Capitolo
2: Che tipo strano!
“Te lo chiedo come favore
personale, quest’anno è
davvero importante. Non che gli altri anni non lo fossero, ma dobbiamo
dimostrare che anche noi possiamo portare in alto l’onore della scuola
anche
senza avere fra le mani un pallone o un pom-pon”.
Taylor mi stava seguendo
già da qualche giorno
pregandomi di entrare nella squadra di Decathlon. In qualche modo era
venuta a
sapere della mia attitudine verso le materie scientifiche, soprattutto
la
chimica.
“Ti ripeto che mi
piacerebbe, ma non posso. Devo
recuperare il tempo perso durante il trasloco e rimettermi in pari col
programma”.
“Ma
dai!! Ti aiuto io per quello, l’importante è che tu dica ‘sì’”.
“D’accordo,
ci penserò”.
Mi
fece un largo sorriso, mi prese sottobraccio e ci avviammo in classe.
Non
ne avevo per niente voglia. Non volevo
essere considerata una ragazza capace solo a pensare a formule
complicate o ai
numeri… ancora.
Purtroppo,
però, uno dei miei più grandi difetti è che non riesco mai a dire di no.
La
lezione era noiosa, come al solito. La Darbus stava parlando dello
spettacolo scolastico
che si sarebbe tenuto due mesi dopo.
Finita
l’ora, tirammo tutti un sospiro di sollievo e le mie amiche ed io ci
dirigemmo
verso la mensa.
“Sabato sera facciamo un
pigiama party a casa mia,
vieni, vero?”, mi chiese Taylor scartando il suo panino.
“Sarebbe bello, mi
piacerebbe”.
“Bene, allora facciamo per
le 18:00 a casa mia”.
Dopo
pranzo salutai le altre e mi avviai verso il mio armadietto.
Ero
felice dell’invito di Taylor. Non avevo mai avuto molte occasioni per
partecipare a pigiama-party o cose simili.
Sì,
ero andata ad alcune feste, ma a casa di un’amica a dormire era
capitato molto
raramente.
Era
bastato davvero poco tempo per sentirmi parte integrante del gruppo. Mi sentivo davvero bene…
“Oh,
scusa!”.
Alla
lista dei miei pregi l’espressione ‘attenta a dove mette i piedi’, non
è di
certo presente.
Per
l’ennesima volta in vita mia ero andata a sbattere contro qualcuno, e,
quando
alzai lo sguardo e incontrai quello di Quel qualcuno, rimansi
imbambolata.
“Se
continuiamo a incontrarci così per i corridoi, i Wildcats dovranno fare
a meno
del loro capitano”.
Troy
mi parlò sorridendo.
Da
quando l’avevo visto il primo giorno, o meglio, l’avevo travolto,
osservavo
tutte le sue mosse. Volevo proprio vedere se Taylor avesse ragione o
stesse
ingigantendo tutto.
Purtroppo
non aveva torto. Troy aveva tutti ai suoi piedi e lui li comandava come
se
fossero cagnolini.
I
primi fedelissimi erano di sicuro i suoi compagni di squadra, i quali,
non meno
arroganti e attaccabrighe di lui, lo seguivano senza mai contestare.
La
biondina, Sharpay, gli stava sempre appiccicata, neanche avesse la
colla, e lui,
dal canto suo, sembrava sempre aver voglia di scrollarsela di dosso.
Di
certo Bolton, non era il tipo di persona che avrei, neanche in un
milione di anni.
“Già,
scusa di nuovo”, cercai di dire senza sembrare troppo imbarazzata.
“Non
fa niente, stai più attenta la prossima volta”.
“S-
sì”.
“Ah!”,
mi disse dopo essersi allontanato di qualche passo. “e non pensare
troppo,
potresti farti male”.
Che tipo strano! Non mi
sarei mai aspettata che mi
rivolgesse la parola così, davanti a tutti, e poi che fosse così…
gentile.
Certo, il mio primo giorno
di scuola si era
comportato allo stesso modo, ma quella volta il corridoio era deserto.
Poi è un tipo molto
scontroso e maleducato. Eppure ha
un così bel sorriso…
Scossi la testa e cercai
di non pensarci, sarà stato
un caso.
Tra tutti i presenti,
però, una persona in
particolare non aveva gradito per niente ciò che aveva visto…
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Questo
è il secondo capitolo. Non è molto lungo, ma non voglio che risulti
troppo pesante.
Grazie
mille a tutte le persone che hanno recensito il primo capitolo!!! Siete
state
molto carine!!!! Avendo ricevuto giudizi favorevoli, ho deciso di
continuare a
pubblicare questa long.
Mi
raccomando… continuate a dirmi ciò che pensate, è molto importante…
Nella
prossima puntata:
“Tu!!
Si può sapere cos’hai in mente?”
Ci girammo tutte quante, e
lo stesso
fecero le persone presenti nel corridoio.
“Cosa? Dici a me?”, chiesi
alla
ragazza che puntava un dito laccato di rosso dritto come un fuso nella
mia
direzione. Mi guardava con uno sguardo
di pura rabbia.
Arrivederci
alla prossima!!
Angel_R