“Sembra un bel posto, non trovi?” Commentò Rose, mentre
accompagnava suo cugino alla piazza del piccolo paese.
Albus diede un’occhiata generale “Noi dobbiamo mangiare
lì” fece imperioso, soffermandosi con l’indice sul castagno che troneggiava sul
prato ben curato “e il più presto possibile. Non appena queste strutture per la
festa saranno state portate via”.
L’altra gli sorrise complice, ricordando di aver già
immaginato questa reazione. Sicuramente avrebbe organizzato qualcosa.
Era la sera della festa del villaggio e le band si
sarebbero esibite di lì a qualche ora: Albus e Rose avevano cenato presto e ora
stavano aspettando gli altri membri del gruppo. Rose aveva qualche dubbio che
potessero essere puntuali, visto che Louis e Nick sembravano non possedere
orologi, ma contava molto sul fatto che con loro ci fosse anche Fred. Poteva
essere il tipo da buttarli giù dal letto dove stavano oziando anche con qualche
ora di anticipo; nessuno in famiglia riusciva ancora a capacitarsi di come
potesse essere così diverso dal padre ma secondo lei era probabile che avesse
sviluppato questo senso della precisione proprio per dare un minimo di ordine
alla sua vita.
I due si avvicinarono al lastricato centrale, notando
quanti uomini erano ancora intenti a sistemare il palchetto improvvisato,
mentre altri già pensavano ai cavi della corrente. Nel frattempo le bancarelle
sistemate tutto intorno concludevano buoni affari “Devo andare a darci
un’occhiata dopo. Magari troverò qualcosa per mamma e papà” pensò Rose ad alta
voce.
“Nulla per Hugo? Faccio ancora parte del gruppo per la
difesa dei fratelli, ti ricordo” le sorrise Al.
“Cosa ti aspetta questa estate?” Fin da quando avevano
cominciato ad andare in vacanza separati, nella loro famiglia si era sviluppato
l’obbligo di portare qualche dono per fratelli e sorelle dal luogo in cui si
aveva soggiornato.
“Edimburgo per Lily e Italia per James. Ho grandi
regali in arrivo!” Esultò trionfante.
“Credo che Hugo vada in Irlanda, se i miei lo
lasceranno partire con la sua combriccola” riflettè Rose, non rendendosi conto
di essere ascoltata.
“Ha un potenziale da caos notevole ma ha anche diciotto
anni: non possono impedirglielo” le fece notare Louis sbucando da dietro una
bancarella. Dietro di lui arrivarono Nick e Fred.
Dopo i saluti di rito, Rose tornò alle parole di poco
prima, mentre cominciavano ad avviarsi verso il palco e Albus intratteneva gli
altri componenti del gruppo gesticolando in ogni direzione della piazza. “Cosa
intendi con potenziale da caos, Louis?”
“Tu sei così compassata, del tutto simile a tua madre.
Mentre lo zio Ron è più un sangue caldo, capisci? Quindi tuo fratello deve
avere l’anima di tuo padre, non potete aver preso in due dalla madre: è
questione di genetica”. Louis scrollò semplicemente le spalle.
“Da quando sei un esperto?”
L’altro le rivolse un’occhiata dall’alto in basso, come
faceva quando voleva far pesare i suoi cinque anni in più e quindi tutta la sua
esperienza, come la definiva lui, o perdita di tempo in mancanza di obiettivi
seri come la definiva Rose. “James e Al hanno preso dalla zia Ginny, Lily dallo zio Harry. Tu dalla zia Hermione, Hugo dallo zio Ron. Molly sorride, ha preso
sicuramente dalla zia Audrey, Lucy è invasata come lo zio Percy.
La teoria regge perfettamente. E può anche essere usata per dimostrare
l’adulterio di zia Angelina con lo zio Percy: Fred è
petulante e saccente quanto lui”.
Il diretto interessato colse il suo nome e si voltò,
fulminandolo con lo sguardo. Louis gli rispose facendogli segno di stare
tranquillo.
Rose cominciò a chiedersi come faceva quel gruppo a
rimanere unito, con il cugino mezzo francese come leader. Come se non bastasse,
l’unico membro del gruppo che non faceva parte della famiglia, Nick, andava
molto d’accordo con il cantante: d’altronde erano stati amici sin da bambini,
essendosi conosciuti quando Louis veniva mandato molto spesso dai nonni in
Francia. Poi per caso anche la famiglia di Nick era venuta ad abitare a Londra
e i due avevano potuto frequentarsi con più regolarità.
“Nicholas, non provare ad avvicinarti a me brandendo il
tuo basso per strane acrobazie perché rischi di ritrovarti una tastiera in
testa. Sarebbe uno spettacolo comunque migliore delle tue performance” Fred non
mancava mai di usare il nome completo del loro bassista per minacciarlo. Chi li
conosceva bene sapeva che presto lo stesso concetto sarebbe stato indirizzato a
Louis, anche se era più probabile che lui si lanciasse in avanti verso la folla
tentando di farsi prendere al volo, piuttosto che indietreggiare. Rose sapeva
che prima o poi sarebbe successo e sperò che non fosse quella la sera.
Tyra le era sembrata così contenta della loro
esibizione che avrebbe strigliato per bene Louis se avesse deciso di farsi
ricoverare in ospedale per una caduta volontaria proprio quella sera.
“Cosa suonerete?” Chiese a Nick che stava tirando fuori
dalla custodia il suo strumento. Al nel frattempo era finito vicino alle grandi
casse con Louis; Rose si chiedeva sempre se controllassero sul serio l’acustica
o fingessero per sembrare competenti.
“Canzoni senza parole sconvenienti. Louis avrebbe
voluto presentare il suo nuovo capolavoro ma Al e questo bacchettone” fece
rivolto a Fred “glielo hanno impedito”. Con aria molto dignitosa il ragazzo
finse di non sentire.
“Apriamo con la canzone preferita di una ragazza del
posto, almeno così ha detto Al. Secondo me e Louis la ragazza in questione non
esiste e tuo cugino si è inventato tutto per evitare le discussioni”.
“La conosco” rispose Rose di getto. Non sapeva che Al
avesse deciso di suonare la canzone preferita di Tyra; in effetti Rose non
sapeva nemmeno quale fosse.
“Buon per lui. Abbiamo scommesso e deve presentarcela
dopo l’esibizione” la informò. Dopo una pausa aggiunse “possiamo sperare in
qualcosa secondo te?”
Rose capì che si stava riferendo alla situazione
sentimentale di suo cugino: Al considerava potenziali nemici tutti coloro che
non appartenevano alla sua famiglia. Dopo essersi fidato di tutti a scuola e
aver visto tradita la sua fiducia, ora la riponeva solo in chi aveva legami di
sangue con lui; Nick era una parziale eccezione, ma la sua storica amicizia con
Louis doveva aver giocato un ruolo importante. Inoltre Rose non era così sicura
che fosse uno dei principali destinatari delle elucubrazioni del cugino: erano
amici e suonando nello stesso gruppo Nick sapeva di lui più di quanto sapeva
normalmente una persona fuori dalla famiglia ma questo non significava che Al
corresse da lui a raccontare i suoi problemi. Comunque tutto il gruppo era a
conoscenza del carattere di Al, a prima vista così aperto e poi così rigido, e
tutti avevano capito che era il suo problema principale con le ragazze. Non
riusciva proprio a fidarsi e, non essendo una fidanzata in cima al suo elenco
di priorità, non se ne preoccupava nemmeno. Non gli interessava. “Secondo me
lei sarebbe adatta ma conosci Al. Inoltre è una Babbana: in effetti non saprei
nemmeno io cosa fare se decidessero di conoscersi meglio”.
Nick storse il naso “Al è già abbastanza problematico
sul piano dei rapporti interpersonali senza che si metta in una situazione
complicata” poi guardò Fred, che aveva estratto un panno e stava pulendo la tastiera.
Come richiamato dal loro discorso, Al si avvicinò a
loro, con dietro Louis. “Non posso credere che tu lo stia facendo veramente!”
indirizzò a Fred “sai che per suonarla devi toccarla, vero?”
“Preferisco avere degli strumenti puliti, grazie”
rispose piccato.
Un signore giovanile, con cappello e occhiali
squadrati, si avvicinò a loro, informandosi sulla band. Spuntò il loro nome da
un elenco che portava con sé e li invitò a seguirlo: erano tra i primi gruppi
ad esibirsi e dovevano vedere il palcoscenico.
Rose li salutò, augurando buona fortuna a tutti, e li
guardò sparire nella piccola folla, per lo più di addetti ai lavori, che si era
venuta a creare. Si rese conto improvvisamente di non sapere cosa avrebbero
suonato ma si tranquillizzò: avrebbe riconosciuto sicuramente la voce di Louis.
Alcuni ragazzi salirono sul palco e cominciarono a sistemare le loro cose ma
non erano i Ghosts, quindi Rose pensò di avere il tempo di andare a fare un
giro. Non sarebbe stato male nemmeno incontrare Tyra: si erano accordate per
vedersi in piazza quella sera, anche se Rose aveva sottovalutato la capacità
del villaggio di attirare abitanti e visitatori per la festa locale; non era
certo una folla immensa quella che vedeva brulicare intorno alla bancarelle o
affluire ancora dalle vie ma c’era più gente di quanto si sarebbe aspettata.
Si avvicinò incuriosita a una tenda che vendeva oggetti
colorati per prevedere il tempo: a quanto pareva l’indomani ci sarebbe stata pioggia.
I Babbani avevano più capacità di alcuni maghi nel prevedere il futuro, pensò
Rose.
Quando alzò lo sguardo da quei congegni, chiedendosi se
fosse il caso di comprarne uno per suo padre, notò dei familiari riccioli
biondi che vagavano tra la folla in direzione del palco. Chiamò l’amica
sventolando anche una mano e quella le corse subito incontro.
“Rose! Va tutto bene?” Tyra arrivò quasi saltellando,
vestita con un abito a fiori particolarmente sgargiante e una larga giacca, che
sembrava averci gettato sopra all’ultimo minuto. In effetti, dopo che il sole
aveva brillato nella mattinata, nel pomeriggio si erano fatte vedere le prime
nuvole e prima di cena si potevano vedere lampi in lontananza. Per fortuna il
palco era stato coperto con un’impalcatura che avrebbe protetto i musicisti,
almeno i più arretrati. Come se Louis non avrebbe comunque cercato di bagnarsi
dalla testa ai piedi, per voglia di vita.
“Sì. I ragazzi sono già stati chiamati da non so chi e
sono dietro il palco. Non so se possiamo andare a salutarli adesso” le disse
Rose, indovinando quale argomento premesse di più all’amica in quel momento.
Lei guardò nella direzione menzionata da Rose e poi la
trascinò verso le bancarelle “Mi accontenterò di sentirli più tardi. Ora devi
assolutamente comprare qualcosa, possibilmente di antico!”
“Per quale motivo?”
“Alla festa della fondazione è tradizione indossare
qualcosa che è della propria famiglia da generazioni. Immaginavo che tu non
avessi portato niente del genere qui, quindi devi comprare qualcosa ora: non
sarà la stessa cosa ma con un pezzo antico salverai lo spirito
dell’iniziativa”. Le spiegò prendendo in mano uno specchio intarsiato. Quello
che vide nel riflesso sembrò coglierla di sorpresa e si girò a controllare.
“Ora dobbiamo andare!” disse restituendo il pezzo alla commerciante che la
guardò con aria interrogativa.
Tyra prese sottobraccio Rose e la condusse verso uno
dei lati del palco, proprio in direzione di quel castagno che aveva attirato
l’attenzione di Al. Rose non capì quello che stava succedendo, finché non
scorse Flitt guardarsi intorno, quasi con aria interessata. “Stai scherzando!”
fece, puntando saldamente i piedi per terra.
Tyra quasi cadde ma Rose non si sentì minimamente
colpevole “l’ho aspettato un po’ davanti a casa di Malfoy ma non l’ho mai
incontrato. Non sono riuscita a invitarlo, eppure è venuto. Oh, Rose, deve
essere destino, come puoi non volerlo incontrare?” Le chiese cercando di
tirarla con la forza.
“Non potremo mai andare d’accordo. Inoltre mi ricorda
Malfoy e io sto cercando di dimenticarlo. O l’hai scordato?”
Tyra cercò di convincerla ancora con lo sguardo ma non
ottenne nulla, se non di farla infuriare ancora di più. La bionda non capiva
proprio come l’altra potesse mischiare l’arrogante Malfoy con quel ragazzo così
gioviale. Sfortunatamente per Rose, Flitt sembrava averle viste e aver deciso
di gradire la loro compagnia: si stava avvicinando con il suo solito passo
baldanzoso.
“Buongiorno donzelle” esclamò, divertito. Cosa ci
trovasse di divertente in due ragazze intente a strattonarsi non era ben chiaro
a Rose ma si divincolò dalla presa di Tyra.
“Cosa ci fai qui Flitt?” gli chiese a bruciapelo.
“Mi godo questa festa di cui sono venuto a conoscenza
per caso. Scorpius potrebbe avere un party sotto casa e non dirmelo per evitare
seccature” attestò placido.
A quel nome il cuore di Rose ebbe un sussulto e il suo
cervello cominciò a valutare quante possibilità ci fossero che Scorpius avesse
parlato con l’amico della sua disastrosa ammissione. Per quanto in generale
Malfoy fosse molto riservato, la ragazza aveva la netta impressione che a Flitt
non nascondesse molto.
“Quali sarebbero le seccature di una festa?” si informò
Tyra.
“Il fatto di esserci trascinato da me, ovviamente” le
rispose Flitt con un sorriso, anche se il suo sguardo sembrava volersi
soffermare molto di più su Rose.
Anche Tyra colse la direzione voluta degli occhi del
ragazzo, in cui era balenato un guizzo, e decise di lasciarli soli “sta per
suonare il mio gruppo preferito, devo proprio andare. Ma voi rimanete qui, non
mi perderò tra la folla” li assicurò, mollando un bacio a Rose per cercare di
coprire il suo sguardo orripilato. Tyra fece addirittura
finta di non provare dolore quando la suddetta amica le piantò le unghie nel
braccio, con la scusa di sfiorarla.
Flitt seguì lo svolazzante vestito della ragazza fino a
quando ritenne che fosse abbastanza distante da poter parlare tranquillamente:
in effetti un breve colloquio con la Weasley avrebbe potuto dargli delle
risposte. Sia per lui sia per Scorpius. “Ho una domanda da farti e ho bisogno
che tu mi risponda seriamente, senza temere l’opinione pubblica” le disse.
I peggiori timori di Rose ebbero conferma e cominciò a
meditare sulla possibilità di negare ciò che aveva ammesso davanti a Scorpius
pochi giorni prima. D’altronde, se quei due avevano intenzione di farlo sapere
al mondo poteva anche rimangiarsi la parola senza andare contro i suoi principi,
vero? In nome della sanità mentale di suo padre, decise che si poteva fare. “Cosa
dovrebbe importarmi dell’opinione pubblica?”
“Più che a tutti noi” poi si ricompose “Tuo cugino,
Albus Potter, è etero?”
Rose pensò seriamente di affatturare Flitt per lo
spavento che le aveva fatto prendere. Ancora non capiva cosa interessasse a lui
se ad Al piacessero ragazze o ragazzi ma era probabile che quello di cui voleva
parlare non riguardasse il suo rapporto con Malfoy. “Il fatto che non abbia una
fidanzata non vuol dire che non apprezzi le donne” gli rispose.
“Per favore, sii più esplicita: è in grado di
tartassarti tutta la sera e l’argomento lo interessa particolarmente” le fece
notare la voce annoiata di Malfoy che li stava raggiungendo.
Rose guardò Flitt che annuì vigorosamente “devo sapere
con chi ho a che fare. Capisci, Weasley?”
Rose aprì la bocca da quanto era sconvolta.
Innanzitutto era già di per sé straordinario scoprire che lo stesso Flitt che
era conosciuto a scuola come uno dei ragazzi che aveva avuto più fidanzate fosse
gay. Forse in questo modo si spiegava perché non riuscisse a trovare
soddisfazione con nessuna; in mente le balenò il pensiero che anche Scorpius
non avesse avuto relazioni durature per lo stesso motivo. Forse sarebbe stato
meno traumatico sapere di essere stata rifiutata a causa di una incompatibilità
di base. In secondo luogo, inoltre, la rendeva basita il fatto che a Flitt
piacesse proprio Al, con cui da sempre non aveva avuto un buon rapporto. “Ad Al
piacciono le ragazze” dichiarò Rose diretta e convinta, aspettando la reazione
del biondo.
Flitt fece un bel respiro profondo e sul viso gli si
dipinse il solito sorriso disarmante, come se non ci fosse cosa al mondo che lo
rendesse più felice di quella che aveva appena sentito. “Non sai qual peso mi
hai tolto dal cuore” le confidò con sincerità.
“Quindi ora puoi andare a importunare qualche ragazza?”
Lo rimbeccò Scorpius.
Felix si voltò verso di lui e lo guardò come se lo
avesse visto per la prima volta. Poi fissò Rose. “Posso e sicuramente lo farò.
Mi lasci anche le chiavi di casa tua?”
“Sparisci” lo liquidò Scorpius, ricevendo in risposta
una cameratesca pacca che sembrò non gradire particolarmente.
Rose cominciò a sentire una musica provenire dal palco
e si chiese cosa fare: doveva allontanare Malfoy o lasciarlo lì, col rischio
che ascoltasse la musica di Al? I Ghosts suonavano solo nel mondo Babbano
proprio per evitare i maghi, che avrebbero loro tributato una fama immensa solo
a causa dei loro cognomi. Soprattutto Albus si era unito al gruppo
specificatamente per questa clausola. Avevano anche cambiato in parte i loro
nomi, per evitare che qualche nato Babbano, che li aveva sentiti nel suo mondo,
li collegasse in modo troppo diretto e fino a quel momento la maggior parte
della comunità magica era all’oscuro del loro passatempo. Farli ascoltare a
Malfoy, o a Flitt, avrebbe significato farlo sapere a tutti.
Rose cercò rapidamente Felix con lo sguardo e
fortunatamente lo trovò a un chiosco non troppo distante da lei e da cui non si
vedeva il palco. Poi fissò Malfoy e si accorse che anche lui la stava
guardando. Quanto tempo erano durate le sue riflessioni?
“Passeggiata, Weasley? Magari il movimento ti aiuterà
far correre i pensieri”.
Rose lo fissò strabuzzando gli occhi. Malfoy, lei e una
passeggiata: mai avrebbe pensato si avverasse un tale sogno. Cioè, incubo, si
corresse rapidamente. Doveva accettare per Albus, non aveva altra scelta: tra
poco sarebbe stato il suo turno. Era più importante levare Malfoy da lì che rimanere
ad ascoltarli. Rose annuì.
Cominciò a capire che qualcosa non andava quando il
ragazzo le prese il polso per guidarla verso le bancarelle. Malfoy non l’aveva
mai toccata e quando girava con qualcuna
delle sue ragazze di solito aveva uno sguardo del tutto disinteressato o
sembrava concentratissimo a mantenere un’andatura completamente diversa da
quella della sua compagna. Adesso in effetti la stava trascinando, procedendo
ad un passo molto sostenuto. La stava trattando come faceva di solito con le
altre?
Rose rallentò di proposito la propria velocità,
facendosi tirare ancora di più. Non aveva ancora deciso se esserne contenta o
meno.
Alla fine Scorpius si fermò dietro a un furgoncino,
strattonandola un’ultima volta ma non lasciandole il braccio. Rose cercò di
divincolarsi per afferrare la mano del ragazzo, fissando da sotto in su la
pelle del suo viso come era mai riuscita a fare: il suo bianco latteo assumeva
la tonalità delle luci colorate che gli si riflettevano dall’ambiente
circostante. In quel tripudio colorato i suoi occhi chiari non riuscivano a
emergere.
Scorpius le fece perdere l’equilibrio e la sbatté contro
di lui, facendo calare la sua bocca su quella di Rose.
La ragazza emise un suono strozzato e afferrò la giacca
di Scorpius. Quando si rese conto di quello che stava facendo, chiuse la mano a
pugno e lo colpì; il ragazzo la staccò bruscamente e fissò i suoi abiti con
aria sorpresa: in effetti Rose gli aveva strappato la giacca. Sperò di aver
fatto lo stesso anche con la camicia sotto.
“Cosa stai facendo, Weasley, per Salazar?!” chiese
Scorpius facendola suonare come un’esclamazione.
“Cercando di capire cosa tu stia facendo!” Gli urlò lei, controllandosi la mano.
Scorpius alzò gli occhi al cielo “Ti darò una seconda
possibilità.”
“Possibilità per cosa?” Chiese Rose, toccandosi le
labbra. Erano screpolate, le labbra di Scorpius, ma baciava bene; per quanto
aveva potuto constatare durante quella manciata di secondi in cui erano rimasti
a contatto.
“Proviamoci, Weasley. Non hai detto di esserti
invaghita di me?”
Rose divenne tutta rossa e sentì il sangue pomparle
molto più velocemente del normale: dischiuse anche le labbra, che sentiva
troppo gonfie. Fissò l’asfalto bucherellato ai loro piedi e poi si decise a
dare la risposta che le era salita spontanea “Ti ho anche cancellato. Te l’ho
detto nella stessa occasione”.
“E io ti dico che possiamo provarci” ribatté Scorpius
quasi sillabando le parole, come se stesse parlando con una sorda.
“E perché ora sì e prima no?” Chiese Rose spazientita.
“Perché prima non me l’avevi mai chiesto”.
La sincerità di Scorpius sarebbe stata disarmante, se
non fosse stata accompagnata da un atteggiamento sfrontato come quello che
aveva assunto il ragazzo mettendosi a fissare interessato il retro del palco,
dove si rincorrevano i faretti luminosi che avrebbe presto illuminato la scena.
Rose aggiunse questo atteggiamento alle continue raccomandazioni di Al e
rispose in modo secco “Quando mai avrei dovuto farlo? Quando te ne stavi con
un’altra? Quando stavi tutto solo in biblioteca e ti seccava chiunque venisse
vicino a te? O quando mi parlavi, solo per dirmi che la nostra competizione non
era finita?”
“Avresti potuto trovare un momento, non credi?” si
riprese Scorpius quasi subito, piantando gli occhi su di lei.
Rose si mise a ridere, rendendosi improvvisamente conto
dell’assurdità della situazione. Scorpius non sembrò prenderla bene: si
accigliò e tornò ad afferrarla per il polso “Dunque ci proveremo, Weasley,
nonostante i tuoi mancati approcci”.
Rose sgranò gli occhi, rendendosi conto che faceva sul
serio. Stava di nuovo avvicinandosi pericolosamente, mentre con la mano destra
le sollevava il mento. Questa volta Rose presagì quello che stava per accadere
e si fece coraggio: alzò la mano non costretta dalla presa ferrea del ragazzo e
la abbatté sul suo viso.
Scorpius si controllò la parte colpita con uno sguardo
truce rivolto a lei, che nel frattempo si sforzava di non mostrare quanto
l’intero palmo le bruciasse. “Cosa devo fare con te, Weasley?” le chiese quasi
sillabando.
“Non trattarmi come una delle tue ragazze. Forse un
tempo mi sarebbe andato bene ma sono cresciuta e ho più cervello; e se dico che
non ho intenzione di provarci devi mettertelo in testa” gli fece notare Rose
quasi pacatamente. Albus aveva ragione: Scorpius non era il ragazzo che lei
aveva costruito.
Improvvisamente la ragazza si rese conto dei suoni che
fino a quel momento aveva isolato, troppo concentrata sulla situazione.
Riconobbe la voce di Louis come aveva previsto e il ritornello della loro
canzone che si concludeva. Le note sempre più fievoli della chitarra e un
applauso finale le dissero che la canzone era terminata.
Diede un’ultima occhiata al biondo di fronte a lei che
fissava attonito un punto indefinito dalle parti della sua spalla e decise di
raggiungere Al. Un porto sicuro.
Scorpius sembrò riscuotersi quando la vide andare via e
tentò di afferrarla ancora per un braccio, o meglio per il solito polso. Rose
questa volta era preparata e lo fece scattare in avanti, impedendoglielo.
*
Al aveva visto subito che qualcosa non andava quando
Rose era comparsa con viso cinereo e orecchie arrossate. Si era seduta sul
muretto che delimitava la piazza poco distante da loro e gli aveva chiaramente
fatto capire che voleva compagnia.
Da qui a intuire anche solo lontanamente ciò che era
successo però correva una bella differenza; così, quando Rose ebbe terminato di
informarlo sui nuovi piani di Malfoy, ebbe una reazione del tutto
imprevedibile: rimase calmo.
“Albus?” lo chiamò Rose sventolando una mano davanti ai
suoi occhi.
“Non pensavo avesse tutto questo coraggio” buttò fuori
ancora un po’ intontito.
“Io non
pensavo di avere tutto questo coraggio” lo riprese lei sorridendo.
“Ti sottovaluti” biascicò Albus prima di tornare nel
suo mutismo.
Dopo qualche minuto in cui aveva seguito con lo sguardo
un’energica Tyra che pareva volersi esercitare a tirare i legnetti della
batteria in testa a Louis, Al sentenziò “Se questo è ciò che vuole Malfoy, lo
avrà”.
“Ma io non intendo…”
“Malfoy vuole una rissa. Gliela daremo” si alzò di
scatto e si diresse tranquillamente verso Nick “Ti affido Fred, in caso di
ritorsioni” gli annunciò lasciandolo un po’ basito.
Fu Louis a capire subito il sottotesto, mollò la
chitarra a Tyra e agguantò il cugino per le spalle “sapevo che prima o poi
saremmo dovuti intervenire sulla lesa pudicizia di Rose”.
“Malfoy” gli disse semplicemente Al.
“Non devi nemmeno indicarmelo” fece l’altro
allegramente dirigendosi verso la folla.
Al lo seguì dopo aver gettato un’ultima occhiata a Rose
che scuoteva la testa in panico.
“Dove stanno andando?” Chiese Tyra ignara fissando il
chitarrista e il batterista che si allontanavano.
“A fare guai, come al solito. Io me ne torno a casa”
annunciò Fred cominciando a prendere le sue cose.
“Per rendere Al un attaccabrighe forse il motivo è
davvero serio, non trovi?” gli chiese Nick.
“Terribilmente” disse Fred lanciando una lunga occhiata
a Rose.
La ragazza sembrò risvegliarsi solo in quel momento e
si mise a cercare i suoi cugini, già persi nella folla.
Al non ci mise molto ad individuare le familiari chiome
bionde di Malfoy e Flitt, insieme come si aspettava. Si scagliò subito contro
il costipato che mostrò la sua migliore faccia da pesce lesso mentre si
scansava: aveva sempre avuto l’abilità della serpe nello sgusciare via dalle
situazioni difficili. Si sentì placcare dal fisico di un battitore ma il fatto
non lo angosciò più di tanto: aveva portato Louis per questo.
“Cosa vuoi?” gli chiese Malfoy sibilando.
“Devi lasciarla in pace, non ti merita, arrogante
egoista approfittatore!”
“Questa è una cosa che solo io posso dirgli, iracondo nanetto…” gli fece notare Flitt artigliandolo meglio mentre
lo spingeva verso la siepe che delimitava la piazza.
Al sentì la sua presa allentarsi e la voce di Louis
“Anche tu non devi rubare i soprannomi, biondino. Nanetto è già preso. Comunque
moderiamo tutti i toni, almeno finché non è chiaro in che modo è stato
oltraggiato il bocciolo di là” fece indicando con il capo il luogo da cui erano
venuti.
“Non c’è stato nessun oltraggio: era una proposta.
Questa invece è aggressione” fece Malfoy calmo.
“Dopo aver dato prova della conoscenza del dizionario
ti spiacerebbe smettere di giocare con le parole?” fece Louis tirandosi vicino
Albus.
“Non ho mai voluto parlare con voi, stai tranquillo” lo
freddò Malfoy.
“Io invece vorrei parlare con quella ragazza e non
vorrei duellare in uno sperduto villaggio babbano. Io e Potter abbiamo già
avuto i nostri incontri ravvicinati a scuola e mi sentirei troppo nostalgico a
ripeterli” si intromise Flitt con una serena constatazione. Come se Albus
potesse essere sereno in una situazione simile, infatti abbaiò a Malfoy “Non
pensare di cavartela così facilmente”.
“La signorina Weasley può sicuramente parlare per sé,
senza bisogno che tu faccia sfoggio delle tue capacità muscolari”.
“Il signorino Malfoy può sicuramente affrontarmi senza
bisogno di chiamare in aiuto qualcuno. Ah no, non può, verrebbe sconfitto” lo
informò Al.
“Vuoi scommettere, pulce?”
“Andiamo” accettò Al, incamminandosi verso un luogo più
appartato. Stava davvero cominciando a marciare battendo i piedi a terra mentre
cercava il posto giusto quando fu avvistato da Rose e se la ritrovò davanti
rapidamente: la ragazza sembrava sforzarsi enormemente per non tirare fuori la
bacchetta, nonostante fosse tra babbani e avesse Tyra
che le trotterellava al fianco. Perché quella ragazza sembrava capitata per
caso fuori dal suo campo di fiori? Si chiese Al rapidamente.
“Cosa hai intenzione di fare?” gli chiese in un tono
che ricordava troppo quello di sua madre quando trovava materiale lievemente
irregolare sotto il suo letto.
“Vendicando il tuo onore…
Almeno credo” la informò Louis sopraggiungendo con Flitt e Malfoy.
“Quello che ne rimane” specificò Albus con un tono
troppo basso affinché i due Serpeverde potessero sentire.
“Weasley, tra me e il tuo rumoroso parente ci sono
problemi che dobbiamo sistemare tra uomini, lasciaci fare e portati via la tua
amichetta” spiegò Malfoy.
“Hai tirato fuori la testa dalla sabbia, complimenti
Malfoy. Al, andiamo” comandò imperiosa Rose. Albus ebbe il ritegno di mostrare
il suo disappunto per il programma della cugina allontanandosi di un passo ma
quando incrociò gli occhi di lei illuminati da lampi capì che era meglio
assecondarla. Intanto poteva tiranneggiare Malfoy in qualsiasi momento.
“La famiglia prima di tutto” spiegò con un sorriso
“dunque il nostro incontro viene rimandato. Non annullato, sta’ attento
costipato, ma rimandato. Potrei intrufolarmi in casa tua in ogni momento” lo
ammonì serio.
“Fred e Nick ti cercano” disse velocemente Rose a Louis
prima di agguantare Al e trascinarlo via. Non gli sfuggì l’occhiata che la
ragazza diede alle sua spalle per assicurarsi che il cugino francese avesse
capito l’antifona; sorprendentemente stava venendo via anche lui.
Al non ebbe molto tempo per salutare gli amici perché
Rose si stava premurando di piantargli le unghie sempre più in profondità sulla
sua povera spalla. Forse appena sceso dal palco avrebbe fatto meglio a
indossare una felpa, invece di rimanere in maniche corte. “Rose, se comincio a
sanguinare mi curi?” le chiese con tono lamentoso.
“Scordatelo”.
Oh, era arrabbiata. Come se lui avesse sbagliato a far
capire a Malfoy come stavano le cose: lei non ne era in grado e il costipato
continuava a essere una costante presenza nei suoi pensieri. Sette anni passati
a soffrire senza che il biondino ne avesse il minimo sentore e quando Al pensava
che la cugina lo avesse finalmente lasciato alle spalle eccolo ricomparire; e
non solo, questa volta non si limitava a ignorare i sentimenti di Rose ma la
prendeva in giro. Questo era veramente troppo: non poteva essere sufficiente
uno schiaffo, dato da Rose per giunta. Al era pronto a scommettere che avesse
fatto più male a lei che alla guancia del costipato.
Rose gli aveva fatto imboccare la strada verso casa sua
e Al cominciò a chiedersi se fosse il caso di aprire bocca. Forse era meglio di
no: aveva imparato che il dialogo tra due persone arrabbiate portava a un
litigio nella quasi totalità dei casi. O a rotolarsi in un letto, se si credeva
a qualche film babbano; ma quest’ultima opzione era poco praticabile per lui e
Rose.
“Non avete intenzione di tornare alla festa?” Li interruppe
la voce di Tyra che evidentemente li stava ancora seguendo. Aveva decisamente
qualcosa della zia Luna.
“Albus ha fatto quello che doveva e ora può ritirarsi,
non è vero?” minacciò Rose senza aspettarsi una risposta. Al annuì lo stesso.
“Allora comprerò io un oggetto antico per ciascuno di
voi. È la tradizione e dovreste onorarla”
“Che tradizione?” Chiese Al mentre saliva i gradini del
palazzo di Rose.
“Quella di indossare qualcosa appartenuto ad avi della
propria famiglia. Non avrete niente di simile con voi ma comprerò qualche
oggetto dall’aria antica e potrete far finta che sia vostro da generazioni”.
“Cos’hai portato tu?” Chiese Al, approfittando del
fatto che Rose lo avesse lasciato andare per cercare le chiavi.
Tyra gli mostrò un ciondolo scuro con delle incisioni,
sembrava contenere la figura di un ramo o di una foglia “Le sue origini si
perdono nella notte dei tempi” scherzò Tyra giocando con la catena.
“Posso vederlo?” chiese Rose dopo aver spalancato la
porta.
Tyra la lasciò avvicinare e Rose, dopo aver passato un
dito sull’incisione, le chiese “quale ramo della famiglia? Materno o paterno?”
Al capì che la cugina stava cercando un modo carino per
salutare Tyra così le andò in soccorso “io salgo, Rose puoi venire ad aprirmi
la porta su?”
Rose gli lanciò uno sguardo di fuoco che prometteva un
intero incendio e ringraziò Tyra per la serata con un sorriso tirato. Albus
capì di essersi scavato la fossa da solo: forse era meglio che la biondina
rimanesse con loro.
Ebbene sì,
sono tornata! State tutti bene? Ripreso il tran tran
quotidiano? Io mi sento un po’ oberata da mille impegni, presi e mezzi presi XD
*oggi Lutea ha voglia di ciattelle*
Ho quasi trovato Scorpius, un attore abbastanza convincente e che sembra la
copia sputata di Tom Felton, solo ancora più pallido
se possibile, quindi devo solo controllare che abbia una faccia abbastanza “da
costipato”.
Dopo lunghe
riflessioni ho scelto anche la canzone preferita di Tyra: Lullaby
http://www.youtube.com/watch?v=SjkJ6GZh-pY
(ovviamente vi lascio il link perché devo diffondere i Nickelback per il mondo,
so che siete contenti). A parte questo, si addice molto alla situazione di
Tyra, che prima o poi vi spiegherò: ho
già scritto una one sull’argomento per chiarirmi le
idee.
Vi saluto
tutti e torno a fare contest! Buon ottobre! (ormai è tradizione che vi auguri
qualcosa, no? XD)