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Autore: Angel_R    09/10/2008    3 recensioni
Gabriella, dopo vari trasferimenti, arriva ad Albuquerque, dove incontra la studiosa Taylor, la pianista Kelsi, e l’amante della danza Martha. Troy è il capitano della squadra di basket e il ragazzo più ammirato della scuola. Sharpay è la Regina di Ghiaccio alla quale non si deve mai dire di ‘no’, mentre Ryan, suo fratello gemello, si rifugia sempre nel suo posto preferito, il teatro… Sembra tutto normale, ma se Troy non fosse carino e gentile? E se Gabriella non lo vedesse di buon occhio? E se Sharpay non amasse il teatro ma i pom-pon? E se Ryan non fosse morbosamente attaccato alla sorella? E se… e se volete saperne di più… leggete!! Questa è la mia primissima long, quindi recensite in tanti!! Anche i commenti negativi sono ben accetti, servono a migliorare, sempre che non siano offensivi… Grazie in anticipo!!^^.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2: Che tipo strano!

“Te lo chiedo come favore personale, quest’anno è davvero importante. Non che gli altri anni non lo fossero, ma dobbiamo dimostrare che anche noi possiamo portare in alto l’onore della scuola anche senza avere fra le mani un pallone o un pom-pon”.

Taylor mi stava seguendo già da qualche giorno pregandomi di entrare nella squadra di Decathlon. In qualche modo era venuta a sapere della mia attitudine verso le materie scientifiche, soprattutto la chimica.

“Ti ripeto che mi piacerebbe, ma non posso. Devo recuperare il tempo perso durante il trasloco e rimettermi in pari col programma”.

“Ma dai!! Ti aiuto io per quello, l’importante è che tu dica ‘sì’”.

“D’accordo, ci penserò”.

Mi fece un largo sorriso, mi prese sottobraccio e ci avviammo in classe.

Non ne avevo per niente voglia. Non volevo essere considerata una ragazza capace solo a pensare a formule complicate o ai numeri… ancora.

Purtroppo, però, uno dei miei più grandi difetti è che non riesco mai a dire di no.

La lezione era noiosa, come al solito. La Darbus stava parlando dello spettacolo scolastico che si sarebbe tenuto due mesi dopo.

Finita l’ora, tirammo tutti un sospiro di sollievo e le mie amiche ed io ci dirigemmo verso la mensa.

“Sabato sera facciamo un pigiama party a casa mia, vieni, vero?”, mi chiese Taylor scartando il suo panino.

“Sarebbe bello, mi piacerebbe”.

“Bene, allora facciamo per le 18:00 a casa mia”.

Dopo pranzo salutai le altre e mi avviai verso il mio armadietto.

Ero felice dell’invito di Taylor. Non avevo mai avuto molte occasioni per partecipare a pigiama-party o cose simili.

Sì, ero andata ad alcune feste, ma a casa di un’amica a dormire era capitato molto raramente.

Era bastato davvero poco tempo per sentirmi parte integrante del gruppo. Mi sentivo davvero bene…

“Oh, scusa!”.

Alla lista dei miei pregi l’espressione ‘attenta a dove mette i piedi’, non è di certo presente.

Per l’ennesima volta in vita mia ero andata a sbattere contro qualcuno, e, quando alzai lo sguardo e incontrai quello di Quel qualcuno, rimansi imbambolata.

“Se continuiamo a incontrarci così per i corridoi, i Wildcats dovranno fare a meno del loro capitano”.

Troy mi parlò sorridendo.

Da quando l’avevo visto il primo giorno, o meglio, l’avevo travolto, osservavo tutte le sue mosse. Volevo proprio vedere se Taylor avesse ragione o stesse ingigantendo tutto.

Purtroppo non aveva torto. Troy aveva tutti ai suoi piedi e lui li comandava come se fossero cagnolini.

I primi fedelissimi erano di sicuro i suoi compagni di squadra, i quali, non meno arroganti e attaccabrighe di lui, lo seguivano senza mai contestare.

La biondina, Sharpay, gli stava sempre appiccicata, neanche avesse la colla, e lui, dal canto suo, sembrava sempre aver voglia di scrollarsela di dosso.

Di certo Bolton, non era il tipo di persona che avrei, neanche in un milione di anni.

“Già, scusa di nuovo”, cercai di dire senza sembrare troppo imbarazzata.

“Non fa niente, stai più attenta la prossima volta”.

“S- sì”.

“Ah!”, mi disse dopo essersi allontanato di qualche passo. “e non pensare troppo, potresti farti male”.

Che tipo strano! Non mi sarei mai aspettata che mi rivolgesse la parola così, davanti a tutti, e poi che fosse così… gentile.

Certo, il mio primo giorno di scuola si era comportato allo stesso modo, ma quella volta il corridoio era deserto.

Poi è un tipo molto scontroso e maleducato. Eppure ha un così bel sorriso…

Scossi la testa e cercai di non pensarci, sarà stato un caso.

Tra tutti i presenti, però, una persona in particolare non aveva gradito per niente ciò che aveva visto…

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Questo è il secondo capitolo. Non è molto lungo, ma non voglio che risulti troppo pesante.

Grazie mille a tutte le persone che hanno recensito il primo capitolo!!! Siete state molto carine!!!! Avendo ricevuto giudizi favorevoli, ho deciso di continuare a pubblicare questa long.

Mi raccomando… continuate a dirmi ciò che pensate, è molto importante…

Nella prossima puntata:

“Tu!! Si può sapere cos’hai in mente?”

Ci girammo tutte quante, e lo stesso fecero le persone presenti nel corridoio.

“Cosa? Dici a me?”, chiesi alla ragazza che puntava un dito laccato di rosso dritto come un fuso nella mia direzione. Mi guardava con uno sguardo di pura rabbia.

Arrivederci alla prossima!!

Angel_R

  
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