Capitolo12

Ero agitatissimo: era il gran giorno, ovvero il giorno in cui avrei scoperto se dovevo rifare l'anno o se avrei acquisito la maturità.

Stavo andando a scuola insieme a mia madre, Paul ci aspettava là.

Arrivammo all'ingresso della Good e notammo molti studenti che scendevano le scale felici, battendosi il cinque o stringendosi le mani e dandosi dei colpetti sulle spalle, ma anche altri studenti che scendevano le scale affranti.

Sentì il cuore che martellava in petto, mi feci largo assieme a Sally tra la marea di gente che c'era alle due teche che dichiaravano o meno la promozione e con che voto.

Gli occhi scorrevano velocissimi tra la lista di cognomi degli studenti fino ad arrivare al mio. Mi si fermò il respiro in gola: avevo paura a spostare lo sguardo più in là nella riga, sapevo di non essermi impegnato moltissimo, ma negli scritti e nell’orale mi sembrava di essere andato piuttosto bene.

"Ahh! Percy..." Il grido di mia madre mi fece pensare al peggio "settanta! Hai preso settanta!".

Tornai ha respirare: ci ero riuscito! Avevo vinto la battaglia, almeno penso che ci si senta così.

"È sì. Hai visto Percy? Alla fine ci sei riuscito" disse Paul, apparendo magicamente dietro di noi.

"Dobbiamo festeggiare!".

Tornammo a casa, facendo un breve pit-stop al supermercato perché mamma voleva comprare gli ingredienti per prepararmi una super torta (blu ovviamente) per i festeggiamenti.

Una volta a casa Paul chiamò Grover e i miei tre cugini che alla notizia si precipitarono nel nostro appartamento, infatti il campanello suonò poco più tardi.

"Allora Percy ce l’hai fatta a diplomarti!" mi urlò Thalia buttandomi le braccia al collo, non appena aprì la porta.

"Dubitavi di me?".

"Noi si" risposero in coro Nico e Jason.

"Ah ah: grazie per la fiducia" risposi un po' infastidito.

"Non starli a sentire amico" disse Grover.

"Siete arrivati!" strillò Sally apparendo dalla cucina con il grembiule sporco di farina e glassa blu.

Abbracciò tutti e dichiarò che la torta era quasi pronta e di prepararsi al tavolo.

Sembrava tutto perfetto: ero stato promosso, anche se non con un voto magnifico, ma del resto non potevo aspettarmi molto di più per come avevo trascorso l'anno. Buona parte dei miei amici si trovavano con me a festeggiare la mia promozione e i miei erano felicissimi.

Però mancava qualcosa e il peggio era che non volevo accettare che fosse Annabeth.

Sarà ancora arrabbiata per la bugia che gli ho detto? Ci sarà rimasta male? Si sarà sentita presa in giro?

Non sapevo cosa mi stesse succedendo, ormai erano passate alcune settimane, eppure continuavo a preoccuparmi.

Ti sei innamorato, sciocco! Mi fece notare la stessa voce che mi aveva detto in principio di dirle la verita.

"Percy forza: taglia la torta che ho fame!" confermò Grover distraendomi dai miei pensieri.

"Ti pareva...non è una novità" sbottò Nico.

Tutti ridemmo, ormai penso che Grover facesse apposta a dichiarare di avere fame, poi tagliai la torta.

Annabet's pov

Quel Percy che faccia tosta! Continuavo a pensare il perché mi avesse detto una bugia: aveva la faccia troppo da bravo ragazzo per volermi ingannare. Ci avevo pensato in tutte queste settimane e la cosa bizzarra era che ci pensavo pure adesso! Adesso che stavo andando verso la scuola per scoprire con che voto ero stata promossa.

"Complimenti Annabeth!" mi disse Cameron, un mio compagno, che incrociai mentre salivo le scale che mi avrebbero portato al patio dove erano esposti i voti.

Non riuscì a capire se il tono era ironico ho meno, tuttavia questo servì a distogliermi momentaneamente dai miei pensieri su Percy.

Quando arrivai davanti alla bacheca mi bloccai per un secondo.

E sé non ce l’avessi fatta, se avessi dovuto ripetere l'anno? Non ero andata poi così bene negli esami scritti… decisi di scoprire la verità e riuscì a farmi largo tra la massa di studenti accaniti per scoprire il proprio voto.

Il mio cognome è uno dei primi della mia classe. Ironia della sorte: anche la mia classe, la 5°, è la prima nella lista.

Novantanove…caspita un punto in più e sarei arrivata a cento. Direi che mi era andata piuttosto bene. Uscendo dalla scuola notai la presenza di una persona che non mi sarei mai aspettata di vedere: mio padre mi aspettava fuori dal cancello.

"Papà! Che ci fai qui? Non dovresti essere al lavoro?" gli chiesi una volta raggiunto.

"Si ma ehi, oggi la mia bambina si è diplomata! Non capita mica tutti i giorni e non me lo sarei perso per nulla al mondo...così sono uscito prima dal lavoro ed eccomi qua".

Lo abbracciai e gli sussurrai un grazie cercando di trattenere le lacrime di felicità che gli avrebbero bagnato il giubbotto.

"Allora, com'è andata?". Mi chiese una volta sciolto dal abbraccio.

"Ma, insomma..."dissi cercando di tenere un tono vago anche se trattenevo le risate.

“Annabeth, dimmi pure la verità, non mi arrabbio” confermò cascando nel mio scherzetto.

“Novantanove!"

“Bravissima! E per festeggiare andiamo a mangiare una pizza solo io e te, ti va?"

"Direi che è perfetto" dichiarai sorridendo.

Angolo della mortale

Ta...daaaann! Ed ecco il penultimo capitolo con un breve punto di vista anche di Annabeth.

Quindi i due ragazzi si pensano: ma cosa succederà? Ve lo lascio scoprire nel prossimo capitolo che sarà anche l'ultimo.

Intanto ringrazio tutti quelli che mi seguono, recensiscono e hanno messo la storia tra le preferite o ricordate.