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Autore: AileenGrace    06/10/2014    1 recensioni
-America... America! Stai bene?
-D-Darell? C-che ci fai qui? –
-Ehm... sei appena svenuta... – Ero sdraiata sul prato e questo mi pizzicava la schiena. La faccia di Darell era proccupata.
-Eh? Cosa... Come...? Cosa stai dicendo? – Gli chiesi, confusa. Mi misi seduta.
-Bhè, stavo per parlarti, ma sei svenuta addosso! Dei, mi hai fatto prendere un colpo! – Subito, la sua voce mi fece sentire meglio. Con una certa fatica, mi rialzai dal prato. Lui mi aiutò. – Allora, tutto bene? Com’è che sei svenuta?
-Ehi, ehi, calma. Rispondendo alla seconda domanda, ne so quanto te, ma sto bene. – E così mentivo anche a Darell. In verità lo sapevo perchè ero svenuta. Ma non volevo raccontarlo. Non della mia -maledetta- maledizione.
***
-I-impresa? Oh no. No. Vi sbagliate. C’è... anche Nico! Forse si sta parlando di lui.
-Si sta parlando di una figlia. Nico è un maschio, per quanto io ne sappia.
-E Hazel?
-Lei ora sta al campo Giove. In tre anni che la conosco sta con Frank. E non ha nessunissima maledizione. – Si intromise Percy nella discussione tra me e Annabeth.
-È ovvio che si sta parlando di America. E di Afrodite. Ma quale maledizione?
"No, non posso dirlo. È troppo, troppo"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I sette della Profezia, Nuova generazione di Semidei, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- America... America! Stai bene?
- D-Darell? C-che ci fai qui? – avevo la vista appannata, ma riconobbi subito la maglietta bianca del mio migliore amico.
- Ehm... sei appena svenuta... – Darell fece spallucce. Mi alzai, ma mi rimisi sdraiata, mi girava tutto. Capii subito di essere sdraiata per terra. Subito lui si avvicinò.
- Eh? Cosa... Come...? Cosa stai dicendo? – Gli chiesi, confusa. Non ci stavo capendo più niente. La vista si spannò un pochino. Ora riuscivo a delineare i contorni del ragazzo.
- Bhè, ti stavo per parlarti, ma sei svenuta fra le mie braccia. Dei,  mi hai fatto prendere un colpo! – Subito, la sua voce mi fece sentire meglio. Con una certa fatica, mi rialzai dal prato. Lui mi aiutò. – Allora, tutto bene? Com’è che sei svenuta?
- Ehi, ehi, calma. Rispndendo alla seconda domanda, ne so quanto te. – e così mentivo anche a Darell. In verità lo sapevo perchè ero svenuta. Purtroppo. Mi si serrò lo stomaco. -E si, sto bene. Solo un pò rintontita.
Darell mi guardò con sospetto. Poi si rilassò. Il prato verde del campo mezzosangue si estendeva per tutta la collina. Guardare la nostra casa mi fece sentire meglio. Darell scrollò le spalle. Con un cenno indicò la Casa Grande.
- Meglio se andiamo da Chirone. Ce la fai a camminare?
 
Infine fu sono grazie a Darell che arrivammo alla Casa Grande. Mi appoggiai a lui tutto il tempo, ma ehi! non  pensate male. Mi girava ancora tutto. Entrammo nello studio di Chirone e lì stava discutendo animatamente con un ragazzo. Era Percy Jackson, che con Annabeth cercava di convincere (credo) Chirone.
- Le dico che si tratta di lei! – Percy insistette. Non l’avevo mai visto così turbato. Chirone invece era calmissimo.
- Percy, le possibilità sono remotissime. Non abbiamo ancora abbastanza prove per capire se davvero si sta parlando di lei.
- Ma è così ovvio! – aggiunse la bionda. – Non so come può essere così calmo, Chirone, quando si tratta di...
- Ehm, ehm... – Darell tossì. Eravamo entrambi molto imbarazzati. In fondo, stavamo quasi origliando. Tutti e tre si voltarono, sussultando. Mi guardarono. Avvampai, e subito iniziai a fissare il pavimento. – Ciao ragazzi.
- Ehi, ciao amico. Ciao, America. – ci salutò Percy. Nei suoi occhi verdi vidi un balume di preoccupazione. Aveva la fronte corrugata.
- Ciao ragazzi. Che succede? – Annabeth arrivò subito al punto. Anche lei, nel vedermi, corrugò la fronte. Darell mi anticipò. In effetti ne sapeva più di me, credo...
- Bhé, stavamo davanti all’arena a chiacchierare, quando America mi è svenuta addosso. Puoi darle un pò di ambrosia, Chirone? Sai, non ho ancora capito dove caspita si trova l’infermeria...
- Qui dietro, ragazzi. America, prendi questo. – Chirone aprì un cassetto della sua scrivania, e prese una tavoletta di ambrosia. Me ne diede un quadratino, e me lo misi in bocca. Aveva il sapore dei biscotti fatti in casa di mia madre. Subito, mi sentii le forze che tornavano. Almeno, riuscivo a camminare.
- Sicuramente sarà stato un calo di pressione, niente di preoccupante...
- Non credo... – Sussurò Percy, con una mano sulla nuca. Guardava il pavimento.
- Percy... – Lo ammonì Chirone. – Abbiamo chiuso con questo discorso.
- Okey, okey. – I figlio di Poseidone alzò le mani, in segno di resa. – Rimettiti, eh America? Ci si vede. – Prese la mano di Annabeth e insieme, uscirono. Annabeth si girò, per salutarci.  – Ciao, ragazzi!
- Cosa... – Stavo per chiedere di cosa parlava Percy, ma Chirone mi interruppe.
- Niente, niente, America. Perchè non torni alla tua casa? Per oggi puoi saltare le lezioni. Dimmelo se hai altri problemi.
- Grazie... – sussurrai. Adoravo Chirone. Tornai tristemente nella mia Casa, e Darell mi dovette lasciare: aveva tiro con l’arco. Mi fermai davanti alla mia casa: quella di Ade. Eh, sì, ragazzi. Sono figlia del Dio dei morti, Ade. Che fortuna. La casa, completamente nera, era decorata con dei teschi che non avevano per niente l’aria di ti-invito-a-casa-mia. Chiusi la porta con un gesto. Mi tolsi le Converse nere con gli spuntoni e le lanciai in fondo alla stanza insieme alle altre mie scarpe (tutte nere ovviamente). Ero da sola. Il mio caro fratello Nico era in non so quale parte del mondo, così potevo decorare la casa come volevo. Insomma, ad Ade non gli è mai importato un accidente delle decorazioni. Così l’avevo fatto nero e celeste: adoravo questi due colori. Il mio letto, con l’aiuto di Darell l’aveo dipinto di celeste. Un pò di vivacità, ragazzi. Mi sdraiai sul letto, e mi misi le cuffiette alle orecchie. Scelsi una canzone a caso, molto triste, sull’ mp3. Mi stavo per addormentare, quando la porta dell’ingresso si aprì di scatto. Mi alzai dal letto a fatica, togliendomi una cuffietta. Che pizze.
- Am!!! – Darell era alla porta con il fiatone. Ma doveva sempre rompere il mio migliore amico?
- Che cosa cavolo succede?? Darell, stavo giusto per dormire quando tu...
- Ehi, è pronta la cena. E c’è una nuova profezia. – Darell si schiarì la voce. – Ti dai una mossa?
- Ehm, certo! Esci che mi cambio.
Così mi tolsi la maglietta arancione del campo e indossai una maglietta nera con un teschio grigio davanti, per non dare all’occhio. I figli di Ade sono così. Mentre mi mettevo i miei anfibi neri, Darell spalancò di nuovo la porta. Era molto impaziente. Sbuffò.
-O Dei, ti muovi?
 
Quella sera, la folla era tutta eccitata. Ovviamente avevano sentito che Rachel (il nostro Oracolo) aveva detto una nuova profezia. Cavolo! Anche noi eravamo elettrizzati. Sicuramente c’entravano Percy e la sua squadra salva-mondo. Mangiai da sola, una bistecca con l’insalata, e metà di questi lo donai a mio padre. Ci riunimmo intorno al falò. Darell mi stava spiegando di come Rachel –aveva sentito dire- aveva ospitato lo spirito di Delfi.
- Mi dicono che è stata fortunatissima! Metà di quelli che ospitano Delfi, sono impazziti, o addirittura...
- OK Darell, non mi importa un fico secco di Delfi. Senza offesa. – Darell mi guardò offeso. Poi ridacchiò. Alzai gli occhi, incredula.
Mi misi ad arrostire il mushmellow, quando Chirone ci ordinò di sederci. Certamente, non ce lo facemmo ripetere due volte. Delle voci eccitate, impaurite, e scioccate, bisbigliavano intorno a me. Mi sedetti vicino a Darell, che stava parlando con uno della sua casa di Ares.
- Ragazzi, sicuramente avrete sentito che oggi, il nostro caro Oracolo – e indicò Rachel, che stava con le braccia incrociate a fianco di Chirone – ha pronunciato una nuova profezia.
Tutti si misero a bisbigliare, eccitati e impazienti. Dei, quanto li capivo! Avevo il cuore che batteva forte.
- Ehm, ehm. Rachel, ci faresti il favore di ripeterci la profezia? –Chirone si girò verso di lei. Era incantata e fissava il pavimento. Quando sentì pronunciare il suo nome, si rianimò.
- Ehm, certo. Allora... ehm...ah, si!
Nella terra dei sette laghi in cinque andranno,
con la figlia della Morte con la maledizione tenteranno,
di risvegliare il gigante sconfitto dalla fiammata
con la mente della povera accecata,
per riprendere il segreto
della dea spuma del mare
che vendetta fa recare,
all’amore rifiutato che destino fa arrivare.
Fino al primo giorno dell’estate
il tempo dei titani vi faranno aspettare.
 
La mia bocca si asciugò piano piano. Ad un tratto però, mi sentivo la gola secca. Avevo la bocca semi aperta dal terrore. Deglutii. Figlia della Morte? Nel falò, la temperatura scese. Accanto a me vidi Darell con la pelle d’oca. Fissava il falò. Mi girai verso Percy, un paio di file più in là, con il capo abbassato. Tutti mi stavano guardando sottecchi.
- Bene, grazie, Rachel. Abbiamo capito che abbiamo bisogno di un impresa. E che la dovrà condurre...  -Tutti mi si girarono per guardarmi. Oh, no. No, no no no no. Io? NO. – la nostra figlia di Ade, America.
Ora davvero tutti si erano spostati per guardarmi. Mi sentii avvampare. Cavolo.
- Bè, la figlia della Morte... qui è molto esplicito. E si tratta di una maledizione della Dea spuma del mare... sicuramente Afrodite. – mormorò fra sé. Il falò si era quasi spento. La paura e incredulità era tantissima. C’era un silenzio innaturale. -Bene, ragazzi. Il falò si sta spegnendo. Tutti a dormire.
Il mio mushmellow era ancora intatto. Lo buttai dietro ad un cespuglio. Il  mio stomaco era chiusissimo. Tutti si dispersero verso le loro rispettive case, e così feci anch’io. Non riuscivo più a ragionare. Stavo per aprire la porta, quando Chirone si avvicinò a me.
- America, dobbiamo parlare.
   
 
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