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Autore: Melany23    05/10/2014    2 recensioni
Dalla storia - prologo -
< Cos’è? >
L’osservo bene, e mi sembra quasi familiare.
< E’ un diario. Di una directioner. >
Lo sfoglio, osservando le tante pagine scritte di nero in inglese, con qualche traccia di blu qua e là, come se fossero correzioni.
< E come hai fatto ad averlo? > gli chiedo.
Lui alza lo sguardo, come se dovessi già sapere la risposta.
< Me lo ha dato lei. >
Restiamo in silenzio, e una piccola consapevolezza cresce dentro di me.
< Mi ha fatto promettere che, una volta che ci fossimo fatti delle nuove vite, avrei dovuto consegnartelo >
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Giorno 70 Mese 4 Anno 2013
( 4 giugno )
 
Non credo di poter descrivere alla perfezione ciò che è successo (e ciò che continuerà ad accadere) due settimane fa, ne penso di poterlo fare senza prima introdurre quella mezzanotte. Quella notte che sembrava la più deprimente di tutte, si è poi rivelata la migliore della mia vita. Ha fatto scattare in me quel qualcosa che ora mia ha reso più determinata a lottare. Forse avevo bisogno di una spinta in più; forse avevo davvero bisogno di una mano, ma ero così fottutamente testarda e adolescente che preferivo fare di testa mia, e affrontare il tutto da sola pensando a come non far soffrire chi mi stava accanto.
In ogni caso, stasera mi fa piacere scrivere, perché il ricordo di quella notte mi emoziona ancora e mi emozionerà fino alla fine. Anche se la mano inizia veramente a cedere mentre scrivo (infatti chiedo scusa a chi sta leggendo, ma sto peggiorando di brutto… ), voglio ritornare indietro con la mente a quella sera.
Ero in camera di Isahia, il quale, non riuscendo a dormire, mi aveva chiesto di passare da lui per farlo addormentare. Mi era venuta in mente l’idea di portare anche la chitarra, così, sgattaiolando da camera mia, raggiunsi in punta di piedi la sua stanza, aprendo e chiudendo la porta con passo furtivo.
Isi però già dormiva rannicchiato sul suo letto, mentre veniva coperto da Patrick che era seduto su una sedia vicino a lui.
< E tu che ci fai qui? > sussurrai, avvicinandomi a lui confusa.
Devo ammettere che mi sentii parecchio stupida nel provare anche gelosia, ma Isi era diventato quasi un figlio per me. Lo so che sono giovane per questo, ma ci siamo conosciuti quando entrambi eravamo soli in questo ospedale, ed è come se anche lui avesse adottato me. Non mi va che gli altri si occupino di lui, tocca a me badare al mio Isi.
Comunque, cercai di non farlo notare a Patrick, che una volta sentita la mia voce s’illuminò in uno splendido sorriso, che mi lasciò esterrefatta.
Odiavo il fatto che ultimamente, qualsiasi sorriso facesse, meraviglioso o ebete che fosse, riuscisse a farmi sentire nervosa e agitata. Non era un buon segno il fatto che mi rendesse tanto desiderosa dei suoi sorrisi, ma ogni giorni li trovavo più belli. Cancro a parte, mi sentivo debole e il fiato mi si mozzava… no, non andava  affatto bene. Ci stavo rimanendo fregata.
< Oggi mi aveva chiesto di aiutarlo a dormire perché aveva gli incubi. Ho pensato di suonargli qualcosa… > la custodia del violino era chiusa, ai piedi del letto. < … ma appena arrivato, mi ha detto due cose ed è crollato come un sasso. >
Mi avvicinai al letto, accarezzando il visino pallido di Isi.
< Sta peggiorando. > affermai, forse con troppo indifferenza.
Ormai provavo continui dolori, sia fisici che emotivi, che niente ormai mi stupiva più di tanto. Sapevo e vedevo che Isahia peggiorava di giorno in giorno, e questo aumentava tutta quella rabbia e quel dolore che non sapevo più dove mettere. Così ne restavo indifferente, forse pensando che in quel modo potessero scomparire magicamente, non capendo che in realtà restavano sempre lì.
Sentii la figura di Patrick avvicinarsi a me, spostando lo sguardo sul letto.
< È un bambino forte. Ce la farà. >
< Cindy gli ha dato tre mesi… > ribattei, stavolta con voce incrinata.
Perché, perché proprio lui? Ci sono tremiliardi di persone su questa maledetta terra, e doveva morire proprio lui. Forse non cantavo abbastanza bene, avrei riguardato quella mattina stessa le canzoni da cantare, magari ne avrei scelte altre più energiche! Guardo la chitarra, e forse era colpa delle corde. Erano mezze rotte, ma accordarle era come togliere loro mezza bombola d’ossigeno. Metterò da parte i soldi per ricomprarle, ci vorrà un po’ ma…
Sentii delle braccia stringermi da dietro. < Non poi guarire tutti, Alyce. >
Riflettendo sulle sue parole, mi stacco da lui, spaventata da come mi conosce già troppo bene.
< Lui non può… >
< Lo so. >
< No, non lo sai! > risposi, trattenendomi dall’urlare.
Isi si mosse nel suo letto, spostando i tubicini collegati all’ossigeno dal suo naso involontariamente. Patrick mi precedette e glieli rimise apposto, tirandogli su le coperte fino al mento.
Avevo letteralmente il cuore spezzato, eppure non volevo e non chiedevo a nessuno che me lo riparasse. Patrick stava cercando ostinatamente di guarirmi, di poter condividere il mio dolore per poterlo alleviare, non capendo che, più ci avrebbe provato, e più io non glielo avrei permesso..
Mi resi conto che stavo piangendo solo quando lui parlò.  < Permetti? >
Lo guardai. < Cosa? >
< Asciugarti le lacrime. >
Restai a guardarlo, alzando poi gli occhi al cielo ridendo amaramente. Odiavo questa parte di lui, trovava sempre una vena romantica in ogni cosa. < Mi basta un fazzoletto. >
Lui sospirò. < Non puoi combattere tutte le tue guerre da sola, Alyce. >
< Come hai fatto tu? >
< È diverso. >
< No che non lo è! >
< Sta di fatto che non puoi. >
Sostenni il suo sguardo con aria di sfida, prima di girarmi verso la porta. < Vuoi scommettere? >
Mentre stavo per chiudere la porta alle mie spalle, Patrick mi fermò. < Isi, prima di addormentarsi, mi ha detto che devo risvegliare una principessa. Sai cosa significa? >
Tentai di nascondere un sorriso non destinato a lui, scossi la testa e me ne ritornai in camera.


YEPNOPE
Il Nope più nope è che questo è il mio primo capitolo corto, e mi scoccia tantissimo averlo pubblicato, perchè essenzialmente non accade niente sennon un litigio in cui viene dimostrato quanto Patrick tiene a Alyce e quanto Alyce (seppur non volendo) tiene a Patrick.
Ma sta cosa del capitolo corto sarà a vostro vantaggio, ve l'assicuro! Perchè il prossimo capitolo è già pronto, ed è forse il nucleo della mia storia, quindi... pazientate ancora un po' e ve lo pubblicherò!
Altro Nope è che mi dispiace se non pubblico più spesso, ma è una storia impegnativa, e voglio pubblicare solo quando mi sento del tutto sicura di ciò che scrivo.
Detto questo, vi auguro una buona lettura.
A PRESTISSIMO!
Kiss at all
Mel.
  
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