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Autore: francy4e99    06/11/2014    8 recensioni
Siamo nell'ultimo episodio, sono passati tre anni da quando Kagome è tornata nella sua epoca. Il pozzo si riapre e Kagome decide di ritornare nell'epoca Sengoku. Ma dentro il pozzo, nella strada per l'epoca Sengoku, Kagome fa la conoscenza di un demone. Esso impedirà a Kagome di passare, a meno che ella non accetti un patto. Come può questo cambiare la sua intera vita? In questa nuova avventura Kagome sarà affiancata dall'ultima persona che si sarebbe mai aspettata. Riuscirà Kagome a superare questa nuova sfida?
Dal prologo:
"[...] Altre due lacrime mi bagnano il viso, ma questa volta le lascio scorrere. Che senso avrebbe asciugarsele? Tanto valeva lasciarle scorrere. [...] Quella è stata la seconda volta che ho pianto. Ho pianto per la contentezza di riaverla qui, ma anche per te, che mi hai ridato la cosa più importante della mia vita. Ma io, io cos’ho fatto per te? Vorrei che tu fossi qui. Ti chiederei che cosa desidereresti più di qualunque altra cosa al mondo, solamente per esaudirla. [...] "
Con ancora due storie in corso mi accingo a iniziarne una terza. Non preoccupatevi, mi sto dando della scema da sola! Con questa vedremo se riuscirò a finirla!
Baci, francy4e99
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kikyo, Kagome/Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ghiaccio Bollente
 
Capitolo 1: Atto II – Nuova vita.

“ Abbandona le tue vecchie spoglie mortali e rinasci sottoforma di divinità”

Sesshomaru
 
È veramente possibile quello che è appena accaduto? Questa storia sfiora il surreale! Un’umana, per di più una miko, che si trasforma in un demone completo! Ma questo non poteva accadere a un’umana qualsiasi, no. Doveva capitare alla ragazza del futuro, che dopo tre anni era ritornata. Più pensavo a questa storia, più la mia confusione aumentava. Era irritante! Come se non bastasse, non riuscivo a distogliere lo sguardo dalla sua figura, distesa nel letto della camera riservata agli ospiti. E, per quanto mi costasse, dovevo ammetterlo: era bella, da mozzare il fiato. Già da umana, Kagome era bella. Con i suoi grandi occhi nocciola e la pelle diafana, in netto contrasto con i suoi capelli corvini, riusciva sempre a farmi perdere un battito quando la incontravo. E il suo sorriso poi, quando ripensavo al suo sorriso, sembrava che il mondo si fosse addolcito, in qualche modo. Questo prima della trasformazione. Ora … ora, se possibile, queste sensazioni per me strane e sconosciute erano cresciute a dismisura. Quando prima mi aveva sorriso, il mio cuore, dopo aver perso un battito, batteva veloce, come mai prima d’ora aveva fatto. Era come se … come se tutti i pezzi fossero andati nel giusto ordine. Dopo averla provata, lo avevo capito: volevo sentirmi di nuovo così, volevo riprovare quella sensazione. E mi arresi davanti all’evidenza che, solo lei, sarebbe riuscita a farmi suscitare quella sensazione.
La sentii rigirarsi nel letto alcune volte, prima che Kagome aprisse gli occhi. Si sedette, ancora intontita dal sonno. Mi avvicinai al bordo del letto, guardandola negli occhi.

 - Buongiorno. –

Mi guardò un momento, disorientata. Poi spalancò di colpo gli occhi, si levò le coperte di dosso e corse verso lo specchio appoggiato alla parete di fronte a lei. Quando vide il suo riflesso nello specchio, la sentii trattenere il respiro. Era sorpresa, immaginavo. Lentamente, mi avvicinai a lei, fermandomi dietro la sua figura.

 - Allora? Il tuo aspetto ti soddisfa? –
 - Direi di si, visto che non sono cambiata molto. Comunque, buongiorno anche a te. Rin? -
 - È con Jacken. Sta bene, non preoccuparti. –

Annui, sollevata. Si sedette sul bordo del letto e sospirò. Mi incuriosii.

 - Perché sospiri? –
 - Stavo pensando che non ho assolutamente alcuna idea di cosa fare d’ora in avanti. Non ho nemmeno un posto dove stare! E con Rin … -

Sospirò di nuovo, sconsolata.

 - Per il posto non c’è problema, potete restare qui. –

Alzò di scatto la testa e mi guardò negli occhi, sorpresa. Quando i nostri occhi si incrociarono, pensai che, perdermi nei suoi occhi, non sarebbe stato poi tanto male. Cacciai subito via quel pensiero dalla mia mente e mi concentrai sul discorso.

 - Dici davvero? Sei sicuro che non sia un problema per te? –
 - No, nessun problema. Per quanto riguarda il non sapere cosa fare da adesso in avanti … quello devi deciderlo solo tu. –
 - Il problema è che non so nulla di questa … vita. –
 - È questo che ti preoccupa? –

Annuì, guardando davanti a se, persa in chissà quali pensieri. Quando mi chiesi se ci fosse anche solo una minima possibilità che stesse pensando a me, mi arrabbiai con me stesso. Maledizione, ma non riuscivo a pensare ad altro? Arrivai alla conclusione che la vicinanza di Kagome mi faceva un strano effetto. Di certo lei non mi aiutava. Il suo odore, sparso per tutta la stanza, mi inebriava e cercai di pensare ad altro quando iniziò a mordersi il labbro inferiore, spostando dietro l’orecchio una ciocca di capelli che le copriva il viso.

 - Insegnami! –

La voce di Kagome interruppe i miei pensieri. Rimasi di stucco. Cosa voleva che facessi io?

 - Cosa? –
 - Insegnami! – ripeté.
 - A fare cosa? –

Non riuscivo a capire cosa avesse in mente. Insegnare, io?

 - Ma come a fare cosa? Ma ad essere un demone! Tu devi per forza sapere tutto su i demoni, no? Voglio imparare tutto quanto! –
 - Aspetta un attimo. Io, Sesshomaru, il principe dei demoni, dovrei insegnare a te ad essere un demone? –
 - Bé … si. –

La guardai, prendendo in seria considerazione il fatto che fosse diventata matta. Lei dovette capirlo, perché sbuffò contrariata, incrociando le braccia al petto.

 - Perché proprio io? Non sono affatto un bravo insegnante, e questo dovresti averlo capito da te. –
 - Forse perché sei l’unico a cui posso chiedere un favore del genere? – rispose ironicamente.
 - Perciò questo che mi chiedi sarebbe un favore? –
 - Si … direi di si. Perché? -
 - Se io accettassi questo favore, tu di conseguenza saresti in debito con me, giusto? –

La demone assottigliò gli occhi, sospettosa. – Perché dici questo? –

 - Se io ti chiedessi qualcosa in cambio, mi proporresti ancora di farti da insegnante? –
 - Dipende in cosa consista questo favore che dovrei farti. –

Ci pensai su un momento. In fondo non avrei nulla da perdere, no? E finalmente Lei potrebbe finirla con tutte le sue noiose e fastidiose raccomandazioni e suppliche. Potrebbe essere anche vantaggioso, su questo punto di vista.

 - Va bene, ti farò da insegnante. Ma in cambio voglio che tu mi aiuti a fare una cosa. –
 - Che genere di cosa? –

Nel momento in cui pronunciai quelle parole, istintivamente sorrisi. Quella situazione in un certo senso mi piaceva, e la voglia di vedere la sua espressione sul suo viso, mi faceva piacere ancora di più il quadro delle cose.

 - Devi diventare la mia donna. –
   
 
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