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Autore: Lala_tan    04/10/2014    1 recensioni
La storia parla di Lucia, una lamia (donna immortale dotata di poteri magici)con un brutto passato alle spalle e di Adam, un licantropo che trova in lei la compagna che cercava da tempo.
Lucia dovrà imparare a fidarsi nuovamente delle persone e a provare sentimenti e Adam dovrà aiutarla a lasciarsi il passato alle spalle, mostrandole il futuro luminoso e felice che potrebbe avere insieme a lui.
Riuscirà il giovane licantropo a sciogliere il cuore,ormai da tempo ghiacciato della lamia?
Riusciranno i nostri protagonisti ad avere il loro "per sempre felici e contenti" o la loro storia finirà in tragedia?
Beh, leggete per scoprirlo
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
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Capitolo 17
Lucia POV:
Sentii la grossa porta della stanza in cui ero stata portata venir aperta con forza eccessiva, per un attimo ci fu silenzio, poi un ringhio famigliare colpì la mie orecchie sensibili.
"Brutto bastardo, te la farò pagare per ciò che hai fatto", ringhiò la bellissima voce di Adam.
//Sto sognando? Ho forse perso completamente la ragione? O il mio Adam è davvero venuto a salvarmi? Mio? Si, ormai avevo iniziato a considerare Adam mio, proprio come lui mi considerava sua//.
Se c'era una cosa che avevo capito in questi lunghi giorni di tortura era che volevo stare con lui, volevo dargli una possibilità, forse anche più di una perchè, per quanto mi costasse ammetterlo avevo sentito la sua mancanza , avevo avuto bisogno di lui e la sua lontananza mi aveva ferita, facendomi sentire più sola e vulnerabile che mai.
L'altro giorno non avevo avuto la possibilità di dargli una risposta, ma avevo deciso che se fossi sopravvissuta a questa storia la prima cosa che avrei fatto sarebbe stata andare da lui, dirgli che mi fidavo di lui e che volevo passare il resto dell'eternità al suo fianco perchè per quanto mi costasse ammetterlo forse mi ero innamorata di lui dal primo momento che l'avevo visto.
Tutti i miei tentativi di allontanarlo e di negare i miei sentimenti e il legame che sentivo nei suoi confronti erano serviti solamente a farci soffrire e rimandare l'inevitabile, ma forse ora era troppo tardi per dirglielo.
"Sei venuto a salvarla. Avrei dovuto aspettarmelo. Speravo solo di poter avere più tempo a disposizione per divertirmi con lei, prima di ucciderla", sbuffò Fedelmid con aria infastidita, ma per nulla spaventata o preoccupata.
Sentì che lo stregone mi afferrava per i capelli e mi strattonò per farmi alzare la testa.
Le mie ferite e le ossa rotte mi facevano un male indicibile e non riuscii a trattenere un gemito di dolore.
I miei occhi incontrarono quelli azzurri e pieni di furia e angoscia di Adam.
Avrei voluto poter scappare o almeno distogliere le sguardo, non volevo che mi vedesse così, non volevo che nessuno mi vedesse così, ferita, sofferente e vulnerabile.
//Ma non sconfitta o in lacrime. Quello mai//, mi dissi cercando di raggruppare le forze e divincolarmi dalla presa dello stregone.
"Ti ho sottovalutata, mostro. Dopo tutto quello che ti ho fatto hai ancora la forza di opporti a me e combattermi Ammirevole, davvero, ma non servirà a salvarti", ridacchiò crudelmente Fedelmid e la sua presa si fece più salda e dolorosa, mandando nuove ondate di sofferenza lungo il mio corpo martoriato.
"Ma prima voglio divertirmi un po' con il tuo cucciolo", sibilò al mio orecchio.
//No, no, no. Dei, vi prego, salvatelo//, pensai terrorizzata.
"Scappa", riuscii a rantolare con la voce spezzata de dolore e dall'angoscia, prima che la mia faccia colpisse il pavimento, facendomi gemere e riempiendo la mia vista già offuscata di macchie scure.
Avrei voluto vedere cosa stava succedendo, ma non riuscivo a girarmi, intrappolata dalle catene magiche che mi impedivano di muovermi o di usare i miei poteri.
I rumori si susseguivano confusamente nella mia testa; tonfi, ringhi, risate, voci e scricchiolii che servirono solo a disorientarmi ancora di più, facendo aumentare la mia ansia e la mia paura.
Poi qualcosa cambia improvvisamente, lo percepii chiaramente e una fredda determinazione si impossessò di me.
//Non ho mai avuto nessuno che lottasse per me o per cui valesse la pena di lottare, ma ora non è più così. Adam è venuto qui per me, rischiando la sua vita e, che gli Dei mi maledicano se lo lascerò morire senza nemmeno lottare per salvarlo//, pensai con rabbia mentre l'adrenalina iniziava a circolare abbondantemente nel mio sangue.
Mi concentrai, richiamando e raggruppando la mia energia; ne richiamai sempre di più, sentendomi più potente che mai e, alla fine le catene cedettero sotto tutto quel potere, spezzandosi e cadendo a terra sferragliando.
Mi alzai in piedi, ignorando completamente il dolore e le ferite che, grazie all'adrenalina sembravano dolere di meno e concentrai una sfera di energia nella mano destra, scagliandola contro lo stregone che si lasciò sfuggire un grido sorpreso e cadde in ginocchio.
Con la coda dell'occhio vidi Adam, ferito e sanguinante scuotersi, percepii la sua sorpresa, ma non potevo lasciarmi distrarre.
Con un gesto delle dita mi smaterializzai e rimaterializzai davanti a Fedelmid che mi fissò con gli occhi spalancati pieni di schock, confusione e paura.
Un altro gesto delle dita e una spada comparve tra le mie mani ferite e sporche di sangue.
"Tu padre mi ha torturata per mesi prima che riuscissi a scappare dalle sue prigioni e vendicarmi delle torture che mi aveva inflitto. Tuo padre era un idiota, sadico e pazzo e si è meritato la fine che gli ho dato, anzi si sarebbe meritato di peggio. Portagli i miei saluti quando lo vedrai, tra le fiamme dell'inferno", gli dissi con voce fredda e crudele mentre lui iniziava a tremare.
La mia lama scese su di lui e la sua testa sanguinante cadde ai miei piedi con un tonfo.
//Ci avrei scommesso che la sua zucca avrebbe suonato a vuoto, era troppo simile a suo padre per poter avere un cervello//, pensai tra me e me e mi diressi verso Adam, traballante ed incerta sulla gambe ora che la scarica di adrenalina era finita.
Lui mi venne incontro e mi strinse con delicatezza tra le sue braccia.
"Ma come hai fatto?", mi chiese con la voce piena di sorpresa e ammirazione.
"Oh, lascia stare. Piuttosto, stai bene?", sussurrò ansiosamente.
"Sono stata meglio, ma ne ho viste anche di peggiori. Possiamo tornare a casa?Sono stanca e sporca", sospirai appoggiando la testa sul suo petto.
La mia richiesta sembrò sorprenderlo e, per un attimo si irrigidì contro di me prima di rilassarsi.
Lo sentii sollevarmi tra le braccia e baciarmi la fronte.
"Saremo a casa in men che non si dica. Tu dormi pure, amore mio", sussurrò al mio orecchio.
"Hmm Hmm", gli risposi io già sprofondata nel mondo dei sogni e, per la prima volta in vita mia mi sentì al caldo e al sicuro e sapevo che gli incubi mi sarebbero stati lontani, almeno per un po'.
  
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