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Autore: ShairaKrane    04/10/2014    3 recensioni
"Non tutti gli umani sono uguali, mi sento più vicina a voi Autobot che a loro" Disse Keira, guardandolo negli occhi con serietà. Il suo sguardo ambrato, era piuttosto intenso e luminoso.
"Perchè sei stata cresciuta da lui...ma cosa penseresti di me, se fossi stata allevata normalmente dai tuoi genitori naturali?" Lui rispose con cipiglio severo.
"Non lo so...ciò che credo fermamente, è che se tu fossi umano, ti amerei."
Lui cercò di non mostrare sorpresa.
"Ami sviare i discorsi, Keira. -Si ritrovò tuttavia a pensare.- Umano...perdonami. non vorrei esserlo. Ho sbagliato a fidarmi degli esseri di questo pianeta."
"Sbagliare...è umano, Optimus. Hai semplicemente seguito il tuo cuore...o scintilla, in questo caso."
Una storia un po' lunga, che spero di continuare ad un certo ritmo, ambientata tra la fine del Terzo Film e gli eventi principali del Quarto.
Con l'inserimento di un personaggio Original, il mutamento di uno vecchio e la presenza di quasi tutti quelli classici, spero possa essere una lettura piacevole.
Genere: Azione, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bumblebee, Nuovo personaggio, Optimus Prime, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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The last thing I heard was you whispering goodbye
And then I heard you flat line


La notte era passata in fretta e, la mattina successiva, il gruppo di umani e Autobot, era di nuovo in marcia. Questa volta la loro destinazione era chiara: Chicago, KSI Industries.
L'intero gruppo avrebbe fatto qualsiasi cosa, per capire cosa stesse accadendo negli ultimi anni.
Una volta giunti finalmente alla città, dovettero trovare un luogo dove poter stare senza essere scoperti o notati da nessuno.
Un posto che permettesse anche agli Autobot, di potersi trasformare e tener così la loro forma umanoide.
“Ehi Keira. -Cade, quando Bumblebee si fermò, abbassò il finestrino e si rivolse alla ragazza nell'auto sportiva gialla.- Tu conosci qualche luogo in particolare dove poter stare?”
Lei inarcò un sopracciglio e si fece pensierosa per qualche minuto, anche Optimus però, le avrebbe fatto ben presto una domanda del genere. Fortunatamente, Cade lo aveva preceduto.
“Penso...hm, beh se non l'hanno chiusa, dato che era distrutta, potremmo usare la chiesa nel centro città come base.
So che durante la battaglia, cinque anni fa, è stata anche rifugio per i militari.”
Il Leader degli Autobot sembrò capire subito a quale chiesa si riferisse, ma anche Bee lo capì. Tanto che accelerò di colpo, facendo finire Cade contro lo schienale, per fare strada.
“Ma che cosa è preso a Bumblebee?”
Chiese, un Alphatron piuttosto perplesso, mentre lo seguiva con tranquillità, sapendo anche lui la locazione della chiesa.
“Lui e la sua impulsività...”
Keira sentì Optimus sospirare poco dietro di loro e sorrise. Pensò subito alla pazienza di ogni padre con il proprio figlio...


Non passò molto, prima che arrivassero alla chiesa. Vi erano chiari segnali di divieto di accesso, ma il gruppo non se ne curò e andò a sistemarsi comodamente, si fa per dire, nell'edificio.
“Bene, direi che è perfetto qua... - Disse Cade, scendendo da Bumblee seguito dalla figlia e il trifoglietto.- Senza perdere tempo, bisogna organizzarsi. Tessa, Sh-ragazzino: voi purtroppo dovrete rubare qualcosa, almeno per poterci sfamare, dato che non possiamo usare né carte né contanti.”
I due si guardarono e maledirono in silenzio l'uomo che avevano di fronte, per poi uscire dall'edificio.
Keira si guardava attorno, ricordandosi quando quel posto era integro. Molto probabilmente, con gli anni nessuno si era curato di sistemare l'intera chiesa.
Ormai era diventato un posto utile forse solo ai senza tetto, lasciato quindi al degrado.
“Ehm...noi...non siamo ricercarti, qualche soldo l'abbiamo e possiamo usare le carte di credito. Perchè non ci hai chiesto niente?”
Brontolò Alphatron, incrociando le braccia al petto, tenendo un sopracciglio inarcato. Cade lo guardo e non seppe cosa rispondergli.
“Ecco, io sarei già in debito con voi...”
Cercò di temporeggiare, dato che avrebbe trovato scortese chiedere qualsiasi tipo di prestito a quel Transformers e a sua figlia.
L'Ex-Decepticon alzò gli occhi al cielo.
“Vado allora io a procurare qualcosa. Non è cattiveria, per una volta, la mia.
Ma non mi fido di quel ragazzino e tua figlia. Se lasci tutto nelle loro mani, ti ritroverai a non mangiare nulla per le prossime ore.”
Detto quello, si rimise le lenti a contatto azzurre, per poi avviarsi anch'egli verso l'uscita dell'edificio.
“Ehi aspetta! Devo uscire anche io, facciamo parte di strada insieme-” “No te lo sconsiglio. Sono quasi un bestione di quasi due metri a causa del mio essere un Transformers in forma umana. Se non vuoi quindi, che qualcuno di quelli che vi danno la caccia ti noti subito, ti conviene agire con circospezione.”
Gli rispose all'istante, portandosi le mani in tasca prima di uscire.
Keira si sentì però ignorata e guardò verso il padre.
“Io che faccio invece? Vengo con te?”
Lui scosse la testa e continuò a camminare, alzò solo una mano e quando fu quasi uscito parlò. Non le rivolse però lo sguardo.
“No. Rimani qui con Optimus e gli altri. Non vorrei che ti tornasse alla mente qualche ricordo sgradevole da cinque anni fa, venendo con me.”
La sua risposta, e il suo comportamento, le fecero morire le parole in bocca.
Digrignò appena i denti.
Le andava bene l'iperprotettività del padre, ma quello era davvero troppo.
Serrò i pugni.
“Se vuoi Keira, puoi venire con me. Devo andare a vedere questa famosa KSI-”
Cade Yaegar, si ritrovò quasi a rimpiangere di averle fatto quella proposta. Lo sguardo di lei in risposta alle sue parole fu gelido e adirato, per cui l'uomo dovette deglutire.
Bumblebee gli si avvicinò, proponendosi lui di accompagnarlo e l'inventore non rifiutò.


Una volta che anche Cade se ne fu andato, la ragazza rimase l'unica umana tra quattro Autobot.
Era ancora nervosa e per sbollire tirò un calcio alla gomma anteriore destra della Lamborghini.
“Sono stufa di essere trattata come una bambina!”
Sbottò infine, sedendosi sul cofano dell'auto.
Optimus la guardò con sguardo perplesso e non potendo fare altro in quel momento, come neanche gli altri Autobot, le si sedette vicino.
Notò che lei si stava massaggiando la caviglia, molto probabilmente nella foga del calcio, il contraccolpo le aveva fatto male.
“Forse hai esagerato a sfogarti in quel modo...”
I capelli della diciottenne le ricaddero sugli occhi alla frase del leader degli Autobot. Con un lieve cenno del capo annuì, dandogli ragione.
“Lo so...ma ho dovuto farlo...”
Continuò a toccarsi la caviglia e sospirò. Girò appena la testa per guardare Optimus lì di fianco.
“Questa volta papà ha esagerato...ho perso i genitori, va bene. Ciò nonostante...non sto facendo una tragedia per essere ritornata qui. ”
Lui non seppe cosa dire e per un istante fissò il vuoto.
Non era abituato ad affrontare certi argomenti con gli esseri umani, o meglio...nessuno di quelli che aveva conosciuto, gli aveva mai parlato di cose troppo personali o altro.
Anche con Cade inizialmente si era ritrovato spiazzato, fu quando avevano parlato della scintilla che l'inventore aveva definito anima, per gli umani.
“Ho visto anche Cade comportarsi in modo iperprotettivo con sua figlia, per cui non mi meraviglia che anche Alphatron lo faccia.
Ovviamente, solamente se penso che lui non sia un Cybertroniano come me...in questo caso mi chiedo dove abbia visto questo lato paterno.”
La sua riflessione attirò l'attenzione di lei, che sbattè le palpebre perplessa.
“Voi Transformers non avete genitori, giusto?”
Optimus scosse la testa in risposta a lei.
“Noi fummo creati molto tempo fa.
Tuttavia, la nostra origine talvolta è sconosciuta a noi stessi.”
Si fece infatti pensieroso al riguardo. Quando non doveva pensare a battaglie o a scappare dagli umani, gli veniva da pensare a quegli argomenti.
“E' triste...ora capisco il cambiamento radicale di mio padre.”
Pensò ad alta voce e l'altro si ritrovò confuso.
“Cosa intendi dire?”
Lei accennò un sorriso, fissando il terreno con un apparente sguardo vuoto. Capiva molte cose ora.
“Voglio dire che...è triste che non abbiate i genitori o che vi siate ritrovati così divisi per il potere su Cybertron.
Voi Autobot, noto quanto abbiate e usufruiate dei sentimenti che avete. Essi possono essere offesi e allo stesso modo quelli dei Decepticon.
Tuttavia...è come se una sola delle vostre fazioni avesse capito cosa voglia dire 'provare dell'affetto.' -Fece una breve pausa, prima di guardare di lato e notare Optimus fissarla, interessato all'argomento.- grazie a Alphatron...no, a Starscream, penso di aver capito di più. Ricorderò sempre il giorno in cui gli ho abbracciato la scintilla, felice di vederlo vivo.
Rammento anche quando Ratchet mi descrisse l'espressione sul viso metallico di lui: confusa, spiazzata e persa per qualche istante.
Ora che sono cresciuta...realizzo che il motivo di quel cambiamento sul suo volto, fosse avvenuto proprio perchè aveva trovato una persona che gli facesse capire o percepire un sentimento diverso dalla rabbia o dall'odio.
Diverso...da emozioni che da sempre con Megatron era abituato a provare.”
Continuò a parlare con enfasi, pensando a tutto l'affetto che negli ultimi anni aveva riposto nel 'vecchio' Decepticon.
Lui, che si era anche messo in moto per donarle una vita adagiata, con una base negli studi della meccanica e tanto altro.
Sorrise pensandoci e l'Autobot di fianco a lei rimase a osservarla, riflettendo sulle sue parole.
“Ogni sensazione che proviamo...viene registrata nella nostra scintilla, facendo così da memoria sia per i nostri ricordi che per questi che tu hai definito sentimenti.
Se fosse davvero come hai detto, se fosse stato questo semplice provare affetto verso di lui, a cambiarlo così tanto, beh...-Sorrise gentilmente.- avrei da congratularmi con te, che sai donare un sentimento del genere senza aver avuto pregiudizi sul suo conto.
Sei da ammirare, poiché nemmeno io sarei riuscito in qualcosa del genere.”
Concluse infine Optimus, con aria piuttosto seria nonostante il sorriso.
Aveva però detto ciò che realmente pensava, per cui andava fiero di quelle sue ultime parole e dopo anni si ritrovava ad ammirare il comportamento di alcuni esseri umani. In questo caso, di Keira e anche di Cade, che sin dall'inizio lo aveva aiutato.


I presenti dentro l'edificio della chiesa non lo avevano notato, ma qualcuno, più precisamente: il diretto interessato al discorso: aveva sentito tutto.
Ebbene si, colui che un tempo era conosciuto come Starscream, non aveva lasciato veramente la chiesa. Aveva messo, in un certo senso, alla prova la figlia.
In questo modo, era venuto a conoscenza anche dei suoi pensieri, riguardo il suo 'essere iperprotettivo nei suoi confronti', e anche dei sentimenti reali di lei.
La frangia color grigio-nero, gli ricadde sugli occhi, di un color azzurro estremamente fasullo, e sorrise.
Mostrò un sorriso che solo dopo aver stretto una certa ragazzina tredicenne tra le braccia, aveva mostrato a Ratchet soltanto.
Umani...crescono troppo in fretta.”
Mormorò, prima di incamminarsi di nuovo all'esterno dell'edificio e mettersi a camminare lungo il marciapiede.
Era strano camminare per quella città cinque anni prima aveva tentato di distruggere. Tuttavia, ora ammetteva che non era male, se non per la gente o i ragazzetti che gli davano spintoni apposta.
Fece una smorfia quando uno di questi; un bulletto, vestito con abiti firmati, e il suo gruppo, fece di proposito ad urtarlo.
“Ah? Levati dai piedi, vecchio.”
Il tono di quell'umano era di disprezzo e altezzoso. In un primo momento, Alphatron non rispose e si limitò a lanciargli un'occhiataccia. Infine però parlò.
“Dovresti imparare un po' di educazione e non spingere la gente, scarto di società.”
Rispose a tono, a come si era rivolto a lui quel ragazzetto viziato.
Proseguì infine per la sua strada, senza badar più a quel gruppo.
Questi però, non avendo apprezzato la risposta dell'Ex-Decepticon, si misero a seguirlo.
A lui non ci volle molto per capirlo ed alzò gli occhi al cielo.
“Detesto quando si fanno forti solo in gruppo...”
Mormorò sospirando, prima di svoltare in un vicolo tra due case. Il gruppetto di sette ragazzi o bulletti, come li si voglia definire, lo seguì.
“Ehi vecchio, chi è che dovrebbe imparare l'educazione?”
Alphatron tirò fuori una mano di tasca e si girò, dato che dava loro le spalle. La sua aria era indescrivibile, minacciosa come poche; con un ghigno, disegnato in modo velato, sulle sue labbra.




Erano passate ormai delle ore da quando gli altri erano usciti e qualche Autobot era anche andato a farsi dei giri per la città.
Nella chiesa, erano rimasti solo Optimus, Keira e Crosshairs. Questo stava sistemando le proprie armi, seduto a terra.
Prime, c'è la possibilità che io possa sparare a quell'umano che m'ha tenuto testa ieri?”
Il suo leader, lo guardò inizialmente non capendo, ma quando lo fece si portò la mano sulla fronte, quasi esasperato.
“Cambierai mai, Crosshairs?
No, non puoi sparargli. Ha la pelle più dura di quanto tu possa credere e anche se un tempo era nostro nemico, non puoi fargli niente.”
“Nemico?”
Optimus si tradì con le sue stesse parole e se ne pentì. Quella semplice parola, aveva suscitato l'interesse e la curiosità dell'Autobot di fronte a lui.
“Si...lo conoscevi come Starscream un tempo, ora si chiama Alphatron.”
L'altro di fronte a lui, sbattè le palpebre prima di alzarsi in piedi di scatto, giocando con i suoi cannoni-pistole.
“Oh bene, allora se è così potrei sgranchirmi con lui, no? Sono anni che le mie armi non sparano un col-” “Non ci pensare! Ti ho già detto che non è più nostro nemico: è il padre di Keira, quindi non provare nemmeno ad esercitarti con lui.”
Sbottò, un esasperato Optimus, che senza essersi accorto, aveva messo dentro nel discorso anche la ragazza. Si maledisse, da quando si tradiva così tanto con le proprie parole?
“Padre? Keira? Un attimo...quell'umana? -Guardò la ragazza, che sonnecchiava nella Lamborghini gialla. Sbuffò scocciato e rinfoderò i cannoni.- Quella ti ha fuso il cervello, Prime. Molto probabilmente Starscream la sta usando per ingannarci, già una volta hanno costretto gli umani a tacere e lavorare per loro.”
Crosshairs si avvicinò al suo leader, il quale lo afferrò all'improvviso per un lembo, d'acciaio, della giacca.
Si fece guardare negli occhi.
“Stai al tuo posto, combatto con i Decepticon sin da prima che tu venissi creato. Quelli che minacciano gli umani li riconosco perfettamente, ma Alphatron non è tra questi.
Non avverto più l'ostilità Starscream in lui.”
Gli rispose, prima di lasciarlo di scatto. L'Autobot rimase sorpreso dalla serietà e sicurezza del leader.
Fece una smorfia, ma decise di fidarsi comunque e andò a sedersi nuovamente.
A causa del fracasso metallico di Optimus che afferrava Crosshairs, Keira si svegliò e scese dall'auto.
“Hm? Che baccano...che sta succedendo?”
Il leader degli Autobot scosse la testa e andò a mettersi un angolo. Il discorso del suo sottoposto, a quanto pare, lo aveva innervosito parecchio.
“Optimus? Sei strano cos-” “Sono tornato.”
La ragazza venne interrotta dall'avvicinarsi al gigantesco Autobot, dall'arrivo del padre. Riconobbe subito la sua voce e si girò, con un sorriso sulle labbra, a guardarlo.
“Papà sei torna- che hai fatto alla mano?”
Alphatron sgranò gli occhi nell'immediato. Aveva appena varcato la soglia di entrata, non si aspettava che la figlia si sarebbe accorta di qualcosa, così velocemente.
Nascose quindi il braccio, che teneva anche un sacchetto di plastica, dietro la schiena.
“Nulla.”
Mentì.
In realtà, la sua mano era stata completamente “scuoiata” della parte di pelle umana e ora quindi, si vedeva solo il metallo cybertroniano al posto di essa.
Non era nulla di grave e lo sapeva, si sarebbe anche rigenerata da sola la finta cute, quindi non avrebbe avuto difficoltà...ma qui il vero problema ora, era la faccia preoccupata di Keira, innanzi a lui.
“Non è 'nulla'! Mostrami immediatamente la mano!”
Gli disse con tono imperativo. Lui alzò gli occhi al cielo e le si avvicinò tendendole il braccio.
“Non è grave, i tessuti si rimargineranno pre-” “Cos'hai combinato per ritrovarti così?”
Lo afferrò per il polso, per controllare che i legamenti metallici fossero ognuno al suo posto. Ratchet le aveva insegnato estremamente bene.
“Nulla...”
Rispose mormorando, guardando di lato. Cercò di evitare lo sguardo della figlia, ma incrociò per sbaglop quello di Optimus, in piedi a braccia incrociate, appoggiato con la schiena a una colonna.
“Non ti conviene mentire a tua figlia...”
Disse con un velato tono distaccato, poiché ancora pensava alle parole di Crosshairs.
E se fossero state vere? No...Keira era stata troppo sincera con lui nel parlare, qualche ora prima.
Alphatron sospirò di nuovo e guardò la figlia.
“Maledetta te che ti sei fatta come amico stretto Optimus Prime. Ci vai fin troppo d'accordo.- Sforzò una risatina, ma poi spiegò come si fosse ridotto la mano in quello stato.- ho insegnato l'educazione a un gruppetto di bulli che mi importunavano, tutto qui.”
Keira era seria, ma a quel punto tirò un sospiro di sollievo e gli diede un lieve pugnetto sulla fronte, seguito da un calcetto nello stinco.
“Idiota, mi fai preoccupare per niente...comunque, una semplice scazzottata non può scorticarti così la pelle.”
A quel punto, lui si massaggiò la testa con imbarazzo.
“Ecco...avevano bisogno di essere impressionati, per cui per lasciarmi stare ho...tirato un pugno e distrutto un muro che stava dietro a uno di loro, che per l'appunto giaceva a terra.
Dovevi vedere che faccia terrorizzata avevano fatto tutti, quando hanno visto i vari mattoni cadere in pe-AHI!”
Questa volta, Keira con il suo calcio aveva mirato più in alto, esattamente: alle sue costole di metallo alieno e,quel colpo, il padre sembrò sentirlo non poco.
“I-DIO-TA!”
Urlò la ragazza, esasperata dal comportamento di lui. Non lo stava solo fissando male, ma anche maledicendo mentalmente.
“Quanto odio quando ti ritorna la voglia improvvisa di fare rissa. Porca miseria, anche se ci sono dei bulli che ti danno fastidio, mettili solo al tappeto e vattene!
Non devi distruggere i muri.”
Si portò nervosa le mani tra i capelli e se li scompigliò, fino ad arrivare ad avere una marmaglia di fili mori scarmigliati, sulla testa.
Tirò infine un respiro profondo.
“Va bene, sono calma...”
La scena strappò, ai tre Transformers presenti, compreso Crosshairs, un sorriso. Lei lo notò ed arrossì, incrociando le braccia la petto.
“Se queste sono le tue reazioni, penso che tuo padre ti debba esasperare più spesso.”
Rise Optimus, mentre l'Autobot dal metallo verde annuiva, soffocando una risata. Alphatron invece, non accennava a farne una, prima di prendersi un altro calcio nelle costole.
Tuttavia le labbra gli tremarono, la voglia di ridere era troppa.
“Ma voi da che parte state?”
Sbuffò a lato lei, andò poi di nuovo a sedersi in macchina. Fu a quel punto che il padre scoppiò a ridere, mentre la pelle sulla sua mano si ricostituiva.
“Poi sarei io l'iperprotettivo.”
Lei lo sentì e gli lanciò un'occhiataccia fulminante.
“Taci, che non oso immaginare come potresti diventare se trovassi un ragazzo. Saresti peggio di Cade nei confronti di Shane.”
Si appoggiò poi allo schienale e si portò le braccia dietro la testa.
Alphatron fu rapido e le si avvicinò, mettendo dentro l'abitacolo del guidatore solo la testa. La guardò dritta negli occhi.
“Forse non hai capito, ma se avrai un ragazzo, sappi che questo prima deve riuscire a battermi. E' così che funzionerà da qui in poi, sono tuo padre e quindi detto legge.”
Disse, prima di allontanarsi e sedersi su una panchina di quella chiesa in disuso. Mise il sacchetto che teneva in mano, a terra dietro di essa.
“Batterti? Ma stai scherzando? -Lei scese dall'auto di scatto.- Sei un Transformers, nessun essere umano potrebbe batterti a mani nude.”
A quella frase lui sorrise beffardo e lo sguardo rivolto a lei diceva un chiaro “Quindi è ovvio che rimarrai con me.”
La testardaggine di quell' “uomo”, era impressionante. Nemmeno quando portava il nome di Starscream, era tanto convinto delle sue idee e decisoni...o in questo caso: imposizioni.
L'espressione della ragazza si fece di nuovo esasperata e sospirò.
“Anche il padre geloso mi son ritrovata...povera me.”
I due Autobot alle loro spalle invece, continuavano a sogghignare.
“Forse dovrei ritirare qualcosa di quel che ho detto prima...ma forse!”
Crosshairs era troppo orgoglioso per rimangiarsi le parole, ma Optimus lo apprezzò lo stesso.
Posò poi lo sguardo su Keira, che si stirò.
“Cambiando discorso...cosa sei andato a prendere da mangiare, papà?”
Lui sorrise e le indicò il sacchetto.
“Sapendo che non puoi cuocere niente, ti ho procurato qualcosa di precotto e altro. Dai un'occhiata e mangia.”
Le disse, prima di sdraiarsi sulla panchina e portarsi le braccia dietro la testa. Controllò prima che la pelle della mano si stesse ricomponendo nel modo esatto.
Keira prese il sacchetto e curiosò dentro, si fece infine un panino in modo da mangiare velocemente.
In quel momento arrivarono anche Tessa e Shane, con ciò che avevano rubato.
La ragazza subito guardò l'altra, che stava tranquillamente mangiando, mentre lei aveva dovuto farsi in quattro per non essere beccata dai negozianti riuscendo così a raccimolare solo poca roba, qualche integratore e zero cibo.
Fece una smorfia, ma venne interrotta nel dire qualsiasi cosa, dall'arrivo di Bumblebee e del padre.
Cade scese dall'auto, vide Keira mangiare e sorrise.
“Quindi qualcuno è riuscito a trovare cibo serio?”
Rise, guadagnandosi le occhiatacce dei due “piccioncini” appena arrivati.




No, not gonna die tonight
We're gonna stand and fight forever
(Don't close your eyes)
No, not gonna die tonight
We're gonna fight for us together
No, we're not gonna die tonight


Dopo che tutti ebbero mangiato, Cade si decise a dire ciò che aveva scoperto riguardo a questa KSI.
Si schiarì la voce, prima di parlare ai presenti.
“Dunque...ho notato che l'edificio è molto ben organizzato in parametri di sicurezza. Ogni dipendente utilizza un Badge e penso che venga registrato il numero di entrate del soggetto.
Fortunatamente, con Bee oggi sono riuscito a fare la copia di uno di questi. Farne altre non sarà un problema.”
Alphatron e Keira ascoltarono, ma quest'ultima aveva già preso un computer da una borsa che avevano in macchina e l'aveva già acceso.
Sullo schermo vi era la piantina con le varie sezioni dell'edificio in questione.
“Quindi da dove vorresti entrare tu?”
Gli chiese, mostrandogli l'oggetto informatico con la pianta. L'uomo davanti a lei rimase sorpreso da tale prontezza e guardò lo schermo.
“Hm...trasportano delle auto ogni giorno qui, se io e Shane riuscissimo, ci infiltreremmo con tutte le altre, fino a giungere ai laboratori.”
Disse, tutti sembrarono d'accordo, tranne Optimus e Alphatron. Entrambi avevano infatti la stessa espressione sul viso.
“Non penso sia una buona idea entrare senza qualcuno dalla parte opposta.”
L'inventore non capì bene cosa intendesse l'Ex-Decepticon. Lo guardò infatti con un'espressione perplessa.
“Puoi spiegarti? Non ho capito molto bene”
A quel punto intervenne Optimus a spiegare meglio.
“Penso che Alphatron voleva dire che ci vuole una persona che entri dalla porta principale e si finga qualcuno che non è.
In modo da indagare anche su altro, mentre tu sei dalla parte opposta.”
Cade guardò l'Autobot e pensando, si portò una mano sotto il mento.
“Siamo in cinque...Tessa e Keira sono da escludere quind-” “Un attimo, perchè sono esclusa a prescindere?”
Chiese Keira, mentre trafficava con il computer.
“Hmm...se solo riuscissi a collegarmi alla loro rete, avrei le loro telecamere...”
Pensò, mormorando. Suo padre sorrise beffardo e le posò una mano sulla testa.
“Appunto per questo, pulce.
Tu ci servi dall'esterno; entrerò io dalla porta principale.- Si propose infine, il “vecchio” Decepticon.-Mi sono sempre piaciute questo tipo di 'infiltrazioni', peccato che in passato, Megatron le affibbiasse sempre e solo a Soundwave”
Parlò tra sé e sé e Optimus lo fissò per qualche istante, prima di far ricadere la sua attenzione su Keira.
“Saresti davvero in grado di infiltrarti nel loro sistema?”
Lei annuì con convinzione e guardò il Leader degli Autobot.
“Si, me l'ha insegnato Ratchet.”
Sorrise felicemente a lui, il quale ricambiò e annuì, prima di ergersi in piedi. Guardò Bumblebee, ancora trasformato in auto.
“Andrai tu con Cade e Shane, va bene?”
Gli diede una piccola pacca con la mano sulla cappotta e l'Autobot giallo e nero si trasformò.
Guardò il suo leader con aria emozionata.
“Posso davvero, signore?”
Chiese, con la sua solita voce creata dalla radio.
Optimus annuì gentilmente, non come un qualsiasi capo...ma come un padre, come questo inffatti, gli fece delle raccomandazioni.
“Non fare però niente che possa mettere i due umani in pericolo, chiaro? Comportati con freddezza e non fonderti qualche circuito cerebrale per niente, come fai a volte.”
Bumblebee ascoltò però mezzo discorso, troppo impegnato a improvvisare mosse di lotta varie. Finita però la frase dell'altro Autobot, si mise sull'attenti.
“Sissignore!”
Optimus già aveva capito: ci sarebbero stati guai ben presto con il comportamento di Bumblebee.
Keira toccò però il piede del leader degli Autobot e lo guardò, egli fece altrettanto.
“Dagli una possibilità.”
Sorrise, prima di rimettersi seduta a controllare il pc.
Prime non potè credere al consiglio che gli era stato dato. La ragazza aveva per caso capito quanto lui tenesse a quella Camaro?
Accennò un sorriso e per non destar sospetti, guardò di nuovo i presenti.
“Allora faremo come da stabilito adesso.
Troveremo anche un modo di far connettere Keira alla rete della KSI, potrebbe tornarci utilissima e Alphatron...penso che a te non ci sia niente da dire, giusto?”
Il diretto interessato annuì.
“Farò le mie indagini tenendomi in contatto con voi, non vi preoccupate. O la mia pulce, farà da tramite.”
Guardò la figlia e lei annuì.
“Non sarà un problema e...-Lanciò un'occhiata a Optimus.- Troveremo così anche tracce anche di Ratchet. Ne sono sicura.”
Mormorò rivolta all'Autobot, mentre gli altri continuavano a parlare. Era speranzosa e determinata più che mai ad andare fino in fondo alla faccenda.
Ratchet era un caro amico, non solo un insegnante per lei. Questo, il leader degli Autobot lo aveva ben capito.
Lui la guardò con serietà e annuì convinto.
Voleva assolutamente ritrovare quell'ufficiale medico, ma ora si chiedeva se fosse sopravvissuto anche qualcun altro della squadra dei vecchi Autobot...

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L'angolo dell'autrice:
Finalmente, uscita dall'influenza con gran stile, riesco ad andare avanti con un altro capitolo! Lunga vita a Optimus Prime ( e fu così che venni uccisa da Megatron per avergli fregato e storpiato la battuta Cooomunque: si sono particolarmente rimbambita ora, ma son dettagli.
Le cose iniziano a movimentarsi per bene e spero di presentare bene ciò che ho in mente.
Prima che chiunque legga possa dire qualcosa: io tengo monto alle figure paterne sia nella realtà, che nella storia del quarto film. In quest'ultima ho apprezzato moltissimo come Optimus considerasse di più Bee, ho sempre voluto sapere cosa pensasse davvero il mio Autobot preferito <3 (se non si è capito, si adoro il caro Prime <3)
Detto questo, vi auguro una piacevole lettura! Ci 'vediamo' al prossimo capitolo -Se Megatron non mi ha trasformata in cenere a causa della battutaccia. COFF-

Un abbraccio,
XamuPrimeOakenshield
   
 
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