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Autore: Lutea Eos    05/10/2014    5 recensioni
“Al non ti odia perché ti chiami Malfoy. Ti odia perché sei tu.”
“Questo dovrebbe confortarmi? Non spiega nemmeno precisamente perché mi odi. L’ho sedotto e abbandonato?” La canzonò Scorpius, con poca ilarità nella voce.
Rose fece qualche passo in silenzio, fino alle prime abitazioni “Tu mi piacevi e tu mi facevi soffrire, quindi Al ti odia.” .” Scorpius si bloccò per qualche istante [...] “Per quanto tempo?” Chiese quello alla fine, tornando a seguirla. D’altronde, andavano nella stessa direzione. “Per quanto tempo?” Le chiese di nuovo, col tono che usava per fare le domande agli insegnanti.
“Sette anni” Terminò di confessare Rose
*
Rose Weasley, aspirante giornalista, si trasferisce in una sperduta cittadina babbana, lasciandosi alle spalle Hogwarts, da poco terminata, e con essa il ragazzo che le è sempre piaciuto, Scorpius Malfoy. Ma non ha tenuto conto di chi potrebbe essere il suo nuovo vicino di casa.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La tela imperfetta'
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“Sembra un bel posto, non trovi?” Commentò Rose, mentre accompagnava suo cugino alla piazza del piccolo paese.

Albus diede un’occhiata generale “Noi dobbiamo mangiare lì” fece imperioso, soffermandosi con l’indice sul castagno che troneggiava sul prato ben curato “e il più presto possibile. Non appena queste strutture per la festa saranno state portate via”.

L’altra gli sorrise complice, ricordando di aver già immaginato questa reazione. Sicuramente avrebbe organizzato qualcosa.

Era la sera della festa del villaggio e le band si sarebbero esibite di lì a qualche ora: Albus e Rose avevano cenato presto e ora stavano aspettando gli altri membri del gruppo. Rose aveva qualche dubbio che potessero essere puntuali, visto che Louis e Nick sembravano non possedere orologi, ma contava molto sul fatto che con loro ci fosse anche Fred. Poteva essere il tipo da buttarli giù dal letto dove stavano oziando anche con qualche ora di anticipo; nessuno in famiglia riusciva ancora a capacitarsi di come potesse essere così diverso dal padre ma secondo lei era probabile che avesse sviluppato questo senso della precisione proprio per dare un minimo di ordine alla sua vita.

I due si avvicinarono al lastricato centrale, notando quanti uomini erano ancora intenti a sistemare il palchetto improvvisato, mentre altri già pensavano ai cavi della corrente. Nel frattempo le bancarelle sistemate tutto intorno concludevano buoni affari “Devo andare a darci un’occhiata dopo. Magari troverò qualcosa per mamma e papà” pensò Rose ad alta voce.

“Nulla per Hugo? Faccio ancora parte del gruppo per la difesa dei fratelli, ti ricordo” le sorrise Al.

“Cosa ti aspetta questa estate?” Fin da quando avevano cominciato ad andare in vacanza separati, nella loro famiglia si era sviluppato l’obbligo di portare qualche dono per fratelli e sorelle dal luogo in cui si aveva soggiornato.

“Edimburgo per Lily e Italia per James. Ho grandi regali in arrivo!” Esultò trionfante.

“Credo che Hugo vada in Irlanda, se i miei lo lasceranno partire con la sua combriccola” riflettè Rose, non rendendosi conto di essere ascoltata.

“Ha un potenziale da caos notevole ma ha anche diciotto anni: non possono impedirglielo” le fece notare Louis sbucando da dietro una bancarella. Dietro di lui arrivarono Nick e Fred.

Dopo i saluti di rito, Rose tornò alle parole di poco prima, mentre cominciavano ad avviarsi verso il palco e Albus intratteneva gli altri componenti del gruppo gesticolando in ogni direzione della piazza. “Cosa intendi con potenziale da caos, Louis?”

“Tu sei così compassata, del tutto simile a tua madre. Mentre lo zio Ron è più un sangue caldo, capisci? Quindi tuo fratello deve avere l’anima di tuo padre, non potete aver preso in due dalla madre: è questione di genetica”. Louis scrollò semplicemente le spalle.

“Da quando sei un esperto?”

L’altro le rivolse un’occhiata dall’alto in basso, come faceva quando voleva far pesare i suoi cinque anni in più e quindi tutta la sua esperienza, come la definiva lui, o perdita di tempo in mancanza di obiettivi seri come la definiva Rose. “James e Al hanno preso dalla zia Ginny, Lily dallo zio Harry. Tu dalla zia Hermione, Hugo dallo zio Ron. Molly sorride, ha preso sicuramente dalla zia Audrey, Lucy è invasata come lo zio Percy. La teoria regge perfettamente. E può anche essere usata per dimostrare l’adulterio di zia Angelina con lo zio Percy: Fred è petulante e saccente quanto lui”.

Il diretto interessato colse il suo nome e si voltò, fulminandolo con lo sguardo. Louis gli rispose facendogli segno di stare tranquillo.

Rose cominciò a chiedersi come faceva quel gruppo a rimanere unito, con il cugino mezzo francese come leader. Come se non bastasse, l’unico membro del gruppo che non faceva parte della famiglia, Nick, andava molto d’accordo con il cantante: d’altronde erano stati amici sin da bambini, essendosi conosciuti quando Louis veniva mandato molto spesso dai nonni in Francia. Poi per caso anche la famiglia di Nick era venuta ad abitare a Londra e i due avevano potuto frequentarsi con più regolarità.

“Nicholas, non provare ad avvicinarti a me brandendo il tuo basso per strane acrobazie perché rischi di ritrovarti una tastiera in testa. Sarebbe uno spettacolo comunque migliore delle tue performance” Fred non mancava mai di usare il nome completo del loro bassista per minacciarlo. Chi li conosceva bene sapeva che presto lo stesso concetto sarebbe stato indirizzato a Louis, anche se era più probabile che lui si lanciasse in avanti verso la folla tentando di farsi prendere al volo, piuttosto che indietreggiare. Rose sapeva che prima o poi sarebbe successo e sperò che non fosse quella la sera.

Tyra le era sembrata così contenta della loro esibizione che avrebbe strigliato per bene Louis se avesse deciso di farsi ricoverare in ospedale per una caduta volontaria proprio quella sera.

“Cosa suonerete?” Chiese a Nick che stava tirando fuori dalla custodia il suo strumento. Al nel frattempo era finito vicino alle grandi casse con Louis; Rose si chiedeva sempre se controllassero sul serio l’acustica o fingessero per sembrare competenti.

“Canzoni senza parole sconvenienti. Louis avrebbe voluto presentare il suo nuovo capolavoro ma Al e questo bacchettone” fece rivolto a Fred “glielo hanno impedito”. Con aria molto dignitosa il ragazzo finse di non sentire.

“Apriamo con la canzone preferita di una ragazza del posto, almeno così ha detto Al. Secondo me e Louis la ragazza in questione non esiste e tuo cugino si è inventato tutto per evitare le discussioni”.

“La conosco” rispose Rose di getto. Non sapeva che Al avesse deciso di suonare la canzone preferita di Tyra; in effetti Rose non sapeva nemmeno quale fosse.

“Buon per lui. Abbiamo scommesso e deve presentarcela dopo l’esibizione” la informò. Dopo una pausa aggiunse “possiamo sperare in qualcosa secondo te?”

Rose capì che si stava riferendo alla situazione sentimentale di suo cugino: Al considerava potenziali nemici tutti coloro che non appartenevano alla sua famiglia. Dopo essersi fidato di tutti a scuola e aver visto tradita la sua fiducia, ora la riponeva solo in chi aveva legami di sangue con lui; Nick era una parziale eccezione, ma la sua storica amicizia con Louis doveva aver giocato un ruolo importante. Inoltre Rose non era così sicura che fosse uno dei principali destinatari delle elucubrazioni del cugino: erano amici e suonando nello stesso gruppo Nick sapeva di lui più di quanto sapeva normalmente una persona fuori dalla famiglia ma questo non significava che Al corresse da lui a raccontare i suoi problemi. Comunque tutto il gruppo era a conoscenza del carattere di Al, a prima vista così aperto e poi così rigido, e tutti avevano capito che era il suo problema principale con le ragazze. Non riusciva proprio a fidarsi e, non essendo una fidanzata in cima al suo elenco di priorità, non se ne preoccupava nemmeno. Non gli interessava. “Secondo me lei sarebbe adatta ma conosci Al. Inoltre è una Babbana: in effetti non saprei nemmeno io cosa fare se decidessero di conoscersi meglio”.

Nick storse il naso “Al è già abbastanza problematico sul piano dei rapporti interpersonali senza che si metta in una situazione complicata” poi guardò Fred, che aveva estratto un panno e stava pulendo la tastiera.

Come richiamato dal loro discorso, Al si avvicinò a loro, con dietro Louis. “Non posso credere che tu lo stia facendo veramente!” indirizzò a Fred “sai che per suonarla devi toccarla, vero?”

“Preferisco avere degli strumenti puliti, grazie” rispose piccato.

Un signore giovanile, con cappello e occhiali squadrati, si avvicinò a loro, informandosi sulla band. Spuntò il loro nome da un elenco che portava con sé e li invitò a seguirlo: erano tra i primi gruppi ad esibirsi e dovevano vedere il palcoscenico.

Rose li salutò, augurando buona fortuna a tutti, e li guardò sparire nella piccola folla, per lo più di addetti ai lavori, che si era venuta a creare. Si rese conto improvvisamente di non sapere cosa avrebbero suonato ma si tranquillizzò: avrebbe riconosciuto sicuramente la voce di Louis. Alcuni ragazzi salirono sul palco e cominciarono a sistemare le loro cose ma non erano i Ghosts, quindi Rose pensò di avere il tempo di andare a fare un giro. Non sarebbe stato male nemmeno incontrare Tyra: si erano accordate per vedersi in piazza quella sera, anche se Rose aveva sottovalutato la capacità del villaggio di attirare abitanti e visitatori per la festa locale; non era certo una folla immensa quella che vedeva brulicare intorno alla bancarelle o affluire ancora dalle vie ma c’era più gente di quanto si sarebbe aspettata.

Si avvicinò incuriosita a una tenda che vendeva oggetti colorati per prevedere il tempo: a quanto pareva l’indomani ci sarebbe stata pioggia. I Babbani avevano più capacità di alcuni maghi nel prevedere il futuro, pensò Rose.

Quando alzò lo sguardo da quei congegni, chiedendosi se fosse il caso di comprarne uno per suo padre, notò dei familiari riccioli biondi che vagavano tra la folla in direzione del palco. Chiamò l’amica sventolando anche una mano e quella le corse subito incontro.

“Rose! Va tutto bene?” Tyra arrivò quasi saltellando, vestita con un abito a fiori particolarmente sgargiante e una larga giacca, che sembrava averci gettato sopra all’ultimo minuto. In effetti, dopo che il sole aveva brillato nella mattinata, nel pomeriggio si erano fatte vedere le prime nuvole e prima di cena si potevano vedere lampi in lontananza. Per fortuna il palco era stato coperto con un’impalcatura che avrebbe protetto i musicisti, almeno i più arretrati. Come se Louis non avrebbe comunque cercato di bagnarsi dalla testa ai piedi, per voglia di vita.

“Sì. I ragazzi sono già stati chiamati da non so chi e sono dietro il palco. Non so se possiamo andare a salutarli adesso” le disse Rose, indovinando quale argomento premesse di più all’amica in quel momento.

Lei guardò nella direzione menzionata da Rose e poi la trascinò verso le bancarelle “Mi accontenterò di sentirli più tardi. Ora devi assolutamente comprare qualcosa, possibilmente di antico!”

“Per quale motivo?”

“Alla festa della fondazione è tradizione indossare qualcosa che è della propria famiglia da generazioni. Immaginavo che tu non avessi portato niente del genere qui, quindi devi comprare qualcosa ora: non sarà la stessa cosa ma con un pezzo antico salverai lo spirito dell’iniziativa”. Le spiegò prendendo in mano uno specchio intarsiato. Quello che vide nel riflesso sembrò coglierla di sorpresa e si girò a controllare. “Ora dobbiamo andare!” disse restituendo il pezzo alla commerciante che la guardò con aria interrogativa.

Tyra prese sottobraccio Rose e la condusse verso uno dei lati del palco, proprio in direzione di quel castagno che aveva attirato l’attenzione di Al. Rose non capì quello che stava succedendo, finché non scorse Flitt guardarsi intorno, quasi con aria interessata. “Stai scherzando!” fece, puntando saldamente i piedi per terra.

Tyra quasi cadde ma Rose non si sentì minimamente colpevole “l’ho aspettato un po’ davanti a casa di Malfoy ma non l’ho mai incontrato. Non sono riuscita a invitarlo, eppure è venuto. Oh, Rose, deve essere destino, come puoi non volerlo incontrare?” Le chiese cercando di tirarla con la forza.

“Non potremo mai andare d’accordo. Inoltre mi ricorda Malfoy e io sto cercando di dimenticarlo. O l’hai scordato?”

Tyra cercò di convincerla ancora con lo sguardo ma non ottenne nulla, se non di farla infuriare ancora di più. La bionda non capiva proprio come l’altra potesse mischiare l’arrogante Malfoy con quel ragazzo così gioviale. Sfortunatamente per Rose, Flitt sembrava averle viste e aver deciso di gradire la loro compagnia: si stava avvicinando con il suo solito passo baldanzoso.

“Buongiorno donzelle” esclamò, divertito. Cosa ci trovasse di divertente in due ragazze intente a strattonarsi non era ben chiaro a Rose ma si divincolò dalla presa di Tyra.

“Cosa ci fai qui Flitt?” gli chiese a bruciapelo.

“Mi godo questa festa di cui sono venuto a conoscenza per caso. Scorpius potrebbe avere un party sotto casa e non dirmelo per evitare seccature” attestò placido.

A quel nome il cuore di Rose ebbe un sussulto e il suo cervello cominciò a valutare quante possibilità ci fossero che Scorpius avesse parlato con l’amico della sua disastrosa ammissione. Per quanto in generale Malfoy fosse molto riservato, la ragazza aveva la netta impressione che a Flitt non nascondesse molto.

“Quali sarebbero le seccature di una festa?” si informò Tyra.

“Il fatto di esserci trascinato da me, ovviamente” le rispose Flitt con un sorriso, anche se il suo sguardo sembrava volersi soffermare molto di più su Rose.

Anche Tyra colse la direzione voluta degli occhi del ragazzo, in cui era balenato un guizzo, e decise di lasciarli soli “sta per suonare il mio gruppo preferito, devo proprio andare. Ma voi rimanete qui, non mi perderò tra la folla” li assicurò, mollando un bacio a Rose per cercare di coprire il suo sguardo orripilato. Tyra fece addirittura finta di non provare dolore quando la suddetta amica le piantò le unghie nel braccio, con la scusa di sfiorarla.

Flitt seguì lo svolazzante vestito della ragazza fino a quando ritenne che fosse abbastanza distante da poter parlare tranquillamente: in effetti un breve colloquio con la Weasley avrebbe potuto dargli delle risposte. Sia per lui sia per Scorpius. “Ho una domanda da farti e ho bisogno che tu mi risponda seriamente, senza temere l’opinione pubblica” le disse.

I peggiori timori di Rose ebbero conferma e cominciò a meditare sulla possibilità di negare ciò che aveva ammesso davanti a Scorpius pochi giorni prima. D’altronde, se quei due avevano intenzione di farlo sapere al mondo poteva anche rimangiarsi la parola senza andare contro i suoi principi, vero? In nome della sanità mentale di suo padre, decise che si poteva fare. “Cosa dovrebbe importarmi dell’opinione pubblica?”

“Più che a tutti noi” poi si ricompose “Tuo cugino, Albus Potter, è etero?”

Rose pensò seriamente di affatturare Flitt per lo spavento che le aveva fatto prendere. Ancora non capiva cosa interessasse a lui se ad Al piacessero ragazze o ragazzi ma era probabile che quello di cui voleva parlare non riguardasse il suo rapporto con Malfoy. “Il fatto che non abbia una fidanzata non vuol dire che non apprezzi le donne” gli rispose.

“Per favore, sii più esplicita: è in grado di tartassarti tutta la sera e l’argomento lo interessa particolarmente” le fece notare la voce annoiata di Malfoy che li stava raggiungendo.

Rose guardò Flitt che annuì vigorosamente “devo sapere con chi ho a che fare. Capisci, Weasley?”

Rose aprì la bocca da quanto era sconvolta. Innanzitutto era già di per sé straordinario scoprire che lo stesso Flitt che era conosciuto a scuola come uno dei ragazzi che aveva avuto più fidanzate fosse gay. Forse in questo modo si spiegava perché non riuscisse a trovare soddisfazione con nessuna; in mente le balenò il pensiero che anche Scorpius non avesse avuto relazioni durature per lo stesso motivo. Forse sarebbe stato meno traumatico sapere di essere stata rifiutata a causa di una incompatibilità di base. In secondo luogo, inoltre, la rendeva basita il fatto che a Flitt piacesse proprio Al, con cui da sempre non aveva avuto un buon rapporto. “Ad Al piacciono le ragazze” dichiarò Rose diretta e convinta, aspettando la reazione del biondo.

Flitt fece un bel respiro profondo e sul viso gli si dipinse il solito sorriso disarmante, come se non ci fosse cosa al mondo che lo rendesse più felice di quella che aveva appena sentito. “Non sai qual peso mi hai tolto dal cuore” le confidò con sincerità.

“Quindi ora puoi andare a importunare qualche ragazza?” Lo rimbeccò Scorpius.

Felix si voltò verso di lui e lo guardò come se lo avesse visto per la prima volta. Poi fissò Rose. “Posso e sicuramente lo farò. Mi lasci anche le chiavi di casa tua?”

“Sparisci” lo liquidò Scorpius, ricevendo in risposta una cameratesca pacca che sembrò non gradire particolarmente.

Rose cominciò a sentire una musica provenire dal palco e si chiese cosa fare: doveva allontanare Malfoy o lasciarlo lì, col rischio che ascoltasse la musica di Al? I Ghosts suonavano solo nel mondo Babbano proprio per evitare i maghi, che avrebbero loro tributato una fama immensa solo a causa dei loro cognomi. Soprattutto Albus si era unito al gruppo specificatamente per questa clausola. Avevano anche cambiato in parte i loro nomi, per evitare che qualche nato Babbano, che li aveva sentiti nel suo mondo, li collegasse in modo troppo diretto e fino a quel momento la maggior parte della comunità magica era all’oscuro del loro passatempo. Farli ascoltare a Malfoy, o a Flitt, avrebbe significato farlo sapere a tutti.

Rose cercò rapidamente Felix con lo sguardo e fortunatamente lo trovò a un chiosco non troppo distante da lei e da cui non si vedeva il palco. Poi fissò Malfoy e si accorse che anche lui la stava guardando. Quanto tempo erano durate le sue riflessioni?

“Passeggiata, Weasley? Magari il movimento ti aiuterà far correre i pensieri”.

Rose lo fissò strabuzzando gli occhi. Malfoy, lei e una passeggiata: mai avrebbe pensato si avverasse un tale sogno. Cioè, incubo, si corresse rapidamente. Doveva accettare per Albus, non aveva altra scelta: tra poco sarebbe stato il suo turno. Era più importante levare Malfoy da lì che rimanere ad ascoltarli. Rose annuì.

Cominciò a capire che qualcosa non andava quando il ragazzo le prese il polso per guidarla verso le bancarelle. Malfoy non l’aveva mai  toccata e quando girava con qualcuna delle sue ragazze di solito aveva uno sguardo del tutto disinteressato o sembrava concentratissimo a mantenere un’andatura completamente diversa da quella della sua compagna. Adesso in effetti la stava trascinando, procedendo ad un passo molto sostenuto. La stava trattando come faceva di solito con le altre?

Rose rallentò di proposito la propria velocità, facendosi tirare ancora di più. Non aveva ancora deciso se esserne contenta o meno.

Alla fine Scorpius si fermò dietro a un furgoncino, strattonandola un’ultima volta ma non lasciandole il braccio. Rose cercò di divincolarsi per afferrare la mano del ragazzo, fissando da sotto in su la pelle del suo viso come era mai riuscita a fare: il suo bianco latteo assumeva la tonalità delle luci colorate che gli si riflettevano dall’ambiente circostante. In quel tripudio colorato i suoi occhi chiari non riuscivano a emergere.

Scorpius le fece perdere l’equilibrio e la sbatté contro di lui, facendo calare la sua bocca su quella di Rose.

La ragazza emise un suono strozzato e afferrò la giacca di Scorpius. Quando si rese conto di quello che stava facendo, chiuse la mano a pugno e lo colpì; il ragazzo la staccò bruscamente e fissò i suoi abiti con aria sorpresa: in effetti Rose gli aveva strappato la giacca. Sperò di aver fatto lo stesso anche con la camicia sotto.

“Cosa stai facendo, Weasley, per Salazar?!” chiese Scorpius facendola suonare come un’esclamazione.

“Cercando di capire cosa tu stia facendo!” Gli urlò lei, controllandosi la mano.

Scorpius alzò gli occhi al cielo “Ti darò una seconda possibilità.”

“Possibilità per cosa?” Chiese Rose, toccandosi le labbra. Erano screpolate, le labbra di Scorpius, ma baciava bene; per quanto aveva potuto constatare durante quella manciata di secondi in cui erano rimasti a contatto.

“Proviamoci, Weasley. Non hai detto di esserti invaghita di me?”

Rose divenne tutta rossa e sentì il sangue pomparle molto più velocemente del normale: dischiuse anche le labbra, che sentiva troppo gonfie. Fissò l’asfalto bucherellato ai loro piedi e poi si decise a dare la risposta che le era salita spontanea “Ti ho anche cancellato. Te l’ho detto nella stessa occasione”.

“E io ti dico che possiamo provarci” ribatté Scorpius quasi sillabando le parole, come se stesse parlando con una sorda.

“E perché ora sì e prima no?” Chiese Rose spazientita.

“Perché prima non me l’avevi mai chiesto”.

La sincerità di Scorpius sarebbe stata disarmante, se non fosse stata accompagnata da un atteggiamento sfrontato come quello che aveva assunto il ragazzo mettendosi a fissare interessato il retro del palco, dove si rincorrevano i faretti luminosi che avrebbe presto illuminato la scena. Rose aggiunse questo atteggiamento alle continue raccomandazioni di Al e rispose in modo secco “Quando mai avrei dovuto farlo? Quando te ne stavi con un’altra? Quando stavi tutto solo in biblioteca e ti seccava chiunque venisse vicino a te? O quando mi parlavi, solo per dirmi che la nostra competizione non era finita?”

“Avresti potuto trovare un momento, non credi?” si riprese Scorpius quasi subito, piantando gli occhi su di lei.

Rose si mise a ridere, rendendosi improvvisamente conto dell’assurdità della situazione. Scorpius non sembrò prenderla bene: si accigliò e tornò ad afferrarla per il polso “Dunque ci proveremo, Weasley, nonostante i tuoi mancati approcci”.

Rose sgranò gli occhi, rendendosi conto che faceva sul serio. Stava di nuovo avvicinandosi pericolosamente, mentre con la mano destra le sollevava il mento. Questa volta Rose presagì quello che stava per accadere e si fece coraggio: alzò la mano non costretta dalla presa ferrea del ragazzo e la abbatté sul suo viso.

Scorpius si controllò la parte colpita con uno sguardo truce rivolto a lei, che nel frattempo si sforzava di non mostrare quanto l’intero palmo le bruciasse. “Cosa devo fare con te, Weasley?” le chiese quasi sillabando.

“Non trattarmi come una delle tue ragazze. Forse un tempo mi sarebbe andato bene ma sono cresciuta e ho più cervello; e se dico che non ho intenzione di provarci devi mettertelo in testa” gli fece notare Rose quasi pacatamente. Albus aveva ragione: Scorpius non era il ragazzo che lei aveva costruito.

Improvvisamente la ragazza si rese conto dei suoni che fino a quel momento aveva isolato, troppo concentrata sulla situazione. Riconobbe la voce di Louis come aveva previsto e il ritornello della loro canzone che si concludeva. Le note sempre più fievoli della chitarra e un applauso finale le dissero che la canzone era terminata.

Diede un’ultima occhiata al biondo di fronte a lei che fissava attonito un punto indefinito dalle parti della sua spalla e decise di raggiungere Al. Un porto sicuro.

Scorpius sembrò riscuotersi quando la vide andare via e tentò di afferrarla ancora per un braccio, o meglio per il solito polso. Rose questa volta era preparata e lo fece scattare in avanti, impedendoglielo.

*

Al aveva visto subito che qualcosa non andava quando Rose era comparsa con viso cinereo e orecchie arrossate. Si era seduta sul muretto che delimitava la piazza poco distante da loro e gli aveva chiaramente fatto capire che voleva compagnia.

Da qui a intuire anche solo lontanamente ciò che era successo però correva una bella differenza; così, quando Rose ebbe terminato di informarlo sui nuovi piani di Malfoy, ebbe una reazione del tutto imprevedibile: rimase calmo.

“Albus?” lo chiamò Rose sventolando una mano davanti ai suoi occhi.

“Non pensavo avesse tutto questo coraggio” buttò fuori ancora un po’ intontito.

Io non pensavo di avere tutto questo coraggio” lo riprese lei sorridendo.

“Ti sottovaluti” biascicò Albus prima di tornare nel suo mutismo.

Dopo qualche minuto in cui aveva seguito con lo sguardo un’energica Tyra che pareva volersi esercitare a tirare i legnetti della batteria in testa a Louis, Al sentenziò “Se questo è ciò che vuole Malfoy, lo avrà”.

“Ma io non intendo…

“Malfoy vuole una rissa. Gliela daremo” si alzò di scatto e si diresse tranquillamente verso Nick “Ti affido Fred, in caso di ritorsioni” gli annunciò lasciandolo un po’ basito.

Fu Louis a capire subito il sottotesto, mollò la chitarra a Tyra e agguantò il cugino per le spalle “sapevo che prima o poi saremmo dovuti intervenire sulla lesa pudicizia di Rose”.

“Malfoy” gli disse semplicemente Al.

“Non devi nemmeno indicarmelo” fece l’altro allegramente dirigendosi verso la folla.

Al lo seguì dopo aver gettato un’ultima occhiata a Rose che scuoteva la testa in panico.

“Dove stanno andando?” Chiese Tyra ignara fissando il chitarrista e il batterista che si allontanavano.

“A fare guai, come al solito. Io me ne torno a casa” annunciò Fred cominciando a prendere le sue cose.

“Per rendere Al un attaccabrighe forse il motivo è davvero serio, non trovi?” gli chiese Nick.

“Terribilmente” disse Fred lanciando una lunga occhiata a Rose.

La ragazza sembrò risvegliarsi solo in quel momento e si mise a cercare i suoi cugini, già persi nella folla.

Al non ci mise molto ad individuare le familiari chiome bionde di Malfoy e Flitt, insieme come si aspettava. Si scagliò subito contro il costipato che mostrò la sua migliore faccia da pesce lesso mentre si scansava: aveva sempre avuto l’abilità della serpe nello sgusciare via dalle situazioni difficili. Si sentì placcare dal fisico di un battitore ma il fatto non lo angosciò più di tanto: aveva portato Louis per questo.

“Cosa vuoi?” gli chiese Malfoy sibilando.

“Devi lasciarla in pace, non ti merita, arrogante egoista approfittatore!”

“Questa è una cosa che solo io posso dirgli, iracondo nanetto…” gli fece notare Flitt artigliandolo meglio mentre lo spingeva verso la siepe che delimitava la piazza.

Al sentì la sua presa allentarsi e la voce di Louis “Anche tu non devi rubare i soprannomi, biondino. Nanetto è già preso. Comunque moderiamo tutti i toni, almeno finché non è chiaro in che modo è stato oltraggiato il bocciolo di là” fece indicando con il capo il luogo da cui erano venuti.

“Non c’è stato nessun oltraggio: era una proposta. Questa invece è aggressione” fece Malfoy calmo.

“Dopo aver dato prova della conoscenza del dizionario ti spiacerebbe smettere di giocare con le parole?” fece Louis tirandosi vicino Albus.

“Non ho mai voluto parlare con voi, stai tranquillo” lo freddò Malfoy.

“Io invece vorrei parlare con quella ragazza e non vorrei duellare in uno sperduto villaggio babbano. Io e Potter abbiamo già avuto i nostri incontri ravvicinati a scuola e mi sentirei troppo nostalgico a ripeterli” si intromise Flitt con una serena constatazione. Come se Albus potesse essere sereno in una situazione simile, infatti abbaiò a Malfoy “Non pensare di cavartela così facilmente”.

“La signorina Weasley può sicuramente parlare per sé, senza bisogno che tu faccia sfoggio delle tue capacità muscolari”.

“Il signorino Malfoy può sicuramente affrontarmi senza bisogno di chiamare in aiuto qualcuno. Ah no, non può, verrebbe sconfitto” lo informò Al.

“Vuoi scommettere, pulce?”

“Andiamo” accettò Al, incamminandosi verso un luogo più appartato. Stava davvero cominciando a marciare battendo i piedi a terra mentre cercava il posto giusto quando fu avvistato da Rose e se la ritrovò davanti rapidamente: la ragazza sembrava sforzarsi enormemente per non tirare fuori la bacchetta, nonostante fosse tra babbani e avesse Tyra che le trotterellava al fianco. Perché quella ragazza sembrava capitata per caso fuori dal suo campo di fiori? Si chiese Al rapidamente.

“Cosa hai intenzione di fare?” gli chiese in un tono che ricordava troppo quello di sua madre quando trovava materiale lievemente irregolare sotto il suo letto.

“Vendicando il tuo onore… Almeno credo” la informò Louis sopraggiungendo con Flitt e Malfoy.

“Quello che ne rimane” specificò Albus con un tono troppo basso affinché i due Serpeverde potessero sentire.

“Weasley, tra me e il tuo rumoroso parente ci sono problemi che dobbiamo sistemare tra uomini, lasciaci fare e portati via la tua amichetta” spiegò Malfoy.

“Hai tirato fuori la testa dalla sabbia, complimenti Malfoy. Al, andiamo” comandò imperiosa Rose. Albus ebbe il ritegno di mostrare il suo disappunto per il programma della cugina allontanandosi di un passo ma quando incrociò gli occhi di lei illuminati da lampi capì che era meglio assecondarla. Intanto poteva tiranneggiare Malfoy in qualsiasi momento.

“La famiglia prima di tutto” spiegò con un sorriso “dunque il nostro incontro viene rimandato. Non annullato, sta’ attento costipato, ma rimandato. Potrei intrufolarmi in casa tua in ogni momento” lo ammonì serio.

“Fred e Nick ti cercano” disse velocemente Rose a Louis prima di agguantare Al e trascinarlo via. Non gli sfuggì l’occhiata che la ragazza diede alle sua spalle per assicurarsi che il cugino francese avesse capito l’antifona; sorprendentemente stava venendo via anche lui.

Al non ebbe molto tempo per salutare gli amici perché Rose si stava premurando di piantargli le unghie sempre più in profondità sulla sua povera spalla. Forse appena sceso dal palco avrebbe fatto meglio a indossare una felpa, invece di rimanere in maniche corte. “Rose, se comincio a sanguinare mi curi?” le chiese con tono lamentoso.

“Scordatelo”.

Oh, era arrabbiata. Come se lui avesse sbagliato a far capire a Malfoy come stavano le cose: lei non ne era in grado e il costipato continuava a essere una costante presenza nei suoi pensieri. Sette anni passati a soffrire senza che il biondino ne avesse il minimo sentore e quando Al pensava che la cugina lo avesse finalmente lasciato alle spalle eccolo ricomparire; e non solo, questa volta non si limitava a ignorare i sentimenti di Rose ma la prendeva in giro. Questo era veramente troppo: non poteva essere sufficiente uno schiaffo, dato da Rose per giunta. Al era pronto a scommettere che avesse fatto più male a lei che alla guancia del costipato.

Rose gli aveva fatto imboccare la strada verso casa sua e Al cominciò a chiedersi se fosse il caso di aprire bocca. Forse era meglio di no: aveva imparato che il dialogo tra due persone arrabbiate portava a un litigio nella quasi totalità dei casi. O a rotolarsi in un letto, se si credeva a qualche film babbano; ma quest’ultima opzione era poco praticabile per lui e Rose.

“Non avete intenzione di tornare alla festa?” Li interruppe la voce di Tyra che evidentemente li stava ancora seguendo. Aveva decisamente qualcosa della zia Luna.

“Albus ha fatto quello che doveva e ora può ritirarsi, non è vero?” minacciò Rose senza aspettarsi una risposta. Al annuì lo stesso.

“Allora comprerò io un oggetto antico per ciascuno di voi. È la tradizione e dovreste onorarla”

“Che tradizione?” Chiese Al mentre saliva i gradini del palazzo di Rose.

“Quella di indossare qualcosa appartenuto ad avi della propria famiglia. Non avrete niente di simile con voi ma comprerò qualche oggetto dall’aria antica e potrete far finta che sia vostro da generazioni”.

“Cos’hai portato tu?” Chiese Al, approfittando del fatto che Rose lo avesse lasciato andare per cercare le chiavi.

Tyra gli mostrò un ciondolo scuro con delle incisioni, sembrava contenere la figura di un ramo o di una foglia “Le sue origini si perdono nella notte dei tempi” scherzò Tyra giocando con la catena.

“Posso vederlo?” chiese Rose dopo aver spalancato la porta.

Tyra la lasciò avvicinare e Rose, dopo aver passato un dito sull’incisione, le chiese “quale ramo della famiglia? Materno o paterno?”

Al capì che la cugina stava cercando un modo carino per salutare Tyra così le andò in soccorso “io salgo, Rose puoi venire ad aprirmi la porta su?”

Rose gli lanciò uno sguardo di fuoco che prometteva un intero incendio e ringraziò Tyra per la serata con un sorriso tirato. Albus capì di essersi scavato la fossa da solo: forse era meglio che la biondina rimanesse con loro.

 

Ebbene sì, sono tornata! State tutti bene? Ripreso il tran tran quotidiano? Io mi sento un po’ oberata da mille impegni, presi e mezzi presi XD *oggi Lutea ha voglia di ciattelle* Ho quasi trovato Scorpius, un attore abbastanza convincente e che sembra la copia sputata di Tom Felton, solo ancora più pallido se possibile, quindi devo solo controllare che abbia una faccia abbastanza “da costipato”.

Dopo lunghe riflessioni ho scelto anche la canzone preferita di Tyra: Lullaby http://www.youtube.com/watch?v=SjkJ6GZh-pY (ovviamente vi lascio il link perché devo diffondere i Nickelback per il mondo, so che siete contenti). A parte questo, si addice molto alla situazione di Tyra, che prima o poi  vi spiegherò: ho già scritto una one sull’argomento per chiarirmi le idee.

Vi saluto tutti e torno a fare contest! Buon ottobre! (ormai è tradizione che vi auguri qualcosa, no? XD)

 

   
 
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