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Autore: JAckles    03/10/2014    4 recensioni
Come risvegliata da una trance Hermione, si rese conto solo in quel momento che nella caduta era atterrata su qualcosa di morbido e aprendo gli occhi si trovò a pochi centimetri da un paio d’iridi grigie che ricordavano l’argento fuso e che la scrutavano curiosi e con uno strano luccichio. Rimase ferma in quella posizione per alcuni minuti quando – Mezzosangue che cazzo fai?! Ti sembro per caso un cuscino?! Alzati immediatamente! – la voce del proprietario di quegli occhi e la sua mano la scostarono rudemente. – ahi ma che modi! Sicuramente un cuscino è più educato e simpatico di te Malfoy! – ma mentre si alzava, le giunse all’orecchio in un bisbiglio la voce del ragazzo che con un ghigno made-in-Malfoy stampato sulla faccia sussurrava – le apparenze sono tutto, Granger, ricordatelo -.
Heyla ragazzi :) questa è la mia prima fanfiction e spero di avervi incuriosito almeno un po' si tratta di una Dramione e spero che la apprezziate ... in ogni caso ditemi cosa ne pensate con una recensione baci
P.S. quasi dimenticavo la cosa più importante ... BUONA LETTURA =)
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Guess who's back??
Esattamente! La vostra mrs_Malfoy_ è tornata ed è pronta a strisciare, pregare e implorare per avere il vostro perdono. Vi chiedo umilmente scusa per la mia prolungata assenza, ma, negli ultimi tempi non avevo molte idee e voglia così ho preferito non postare nulla piuttosto che farvi leggere qualcosa che non sarebbe piaciuto nemmeno a me. Sono molto fiera di questo capitolo, ad essere sincera e, non so con quale coraggio, vi chiedo di lasciarmi una recensione. A me fa piacere sapere cosa ne pensate e a voi non costa nulla, sono solo due minutini. Spero vi piaccia 
Enjoy the chapter ;)

Questo capitolo è dedicato a una persona speciale,
spero ti piaccia
Lils1401
 

 

CAPITOLO 13: QUALCOSA CHE … SVOLAZZA


Per la terza volta Hermione rilesse la stessa frase dello stesso libro. Era seduta a gambe incrociate sul divano color crema, decisa a leggere il nuovo romanzo appena acquistato. Essendo solo le dieci di sera e non essendo affatto stanca, aveva deciso di rilassarsi un po’. Missione che però stava producendo scarsi risultati. Erano dieci minuti buoni, infatti, che tentava di leggere ma la sua concentrazione era tutta per il biondino in piedi al lato opposto della sala che chiacchierava tranquillamente con Neal.
Non avevano più parlato dello strano episodio avvenuto al cinema, un paio di sere prima, lei era profondamente imbarazzata e non sapeva – e nemmeno voleva – entrare in argomento, mentre Malfoy aveva semplicemente fatto finta che non fosse accaduto niente, troppo codardo per provare a cercare una motivazione plausibile per il suo strano, e sicuramente inusuale, comportamento.
Ora fingeva di non sentire lo sguardo pungente e penetrante della mezzosangue su di se e prestava la massima attenzione a quello che gli stava raccontando il moro posto davanti a lui: qualcosa su uno sport babbano chiamato calcio. Ne aveva già sentito parlare a Hogwarts da quel fallito di Dean Tomas che sosteneva fosse uno sport molto più intrigante del Quiddich.
- Neal, tesoro vieni un attimo in camera?? Non riesco a trovare il mio iPod! L’ultima volta l’avevi tu! – la voce squillante di Sarah distrasse momentaneamente il ragazzo dalla sua dettagliata descrizione dell’ultima vittoria del Chelsea avvenuta contro il West Ham.
- Arrivo! Scusa Draco, continuiamo dopo, non ti ho ancora spiegato di … -
- NEAL!-
- Arrivo! –
Draco prese in considerazione l’idea di perdonare la biondina, lo aveva appena salvato da una delle conversazioni più noiose mai avute in vita sua. Ora però si trovava immerso in un silenzio teso e imbarazzante.
Hermione, accortasi della tensione creatasi nella stanza aprì la bocca per dire qualcosa, ma fu salvata da un rumore molesto proveniente dalle sue spalle. Un gufo grigio batteva forte il becco contro il vetro della finestra richiedendo l’attenzione dei due giovani.
Draco, con un sopracciglio alzato, aprì la finestra e prese le lettere che il gufo aveva legate alla zampa. Su una cera scritto il suo nome mentre sull’altra quello della mezzosangue.
- Cosa sono?-
- lettere mezzosangue, eppure dicevano fossi intelligente –
- lo avevo capito … ma per chi sono? Da parte di chi? E –
- Una a testa e ce le manda – ma Draco non terminò la frase. Gli occhi spalancati in un’espressione di puro stupore, le sopraccigli talmente alte da fondersi con i ciuffi di capelli biondi che gli ricadevano sugli occhi e la bocca lasciata semiaperta.
- Allora? Mi vuoi dire chi ce le manda? – Hermione con uno strattone si impadronì della sua lettera e la girò.
- Hogwarts – dissero all’unisono. Peccato che se il tono della ragazza era intriso di piacevole stupore, quello del ragazzo era carico di amarezza e astio.
Non riuscendo ad attendere oltre Hermione stracciò di malagrazia il sigillo in ceralacca e con foga prese la pergamena e iniziò a leggere il suo contenuto con voce abbastanza alta, in modo che anche Malfoy potesse sentirla.

 

SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA
DI HOGWARTS

Direttrice: Minerva McGranitt
(Miglior Nuova Promessa di Trasfigurazione Oggi, ex Professoressa di Trasfigurazione,
attuale preside della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts)

 
Cara signorina Granger,
 
siamo lieti di informarla che lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts per un anno aggiuntivo in quanto, per cause di forze maggiore, non le è stato possibile conseguire i M.A.G.O.
Qui accluso troverà l’elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie.
 
I corsi inizieranno il 1° settembre. L’espresso di Hogwarts partirà alle undici dalla stazione di Kings Cross a Londra, dal binario 9 e tre quarti.

Con ossequi,
Minerva McGranitt
Direttrice.
 
 

“Non ci posso credere questo è un sogno che si avvera, avrò la possibilità di completare la mia istruzione e di conseguire i M.A.G.O. Oddio, questa è una spilla da caposcuola! Non ci credo!”  pensò tutta eccitata dopo aver riletto una seconda volta la lettera e rigirandosi tra le mani la spilla con una grande C oro su uno sfondo rosso e con un grifone che ruggiva ogni qualvolta che la clip veniva mossa. Una volta assicuratosi di essere perfettamente sveglia e che non si trattasse di un sogno, alzò lo sguardo sul ragazzo che era ancora immobile al suo fianco.
Quest’ultimo, come risvegliandosi da uno stato di trance, aprì la busta con movimenti secchi e lenti, come se li stesse misurando.
- Malfoy, ti è caduto un foglio che io non ho – Hermione si chinò per raccoglierlo e porgerlo al biondino, ma questi la anticipò - è un permesso, firmato dall’intero Wizengamot, che mi permette di recarmi a Diagon Alley, il 21 Agosto, per poter compare il necessario per l’anno scolastico. Oh! aggiungono pure che verrò scortato da un Auror, magari hanno paura che in un momento di noia possa decidere di torturare maghi innocenti – aggiunse con una ristata amara.
- Anche, anche tu? Sei stato ammesso per il prossimo anno? – Hermione non riuscì a sopprimere del tutto la pesante nota sorpresa che aveva assunto la sua voce.
- Oh, sanguesporco sei meravigliata? Credevi che solo voi eroi, i vincitori dall’armatura splendente aveste diritto a un istruzione? Beh spiacente ma a quanto pare non è così. Sei contenta, ora puoi guardarmi dall’alto in basso … Malfoy, la feccia dei maghi, assassino e figlio di assassini, fa pena a qualcuno. Ma sai, gufo dell’ultima ora, non ho la minima intenzione di tornare in quel buco per topi che tu chiami scuola – e, infuriato, Draco uscì a grandi falcate dal soggiorno, lasciando Hermione basita e perplessa.
 
“Maledetta so-tutto-io che si crede migliore di tutti. Ovviamente la gallinaccia l’ha promossa caposcuola, non c’era da aspettarsi nulla di diverso. Ma se crede che tornerò per farmi guardare con disprezzo e superiorità da quei patetici filobabbani si sbaglia di grosso”. Nonostante i suoi cattivi pensieri Draco era perfettamente consapevole del fatto che fossero bugie. Era sempre stato un bugiardo di prima qualità, grazie all’educazione ricevuta e agli insegnamenti di suo padre, poteva nascondere la verità con estrema abilità, nessuno vantava una faccia di bronzo migliore della sua. Ma non poteva mentire a se stesso, non che non ci avesse mai provato, ma alla fine capiva che era tutto inutile e doveva ammettere, almeno con se stesso, che non pensava veramente quelle cose. Dopotutto a lui sarebbe piaciuto tornare ad Hogwarts, quella che, in fondo in fondo, aveva spesso considerato una seconda casa, nonostante non condividesse affatto le stupide idee babbane di Albus Silente e della maggior parte della gente di quel posto. Sapeva tuttavia che, nonostante la lettera della McGranitt, “Chissà poi cosa l’ha spinta a rivolermi?” , non sarebbe stato possibile tornare. Non avrebbe mai accettato gli sguardi pieni di disgusto e superiorità che gli sarebbero stati rivolti una volta varcato il portone della Sala Grande.
Con questi pensieri in mente si tolse i vestiti e, rimanendo solo in boxer, si infilò sotto il lenzuolo del letto che condivideva con la mezzosangue, domani sarebbe stata una giornata importante per lui: “Finalmente rivedrò mia madre e mio padre” e con questo pensiero felice in testa si addormentò.
 

§§§

 
Un raggio di sole particolarmente dispettoso decise di posarsi proprio sul viso di un’assonnata e particolarmente infastidita Hermione Granger.
- Malfoy, tira la tenda, voglio dormire ancora un po’-
- Malfoy? Malfoy? perché non rispondi?-
Dannato furetto che mi ignora”  Hermione si mise seduta sul letto e rimase delusa nel vedere che la camera era deserta, nessun segno del fastidioso biondino, a parte la grande confusione di vestiti firmati sparsi sul pavimento.
- E ora dove diavolo si è andato a cacciare quel lunatico?- si chiese la ragazza dandosi una poderosa grattata alla testa.
 

§§§

 
Due ore prima nella stessa camera da letto il biondissimo erede dei Malfoy apriva cassetti imprecando contro la puntualità e l’essere inesorabilmente e incorreggibilmente mattiniera di sua madre.
L’appuntamento che si erano dati era alle 7.30 di mattina e lui era già in ritardo di tre minuti, ma proprio non riusciva a trovare i suoi pantaloni d’alta manifattura per le occasioni importanti. Dopo altri due minuti passati a giare in tondo e, infruttuosamente, a frugare tra le cose della Granger, il suo sguardo venne attirato da un lembo di stoffa nera che spuntava da sotto il letto.
Probabilmente se Draco Malfoy avesse saputo chi fosse Archimede avrebbe esclamato – Eureka - ma ignorando totalmente l’esistenza di quello che per lui sarebbe stato solo un altro inutile babbano, si limitò a esclamare un fine e molto elegante – Porco Salazar, finalmente vi ho trovati! – rischiando, peraltro, di svegliare Hermione che era ancora nel mondo dei sogni.
Fu così che alle 7,35 del mattino il biondissimo, nervoso e impaziente Draco Malfoy si smaterializzò direttamente al paiolo magico, felice come poche volte era stato nella sua vita, di tornare tra i maghi.
Ci mise meno di una frazione di secondo a riconoscere la biondissima, e simile alla sua, capigliatura di Narcissa Black in Malfoy.
- Madre! –
- Draco sei in ritardo di ben cinque minuti cosa ti ho sempre insegnato? –
- La puntualità è l’anima dei buoni affari, ma mamma un Malfoy non è mai in ritardo sei tu che sei in ant –
Non riuscì nemmeno a terminare la frase, che Narcissa lo avvolse in un abbraccio che trasmetteva tutto l’amore, l’adorazione e il bene che una madre può volere al figlio. Draco, con gli occhi lucidi, strinse la madre in una morsa d’acciaio, si sentiva nel posto giusto al momento giusto: non avrebbe voluto trovarsi in nessun altro luogo per nulla al mondo.
- Mi sei mancato tantissimo Draco – singhiozzò la donna
- Shhh mamma, anche tu, ma ora sono qui –
- Hai ragione, tesoro. Andiamo a casa. – e così dicendo i due si smaterializzarono.
 
Appena arrivati davanti al cancello quest’ultimo si dissolse in fumo riconoscendo i legittimi proprietari del maniero. La magia che una volta funzionava riconoscendo il marchio nero, ora era stata modifica da Narcissa, facendo in modo che potessero accedere alla tenuta solo i legittimi proprietari, com’era in principio, prima dell’ascesa del signore oscuro. Chiunque avesse voluto entrare senza il permesso dei padroni di casa non avrebbe nemmeno potuto avvicinarsi al cancello di ferro battuto finemente lavorato.
Mentre madre e figlio procedevano a passo sostenuto tra le siepi di tasso, i pavoni di Lucius Malfoy, che si stavano abbeverando alla grande fontana in stile rinascimentale, tubarono come se stessero chiedendo dove fosse il loro amato padrone.
- Spero ti piaccia come ho riarredato casa – disse Narcissa al figlio mentre salivano mano nella mano i sontuosi gradini di pietra per poi varcare il grande portone in legno massiccio.
Draco non aveva mai visto il grande salone così luminoso e pieno di vita da che aveva memoria. Dalle grandi finestre a rombo entravano i raggi del primo sole mattutino illuminando e facendo risplendere, come se fosse animato da luce propria, il grande lampadario di cristallo che fluttuava al centro della stanza grazie alla magia. Narcissa aveva sostituito il grande tappeto nero dell’atrio principale con uno verde smeraldo, che contribuiva a ridare vitalità al luogo. Il grande camino in marmo bianco e nero era sempre lo stesso però, ora, appoggiate sopra, c’erano foto più o meno recenti della famiglia Malfoy che ritraevano i membri della famiglia in vari momenti felici della giornata. Draco avvicinandosi ne prese un in mano: era stata scattata poco dopo la sua nascita, infatti un se stesso piccolissimo era intento a tirare una ciocca dei capelli della madre, mentre Lucius lo guardava con uno sguardo che doveva essere d’ammonimento ma che trasmetteva solo amore e adorazione.
- È bellissimo madre! –
- Sono contenta ti piaccia, vieni ti faccio preparare la colazione dagli elfi, e chiacchieriamo un po’ –.
 
- Allora Draco, come vanno le vacanze? È diventata un po’ più sopportabile la situazione? –
- Mhpf, non scherzare mamma! Odio stare con i babbani e penso che quella Granger sia troppo insopportabile! Vuoi un esempio? Mi ha obbligato a cucinarmi la colazione da solo! Ti rendi conto? Da solo! Ma non è tutto, è sempre lei a decidere tutto e deve comandare tutti e se io provo a oppormi mi urla contro come una banshee inferocita! Per non parlare di quando siamo andati … -
- Draco, tesoro, ti sei reso conto che sono cinque minuti che parli di quella ragazza? Non succedeva dai tempi del terzo anno quando ti aveva tirato uno schiaffo – ridacchiò Narcissa – oppure dal ballo del quarto anno, Lucius ti aveva regalato un completo nuovo pur di distrarti –
- Non è affatto vero! Che cazz, emh, che cosa stai dicendo?! – Draco quasi urlava da quanto era indignato
- Si, si come vuoi figliolo, guarda che non ti devi nascondere, certo avrei preferito puntassi a qualcosa di meglio di una sanguesporco, ma sai che io accetterò tutto … -
- Madre! IO NON SONO INTERESSATO A QUEL CESPUGLIO CHE CAMMINA! Smettila con queste cazzate!- dalla foga si era addirittura alzato in piedi e ora quasi ansimava, ma più che per l’urlo, per la strana sensazione che aveva provato quando sua madre aveva chiamato la Granger, sanguesporco. “Eh ora cosa diavolo era quella fastidiosa fitta allo stomaco che mi è venuta quando mia madre ha offeso Hermione? No, ferma, la Granger, okey, molto meglio. Salazar sto impazzendo meglio cambiare discorso, altrimenti rischio di finire al San Murgo”  pensò il biondino passandosi una mano tra i capelli e arruffandoli ancor più di quanto già lo fossero.
Nel frattempo Narcissa era rimasta in silenzio osservando il figlio arrovellarsi su quello che a lei sembrava abbastanza chiaro.
- Draco modera il linguaggio quando parli con me, non ti ho cresciuto e istruito perché tu parlassi come un volgare babbano! E in ogni caso se ti dava fastidio l’argomento bastava che me lo dicessi. Qualche altre novità dolcezza? –
- Non chiamarmi così mamma! – disse Draco esasperato, ma comunque continuò – Sì in effetti c’è una cosa di cui ti vorrei parlare. –
Narcissa sollevò stupita il sopracciglio e posò la tazza di te sul piattino di porcellana, in attesa che il figlio completasse la frase.
- Quella vecchia ciabatta della McGranitt è totalmente impazzita, il fatto di essere diventata preside deve aver fritto quei pochi neuroni che le rimanevano – iniziò Draco con un’espressione sconvolta sul volto – mi ha mandato la lettera di ammissione per il prossimo anno a Hogwarts! – esclamò con la voce rotta dal riso, e aspettandosi che la madre avesse la stessa reazione, ma quando si accorse che il viso aristocratico di Narcissa Malfoy era estremamente serio, tutta la sua ilarità scomparve lasciando il posto a una sensazione d’inquietudine che non preannunciava nulla di buono, sospetto che venne poi confermato dalle parole della madre.
- Ma certo che lo sapevo Draco! Mi sono recata personalmente io a Hogwarts per far si che tu potessi frequentare il prossimo anno –
- TU COSA?! Sei pazza! – la voce del biondino non aveva mai raggiunto note così acute fin’ora - Col cazz … cavolo  che io torno in quella bettola! Nemmeno sotto imperio! –
- Oh invece tu ci andrai, che ti piaccia o meno! –
- Non ci pens –
- SENTIMI BENE SIGNORINO! TU CI ANDARI E NON FARAI STORIE! NON HO LA MINIMA INTENZIONE DI PERMETTERE CHE LE SCELTE SBAGLIATE MIE E DI TUO PADRE INFLUENZINO IL TUO FUTURO! – Draco era sconvolto, sua madre non aveva mai alzato la voce in quel modo con lui, nemmeno quella volta che a dieci anni aveva dato fuoco “accidentalmente” al prezioso arazzo di famiglia – Draco, voglio che tu abbia la possibilità di studiare e  prendere un diploma, che tu possa scegliere quello che vorrai fare una volta adulto, eh no è inutile che mi guardi con quell’espressione, non sei ancora adulto. Inoltre pomeriggio ne parleremo con tuo padre e sono sicura che sarà perfettamente d’accordo. –
- Eh certo come potrebbe non esserlo?! Papà fa sempre tutto quello che vuoi tu! – sussurrò sarcasticamente Draco.
- Cosa hai detto caro? –
- Nulla, nulla. Vado a farmi una doccia ci vediamo dopo – e così dicendo Draco iniziò a salire le scale che portavano alla sua camera.
 

§§§

 
Da quando Hermione si era alzata aveva perlustrato tutta la casa e il lungo mare alla ricerca di un ragazzo pallidissimo, biondissimo, arrogante, viziato, capriccioso, arrabbiato con il mondo ed estremamente suscettibile. E una volta che non lo trovato aveva iniziato a cercare un gatto siamese con le stesse caratteristiche del ragazzo sopracitato. Risultato? Un buco nell’acqua in entrambi i casi.
- Basta ci rinuncio! Che si fotta quel borioso arrogante! Non me ne frega niente di dove si è cacciato - e nonostante fosse la terza volta che Hermione ripeteva la stessa frase, fece per la settima volta il giro della spiaggia sperando con tutta se stessa di scorgere una chioma opalescente tra la folla.
 

§§§

 
Draco uscì dalla porta del bagno che comunicava con la sua camera, frizionandosi i capelli con l’asciugamano. Si vestì con molta calma con uno dei suoi completi migliori e una volta perfettamente sistemato si accovacciò davanti al camino che era situato sulla parte opposta al letto.
Con la calma di chi sa di avere il mondo ai propri piedi sollevò il coperchio di un piccolo vaso bombato in smeraldo e prese una manciata di polvere volante, poi, con movimenti calcolati, la gettò nel fuoco e attese in silenzio. Quando una fiammata verde brillante divampò nel camino, precedentemente spento, il ragazzo ci infilò la testa e, ad alta voce esclamò – Santa Teresa, Sardegna, Villa Zabini – e in un momento la sua biondissima testa fluttuava nel camino di una lussuosa villa italiana, di proprietà di Blaise Zabini.
Non fece nemmeno in tempo a ispezionare la stanza con lo sguardo, che un acutissimo urlo gli perforò gli orecchie.
- ODDIO! AL LADRO! AIUTO! C’E’ UNA TESTA VOLANTE NEL CAMINETTO, AIUTO, AIUTO! – quella che sembrava in tutto e per tutto una top model in biancheria intima stava saltellando sul posto urlando come una gallina e agitando le mani perfettamente smaltate in quello che era chiaramente un attacco di panico.
Da un groviglio di corpi di perfette modelle, ammassati sul divanoletto, emerse la mora testa di Blaise Zabini che in preda dal panico iniziò a urlare frasi sconnesse e senza senso. Come se non ci fosse già abbastanza confusione nella stanza dalle scale del corridoio provenne un rumore molto forte, come se qualcuno, nella fretta di scendere i gradini, fosse inciampato e ruzzolato giù. Dopo nemmeno un minuto apparve sulla soglia uno scompigliato, dolorante e armato di bacchetta, Theodore Nott.
Quando entrambi i ragazzi guardarono verso il camino i loro visi si illuminarono e proruppero entrambi in un’esclamazione di gioia mista a confusione.
- Draco?! –
 
Quando tutte le ragazze presenti nella stanza vennero cacciate in cucina, e il soggiorno fu completamente sgombro, i due maghi si accovacciarono davanti al camino.
- Draco! Ma allora sei ancora vivo! Bla ti devo dieci galeoni –
- Sgancia Theo! –
- No ma anche io sono felice di vedervi e di scoprire che scommettete sulla mia morte prematura! –
- Su dai Draco non farla tanto tragica, dobbiamo pur passare in qualche modo il tempo! Non possiamo sempre e solo divertirci con quelle magnifiche creature – esclamò Blaise ammiccando in direzione della porta del salotto.
- Parla per te! Io se solo mi avvicino, becco una fattura da Daphne! – Theodore al contrario non era molto felice di avere tutte quelle ragazze, che sembravano modelle, in giro per casa e non potersi nemmeno avvicinare – in ogni caso da dove ci stai contattando? Non sapevo i babbani avessero la metropolvere –
- Ora sono in camera mia al Manor, questo pomeriggio io e mamma andiamo a trovare Lucius – sorrise alla prospettiva di rivedere suo padre – Ah ma sapete la novità?-
- Spara! –
 - L’uno settembre tornerò ad Hogwarts – se avesse dovuto annunciare la morte di qualcuno probabilmente il tono di Draco sarebbe stato più allegro.
- Merlino! Anche tu? Anche a noi sono arrivate le lettere, eravamo esterrefatti quando le abbiamo lette! –
- Sì, infatti! E indovina chi è quest’anno il Caposcuola della Casa Serpeverde? –
- Qualcosa mi dice che sei tu Bla! Beh complimenti! Sarai in compagnia della Granger! A proposito com’è che voi due siete amici? –
- Hai presente il sesto anno e quelle noiosissime cene che dava il professor Lumacorno, a cui tu non eri invitato? –
- Seh – mentre Draco, irritato, storceva la bocca, Theodore se la rideva ripensando a quanto desse fastidio al suo biondo amico non essere al centro di qualcosa.
- Ecco, lì abbiamo iniziato a parlare, Potter era troppo preso dalla Weasley femmina e quindi Hermione spesso era da sola in silenzio, non è stato molto difficile trovare qualcosa di cui parlare è molto intelligente quella ragazza –
- Pff, certo ! –
- Al posto di sbuffare – Nott era scosso ancora dalle risate di poco prima e faticava a parlare – come va con la mezzosangue? –
- Per quanto voi ne diciate, io sono convinto di avere qualche strana malattia babbana, nell’ultimo tempo non ho dormito, ho la nausea come se avessi qualcosa nello stomaco! Che … svolazza! – mentre descriveva i “sintomi” la faccia di Malfoy era passata da preoccupata a terrorizzata in meno di dieci secondi.
Blaise e Theodore si guardarono complici e il primo prese parola dopo una pausa di qualche minuto.
- Che svolazza dici? –
- Si! Che svolazza! –
Altro sguardo complice.
- Draco … –
- Come possiamo … –
- Dirtelo? –
- Sono … –
- Le Farfalle –
Draco ci mise qualche secondo prima di comprendere appieno quello che i suoi due amici gli avevano comunicato ma quando la risposta fu pienamente elaborata dal suo cervello ebbe un tremendo shock.
- OH, nonononono, questo non sta succedendo, no! Vi sbagliate! Non è per niente così!  –
Per tutta risposta i due iniziarono a prendersi gioco del biondo erede Malfoy.
- A quando il matrimonio? –
- Vuoi un maschietto o una femminuccia? –
- Ora dobbiamo chiamarti mezzosangue per solidarietà con la tua donna? –
- OH VOI , NON, VOIII! NON E’ LA MIA DONNA! PIANTATELA DI FARE GLI IDIOTI -  urlando come un pazzo Draco uscì bruscamente dal camino e continuò a imprecare contro i due imbecilli che si ritrovava come migliori amici.
Una cosa era però ben chiara nella mente del biondo Malfoy: queste dannate farfalle andavano uccise.
 
Nella villa in Sardegna, intanto,  Blaise e Theodore non riuscivano a smettere di ridere.
- Secondo te quanto gli ci vorrà per metabolizzare la cosa e accettarla? –
- Non so Theo, io dico che quando lo rivedremo a settembre sarà più smielato di uno zuccotto di zucca –
- Ti va di scommettere Bla? –
- Ti va di perdere altri trenta galeoni Theo? –



Spero vi sia piaciuto :) RECENSITE
mrs_Malfoy_

  
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