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Autore: Benio Hanamura    03/10/2014    1 recensioni
[Mademoiselle Anne/Haikara-san ga toru]
“Il mio nome è Kichiji Hananoya… o meglio, questo è il mio nome dall’età di 15 anni. Fino ad allora ero Tsukiko, la sesta figlia della famiglia Yamada...”
Nel manga originale della Yamato è detto ben poco del passato della geisha Kichiji, che fa la sua prima comparsa come causa inconsapevole di gelosia della protagonista Benio nei confronti del fidanzato Shinobu, ma che poi si rivelerà essere solo una sua ottima amica e stringerà una sincera amicizia con Benio stessa, per poi segnare anche l’esistenza del padre di lei, vedovo inconsolabile da tanti anni.
Per chiarire l’equivoco e per spiegarle quale rapporto c’è davvero fra lei e Shinobu, Kichiji racconta la sua storia del suo passato a Benio, dei motivi per cui è diventata geisha, abbandonando suo malgrado il suo villaggio quando era ancora una bambina, ma soprattutto del suo unico vero amore, un amore sofferto e tormentato messo a dura prova da uno spietato destino…
Dato che questa storia è solo accennata nel manga, ma mi è piaciuta e mi ha commossa molto, ho deciso di provare ad approfondirla e di proporvela come fanfiction!
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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   Come avevo previsto Benio-san riuscì ad ottenere il lavoro alla Jodansha: nemmeno un misogino come Aoe-san poté opporsi a lungo alla sua determinazione, e ben presto mi telefonò per ringraziarmi, perché quella ragazza che gli avevo mandato si stava dimostrando davvero un’ottima giornalista.     Ebbi modo di constatare che anche Benio-san era finalmente felice, o almeno un pochino più serena: se come me aveva perduto tragicamente il suo amore almeno le restava la grande consolazione di potersi prendere cura dei suoi nonni, e per giunta con un lavoro che le dava grandi soddisfazioni.
   Ma proprio quando credevo che tutto quanto fosse mai stato correlato al sottotenente Ijuin fosse ormai sepolto, o almeno definitivamente recluso nei nostri cuori come un triste ma dolce imperituro ricordo, il passato tornò prepotentemente a sconvolgere le nostre vite. All’improvviso e da tanto lontano, a bordo di un dirigibile.
   Quella mattina, uscendo per una breve passeggiata, avevo incrociato un Aoe-san insolitamente di fretta ma anche insolitamente entusiasta, che dopo avermi salutata si era scusato per non essersi potuto intrattenere e mi aveva solo invitata a comprare il prossimo numero della sua rivista, perché stava per fare un grosso colpo giornalistico. Ovviamente l’avevo accontentato e l’indomani mi ero procurata tempestivamente la rivista, che annunciava l’avvenuto arrivo di una coppia di nobili russi che, come tanti nella loro condizione, erano stati costretti dalla Rivoluzione di Ottobre ad abbandonare per sempre la loro gelida patria. Una ventata di grande novità in un periodo in cui (fortunatamente e sfortunatamente) non vi era granché a cui dedicare particolare attenzione, ma niente di più. Certo, quel Sasha Michailov aveva un’aria terribilmente familiare, ma non poteva che essere un’enorme, crudele coincidenza.
   Avrei dovuto ormai aver imparato invece che troppe coincidenze non sono possibili: un giovane biondo come lui, più o meno della sua stessa età, proveniente dalla stessa terra da cui lui non aveva più fatto ritorno… Ma chissà, ormai le troppe delusioni e sofferenze attraverso cui ero passata mi avevano fatta rassegnare. Il dolore per la perdita di Koji e Shinobu si era certamente attenuato e riuscivo nuovamente a sorridere soprattutto grazie alle soddisfazioni che mi davano Shitaji (ormai da un bel po’ miranai e non più così lontana dal suo debutto come maiko) e la mia vita all’okiya nonché grazie alle notizie che ogni tanto avevo dalla mia famiglia, ma non mi aspettavo più che la vita potesse evolversi troppo positivamente. Mi limitavo ad andare avanti ogni giorno godendo tranquillamente di quel poco di bello che mi veniva offerto e ringraziando il cielo ogni volta che non c’era nulla di nuovo di negativo, e non diedi molto peso alla cosa: dopotutto se erano possibili grosse somiglianze fra noi orientali avrebbero dovuto essere lo stesso anche fra russi o altra gente provenienti da altre parti del mondo.
   Scoprii il mio errore mesi dopo quell’evento, quando Aoe-san venne nuovamente a trovarmi all’okiya. Era diverso dal solito, anzi, in realtà non l’avevo mai visto in quello stato, e la causa di tutto era Benio-san. Mi disse che era molto deluso da lei, era convinto che fosse diversa da tante altre donne, per sempre fedele al suo amore, ed invece era anche lei fredda e superficiale! Faticai a calmarlo, ma alla fine riuscii a convincerlo a spiegarmi tutto dall’inizio, e ciò che mi raccontò riuscì a sconvolgere anche me, come non mi accadeva più da anni. Innanzitutto la cosa più importante, cioè che ciò che credevo fosse solo una crudele coincidenza non lo era affatto, il duca russo Sasha Michailov era davvero il mio amico Shinobu: a quanto pare anche Benio-san era al corrente di tutto, ma nonostante questo aveva rinunciato a lui per lasciarlo alla donna che era arrivata in Giappone con lui, la duchessa Larissa, che continuava a spacciarlo per suo marito! Lei aveva deciso così, tranquillamente, e nonostante tutto continuava a vivere tranquillamente come sempre, impegnandosi nel suo lavoro da giornalista e ridendo e scherzando di tanto in tanto con colleghi ed amici. Era proprio la stessa inconsolabile ragazza alla quale in passato lui aveva faticato a risvegliare un minimo interesse per la vita di tutti i giorni al ritorno da un viaggio di vana speranza in Manciuria, che invece era servito unicamente ad avere ulteriore dura ed inequivocabile conferma della tragica scomparsa di colui che a suo dire era e sarebbe stato sempre il suo unico amore? Sì, erano passati ormai tre anni da quando Benio-san aveva perso Shinobu, ma il vero amore non dovrebbe essere eterno e sopravvivere anche alla morte?
    Inutile dire che fui invasa da una tempesta di sentimenti anche contrastanti a causa di quella notizia: innanzitutto sapere che il mio amico Shinobu era vivo mi riempiva il cuore di gioia, anche se non potevo non essere turbata dal fatto che non si fosse rivelato, né a me né a Benio, anche se non avevo mai dubitato dell’intensità dei suoi sentimenti per lei. Come non avevo mai dubitato dei sentimenti di Benio-san nei suoi confronti, dato che sentivo di comprenderla più di chiunque altro per via della sua situazione per vari aspetti simili alla mia, avendo anche lei perso chi amava a causa della guerra. Sì, lei era di buona famiglia ed io soltanto un’umile geisha, ma certi sentimenti non conoscono distinzioni di classe sociale! Come pure, se veri, vanno al di là della morte, perciò come Koji sarebbe rimasto sempre nel mio cuore Shinobu sarebbe rimasto nel suo. Ma a differenza di Koji Shinobu non era davvero morto, ma aveva semplicemente deciso di trascorrere il resto della vita con un’altra donna, perciò la situazione di Benio-san era radicalmente cambiata, avrebbe potuto lottare per riprenderselo se solo avesse voluto, ed in effetti sarebbe stato il comportamento più prevedibile da parte di un tipo battagliero come lei. Perché non l’aveva fatto? Le perplessità di Aoe-san erano comprensibili, dato che in quel periodo di collaborazione professionale con lei aveva avuto ormai modo di conoscerla anche meglio di me!
   Non preoccupandosi di poter sembrare indelicato perché non sapeva nulla di Koji, Aoe-san mi chiese come mi sarei comportata io al posto di Benio-san, se è proprio vero che tutte le donne che dichiarano un amore vero, eterno ed incondizionato ad un uomo possano in realtà rivelarsi tanto volubili, nessuna esclusa. E fu proprio questa sua domanda un po’ provocatoria a facilitarmi la risposta: proprio perché il suo amore nei suoi confronti era vero, eterno ed incondizionato, per questo lei aveva lasciato Shinobu libero, sarebbe stato discutibile il contrario!!! Perché se Shinobu sentiva di dovere così tanto a quella donna nonostante in qualche modo lei lo avesse anche ingannato approfittando delle sue condizioni, evidentemente doveva avere dei validi motivi, e Benio-san, che provava nei suoi confronti grande fiducia e stima, aveva addirittura approvato il suo comportamento: forse la sua opinione sarebbe stata persino sminuita se Shinobu avesse tanto facilmente negato il suo sostegno ed il suo conforto ad una sua benefattrice nel momento in cui aveva più bisogno di lui; lei sapeva che se Shinobu aveva deciso di agire in quel modo non l’aveva fatto per frivolezza, per infedeltà nei suoi confronti, ma solo in nome di un ideale più elevato, il suo senso dell’onore e per la riconoscenza verso colei a cui doveva la vita! E questa sua consapevolezza da un lato le dava una serena rassegnazione, con la quale stava cercando di andare avanti con la sua vita lontana da lui, e dall’altro doveva addirittura aver accresciuto il suo amore, poiché aveva avuto un’ulteriore conferma che fosse stato ben riposto, nei confronti di un uomo di enorme valore morale.
    In realtà io conoscevo il principale motivo per cui Aoe-san era rimasto così turbato da questa decisione di Benio-san, ovvero la sua situazione familiare, che mi era stata resa nota inconsapevolmente, nel corso di una sua sbornia triste all’okiya: lui non era il vero figlio di colui che aveva sempre chiamato padre, dato che la madre a sedici anni era stata costretta a sposarsi con un uomo ricco scelto dai suoi pur essendo incinta di un altro. Una storia più comune di quanto non si pensasse (simile anche alla storia della nascita di Shinobu!), ma ad Aoe-san non era andata proprio giù di vedere sua madre che si era tanto affezionata all’uomo che aveva sposato, perché gli era sembrata la prova inconfutabile del fatto che l’amore per il suo padre naturale non fosse poi così forte, ma solo un capriccio passeggero di gioventù, e ciò gli aveva fatto nascere un tale risentimento da nascondere con i capelli il suo viso col trascorrere degli anni sempre più somigliante al suo.  Ovviamente non potevo essere certa dell’autenticità dei sentimenti della signora Aoe, tanto meno avrei potuto mai indagare in proposito, magari chiedendo ulteriori spiegazioni ad Aoe-san, che probabilmente non si ricordava nemmeno di avermene parlato; mi limitai perciò a sorridergli come sempre ed a rassicurarlo sul fatto che quello non dovesse essere un motivo di delusione, semplicemente lui non conosceva le donne e non poteva perciò comprendere che i loro sentimenti non erano affatto superficiali come lui pensava, e se esteriormente potevano sembrare allegre e sorridenti, come lo ero io in quel momento, questo non necessariamente rispecchiava il loro vero stato d’animo!
   Quando lo congedai non ero affatto certa che lui si fosse del tutto rassicurato sul suo giudizio nei confronti di Benio-san, ma non me ne curai più di tanto. Sapevo quanto fosse testardo, ed avrei potuto anche sprecare una notte intera a dargli ulteriori spiegazioni sulla sensibilità femminile, inutilmente. Quanto gli aveva detto sarebbe bastato, col tempo avrebbe di certo compreso la verità da solo. Ne ero certa, anche perché, osservai fra me, il risentimento di Aoe-san verso la madre doveva essere stato così forte perché si era sentito tradito proprio dall’unica donna davvero importante della sua vita, quindi il fatto che dimostrasse quegli stessi sentimenti nei confronti di un’altra donna, lui che diceva di non tenere le donne in alcuna considerazione, doveva avere un significato ben preciso!
   Quella sera mi ritirai nella mia stanza alquanto di buonumore, pensando che avrei presto avuto finalmente il tempo per andare a trovare un’amica che ormai non vedevo più da un bel po’.



 
Note: 
Un uomo di enorme valore morale: teniamo presente, in questa riflessione di Kichiji, che la mentalità dei personaggi è ovviamente quella giapponese dell’epoca, per cui il “giri”, ovvero il senso dell’onore e della riconoscenza del samurai giapponese nei confronti di chi gli ha salvato la vita è ritenuto più importante di tutto, anche dell’amore verso la propria fidanzata. Questo è il motivo per cui a noi lettori occidentali scelte come questa di Shinobu di restare con Larissa lasciando Benio o quella di Terence di lasciare Candy per Susanna, risulteranno sempre incomprensibili e riprovevoli, ma a quanto pare agli occhi dei giapponesi non è affatto così, anzi!!!
 
Shitaji è la giovane apprendista di Kichiji, che appare nell’anime nell’episodio Un gentiluomo.
  
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