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Autore: La Jiky    03/10/2014    1 recensioni
«Garp… riesci a crederci?... Molto presto avrò un figlio… Ma purtroppo, quando lui nascerà, io non ci sarò più, quindi non lo vedrò mai…».
«E che cosa vuoi da me? Io faccio parte della Marina. E poi… Non pensi alla madre? Qualsiasi persona sia stata legata a te, verrà sicuramente giustiziata!».
Il re dei pirati chinò amaramente la testa.
«È proprio per questo che ne parlo con te. Il governo ricostruirà tutto quello che ho fatto negli ultimi tempi, quindi ben presto la troveranno e non avranno alcuna pietà. Ma il bambino che deve nascere non ha alcuna colpa.»
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Monkey D. Garp, Portuguese D. Ace, Portuguese D. Rouge
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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«Rouge, non sforzarti troppo.»
La smetta di preoccuparsi Garp, ora sto bene.»
La donna dai lunghi e morbidi capelli rosati si sedette sulla sua adorata sedia a dondolo aiutata dalle possenti braccia del marine, che la seguiva in ogni suo movimento. Il candido vestito di cotone della madre si mosse svolazzante mentre questa si adagiava sistemandosi sulla seduta. Anche l’uomo afferrò una sedia e in modo meno aggraziato si posizionò dinnanzi a lei.
Erano passati tre mesi dal risveglio della donna, che aveva portato gran gioia anche all’interno del villaggio. Tutti erano accorsi, chi prima chi dopo, a salutare sia lei che il piccolo. C’era sempre qualche impiccione di troppo che chiedeva chi era il padre della creatura e allora Garp si precipitava a rispondere minaccioso che Ace era figlio di un suo sottoposto che ora stava in una delle molteplici basi della Marina; da allora nessuno si era più azzardato a fare domande. Grazie a delle ottime amicizie, il marine era riuscito a far arrivare a Baterilla dei bravissimi medici e dei fisioterapisti che in gran fretta avevano dato inizio alla riabilitazione di Rouge. Infatti per quei mesi la donna era stata costretta a casa attorniata costantemente da dottori che le dicevano cosa fare e cosa mangiare. Per tutto quel periodo Garp si era personalmente occupato del piccolo Ace; dopo il risveglio della madre questo si era vivacizzato ancora di più, mangiava in quantità sempre maggiore e cominciava a uscire dal box per gattonare in cerca della madre.
Ora, mentre Ace ronfava placidamente nella sua culla, i due adulti cercavano di avere un dialogo che da troppo tempo ormai rimandavano. Nella stanza oltre alle loro sagome, un fuoco allegro scoppiettava nel camino e avvolgeva con il suo tepore le membra dei due, creando un ambiente più accogliente. La donna guardava taciturna le pieghe create dalla sua veste sulle ginocchia, aspettando che l’uomo proferisse parola.
«È proprio un bel bimbetto eh?» chiese retorico Garp con un sorriso malinconico.
«Già. Ha aspettato tanto per mostrarsi agli altri… Scommetto che ora lei vorrà portarmelo via, non è così?» domandò a sua volta Rouge con uno sguardo carico di emozione.
«Non posso fare altrimenti. Quel bambino è il figlio del Re dei Pirati, come marine non posso permettere che segua le orme di su padre. Non lo farò uccidere se è quello che credi; semplicemente lo istruirò alla giustizia neutrale.» spiegò atono il viceammiraglio.
«E costringere una vita a piegarsi al volere altrui, non è forse peggio?!» esclamò rabbiosa la donna sorprendendolo. Dopo pochi attimi però si tranquillizzò e i suoi occhi tornarono ad essere limpidi.
«Mio figlio non entrerà nelle stupide basi della Marina, se non perché ha commesso pirateria.»
«Vuoi forse farlo diventare un terribile fuorilegge come suo padre?!» saltò su Garp contro la madre.
«Non sarò di certo io a farlo! Lo crescerò come meglio credo e poi sarà lui stesso a decidere delle sue azioni! Non costringerò Ace a fare ciò che non vuole!» alzò la voce lei. Il discorso stava avendo una piega decisamente troppo aggressiva per entrambi, così decisero di respirare a fondo e di calmare i bollenti spiriti. Rouge tornò ad avere un dolce sguardo materno e con voce bassa e malinconica riprese: «Roger mi è stato portato via perché aveva inseguito il suo sogno, ma una cosa mi ha fatto capire: non è sceso a compromessi per vivere! È stato lui a scegliere cosa fare della sua vita, ed è stato lui a voler morire per i propri ideali. Preferirei che Ace morisse di vecchiaia, ma se decidesse di prendere il mare toccherà a voi fermarlo, io non lo bloccherò di certo.»
«Cosa ti fa pensare in questo modo Rouge? Dopo che il tuo amante è stato giustiziato perché era un pirata, vuoi veder perire anche tuo figlio in tal modo?» chiese Garp controllando i toni.
«Ace è figlio di un pirata, in ogni caso questo carattere farà sempre parte della sua vita. Il mio modo di pensare è cambiato proprio quando ho conosciuto Roger. Era un uomo così straordinario che non mi fa vivere un momento di pace neanche da morto! Non voglio che Ace muoia come lui, ma se stranamente la sua vita prendesse la stessa piega sarò sempre ad appoggiarlo.»
Rouge a quelle sue stesse parole sorrise amaramente ripensando ai tempi in cui il Re dei Pirati le accarezzava teneramente il ventre e sorrideva al solo pensiero di diventare padre.
Garp capì che se davvero avesse voluto portar via Ace dalle braccia della madre, avrebbe dovuto farlo con la forza, ma il suo essere marine gli impediva di fare un gesto così contro natura ed egoistico. «Sei una madre così strana Rouge.» affermò il marine sorridendo. Rouge si alzò in piedi lentamente e cominciò a muovere qualche paso verso la porta, seguita a ruota dall’uomo che la seguiva in uno stato d’apprensione. Aprì la porta con fare tranquillo e prima di passare oltre la soglia guardò Garp sorridendo soddisfatta, capendo di aver vinto quella sfida.
«Può dirlo con certezza: Roger non avrebbe affidato la vita di suo figlio a una donna normale.» Garp rimase immobile davanti alla porta ormai chiusa, troppo pensieroso per rendersi conto che Rouge l’aveva lasciato da solo a riflettere. Che il Re dei pirati avesse intuito quanta forza di volontà si nascondesse nella sua amante? D’altronde Rouge era la prima donna che conosceva con la temuta “D” nel nome.
Nessuna scelta di Roger era dettata dal caso.
Le seguenti settimane passarono abbastanza tranquille, senza troppi intoppi. Ace si era facilmente abituato alla presenza della madre, come se per lui ci fosse sempre stata. I due passavano sempre molto tempo della giornata assieme, senza mai lasciare Garp fuori dai giochi.
A Rouge la presenza del marine non dava minimamente fastidio, anzi era contenta di avere una compagnia con cui si potesse fare due chiacchere. Soprattutto il pomeriggio, dopo che la donna aveva finito di fare il bucato, tutti e tre si mettevano in veranda a bere il tè e a godersi il piacevole vento che spirava da sud.
«Ma guarda che moccioso forzuto che abbiamo qua!» esclamò Garp riferendosi a Ace che cercava di strappare dalle mani del marine il suo adorato biberon pieno di latte.
«Scommetto che saresti un ottimo mar...»
«Sta ancora cercando di insinuare in Ace il germe della Marina, Garp?» chiese retorica Rouge entrando in veranda con il vassoio del tè tra le mani.
«Chiedo perdono, è più forte di me. Sono davvero convinto delle capacità di Ace.» rispose divertito l’uomo mollando la presa sul biberon, rendendo felice il bambino.
Rouge gli si sedette accanto, porgendogli una raffinata tazzina dal contenuto bollente.
«Pensi invece al suo di ruolo nella Marina. Non crede che sarebbe ora di lasciare al posto a uomini un po’ più giovani?» domandò irriverente la donna ridacchiando fra sé e sé. Il viceammiraglio strabuzzò gli occhi meravigliato dall’impudenza della donna.
«Che cosa stai insinuando?!» esclamò offeso sbattendo la tazzina contro il piattino di porcellana.
«Si guardi: sta qui seduto a bere tè come se fosse in pensione con una donna e un bambino. Ormai i campi di battaglia non hanno più bisogno di lei.» rispose l’amante del Re dei Pirati sorridendo.
«Stai dicendo che sono vecchio?!»
«… Ecchio! Ecchio!» disse allegramente Ace mostrando un sorriso irriverente e lentigginoso come quello della madre.
Rouge si mise a ridere mentre Garp lanciò un’occhiataccia al piccolo che non gli sortì alcun effetto, dato che continuò a ripetere la sua prima parola per tutto il resto della giornata.







Angolo dell’Autrice -----
Ehiiiiilààààààààà gentaglia! Come state?
Ma torniamo alla storia: nel precedente capitolo vi avevo lasciato con una Rouge ancora in stato semi-comatoso; qui invece la vediamo determinata e poi teneramente sfacciata. Ho cercato di approfondire la psicologia di questa donna, ma con il poco che ho non so se ci sono riuscita perfettamente. Se qualcuno ha capito Rouge meglio di me, mi contatti pure.
Io l’ho sempre immaginata come una donna forte, determinata, coraggiosa e testarda: in fondo è l’unica donna con la famigerata D nel nome! Almeno per ora… E anche in questo capitolo Ace dice la sua prima parola! Ho pensato che dato che è nato quasi con un anno di ritardo e che alla luce ci sta da circa tre mesi, potesse riuscire a pronunciare la sua prima parola!
Comunque in generale, voglio fare in modo che alcune particolarità di Ace gli rimangano, nonostante la storia cambi totalmente.
Ora vi lascio alle 92350932580 recensioni!
Alla prossima!
   
 
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