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Autore: BeYoSinger    05/10/2014    12 recensioni
Lui? è partito due anni fa in Messico, perde amici, abitudini, fidanzata. Adesso? ritorna a casa, con un familiare in meno. Non vuole semplicemente voltare pagina, vuole cambiare libro, e ricominciare dal capitolo 1.
Lei? soddisfatta della sua vita, della sua famiglia, delle sue passioni, è felice. Con l'arrivo di un ragazzo nel suo Liceo, cambia improvvisamente umore, e all'istante si accorge che gli occhi verdi del ragazzo raccontano una storia che lei vuole conoscere.
I due hanno affrontato vite diverse, Nel vederlo per lei è subito una cotta, ma lui si accorge di ben poco, la migliore amica di lei sarà motivo di intralcio? e Lui riuscirà a togliersi di testa la sua ex?
Un Liceo, Un ritrovo per suonare, Un gruppo di amici, coppie improbabili.
La trama racconta ben poco, perchè non voglio rivelarvi molto, dateci un occhiata.
Pairing: Leonetta.
Spero vi piacerà;) Vi Amo Violetteras!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 17

Cosa farò da questo momento e in avanti? Facile: Non mostrerò mai più arcobaleni a daltonici. Svogliatamente passo il dito sul bordo della tazza di latte che ho in mano, mentre penso a quanto mi sono sforzata di far riapparire un verde più acceso e intenso negli occhi di Leòn, e a quanto ho fallito miseramente. Lui non ha scelto me. Ci è riuscito qualcun altro a rendere più limpido il suo viso, a quanto pare. Esatto, la mia 'Migliore Amica'. Quanto mi fanno male queste virgolette. Quanto mi fa male questa situazione.  Sto a casa con dei parenti. Sempre la solita storia, loro arrivano dall'italia per vedermi, e io non ho voglia neanche di salutarli. Non mi sono mai andate a genio le mie vecchie zie. Forse per il loro modo di pensare un pò... o parecchio, diverso dal mio. All'antica? No, sarebbe giustificabile se così fosse... ma invece hanno soltanto un modo di intendere e di volere errato, che non condivido in ogni suo aspetto. -Francesca, allora, il fidanzatino?- mi domanda con aria sarcastica e con un finto sorriso sulle labbra, la zia Lucia, mentre io abbasso il capo -Non c'è- rispondo dopo 7 secondi con voce amara. -Vuol dire che non è quì?- si intromette la zia Teresa mentre sorseggia animatamente quella tazza fumante di tè. -No, vuol dire che non esiste!- Esclamo acida. Come se le cose non fossero già abbastanza complicate... -Eh, ma non ci credo mica eh- ridacchia zia Lucia voltandosi verso mia madre per poi darle una spintarella sulla spalla, mentre lei sorride, un pò a disagio vedendo il mio volto infastidito. I parenti dovrebbero capire che questa domanda, una volta mi rompeva le scatole, ora mi fa proprio male... Ho quella voglia così accesa dentro di me di urlargli in faccia: 'Nessuno mi ama cazzo, nessuno! Non c'è nessuno che mi vuole in questo schifo di mondo!' Stizzita mi alzo dalla sedia -Con permesso- chiedo cortesemente, mentre loro mi sorridono falsamente e annuiscono con il capo, e nel frattempo mia madre mi guarda con aria di rimpovero -Mamma, farò tardi a scuola...- mi giustifico alzando le spalle, lei sa perfettamente che è ancora presto e che per arrivare a scuola potrei metterci tre minuti a piedi, ma sospira e alza un sopracciglio senza dare troppo nell'occhio alle due zie sedute a tavola che consumano la colazione. -Francesca non ti fermare con Violetta e Camilla dopo le lezioni, ti voglio a casa presto.- Si, mamma, non c'è pericolo che mi fermi con Violetta, tanto ci parliamo a malapena penso, sospiro sapendo che mia madre mi sta trattando come una bambina, e che se non fosse per questa strana situazione con Vilu, a quest'ora starei quì a protestare e a ringhiare contro mia madre una qualsiasi scusa, invece annuisco ed esco dalla porta principale dopo aver fatto soltanto un semplice cenno di saluto. Oh, aria, libertà! Peccato che adesso dovrò rintanarmi in un altro inferno. La scuola. Ugh, che nervi! Dovrò vedere lui... ancora per 8 mesi. Wow, chissà se la mia testa e il mio cuore reggerà una simile sfida! Mi incammino e dopo 5 minuti sono davanti al cancello di scuola; Si casa mia è parecchio vicina, e questo mi snerva. Mancano circa 45 minuti alla prima ora di lezione, tiro un forte respiro e noto che ancora non è arrivato nessuno che conosco, a parte la cara Cristìn, quell'ochetta tutta extension e unghie finte, alla quale non ho intenzione neanche di rivolgere una sillaba, adoravo il fatto di odiarla insieme a Violetta. Era divertente. Be' oggi ci sarà il test di Fisica. Non voglio neanche immaginare come me la caverò, non avendo toccato il libro. Cerco di non disperare, mi siedo in una panchina e prendo il libro blu di fisica... Dicono che il blu crei dipendenza, per questo siamo tanto accaniti con Facebook e Twitter... Però io non sono dipendente dal mio libro di Fisica, strano...Bah. Inizio a sfogliare e sfogliare e più lo faccio più mi convinco di non essere per niente interessata a capire qualcosa di questa roba scritta nero su bianco. Esasperata mi metto entrambe le mani davanti al viso e cerco di ricacciare indietro le lacrime e non scoppiare a piangere. -Francesca?- sento pronunciare il mio nome da una voce maschile, non del tutto nuova, ma che non mi suona pienamente tanto da capire a chi appartiene. Alzo lo sguardo dopo essermi assicurata di aver spazzato via l'istinto irrefrenabile di piangere e mi ritrovo davanti due occhi turchesi che mi fissano con compassione. Si tratta dell'amico di Leòn, quello che quel giorno ci ha presentato. Non ricordo il suo nome, ma sono certa sia lui. Mi sorride debolmente non appena scruta il mio sguardo confuso. -Sono Tomàs, non so se ricordi..- Ecco, Tomàs si chiama! -Si si, ricordo perfettamente.- rassicuro io, avendo chiara l'immagine di quando...

Flashback
 -E così sei tu Violetta..- le dice sorridente osservandola attentamente, -Si, perchè?- domanda esitante lei, -Leòn mi ha parlato tanto di te.- 
Fine Flashback
In quel momento credo di aver assunto un espressione inspiegabile. Il cuore mi batteva forte. Sono quasi certa del fatto che Leòn non abbia mai parlato al suo amico di me. -Molto bene- mormora e poi fa segno con il dito come per chiedermi il permesso di sedersi accanto a me. -Oh, ma certo- dico spostando lo zaino e appoggiandomelo sulle gambe. Mi volto a guardarlo mentre mi sorride, sembra tranquillo, rilassato. Cosa vorrà? -Come va?- mi domanda animatamente, mentre stringe gli occhi a fessura aspettando la mia risposta. -Va..- rispondo sospirando. -Ah si?- mi chiede alzando un sopracciglio. -Come?- continua, e cerco di capire dove voglia arrivare, aggrotto la fronte, -Bene..- rispondo cercando di non destare sospetti, anche se ormai Leòn sa ogni cosa, e perciò non cambierebbe niente se Tomàs gli dicesse qualcosa. -Oh, meglio così- risponde, poi prende a guardarsi intorno. No, non va bene, è ovvio! Perchè fa così? dovrebbe dirmi 'Perchè menti?' o qualcosa del genere e allora avrei iniziato a sfogarmi, ho bisogno di sfogarmi. Anche con un estraneo. Mi farebbe bene. -In realtà non va proprio così bene- gli rivolgo uno sguardo di sottecchi e noto che le sue labbra si incurvano in un sorriso soddisfatto. Ecco dove voleva arrivare! Che strano potere possiede? -Ah no?- prende ad accarezzarsi il mento, -No- dico schietta. -Inizia a fare davvero male solo quando inizi a fingere che non lo faccia, perciò lo ammetto: -Sto da schifo.- sottolineo bene l'ultima parola e stringo forte le labbra. -Com'è cominciato?- mi domanda, non chiedo a cosa si riferisce, non voglio specificazioni -Non posso dire l'ora precisa, il luogo, lo sguardo, le parole che stanno alla base di tutto. Mi ci sono ritrovata dentro prima di accorgermi che fosse iniziato.- rispondo a istinto guardando un punto non preciso davanti a me. -La cosa è positiva o negativa?- l'ennesima domanda che mi pone. -Non lo so, la seconda che hai detto, credo. Anzi...ne sono certa.-, -Ti va di parlarmene meglio?- altra domanda. -Dopo credo che mi sentirei meglio.- rispondo non distogliendo lo sguardo dallo stesso punto. -Allora parla.- oh, finalmente ha formulato una frase senza punto interrogativo! -Sai qual è la cosa che mi da più fastidio delle persone che spariscono così all'improvviso? Non è il fatto in sè, perchè alle assenze ci sono abituata. Ma è la mancanza di coraggio, il fatto che non abbiano la forza di guardarti negli occhi e dirti addio. Ti lasciano lì. Senza dirti 'Hei, non l'hai capito che non mi interessa minimamente di te?'- mi sfogo dando per scontato il fatto che lui sappia perfettamente a chi mi riferisco e possa rispondermi formulando il suo nome. -Leòn è sempre stato un codardo. Adesso però, ce l'ha fatta- afferma, io non capisco, mi volto a guardarlo e noto il suoi occhi fissi sul punto nel quale ce li avevo fissi io prima. -Ce l'ha fatta?- inizio a formularla io qualche domanda adesso. -Francesca mi dispiace doverti dire che non sai niente di Leòn- marca profondamente la parola 'niente'. -Come sarebbe a dire?-, -Sarebbe a dire che non so esattamente a cosa sia dovuto il tuo 'amore' ma di certo quì stiamo parlando di 'desiderio'- Cerco di seguirlo ma mi viene difficile così faccio dei gesti con le mani. -Fermati un attimo. Di cosa stai parlando?- domando mordendomi le labbra all'interno della bocca. -Sto parlando del fatto che Leòn è un bel ragazzo ed evidentemente hai subito notato questo.- dice con fare saccente. E inizia a darmi sui nervi. -No. Non ti permetto di dire una cosa del genere.-, -Io non sto dicendo niente.- si difende sollevando le mani. Io mi alzo prendendo lo zaino e caricandomelo su una spalla. -Ti saluto.- dico stizzita e superba. -Francesca- mi chiama io mi fermo ma non mi volto. -Non è necessario che tu te ne vada.- la sua voce è limpida e pacata. -Tu vorresti dire che io guardo solo la bellezza in un ragazzo?- gli dico con gli occhi incavati e la voce leggermente elevata. Lui non parla, ma continua con quello sguardo da scrutatore che mi lascia perplessa. -Ci sono ragazze che hanno avuto tutto: dai mazzi giganti di rose rosse alle scritte sdolcinate sui muri. E tu mi vieni a dire che mi innamoro della bellezza quando da un ragazzo mi sarei accontentata di quattro righe scritte sul tovagliolo di un bar!- mi sfogo agitandomi. -Potresti sederti?- mi dice afferrandomi il polso dalla sua posizione sempre rilassata. Io tiro l'ennesimo sospiro e poi mi siedo cercando di tranquillizzarmi. -Tu ti ami?- mi domanda, e mi lascia spiazzata. Più converso con questo ragazzo spagnolo più rimango di gesso per le domande e il modo in cui si esprime. -Se mi amo? Mah, non lo so- rispondo senza pensarci troppo. -Ami più lui o più te stessa?- mi chiede guardando il mio profilo. -Tra me e lui, sceglierei lui- sbotto, e non mi pento della mia sincerità affrettata. Lui inizia a sfregarsi il mento e a non mutare minimamente il suo sguardo scrutatore, sembra quasi mi stia leggendo nel pensiero, in profondità. -Dovresti smetterla, come ho fatto io- mormora, e non è ciò che mi aspettavo dicesse. -Avresti smesso di fare cosa, esattamente?- domando senza il minimo contegno nel tono che utilizzo. -Be', ho smesso di trattenere chi voleva andare. Ho smesso di spiegare a chi non voleva ascoltare. Ho smesso di giustificare ogni mia singola parola a chi non voleva capire. Ho smesso di cercare chi non voleva trovarmi mai. Ho smesso di pensare a chi non mi pensava mai. Ho smesso di credere nelle promesse e di farne. Ho smesso tutto...- si ferma un istante e ricomincia a guardare quel punto indecifrabile mentre apre più volte la bocca e la richiude, ma alla fine continua. -Ho smesso niente. Ho solo iniziato a fare quel che fa star bene, senza eccessi o limiti. Ho iniziato a misurare bene ogni situazione. Ho iniziato a fidarmi del mio unico pensiero su ogni cosa, su ogni scelta, su ogni persona. Ho iniziato a tener conto del fare invece del dire. Ho iniziato a incontrare alcune persone meno spesso nella mia mente. Ho iniziato ad amarmi perchè solo così si può davvero iniziare ad amare.- prende a fissarsi le mani mentre io osservo ogni visibile emozioni nei suoi occhi persi. D'un tratto si volta velocemente verso di me cogliendomi con le mani nel sacco. Be' si, lo stavo guardando parecchio attentamente. Io di scatto mi giro per non far notare il fatto che lo stessi studiando anche io e mentre lo guardo di sottecchi noto che sorride come a dire 'beccata' alzando entrambe le sopracciglia. Prendo a grattarmi la nuca -va tutto bene?- quel sorriso stampato non si cancella dal suo viso liscio. -Hai ragione- rispondo vaga, cercando di scappare da quel 'va tutto bene?'. E ci riesco. -Perciò agirai come me?-, -Non è così facile- rispondo avvilita. -Non potremo mai tornare indietro e cambiare ciò che è stato fatto o detto, ma possiamo sempre imparare la lezione per far meglio le cose la prossima volta, no?- Sarà la sua voce, sarà il suo accento, sarà ciò che dice, ma tutto l'insieme mi tranquillizza. E' vero, bisogna misurare bene ogni parola prima di pronunciarla. Bisogna scegliere bene le parole. Perchè poi ritorneranno la notte, più fredde e più crudeli. Le sue mi cullano. Vorrei abbracciarlo... Emh, cosa?! Francesca lo hai pensato sul serio? Vai a curarti,cara me! -Francesca...? Perchè fai quella faccia?- mi domanda ridacchiando e non posso neanche immaginare quale delle mie numerose smorfie avrò espresso col viso! Oddio, figure di merda in prima mattina parte cento! -Quale faccia? Cioè, niente... pensavo ad una cosa..- rido nervosamente muovendomi frenetica sulla panchina. -Sono troppo inopportuno se ti chiedo 'a cosa'?- mi domanda con le gote un pò arrossate, io alzo impercettibilmente gli occhi al cielo, ma immediatamente dò una risposta riparatrice -Magari forse, un giorno... busserà alla mia porta, e io mi amerò così tanto da avere la forza di non aprire.- tiro su col naso, mentre mi sfrego le mani. -Francesca, ti dirò una cosa che forse potrà servirti nella vita: Non innamorarti mai di un uomo che vuole strapparti le tue dolci ali di farfalla, che vuole rendere grigi i meravigliosi colori che porti addosso, innamorati di chi vuole volare accanto a te per le strade della vita, per quanto impervie e dure possano essere. In questo caso non ti sto parlando di ciò che provi per Leòn, mi riferisco agli uomini che ci sono nel mondo, poichè il mio amico messicano, giuro, non avrebbe mai il coraggio di far del male a nessuno. Ha sofferto troppo in pochissimo tempo.- Mi spiega, e sembra così serio che quasi mi incute timore. -Grazie.- dico semplicemente. Le labbra rosate di Tomàs si incurvano in un dolce sorriso. -Non c'è di che.- rimando con notevole imbarazzo il gesto. Sono strana. Sento la mancanza di qualcosa che non ho mai vissuto e colleziono amori che non si posso chiamare tali. Me li tengo in braccio giorno e notte e fingo di non averli mai desiderati. Sono strana.



-Leòn, mi vuoi dire dove stiamo andando?- ride a crepapelle perchè parecchie volte ha rischiato di inciampare e rompersi una gamba. -Ti ho appena detto che è una sorpresa!- Ho una mano che le copre la vista e tengo Violetta dalla vita mentre cerco di farla star zitta. -Violetta, se ci scoprono siamo fritti, smetti di urlare- le ringhio in un orecchio e sono sempre più divertito. -Lo sai che dobbiamo essere in classe tra circa... Emh, posso almeno guardare l'orario?-, -No, Violetta SHH!- esclamo ancora una volta, e mentre camminiamo ogni tanto le faccio il solletico scatenando un sobbalzo e un urletto, e mi fa impazzire! -La prossima volta ti metto giù!- avverte, mentre cerco di farle salire due gradini. -Sarei proprio curioso di vederti in azione..- la prendo in giro e trattengo una risata, -posso diventare pericolosa!- aggiunge dandosi delle arie. -Uhh, che paura!-. esclamo con sarcasmo e lei d'un tratto mi morde il pollice della mano -Ahi! Violetta, sta buona!- le dico dandole una pacca leggera sul sedere e stringendo i denti per sopportare il dolore al dito e non spostare la mano di davanti gli occhi di Violetta. -Te l'ho detto che so essere pericolosa- ride fragorosamente -Ah, e non permetterti mai più a toccarmi il sedere- aggiunge con voce sofisticata mentre io alzo gli occhi al cielo e sorrido sollevato sapendo che siamo arrivati a destinazione. Apro la porta con molta cautela -So che magari ti aspetti qualcosa di superlativo, però è una cosa che ho fatto per avere l'onore di vedere uno di quei tuoi sorrisi speciali, perchè so che i tuoi sorrisi non vengono magicamente concessi, bisogna guadagnarseli, e spero di riuscirci.- Introduco il momento con questa frase e levo la mano dai suoi occhi in modo che possa ossevare. -Oh Leòn..- dice congiungendo le mani, poi si volta a guardarmi emozionata. In un aula del seminterrato ho fatto sistemare il pianoforte della scuola che era un pò malconcio, e ci ho appoggiato sopra una cinquantina di rose rosse per Violetta. -Shh- le metto un dito sulla bocca. -Non è questa la sorpresa.- le prendo la mano a avvicinandoci al piano le faccio cenno di accomodarsi accanto a me sullo sgabello. Appoggio le mie dita tremanti sui tasti e inizio a suonare All of me by John Legend, ripeto più volte l'introduzione e poi inizio a cantare la prima strofa in spagnolo -Que haria yo sin tu boca hoy, tu me dejas fuera cuando cerca estoy, mi mente da vueltas, no puedo cesar todo este amor...- "Cosa farei io senza la tua bocca oggi, tu mi respingi quando cerco di avvicinarmi, ho la mente confusa, non posso far cessare tutto questo amore." Mi guarda attentamente negli occhi, e i nostri sguardi sono fusi, le faccio un gesto con la testa in modo che continui a cantare lei. -Que pasa por tu mente dime quiero saber es un viaje magico y hermoso a la vez, todo me da vueltas, no se que sea pero estarè bien...- "Che passa per la tua testa dimmi voglio saperlo, è un viaggio magico e meraviglioso allo stesso tempo, sono frastornata, non so per quale ragione, però starò bene." La sua voce scorre nelle mie vene e mentre l'ascolto so che non vorrei sentire altro per tutta la mia vita. Continuo con la terza strofa: -Debajo del agua puedo respirar, por ti una vez mas quiero entregar...- "Anche sott'acqua riesco a respirare, per te posso cedere ancora una volta." Mi appoggia una mano sul viso dopodichè unisce la sua splendida voce in armonia con la mia. -Todo de mi te ama a ti, amo tus imperfecciones cada arista y temores, si das todo de ti todo darè de mi, mi final y mi comienzo aun gano si estoy perdiendo, y yo te doy todo de mi, si tu me das todo de ti.- "Tutto di me ama tutto di te, amo le tue imperfezioni, ogni spigolo ogni timore, se mi dai tutto di te, io ti darò tutto di me, la mia fine, il mio inizio, io vinco anche quando sto perdendo. E io ti do tutto di me, se tu mi dai tutto di te." Le mie dita vagano autonomamente su quei tasti mentre sono perso nel cioccolato degli occhi della mia ragazza. Prendo a cantarle dicendo ciò che penso davvero: -Tengo que decirlo una vez màs que incluso cuando lloras hermosa tu estas, el mundo se derrombarà de tu lado no me separaràn. Mi perdiciòn, mi musa eres tu, mi distraccion tambièn mi ritmo mi bluse que aun sigo cantando sigue sonando esa voz eres tu...- "Devo dirlo ancora una volta, che anche quando piangi sei meravigliosa, e se il mondo ti abbatterà nessuno mi separerà da te. Se la mia perdizione, la mia musa, la mia distrazione, e anche il mio ritmo e il mio bluse che sto continuando a cantare e continuo a suonare, questa voce sei tu." Stiamo sorridendo ma siamo vicini alle lacrime. Cantiamo insieme il ritornello un ultima volta dopodichè termino con un la-do-mi, esattamente come la scorsa volta aveva fatto lei. Violetta mi si getta addosso ed io la circondo con le mie braccia. -Ti darò tutta me stessa, promesso.- mi sussura all'orecchio, -Ne ho così bisogno.- le rispondo.
-Non dovremmo tornare in classe?- in modo parecchio poco elegante siamo usciti dalla finestra dell'aula e abbiamo scoperto questo posticino con qualche albero, in particolare uno molto robusto con una folta chioma verde, e un aiuola di fiori in mezzo al verde. Il problema è che siamo ancora all'interno della scuola e abbiamo saltato la seconda ora. Violetta è appoggiata al tronco dell'albero con in mano una delle rose che le ho regalato, e il sole fa sì che la sua immagine sembri celestiale. -Nah, preferisco guardarti ancora per qualche ora, ininterrottamente.- spiego mentre i miei occhi bruciano nei suoi. -Sai, vorrei saper disegnare come te, per poter ritrarti in ogni tua posizione- aggiungo. -Potrei insegnarti- dice con uno sguardo sexy, io sono poco distante da lei, con i gomiti appoggiati sull'erba. -Non credo, il tuo è un dono...- osservo, mentre lei scuote il capo - provare non costa nulla- fa spalluccie, -okay, mi hai convinto-. Prendo a gattonare verso di lei e anch'io mi appoggio all'albero -Violetta fa silenzio e ascolta... Cosa senti?- le prendo la mano completamente abbandonato al tronco dell'albero, lei mi guarda confusa mentre io chiudo gli occhi, e so che non ha smesso di fissarmi. -Niente..- dice con voce perplessa. Io le stringo la mano e la conduco verso il mio cuore appoggiandola ad esso. -Io invece sento che ti amo-. Improvvisamente le sue gambe mi circondano la vita, le sue mani si infilano nei miei capelli e le sue labbra si impossessano delle mie. -Oh, Violetta- dico sulle sue labbra. Percorre le mie guance fino ad arrivare al mio orecchio ricoprendomi di piccoli baci. -E comunque, se non l'hai ancora capito, amore, io non voglio nessun altro che non sia tu, per tutta la vita.- Alle sue parole avverto un formicolìo allo stomaco, mi sa tanto di felicità. Mi basta un movimento per ribaltare la situazione ponendola sotto il peso del mio corpo, succhio avidamente le sue labbra, e per un attimo dimentico di trovarmi sulla terra, dimentico l'ossigeno, e la mia mente vaga nell'aldilà. -Eccoli, Preside!- Sentiamo la voce di Ezequiel, il segretario, ed io e Violetta ci ricomponiamo di scatto. Spione di un segretario... Gli buco le ruote della macchina a questo! -Castillo!- Il preside ci guarda con disapprovazione mentre ci avviciniamo alla finestra, esattamente quella dalla quale siamo usciti. -Sig. Preside, le posso spiegare tutto.- mi giustifico io, -Non ricordo il suo cognome...-, -Vargas- rispondo io, -Sei il nuovo acquisto...- risponde il preside scuotendo il capo fissandoci come se fossimo ripugnanti. Io annuisco; Violetta china il volto imbarazzata guardandosi le mani. -Entrate, proprio come siete usciti!- esclama l'uomo stempiato con dei baffi tinti di un nero corvino. Dopo aver aiutato Violetta ad entrare io faccio lo stesso. -Bene, potete seguirmi nel mio ufficio.- Ci ordina dilatando le narici. 
Non appena chiude la porta del suo ufficio, il Preside Wilson, si mette ad urlare come un pazzo scatenato, citandoci regole, morali, spirituali e sinceramente avrei una certa voglia di rompergli il naso, e ce la farei, confrontando le nostre stature. Rimaniamo in piedi ad 'ascoltare' quest'uomo una buona mezz'ora, e frequentemente mi volto a guardare Violetta, in quel rossore tenero delle sue guance. -Seguitemi senza fiatare!- ci urla, noi ubbidiamo quando ci accorgiamo che ci fa strada verso la nostra classe. Spero soltanto che... Apre con furia la porta dell'aula senza neanche bussare e lì vi troviamo la professoressa di Filosofia che scrive alla lavagna. -E' inaudito vedere due alunni della sua classe che hanno rapporti sessuali all'interno del Liceo!- A quella frase sgrano gli occhi e noto Violetta fare lo stesso. -No, non è assolutamente vero!- mi permetto di rispondere all'affermazione del Preside. Guardo di sfuggita nostri compagni, alcuni sono sbalorditi, altri addirittura se la ridono, poi guardo Francesca, lei è inerme e fissa Violetta con rancore e delusione. Il suo sguardo mi fa rabbrividire. Non appena getta gli occhi su di me io distolgo immediatamente lo sguardo e torno a parlare con il preside. -Non si azzardi a contraddire la mia parola, porti rispetto! So quel che ho visto!- urla e sembra fuori di se. -Voi alunni moderni state infangando il buon nome di questo prestigioso Liceo!- batte forte una mano sulla cattedra facendoci sobbalzare tutti. -Preside non so cosa a visto, ma non abbiamo avuto... cioè non abbiamo fatto... c-ciò che pensa lei-, -Sig. Wilson, pensavo fossero assenti...- la prof è mortificata, cerca di giustificarsi mentre il tinto allarga disgustato le narici. Ma come ci riesce? Mi trattengo dal ridere per questo pensiero. -Sono scioccato!- ripete per l'ennesima volta da quando ci ha visti. D'un tratto Francesca si alza e fa per uscire dalla classe. -Dove crede di andare signorina?- le domanda il preside dopo essersene accorto. -In bagno- risponde lei senza alzare lo sguardo. -Lo decido io se va in bagno o no, si sieda!- Francesca obbedisce sotto gli occhi di tutti. Veniamo portati nuovamente in presidenza, solo che questa volta si presentano anche la Professoressa e la Vicepreside. Il preside convoca mia madre e i genitori di Violetta per il giorno successivo. A mio parere si tratta di un esagerazione unica. Dopo altre due ore di discorsi legati al rispetto per il liceo e altre cazzate varie, siamo finalmente liberi, o quasi, perchè il segreto è stato svelato e adesso ci aspetta l'interrogatorio di tutta la banda. -Sembrava non finire più questa giornata!- Io e Violetta camminiamo verso l'uscita sotto gli occhi di buona parte della gente. Dio mio! Neanche se avessimo messo una bomba all'interno dell'edificio! Che esagerazione questi figli di papà... -Ma perchè ci guardano? Non ho ucciso nessuno, ancora...- Violetta ride per 'l'ancora' mentre raccoglie i capelli in una coda di cavallo. -E' stato imbarazzante- ammette con le schiocchette rosse sul viso che non si sono ancora impallidite. -Nel mio vecchio Liceo queste cose succedevano quotidianamente, non capisco il perchè di tutta questa tragedia-. Sento il cinguettìo provenire dalla tasca dei miei pantaloni, Violetta cammina due passi avanti a me, mentre ci dirigiamo verso la moto. Estraggo il telefono dalla tasca, un nuovo messaggio: Ally. Improvvisamente mi fermo, e mi irrigidisco mentre le mie mani cominciano a tremare. Ancora? scorro il dito sul display per sbloccare lo schermo, quando -Leòn, hai capi...- Mi accorgo che Violetta si volta. -Ehi, che succede?- mentre si avvicina a me, ripongo immediatamente il cellulare da dove l'ho preso e sorrido alla mia ragazza nervosamente. -E' tutto okay?- mi domanda guardando il cellulare nella mia tasca con gli occhi a fessura. -Si, perfettamente.. andiamo- esorto e la oltrepasso allungando il passo. Devo leggere quel messaggio. Devo assolutamente sapere cosa dice. 
Accompagno Violetta fuori dal portone di casa, e per quanto non abbia fatto che parlare durante tutto il tragitto, la mia mente era rivolta soltanto a quel nome che minuti prima era comparso sul display del mio cellulare. Sì, possiamo dire che ne è passato di tempo, eppure non ho cancellato mai il suo numero di telefono, e lei ha mantenuto sempre lo stesso. Che cosa bizzarra... Dopo quella lettera? Cosa mi avrà scritto? Arrivati a casa di Violetta emetto un sospiro di sollievo. Sembrava quasi che la strada fosse infinita, e non voglio che sospetti qualcosa, perciò è meglio separarci quanto prima. Scende dalla moto, si toglie il casco e me lo porge. -Non so cos'hai, ma sono certa che la tua espressione non sia affatto dovuta a quanto è successo a scuola, sbaglio?- Noto le sue labbra muoversi ma non riesco a cogliere il concetto della frase. Schiocca le dita davanti ai miei occhi e allora mi sveglio dal trance. -Si può sapere cosa diceva quel messaggio?- esclama con le sopracciglia aggrottate. Ops... colto con le mani nel sacco. -Che messaggio?- faccio il finto tonto ma non mi riesce. -Prima nel cortile della scuola ti è arrivato un messaggio, e dopo averlo letto sei diventato... strano, che hai?- domanda in conclusione, appoggiando i pugni sui fianchi. -Assolutamente niente, non so di cosa tu stia parlando... senti devo proprio scappare...- farfuglio, dopodichè le stampo un veloce bacio sulle labbra e mi dileguo lasciandola con il casco in mano. Quanto sono stronzo. Percorro l'intero quartiere accelerando al massimo e in pochi minuti sono davanti il cancelletto di casa. L'ho lasciata così... Oddio, cosa ho fatto? Quasi quasi torno indietro... No, non posso. Sistemo la moto e prendo in mano il telefono. Il cuore mi batte forte, quasi mi aspettasse non so quale notizia. Serro gli occhi per qualche secondo, e subito dopo mi precipito a leggere: 
Mi stai facendo più male che bene... Eppure resto. Resto perchè senza di te potrebbe solo andare peggio. Resto perchè senza di te sono niente. Ti prego, ho bisogno di vederti, rispondimi.
-Ally

Mi fermo a fissare questo messaggio per molto tempo e provo il vuoto totale, come se la mente fosse assente. Come se io fossi assente. D'un tratto il cellulare si illumina, chiamata in corso: Violetta. Le chiudo la chiamata senza neanche sfiorare l'idea di rispondere e torno a fissare quella frase e quel nome. Perchè? Dopo aver ridotto in coriandoli la carta profumata di quella lettera ed essermela gettata alle spalle adesso non dovrebbe farmi male. Non mi aveva fatto male quel giorno, dovrebbe essere ancora così. Okay, lo ammetto: certi sentimenti non cambiano, li sotterri, ma basta poco per farli tornare in superficie. E' il mio peggior difetto, Fondamentalmente è vero, io non so far finire le cose. Fosse per me non finirebbe mai niente, ed è tremendo perchè ci sono storie, abitudini, modi di vivere che necessitano di essere interrotti. Tipo adesso. Io mi sono innamorato di Violetta. Sono sicuro di amarla, sono sicuro che sia una persona speciale, sono sicuro: voglio stare solo con lei, ma... perchè questo fottuto passato non svanisce? Ritorna sempre. Sempre! Io non credo nei miracoli, perciò accetto tutto questo. Sono convinto che la vita lasci sempre lividi invisibili sull'anima che a volte ti impediscono di respirare, annullando ogni pensiero, ogni idea. Compongo il numero di Tomàs, deve consigliarmi cosa fare. Primo squillo... secondo... -Amico!- ha l'aria di essere allegro, chissà come mai. -Tomàs...- cerco di trovare il tono più tranquillo che le mie corde vocali mi permettano di utilizzare. -Cos'è successo?- mi domanda subito allarmato. -Perchè pensi che sia successo qualcosa?- sospiro, anche se so che è patetico domandare a Tomàs una cosa del genere. -Il tuo tono- risponde quasi come se fosse ovvio. -Eh..-, -Allison?-, -Già-, -Pensavo che...-, -Si anche io- lo interrompo. -In effetti era troppo bello per essere vero, però sappi che comunque andrà a finire, sarà sempre la parte più bella della tua adolescenza, quella che non dimenticherai mai e porterai sempre con te- So quanto gli costi dirlo, e so quanto ci eravamo illusi entrambi che dopo la lettera fosse davvero finita. -Quanto vorrei fingere che non sia così...- ammetto avvilito. -Praticamente cos'è che...-, -Mi ha scritto- lo interrompo nuovamente. -Cosa esattamente?- domanda esitante lui. -Che resta perchè senza di me non è niente. E... che vuole vedermi.- spiego ed emetto un prepotente sospiro. -Ah...- Sì, Tomàs non è per nulla entusiasta di ciò che sta venendo a sapere. -Lo so.- rispondo sapendo perfettamente quali sono i suoi pensieri. -Cosa intenti fare?- mi domanda con timore, per la mia risposta suppongo. -Non ne ho idea.-, -Non pensi a Violetta?-, -Non ne ho avuto il tempo.- contraggo violentemente la mandibola. Perchè deve essere così difficile? Adesso che con Violetta andava così bene, c'è così tanta sintonia! -Leòn, valuta la situazione, adesso hai una ragazza a cui rendere conto.- mi ricorda, e so che ha ragione. -Lo so perfettamente, Tomàs.- mi schiaffo una mano sulla fronte. -Non mi pare...- mormora. -Perchè dici questo?- domando leggermente irritato. -Perchè so che stai seriamente pensando di andarci.-, -Dove?-, -Non ha detto che ha bisogno di vederti?- dice, e mi lascia spiazzato. Per l'ennesima volta so che ha ragione. Parlarne sempre coniugando i verbi al passato ma tenersele sempre dentro nel presente certe persone. 




ANGOLO AUTRICE:
Holiss!! Come state?? VI PREGO NON RICORDATEMI QUANTO TEMPO E' PASSATO SE NON VOLETE CHE SCOPPI A PIANGERE E MI ODI PER IL RESTO DEI MIEI MISERABILI GIORNI! *si dispera animatamente(?)* allura, sono tre settimane di scuola, e siamo già tutte esauste, non so voi ma voglio ritirarmi seriamente lol. Perdono, vi prego, l'ha lasciato Dio! haha okkei passiamo al capitolo in cui stranamente manca il pov Violetta hihi, tornerà tranquilli! (like) Si parte con Francesca: il suo pov mi è piaciuto perchè esprime quello che sente anche Tomàs, e questo non lo sapevamo giusto? Ma chissà se le vostre previsioni su TomasXFrancesca sono reali o sono solo fantasia... hihi lo scopriremo! Pov Leòn: Sorpresinaa dulcee *-* All of me versione Kevin Karla & La banda (Per specificare) Vi consiglierei di rileggere la parte dove i Leonetta cantano la canzone ascoltando la canzone da yt hahah E' più magico *-* comunquee la parte del preside AHAHAH quanto è esageratamente per bene questo liceo pft... neanche se avessero fatto chissà cosa..mah.. Francesca non l'ha presa bene, nel prossimo capitolo infatti vedremo le considerazioni di Violetta a riguardo. Il messaggio non ve lo aspettavate dico bene? Be' mi odiavo in quel momento, ma è la vie...;/ Come andrà a finire secondo voi? E Violetta come l'avrà presa per quanto riguarda la stranezza improvvisa di lui? Boh...  e pensare che nel prossimo capitolo succederanno parecchie cosucce!! Non ve lo perdete! GRAZIE! vi ringrazio come al solito e non posso farne al meno! Per i recensori e per tutti i lettori che ci sono sempre e sopportano i miei ritardi atroci! Vi amo!! <3 un saluto a mi amiguis Niley Story (@MagicGirl96) ringraziate questa povera ragazza che è sempre disponibile a postare ogni settimana senza lamentarsi neanche del fatto che le rubano continuamente le storie dopo che perde la vista e il tempo per stare sempre davanti al pc e scriverle, dopodichè deve anche sopportare che altre mocciose si prendano i meriti di un lavoro sudato da lei, come ho già detto l'altra volta confido in voi per quanto riguarda il segnalare, e ringraziamo con tutto il cuore chi si prende sempre la briga di avvisare, perchè evidentemente capisce che non sono corretti questi furti gratuiti. Comunque continuo a ringraziare infinitamente! Spero che recensirete il capitolo in modo da capire se ci siete ancora haha e spero che vi sia piaciuto! Un bacione e alla prossima!! 
-BeYoSinger <3

  
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