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Autore: hp_in_my_heart    03/10/2014    1 recensioni
Buonasera! Sì, lo so, ho pubblicato un'altra storia qualche ora fa, ma come avrete capito, partecipo a molti contest e, secondo il nuovo regolamento, è obbligatorio pubblicare, per cui prendetevela con l'amministrazione e non con me se continuo a rompere le balle. Di cosa parla questa storia? Molto semplice, di una ventenne, un pomeriggio da sola a casa e un affascinante uomo maturo.
[Questa storia partecipa al "Tu sei lei" contest indetto da Moonwolf.358 sul forum di EFP]
Genere: Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Non so più cosa scrivere nelle introduzioni, per cui da ora in poi userò il classico specchietto che i giudici chiedono nei contest per presentare le mie storie, che siano scritte per un contes o no. A dire il vero questo metodo non mi piace perchè mi sembra troppo freddo, ma ho proprio perso l'ispirazione per le introduioni, per cui devo fare buon viso a cattivo gioco. Spero non vi dispiaccia troppo.





Titolo: All alone at home
Pacchetto: Ti sento
Genere: erotico, romantico,  introspettivo
Rating: arancione
Coppia: het
Avvertimenti: OS
Note: PWP
Note dell'autore:  Cosa può fare una povera ragazza lasciata sola per una giornata dai suoi genitori, con l'intero cottage delle vacanze a disposizione? Bè, questo è il modo in cui io ho immaginato la situazione. Spero ti piaccia!


All alone at home


“Giulia, noi andiamo. Fai la brava e telefonaci se ti serve qualcosa!” Strillarono i miei dal soggiorno.
“Certo mamma, non ti preoccupare! Sarò buonissima, vedrai!” Risposi dalla mia stanza, ringraziando il cielo che non potessero vedere il sorriso malizioso che mi sputava da un orecchio all'altro. Probabilmente avrebbero capito che avevo in mente qualcosa da quel sorriso e non avrebbero avuto tutti i torti. Però, avendo io vent'anni, non potevano certo aspettarsi che me ne stessi buona buona mentre avevo casa libera. In particolare, quando andavamo nella casa in montagna, tutta ben arredata , con quel magnifico divano che c'era in salotto, davanti al quale mi trovavo, e tutti i mobili di lusso nelle altre stanze.
Il pensiero corse subito a Nick, amico di famiglia. Aveva quasi quarant'anni, ma ammazza se li portava bene! Biondo, occhi azzurri, curato... Insomma, il mio ideale di uomo. Non potevo dire di essere innamorata di lui, ma solo perchè ci vedevamo così poco. Se abitasse vicino a casa mia, mi sarei messa insieme a lui da un pezzo.
Peraltro, non era la prima volta che avevamo incontri ravvicinati. Ci siamo piaciuti fin da quando ci siamo incontrati, ma lui, da vero gentiluomo, ha aspettato che diventassi maggiorenne prima di farmi delle avances. Che io ho accettato subito, ovviamente. Ero pazza di lui. Però è durata poco, una settimana di incontri molto intensi, poi ci siamo dovuto separare perchè io tornavo a casa e lui lavorava e non si poteva muovere. Così tutti gli anni, dal mio compleanno dei diciotto.
Non vedevo l'ora di rivederlo, la voglia era salita alle stelle. Afferrai il cellulare sulla scrivania e gli scrissi un messaggio.

Io

Ehi Nick! Appena arrivata. Dove sei? Io ho casa libera, se ti va. Fammi sapere, un bacio.

Mollai il cellulare sulla scrivania e corsi a fare la doccia. Volevo prepararmi nel caso in cui Nick avesse accettato l'invito.
Avevo appena finito di fare la doccia, ero ancora in accappatoio, tutta gocciolante. Presi il cellulare, c'era un messaggio non letto. Mi misi a saltellare, felice. Era di Nick.

Nick

Ciao piccola! Bentornata! Sono libero, tra un quarto d'ora sono da te. Un bacio.

Guardai l'orologio. Bene, aveva scritto qual messaggio due minuti prima, forse avevo tempo per prepararmi. Magari invece mi sarei presentata in accappatoio, ma così non c'era gusto...
Dieci minuti dopo,  leggermente in anticipo come sempre, suonò il campanello. Alla fine avevo deciso di vestirmi, mi ero messa le prime cose che avevo trovato, ma avevo lasciato i capelli bagnati. Sapevo che lui li trovava sexy.
Mi fiondai alla porta e gli aprii. Me lo ritrovai davanti, stupendo: il sole scintillava sui suoi capelli biondi e dava una sfumatura particolare ai suoi occhi azzurri. Aveva un paio di jeans neri e una camicia, si era ricordato che a me piaceva spogliarlo quando ce l'aveva.
Ci salutammo e ci mettemmo in cucina a prendere una birra e parlare. Le birre le avevo messe apposta, per scaldare un po' l'atmosfera. Aveva la macchina davanti casa, per cui supponevo che dopo dovesse guidare, ma una birra se la poteva pure concedere.
Alla fine fu lui a prendere l'iniziativa, come sempre. Mi guardò negli occhi come a chiedermi il permesso e poi mi baciò, un bacio profondo. Bastò quello per farmi partire; mi ritrovai mezza nuda sul divano senza sapere come ci fossi arrivata, con lui sopra di me che mi baciava il collo e mi accarezzava il petto.
Se io ero nuda, lui era ancora completamente vestito. Era il mio turno; con una certa lentezza gli slacciai i bottoni della camicia, un gesto sexy che piaceva a entrambi. Gli baciai il petto mentre gli toglievo i pantaloni e infine i boxer.
Lui si alzò un momento per accendere lo stereo. Non facevamo mai l'amore senza colonna sonora. La canzone che partì in quel momento mi sembrava molto adatta, dolce e romantica.
Tornò sopra di me e riprese a baciarmi come se non si fosse mai alzato; mi ero sentita sola in quel momento, ma adesso non lo ero più. Avrei tanto voluto non dover ripartire a fine estate, restare con lui: ma sapevo che non era possibile.
Fu il pensiero d'un momento, mentre il mio corpo era impegnato a godere delle attenzioni di Nick. Anche lui si godeva il mio trattamento, peraltro: era rosso e sudato e i suoi occhi brillavano.
Alla fine, con gentilezza, quasi avesse avuto paura di farmi del male, entrò in me. Raggiungemmo insieme l'apice del piacere, continuando a baciarci. Fu una delle nostre volte più belle.
Uscì da me e si sdraiò. Era stanco, magari a causa dello sforzo di tenersi sulle braccia per non pesarmi addosso. Mi abbracciò quasi subito e si addormentò così, accoccolato a me. Lo guardai dormire per un po', ma poi anch'io cedetti al sonno.
La mia casetta in montagna era sempre silenziosa quando ci svegliammo. Ci rivestimmo e mi diede un bacio in fronte.
“Ciao piccolina, io vado. Se vuoi fatti risentire prima di tornare a casa, che vengo a farti compagnia!”
Lo guardai storto prima di rispondergli, ma non potei dire di no. “Nick! Consideri solo 'farmi compagnia' lo stare con me? Va bè, dai, non voglio litigare. Se i miei mi lasciano casa libera un'altra volta, ti chiamo.”
“Su piccola, non arrabbiarti, lo sai che ti voglio bene!” Rispose lui, già fuori dalla porta. Lo salutai con la mano e lo guardai finchè non sparì alla vista.
Proprio mentre la sua macchina spariva, vidi quella dei miei parcheggiare. Dopo pochi secondi,  i miei scesero e  si avvicinarono a casa con tre o quattro borse della spesa. Eravamo appena arrivati e il frigo era completamente vuoto.
“Ciao! Vieni ad aiutarci a mettere a posto le borse?” Chiese mia mamma, affannata per lo sforzo.
“Sì, mamma. Com'è andata la giornata?”
“Bene, sai, le solite cose. Tu? Che hai fatto oggi?”
“Mah, niente di che. Mi sono fatta una doccia, ho ascoltato un po' di musica, ho guardato un po' di tv...” Mentii, sperando di sembrare naturale.
“ Ah, quindi una bella giornata.” Disse mio padre, arrivando in quel momento con altre due buste prese dall'auto. Era entrato in tempo per sentire l'ultima parte della conversazione.
“Sì, papà. Proprio una bella giornata.”
Ringraziai il cielo che mio padre non potesse sapere quanto fosse stata bella quella giornata e quanto avrei voluto che si ripetesse.

  
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