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Autore: Rusty 93    06/10/2014    5 recensioni
Raccolta scritta per la Rumbelle Week. Il titolo cita in parte la frase di Rumple "I'm now and for all the future, yours."
Alcune storie potrebbero essere AU e/o OOC, ma avvertirò a inizio capitolo.
Buona lettura!
1-Doccia
2-Alcool
3-Voce
4-Bambini/Figli e 5-Lenzuola
Genere: Angst, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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alcool

N.A: Quante cose da dire su questo capitolo! Prima di tutto è discretamente AU, anche se l’ambientazione non è molto importante ai fini della storia; poi (questo si è importante) ho mandato Belle a farsi un giretto nel fantastico mondo dell’OOC, per cui è tornata mezza Belle e mezza Lacey... e si, anche Gold è abbastanza OOC :3 Scontato? Può darsi... ma ho cambiato un po’ il mio solito stile, per cui mi sono comunque divertita molto a scrivere questo prompt. Spero vi piaccia, buona lettura!

 

 

 

 

2- Alcool

 

 

Belle French, 21 anni: lavora come bibliotecaria part-time e intanto frequenta vari corsi all’università. Non ha ancora scelto cosa farà della sua vita, non sa nemmeno bene cosa l’appassioni veramente.
Certo, le piace leggere, adora la sensazione della carta stampata che scorre sotto le dita, l’odore di un libro nuovo e mai sfogliato, quello un po’ stantio di libro vecchio; ha un abbonamento annuale per gli spettacoli teatrali, uno per la galleria d’arte e uno per il noleggio di libri e film: in un certo senso, si può dire che veneri in modo indiscriminato, tutto ciò che è in grado di fuoriuscire dalla fantasia umana.
Nonostante ciò, non è affatto una ragazza tranquilla: non è un timido topo di biblioteca che non esce mai e che non ha amici, è una ragazza vivace, arguta, spesso dalla lingua velenosa e solo a volte dolce.
Belle French ha un tatuaggio, come molte altre ragazze della sua età, tuttavia anche in questo si distingue: non è un tatuaggio come gli altri, o uno di quelli che segue le mode. È un marchio a fuoco, scelto da Belle per affermare se stessa.
Belle French è nata unica, è nata per distinguersi ed è profondamente intenzionata a fare le cose a modo suo, urlando al mondo ciò che lei è.

Robert Gold, 40 anni: scozzese, pacato, elegante. Il signor Gold è un uomo di carattere e poliedrico: si interessa a tutto ciò che potrebbe aiutarlo ad avere più potere.
Indossa la cravatta, un completo firmato e scarpe fatte su misura da un artigiano europeo: è un gentiluomo, dedito alle buone maniere e all’apparenza. Tuttavia, non ha mai finto di essere un’bravuomo... in città, tutti sanno che Robert Gold ha sempre vissuto sulla soglia della legalità: abbastanza privo di scrupoli per fare ciò che vuole, ma troppo furbo ed intelligente per lasciarsi cogliere con le mani nel sacco. Robert Gold si sporca le mani e l’anima per conto di chi vuole fingersi immacolato e irredarguibile, elargisce favori (se così si può dire), ma ovviamente, pretende sempre qualcosa in cambio.

 

In che modo le vite di queste due persone possono incontrarsi?

 

“Uno...due... e tre!” Urlò Emma. Belle leccò rapidamente il dorso della propria mano, poi afferrò un bicchierino di tequila e lo bevve tutto d’un fiato, infine succhiò in fretta una fetta di limone, con la faccia di chi avrebbe preferito mangiare letame.

Ruby fece un urlo di ovazione verso la sua amica mora.

“Ragazze, giuro su dio che questa me la pagate.” Belle odiava la tequila, forse più di quanto odiasse il gioco obbligo o verità, ma non era certo il tipo da tirarsi in dietro di fronte ad una sfida.

“Belle, queste sono le regole.” Rise Emma

Tre ragazze sedute al tavolo di un bar: un venerdì sera come molti altri, finché non avevano deciso di fare un gioco per movimentare un po’ l’atmosfera... Belle aveva due amiche che sapevano essere delle vere oche a volte, questo era certo, ma un’altra cosa vera era che vi era comunque molto affezionata.

Ruby la squadrò combattiva “Provaci, non c’è niente che io non sarei capace di fare o di dire.”

“Dai cambiamo gioco, voi due state diventando un po’ troppo competitive, rischiate di farvi male.” Disse Emma con aria seria, come se lei non fosse stata al gioco torturiamo-Belle-con-la-tequila fino ad un attimo prima. “Bene, lancerò in aria una monetina. Chi la afferra al volo decide una penitenza per le altre.” Proseguì la bionda.

“Vi farò mangiare la polvere.” Disse Ruby

“Letteralmente o metaforicamente?” la provocò Belle.

“Silenzio! Un momento di concentrazione prego...” la monetina volò in alto sopra il tavolo.

Belle ed Emma ci provarono sul serio, ma cominciavano a sentire l’effetto dell’alcool e Ruby aveva sempre avuto dei riflessi pazzeschi.

Ruby si risedette trionfante, la moneta stretta fra pollice ed indice.

“Bene... ora sceglierò un uomo per ciascuna di voi due e voi dovrete andare da lui e riuscire a farvi offrire qualcosa da bere.”

“Ci sono dei limiti a questa cosa vero?” chiese Emma agitandosi sulla sedia.

“Del tipo?”

“Per esempio niente ex-fidanzati...” Neal in effetti era due tavoli dietro di loro con un paio di amici.

“e niente Gaston..?” proseguì Belle: il ragazzo in questione era un idiota, iscritto a Legge per passatempo, che la perseguitava da diversi anni ormai.

“Okok... però allora, non dovrete solo farvi offrire da bere, ma anche uscire dal locale in loro compagnia. Poi potete piantarli in asso davanti all’uscita, se volete.”si guardò intorno stringendo gli occhi.

“Ems, tu vai a parlare con il bel tenebroso laggiù.”

“Ma è già in compagnia di tre ragazze!”

“Niente scuse, vai e fatti valere! Mentre tu Belle... Tu vai da lui.” Per un attimo Belle pensò che la sua amica stesse indicando il barista. Poi lo vide.

“Oh, nono. Non se ne parla!”

“Perché?”

“Potrebbe essere mio padre! E poi gira voce che sia pericoloso...”

“ Non hai messo limiti d’età nelle regole... e poi da quando dai ascolto a questi pettegolezzi? Tra l’altro, io starò qui tutto il tempo: se ti vedo in difficoltà vengo in tuo soccorso.”

“Dai andiamo Belle. Prima iniziamo, prima finiamo.” Le fece cenno la bionda, che già si stava preparando per attirare l’attenzione del ragazzo prescelto: si abbassò maggiormente il maglietta che indossava, in modo da mettere in mostra un po’ più di seno.

“Uff... d’accordo!” Si alzò di scattò e si diresse verso il bancone del bar: ad uno degli sgabelli, il famigerato Robert Gold sedeva da solo, sorseggiando il suo drink.

 

***

 

“Hei, ciao!”

“Buonasera...” Lui pareva leggermente stupito.

“Cosa bevi?”

“Scotch. Se proprio deve parlarmi, gradirei che mi desse del lei.”

“Ook...” “Barista scusi, mi porta un thé freddo?”

Lei colse lo sguardo ancora più stupito e scettico di lui, così ne approfittò per attaccare bottone “Che c’é?”

“Un thé freddo?”

“Si, è la mia bevanda preferita.”

“Ah!”

Ah che?”

“non si direbbe...”

“perché scusi?” esclamò, fingendo una perfetta voce stupita.

“Lei ha l’aria di gradire cose molto più alcoliche.”

“Mi sta dando dell’ubriacona?” Adesso non stava fingendo, era irritata sul serio.

“No...”

“Io credo di si.”

“Lei puzza di tequila, signorina. Non è necessario essere dei detective.”

“E con ciò? Lo sa, è vero quello che dicono di lei...”

“Quale delle tante cose che si dicono di me sarebbe vera?”

“Che lei è un gran maleducato!” Si alzò dal suo sgabello e fece per andarsene.

L’avevano chiamato con gli epiteti meno lusinghieri, ma mai maleducato. “Ferma!”

“Che vuole adesso?”

“Stia qui, non se ne vada...”

“Perché?”

“Mi perdoni, sono stato scortese.”

“Bene.”

“Bene che?”

“Nel senso: accetto le sue scuse, signor Gold.”

“Qual’è il suo nome, signorina?”

“Belle...” Simulò riluttanza, voleva farsi desiderare da lui.

“e poi?”

“French. Belle French.”

“Come la figlia del poliziotto? Maurice French?”

“Adesso è in pensione.”

“Un poliziotto rimane sempre un poliziotto.”

“Lo dice anche lui... e dice che la stessa cosa vale per i ladri.” Ogni riferimento a cose e persone era puramente voluto.

“Io non sono un ladro. Sono solo un uomo d’affari.”

“Non è quello che ho sentito.”

“E che altro ha sentito, di grazia?”

“Che lei è un uomo pericoloso e che chiunque le sta accanto, finisce col farsi del male.”

“Allora forse dovrebbe andarsene.”

“Mi ha chiesto lei di restare.”

“Torni dalle sue amiche, signorina French. Io non sono l’uomo giusto per lei.”

“Si da un sacco di arie lei. Mi stupisco che non si sia ancora creato un uragano qui intorno.”

“Signorina...” Iniziò lui a metà fra l’esasperato e lo scioccato... o forse era anche un po’ divertito?

“Io non ho paura di lei. Inoltre, visto che questo sgabello è libero, credo che me ne starò seduta qui ancora per un po’.”

Stettero in silenzio per un paio di minuti.

“Di cosa si occupa lei, signorina?”

“Studio.”

“Cosa studia?”

“Vuole l’elenco delle materie?”

“Non è iscritta ad una facoltà?”

“No... studio un po’ questo, un po’ quello... e poi lavoro.”

“Dove?”

“Alla biblioteca universitaria.”

“Le piacciono i libri?”

“Oh, si!”

“Qual’ è il suo libro preferito?”

“Dovrei farle l’elenco?”

“Ho tanto tempo.”

“Anna karenina...”

“mmh..”

“... Cime tempestose, Orgoglio e pregiudizio...”

“E’ un amante dell’epoca vittoriana?”

“Certo!”

“Che altro?”

“Perché non mi racconta qualcosa di lei, signor Gold? Non posso mica parlare solo io!”

“Non c’è molto da dire... e poi sono sicuro che lei sia già parecchio informata sul mio conto.”

“Béh, anche lei lo sembra sul mio. Sicuramente è molto più interessato di quanto vuol dare a vedere.”

“Cosa intende dire?”

“Sapeva che sono qui con delle mie amiche senza che glielo dicessi: scommetto che è tutta la sera che ci osserva, dico bene? Sono solo un po’ ubriaca signor Gold, ma non sono stupida.”

“... E’ difficile non notare un gruppetto rumoroso come il vostro.”

“E’ un locale piuttosto rumoroso, il nostro chiasso non si notava più di quello degli altri.”

“Lei una persona molto insistente.”

“Si, se so di aver ragione. Ad ogni modo, come mai è qui?”

“Perché una persona va in una bar di solito?”

“Per un mucchio di ragioni!”

“...Per bere, signorina French, solo per bere.”

“Da solo?”

“Si...”

“Oh, bene. Quindi può offrirmi qualcosa!”

“Ha già il suo the freddo.”

“Mi andrebbe una birra, se non le dispiace.”

“Forse un po’ mi dispiace: crede che non sappia cosa ha in mente?”

“Lei sa leggere nel pensiero? Come Mel Gibson in What women want?” Si rese conto che trovava molto divertente prenderlo in giro e cercare di fargli perdere le staffe.

“Lei ci sta provando con me!” rispose esasperato.

“Lei è veramente un egocentrico, se pensa questo... e inoltre, è troppo vecchio per me. Volevo solo evitare di pagarmi la birra.”

Lui piantò cinque dollari sul bancone di fronte a lei “Questi bastano?”

“Si, grazie!” Li afferrò in fretta e li porse al barista. Quando lei si allungò in avanti per prendere la propria birra, il Signor Gold notò una cosa sulla sua spalla sinistra.

“Ha un tatuaggio, signorina French?”

“Si, perché?”

“Cosa c’è scritto?” era una calligrafia elegante, ma nella penombra era difficile distinguerne le parole.

Chi si ostina fa scandalo.

“Vero. Chi l’ha detto?”

“Una poetessa italiana.”

“Il nome?”

“Non credo che lei la conosca... Alda Merini.”

Lui si chinò un po’ verso di lei, avvicinandosi “Tutti mi guardano con occhi spietati,
non conoscono i nomi delle mie scritte sui muri
e non sanno che sono firme degli angeli
per celebrare le lacrime che ho versato per te.”*

“Non me l’aspettavo... Come fa a conoscere una scrittrice così romantica?”

“E’ una lunga storia. E poi c’è ben poco di romantico in Alda Merini.”

Lei si alza di colpo, lo sgabello quasi cade per terra.

“Tutto bene, signorina?”

“Ha ragione lei: c’è molto rumore qui.”

“Si e quindi?”

“E’ difficile conversare. Usciamo a fare due passi?”

“...Non credo sia il caso.”

“Sarebbe molto maleducato da parte sua rifiutare.” Detto questo, si allontanò, lasciando che lui la seguisse a pochi passi di distanza. Decise che non l’avrebbe piantato in asso di fronte all’uscita del locale, anche se era un uomo molto più vecchio di lei, anche se era il temuto e spietato signor Gold... era comunque affascinante e l’attirava da morire.

 

*Fine*

Spero che abbiate apprezzato, dearies ;) Ora corro a guardarmi la 4x02  

'3' A domani.

  
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