Note: non pensavo che avrei mai ripreso in mano questa raccolta. Ad oggi posso dire che mi sembra davvero strano rimetterci mano e andando a rileggerla mi sembra che a scriverla sia stata un’altra ragazza. E in un certo senso è così, lo è stata. Non sono più la persona che ero a diciassette, diciotto anni, ora ne ho quasi venticinque e la mia vita è tutta diversa. Tuttavia, in seguito ad alcuni cambiamenti che potrei definire sostanziali e che sto attraversando in questi mesi, ora non mi va più di lasciare questa storia incompleta. Ad essere onesta non mi va proprio di lasciare nessuna delle storie del mio account incomplete, ma questa è un’altra storia.
Come potrete vedere lo stile di questa drabble è molto diverso rispetto alle precedenti, questo è dovuto al fatto che nonostante ora non le senta più mie, ho deciso di non modificare nulla dei capitoli precedenti. LA scelta è dovuta a motivazioni piuttosto semplici, rappresentano un periodo della mia vita, sono una tappa nel mio percorso di maturazione stilistica e a modificarle ora, dopo sei anni, sarebbe poco rispettoso nei confronti della persona che sono stata. In compenso credo proprio che quando finirò questa raccolta ne comincerò un’altra, meno precisa, dedicata un po’ a tutti, senza limitazioni di una drabble a personaggio. Chissà, magari sarà l’atto primo di questa trilogia della morte.

La citazione in corsivo è tratta dall’anime.





 
 
 
Con le ultime forze che gli rimangono Io osserva il suo rivale chinare il capo; la vita lo sta abbandonando eppure riesce ancora a percepire il dolore, il dispiacere provato, nel vederlo cadere, da quel ragazzo dall’animo nobile che è riuscito a sconfiggerlo. Non prova rancore nei suoi confronti, non avrebbe potuto desiderare avversario più simile a lui, più degno di abbatterlo. Le bestie di scilla sono state infine sconfitte da un cavaliere dal cuore gentile, pronto a sacrificare la sua stessa vita per il suo ideale di giustizia.
Ma ne vale davvero la pena? È la vita cosa così da poco da poter essere gettata al vento per un ideale? Perché è vero che gli ideali non muoiono, ma gli uomini sì.
 
« Ricordatelo, Andromeda, essere disposti a dare la vita per un ideale con fin troppa facilità rende deboli e indifesi, trova un’altra via per salvare Atena »
 
Dentro di sé Io si chiede se sia davvero a Shun che si sta rivolgendo.