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Autore: francy4e99    04/10/2014    4 recensioni
Siamo nell'ultimo episodio, sono passati tre anni da quando Kagome è tornata nella sua epoca. Il pozzo si riapre e Kagome decide di ritornare nell'epoca Sengoku. Ma dentro il pozzo, nella strada per l'epoca Sengoku, Kagome fa la conoscenza di un demone. Esso impedirà a Kagome di passare, a meno che ella non accetti un patto. Come può questo cambiare la sua intera vita? In questa nuova avventura Kagome sarà affiancata dall'ultima persona che si sarebbe mai aspettata. Riuscirà Kagome a superare questa nuova sfida?
Dal prologo:
"[...] Altre due lacrime mi bagnano il viso, ma questa volta le lascio scorrere. Che senso avrebbe asciugarsele? Tanto valeva lasciarle scorrere. [...] Quella è stata la seconda volta che ho pianto. Ho pianto per la contentezza di riaverla qui, ma anche per te, che mi hai ridato la cosa più importante della mia vita. Ma io, io cos’ho fatto per te? Vorrei che tu fossi qui. Ti chiederei che cosa desidereresti più di qualunque altra cosa al mondo, solamente per esaudirla. [...] "
Con ancora due storie in corso mi accingo a iniziarne una terza. Non preoccupatevi, mi sto dando della scema da sola! Con questa vedremo se riuscirò a finirla!
Baci, francy4e99
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kikyo, Kagome/Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ghiaccio Bollente


Capitolo 5: Atto I – Confusione

“ E’ assolutamente possibile innamorarsi dei sorrisi, ma lo è di più innamorarsi della persona che ti sorride.”

Kagome
 
Dolore. Era l’unica cosa che riuscivo a sentire. Tutto il mio corpo doleva in un modo che mai mi sarei aspettata potesse fare. Dopo che Rin se n’era andata, svenni, ma rinvenni molto presto. Il dolore era aumentato e non voleva lasciarmi andare. Il centro del dolore doveva essere sicuramente il petto, perché, per quanto faceva male, ormai non lo sentivo più. Oltre a questo, dovetti confessarlo a me stessa, ero spaventata, avevo tanta paura. Ero confusa! Che mi stava succedendo? Forse … mi stavo trasformando? Iniziai a piangere. Era un ottimo sfogo, con le lacrime riuscivo a far uscire anche un po’ di dolore, oltre alla paura e alla confusione. Ripensai a Rin e mi sentii un po’ più sollevata, almeno lei non doveva vedere questo orribile spettacolo. Ero veramente contenta di essere riuscita a risparmiarle questa visione. All’improvviso, sentii come qualcosa rompersi dentro il mio corpo e sentii il bisogno impellente di vomitare. Cosa che feci quasi immediatamente, non provando nemmeno a trattenermi dal farlo. Aprii un occhio e quello che vidi mi fece rabbrividire. Sangue.

Dopo quella vista, andai nel panico. Ero sempre più confusa e spaventata, e la cosa peggiore era che continuavo a vomitare sangue. Non avevo più un briciolo di potere spirituale, ero completamente vulnerabile. Quasi involontariamente, istintivamente, aprii gli occhi a fatica, rendendomi conto solo in quel momento che per tutto il tempo avevo tenuto gli occhi chiusi, quasi stritolati. Mi sentivo come osservata e alzai lo sguardo verso un punto non precisato.

Vedere Rin che mi guardava, in lacrime, mi fece gelare il sangue. Non volevo che mi vedesse, che vedesse quanto ero debole e dolorante. Non volevo che mi vedesse a terra, piangente, mente vomitavo sangue. Spostai lo sguardo di poco, incrociando lo sguardo di Sesshomaru. Se probabilmente non fossi stata così sfinita, avrei di certo notato il suo sguardo sorpreso e forse anche confuso, chissà? Richiusi gli occhi, non riuscendo a sostenere il suo sguardo. A fatica mi mossi da quella posizione e mi misi con la schiena rivolta a terra, respirando con la bocca. Notai con grandissima gioia che le braccia e le gambe non dolevano più e riuscivo a muoverle abbastanza bene. Non avevo più lo stimolo del vomito, cosa molto gradita. Il dolore al petto però, anche se diminuito, non accennava a lasciarmi in pace.

Ad un tratto, sentii una mano posarsi sulla mia fronte. Era gelata e, dopo pochi attimi, sentii un brivido percorrermi la spina dorsale. Socchiusi un occhio e vidi, anche se poco distintamente, la figura di Sesshomaru guardarmi con occhi … Aspetta! Cos’era quello sguardo preoccupato!? Da quando a lui importava la salute degli umani? Ovviamente esclusa Rin. Sentii la presenza di Rin dal lato opposto di Sesshomaru, così aprii, per quanto riuscissi a farlo, entrambi gli occhi e la guardai.

Volevo parlarle, ma appena aprii bocca e cercai di dire il suo nome, un attacco di tosse mi colpì, facendomi rinunciare. Rin si inginocchiò e mi prese le spalle con le sue piccole manine.

 - Kagome! Non parlare,ok? Va tutto bene. Sto bene! Visto? Ce l’ho fatta. Sono tornata subito! –
 - … Non … non ne dubitavo … sei stata … brava … -

Alzai la mano, volendo accarezzarle la guancia, quando li notai. Artigli. Erano artigli quelli. La mia mano rimase sospesa a mezz’aria, mentre lo sguardo di Rin mutò da confuso a dispiaciuto. Prese con le sue mani la mia se la portò sul suo viso, piangendo. Sentii qualcosa scivolarmi lungo le guance, rendendomi conto che quelle fossero in realtà lacrime. ‘Per cosa sto piangendo?’ mi sono chiesta. Sapevo bene che sarebbe accaduto, e pensavo veramente di essermi preparata a quest’idea. Ma forse mi sbagliavo. Non avrei mai potuto essere preparata per qualcosa del genere. Feci un lungo sospiro e, usando l’altra mano mi asciugai le lacrime e le sorrisi. Rin mi guardò stupita e confusa.

 - Niente più lacrime, ok? –

Dopo quelle parole, il volto di Rin si aprì in uno dei suoi più bei sorrisi.

 - Si. Te lo prometto, Kagome! –
 - Te lo prometto anch’io. –

Annuì, togliendo la mia mano dalle sue asciugandosi le guance.

Facendo forza sulle braccia, cercai di sedermi, ma quel fastidiosissimo dolore al petto non voleva andarsene e mi costrinse nuovamente a sdraiarmi a terra. Appoggiai la mano sull’addome, accorgendomi solo in quel momento che in quel punto il kimono sembrava umido. Portai la mano davanti al viso e la vidi coperta di sangue.

 - Ma cosa … -
 - Hai una ferita profonda sull’addome, sta ancora perdendo sangue. Sta guarendo, però prima di portarti al castello dobbiamo aspettare che smetta di sanguinare, altrimenti rischiamo di riaprirla completamente. –

Non risposi. Avevo la testa da un’altra parte. Avevo tante domande da fare; così tante, da non sapere con quale iniziare. Sospirai profondamente.

 - Almeno non ho l’aspetto di qualche animale, poteva andarmi peggio suppongo. –
 - Ammetto che sei stata fortunata. –
 - Che cosa sono esattamente? –
 - Un demone cane. È per questo che ti dico che sei stata fortunata. –

Guardai Sesshomaru dritto negli occhi, sorridendo appena.

 - Almeno questo. Sono tanto diversa? –
 - Non così tanto. Lo vedrai con i tuoi occhi. –
 - Quando potrò alzarmi? Sai com’è, comincio a stare scomoda. –

A quelle parole, vidi una cosa che mi fece dubitare di essere cosciente. Vidi Sesshomaru sorridere. E mentre lui mormorava un “Presto”, io rimasi ancora abbagliata da quel sorriso mozzafiato. E, si, devo ammetterlo: mi ero innamorata del suo sorriso.
  
Inuyasha
 
 - Devi smetterla, Inuyasha. Basta cercarla! Kagome ci aveva avvertiti, ce l’aveva detto che se fosse successo, se lei … se lei avesse iniziato a trasformarsi se ne sarebbe andata. E’ una sua decisione, non possiamo fare nulla, non possiamo decidere per lei e nemmeno costringerla a restare qui. E sicuramente Rin sarà andata con lei, lo sai che considera Kagome come una madre. Noi l’abbiamo accettato. È ora che anche tu lo faccia. –

 - Sango … basta così. –

Lo sapevo bene anche io! Che credeva? Lo sapevo, eppure … non riuscivo a lasciarla andare. Era appena tornata, accidenti! E adesso cosa fa? Sparisce di nuovo! Non potevo accettarlo, nel modo più assoluto.

Quel maledettissimo temporale aveva cancellato ogni traccia, ogni odore e, insieme a loro, anche la possibilità di sapere dov’erano. Nonostante questo, ho insistito per cercarle comunque. Non che mi aspettassi di trovarle veramente, però, per un momento, avevo pensato che avrei anche potuto farcela. Anche senza nessuna traccia, anche senza un … qualcosa su cui iniziare. E il fatto di non esserci riuscito, mi dà fastidio. E tanto, anche! Accidenti a lei e anche a quella bambina! Due cocciute da non credersi!

Arrivai senza neanche accorgermene davanti al Goshinboku, così saltai su un ramo e mi sedetti. Sospirai. Avrei smesso di cercarle, tanto era soltanto un’inutile perdita di tempo! Guardai il cielo, che si stava tingendo dei colori del tramonto e pregai che, almeno, stessero bene e che non si fossero cacciate nei guai. Bhè, in grandi guai, visto che quelle due, i guai, li attirano come calamite! Pensandoci bene, sicuramente saranno nei guai già adesso …

‘ Ahh! Maledizione! Non devo pensarci, non devo pensarci! Accidenti a quelle due! E accidenti anche a me, che ci sto pensando!’

Scesi dall’albero e corsi da Kikyo, sperando che, almeno lei, mi distolga dai miei pensieri.

Non potevo neanche minimamente immaginare cosa stava accadendo, proprio in questi istanti, nelle terre dell’Ovest.



 
   
 
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