta ricordati di portartene uno”.
“Va bene, mamma” dissi, alzando gli occhi al cielo mentre lui rideva.
Aveva anche una bella risata, di quelle contagiose che ti fanno venir voglia di ridere senza un perché.
“Comunque grazie” continuai, dopo essermi messa il maglione. Era nero e mi copriva fin sotto gli shorts, quando a lui stava appena giusto.
“Figurati, capelli rossi, ti sta anche bene. Ci si vede in giro”.
Mi salutò e in un attimo sparì dalla mia vista, percorrendo la via dalla quale ero venuta.
Era simpatico, forse un po’ apprensivo, ma simpatico, anche se era pessimo a dare soprannomi. Ed era davvero bello, non figo, di una bellezza di cui è impossibile stancarsi.
Mi feci su le maniche e chiamai Michael.
“Jen?”
“Mikey, penso di essermi persa, non riesco a trovare la casa di Calum”
“Non avevo dubbi. Dimmi dove sei, più o meno”.
Gli spiegai brevemente dove mi trovavo e mi disse di aspettarlo lì dato che stava per arrivare.
Mi sedetti su una panchina e chiusi gli occhi, godendomi il vento che non dava più fastidio.
Poco dopo sentii qualcuno toccarmi la spalla e, immaginando fosse Michael, spalancai gli occhi e urlai “CIAO!”.
Lui urlò dallo spavento e mi schiaffeggiò.
“Deficiente, ho preso un colpo! Alzati e muovi quel culo, siamo in ritardo”.
A volte era peggio di una donna con le sue cose.
Risi e ci incamminammo verso casa di Calum.
“Carino il maglione, ma non trovi che ti stia un po’ grande?” disse, guardandomi.
“Me l’ha dato un tipo prima, stavo per cadere e lui mi ha presa appena prima che sbattessi con poca grazia la faccia per terra, poi mi ha vista infreddolita e me l’ha regalato, diciamo”.
Tralasciai il suo atteggiamento e le impressioni che mi aveva fatto.
“Jenna fa conquiste, gente!” urlò, come se fosse impossessato.
“Zitto, stupido, è stato un gesto gentile, tutto qui”
“Ti parlo da maschio e ti dico che non regalerei il mio maglione alla prima tipa che passa, soprattutto se lei è brutta e se il maglione mi tiene caldo”
“Mikey, una può non essere bellissima e se la conosci meglio si rivela simpaticissima, magari più di quelle snob tutte fighe che non hanno nemmeno un neurone”
“Ovvio, non capita a tutti di avere una migliore amica bella e simpatica”
“Così come non capita a tutti di avere un migliore amico che spara minchiate ogni due per tre”.
Rise e arrivammo a destinazione.
Calum abitava in una casa bianca e bassa, molto carina; ovviamente, era la più rumorosa della via.
“Entra dal garage, io vado a prepararmi” disse Mikey andandosene, non prima di avermi baciato sulla fronte come faceva di solito.
Invece di fare quello che mi diceva, rimasi ad osservare l’esterno della casa. Era semplice e mi piaceva nella sua essenzialità.
Mentre i ragazzi provavano, continuava ad arrivare gente, probabilmente più per amicizia che per notorietà.
Avevo come l’impressione che i ragazzi fossero molto cambiati dall’ultima volta che li avevo visti e sinceramente non sapevo se questo fosse un bene o un male.
Certo, io non avevo voluto conoscerli più di tanto ma nemmeno Mikey si era preoccupato di farci uscire insieme per fare amicizia.
In fondo non potevo dargli torto: non era necessario che amici di amici si frequentassero e volevo che Michael uscisse con altra gente oltre che con me; ma ero gelosa, accidenti, anche se sapevo di potermi fidare di quei tre.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
SPAZIO AUTRICE
Ciao gente!
Ebbene sì, sono ancora viva.
Mi scuso per questo immenso ritardo ma sono stata sempre in giro e ora sono già piena di compiti, ma spero di riuscire ad aggiornare abbastanza regolarmente.
Parlando del capitolo, come avete letto la storia comincia ad avere una forma.
Per ora conoscete solo Jenna e Michael ma vedrete che ci saranno molti personaggi interessanti.
Oh, come ho potuto dimenticarmene: il ragazzo dagli occhi azzurri.
Secondo voi chi può essere?
Vi piace o vi sta antipatico?
Ho finito di stressarvi, come ultima cosa vi chiedo di lasciarmi una recensione, piccola, lunga o come desiderate, per farmi sapere se vi piace la storia.
Alla prossima!
Sof x
   
 
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