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Autore: Elenwen    03/10/2014    3 recensioni
Poco dopo la morte di mio padre, ferito gravemente in guerra, trovai tra i suoi oggetti personali una piccola scatola color arancione che conteneva le cose a lui più care. Un pacchetto di sigarette... Wow stranamente era pieno! Questa era una delle sue idee: smettere di fumare; un vecchio orologio da taschino appartenente a mio nonno, un portafoglio in cuoio e delle vecchie fotografie di famiglia. Tra queste foto solo una mi lasciò perplessa: ritraeva mio padre e un suo caro amico. Non ho mai visto quella persona, dietro la fotografia trovai scritto :
"Londra – Io e John Hamish Watson"
Genere: Azione, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, John Watson, Sherlock Holmes
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mystery


I due si erano posizionati davanti al caminetto a fissare quel muro pieno di schizzi, foto e simboli di ogni genere alla disperata ricerca di un collegamento.
I simboli potevano significare qualunque cosa: potevano essere contemplati dai linguaggi più disparati come quello dei tatuaggi o dei geroglifici oppure anche quello dei cartelli stradali, ma tutto ciò non riguardava il semplice segno bensì ciò da cui proveniva, un codice.
Il dottor Watson certo non poteva immaginare che sarebbe morta un'altra persona, lui era abituato ad affrontare la vita come un normale cittadino londinese soprattutto dopo i numerosi anni di guerra in Afghanistan. Quei segni gialli non volevano indicare solo la morte di due persone, ma la fine di una terza vita, quella di Jenna. Qualcuno sapeva della sua esistenza e delle sue intenzioni e per qualche ragione non la voleva nel gioco. Sherlock non sopportava quella ragazza dal carattere irritante e fastidioso, le litigate a Baker Street diventavano sempre più frequenti e il rumore delle loro discussioni erano ormai il dolce suono del risveglio per John.
Jenna Rice era molto simile a Sherlock Holmes: i suoi pensieri, la sua intelligenza e le sue doti di deduzione facevano sentire il giovane ragazzo in competizione e questo lo innervosiva parecchio. Il detective era al corrente dei fatti e aveva subito intuito cosa sarebbe successo di lì a poco alla giovane ragazza ed era deciso ad impedire che qualcuno potesse farle del male. Lentamente si voltò per guardarla con occhi preoccupati tirando un grande respiro, il viso di lei era nascosto dalla chioma dei suoi capelli castani e ricci, seduta sul divano mentre scriveva sul suo diario.
Tornò a concentrarsi sui simboli, il silenzio dominava il salotto, strinse gli occhi cercando di trovare la soluzione nel suo palazzo mentale, ma i suoi pensieri erano rivolti a Jenna.


Un'enorme stanza bianca lo circondava e davanti a sé si trovava un immenso corridoio con centinaia e centinaia di porte. Ogni porta conduceva a un ricordo preciso o ad un'informazione acquisita anche di sfuggita del giovane investigatore, ma la confusione lo condusse da una sola parte.
Si voltò indietro e vide Jenna al centro di una stanza in piedi immobile, i suoi capelli castani, lunghi e ricci le facevano risaltare ancora di più il suo bellissimo viso che era impallidito e i suoi occhi fissavano il vuoto.

Il giovane Sherlock si mise di fronte a lei, accarezzandole il viso con due dita ma il suo tocco leggero e delicato
fece cadere a terra la ragazza accompagnata dal rumore di uno sparo.
Holmes indietreggiò scappando dal quell'orribile pensiero, lasciando il freddo cadavere di lei a terra.

Corse indietro, sbucando nuovamente nel lungo e infinito corridoio.
La sua stessa voce rimbombava nella sua mente e il suono di ogni singola parola faceva tremare il corridoio 

Potrebbe morire in qualsiasi momento se la lasciassi uscire da qui...
Quei simboli portano a lei, ma per cosa?!
Un bancario, un giornalista e una ragazza da poco
arrivata a Londra...

Ad un tratto spalancò gli occhi e disse: “Ma certo... suo padre!” indossando il suo cappotto.
"Come dici?" domandò John voltandosi verso Sherlock sbalordito.
"Suo padre era un soldato proprio come me, cosa può accomunarli scusa?" aggiunse poco dopo.
"John tu senti ma non ascolti! Suo padre non era un semplice soldato e probabilmente lavorava per dei superiori i quali ora sono alla ricerca della figlia!"
La ragazza alzò il capo, colta improvvisamente da un mare di domande e preoccupazioni.
"Cosa? Si può sapere chi diavolo era mio padre?!" disse guardando Sherlock mentre indossava i suoi guanti in pelle nera e il suo viso piano piano diventava sempre più chiaro e pallido come quello di un fantasma.
"Sherlock così la spaventi, non potresti usare un po' più di tatto?” lo rimproverò il dottore.
"Si dovrà abituare a questo. Ora muoviamoci: mi serve un consiglio sulla vernice, andiamo!" replicò il consulente nascondendo le preoccupazioni per lei.
La giovane non esitò a recuperare la borsa e la sua inseparabile giacca di pelle nera per seguire il ragazzo.
"Sherlock!" lo chiamò percorrendo le scale in legno
"Tu sai cosa c'è dietro a tutto questo..." gli chiese con un filo di voce davanti alla porta principale.
"Non ne sono sicuro.." rispose lui staccandole gli occhi di dosso e uscendo dal 221b.
"Scusate ma se uscite potreste almeno prendere le chiavi! " urlò John ancora dentro cercando le chiavi di casa.
"Voi due siete incontrollabili, lasciate le cose fuori posto o ve le dimenticate!" esclamò il dottore chiudendo la porta.
“Non esagerare..." gli disse Sherlock sottovoce alzando la mano destra per chiamare un taxi.
Il taxi li portò fino al quartiere di Westminster, a Trafalgar Square, nel cuore della città londinese.
Il cielo era coperto da nuvole e un leggero vento ghiacciato soffiava verso nord tra le scalinate del National Gallery.
La giovane ragazza camminava di fianco a Sherlock Holmes a passo spedito, ma il suo corpo sembrava non reggere allo spavento. Entrambi gli investigatori notarono il suo atteggiamento e il suo sguardo pieno di paure.
John Watson colse l'attimo per cercare di calmarla, la prese sotto braccio raccontandole qualche spiritoso episodio avvenutodurante i suoi anni di studio alla Bart's.
"Sherlock dove ci stai portando?" domandò il dottore.
"Ho bisogno un consiglio sulla vernice, non ci metteremo molto." rispose il moro avviandosi verso il retro della galleria.
Sherlock Holmes si avvicinò a un ragazzo che a giudicare dall'aspetto e dal suo borsone pieno di bombolette spray era sicuramente un appassionato di murales.
"Non è un capolavoro? L'ho chiamato “delirio urbano di sangue” disse l'artista concentrato a ultimare il suo lavoro.
"Uhm... Interessante" rispose il ragazzo moro ignorando il suo entusiasmo.
"Ho due minuti prima che un agente sbuchi da quell'angolo, possiamo parlare mentre lavoro?"
"Conosci l'autore di questi segni?" gli chiese Sherlock mostrandogli le foto dell'appartamento di Jenna.
"Riconosco la vernice... Direi che è allo zinco."
“E i simboli li riconosci?” chiese impaziente il dottor Watson.
"Non mi sembra una lingua vera e propria..." replicò l'artista non convinto
"Due uomini sono morti! Decodificare questo codice ci aiuterà a scovare l'assassino prima che un altra persona venga uccisa" lo interruppe Sherlock.
"Beh è tutto qui quello che hai?"chiese il giovane.
"Vuoi aiutarci o no?"
"Chiederò in giro..."

Improvvisamente due agenti svoltarono nella via e senza indugio Sherlock e Jenna recuperano il cellulare dalle mani dell'artista e scapparono percorrendo un'infinità di strettoie per tornare a Baker Street, lasciando il povero John Watson impalato davanti ai due addetti.
I due, dopo una lunga corsa tra i quartieri e i viali di Londra, rallentarono svoltando per Crawford Street, a pochi passi dal 221b. Quando riprese fiato, Jenna sorrise davanti agli occhi marroni di Sherlock non molto distante da lei. La rabbia che provavano entrambi per l'altro a poco a poco si stava trasformando in un amicizia e il giovane ragazzo sorrise lasciandosi scappare una risata.
"Ahah abbiamo lasciato John da solo" disse ridendo sotto i baffi.
"Beh John non andrà molto lontano da Scotland Yard ahah".
In quel preciso istante Sherlock dimenticò di avere sotto la sua responsabilità la vita di Jenna, quella ragazza gli aveva portato un vortice di allegria, ma ad un tratto il suo viso tornò ad essere serio e preoccupato tanto da non rivolgerle una parola. Sherlock fece cenno di entrare in casa velocemente e la seguì subito dopo.
"Sherlock... ma John ha le chiavi" disse la giovane Jenna con tono molto cauto.
"Le ho anch'io le chiavi..." rispose scassinando la porta del 221b accennando un piccolo sorriso.
Attesero quasi due ore prima dell'arrivo di John Watson, stanco e stressato.
"Ooh ce ne hai messo di tempo!" disse Sherlock ancora distratto dai suoi simboli appesi al muro.
"Beh sai Sherlock in centrale bisogna fare tutto con ordine, formalità, impronte digitali e dovrò essere in tribunale martedì!”

"cosa?" domandò l'investigatore distratto dai simboli

"io Sherlock! In tribunale! Martedì! Mi daranno un ordine di restrizione per comportamenti antisociali!" replico arrabbiato il dottor watson.
" Ah ah..." rispose il ragazzo guardando i fogli che aveva tra le mani.
"Sherlock mi stai ascoltando?! Devo essere in tribunale martedì e il tuo amico farà meglio a costituirsi!" esclamò il dottor Watson.
In quell'istante Jenna scoppiò a ridere: "Ah ah John, se devo proprio dirlo ti è andata di lusso...avrebbero potuto sbatterti in cella e buttare via la chiave solo per aver decorato il retro della galleria”
“Cosa?! Ma avete capito quel che ho detto prima?!" disse il dottore.
"Ma certo! Devo capire di più su questi segni, forza John dobbiamo recuperare l'agenda del giornalista... La polizia avrà sequestrato ogni cosa!" disse il giovane Sherlock spingendo il dottore verso l'uscita.
"Tu ed Helena andate in centrale e recuperate la sua agenda, io vado dalla segretaria di Vancoon... Se ripercorriamo i loro passi probabilmente troveremo un punto d'incontro!" aggiunse il ragazzo prima di alzarsi il bavero del cappotto e uscire.
John Watson tirò un grande respiro, stanco ed esausto non alzò nemmeno il braccio, un taxi fermò direttamente davanti alla porta del 221b ed i neo investigatori vi salirono indicando al tassista la loro destinazione, Scoltand Yard.

 

   
 
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