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Autore: The_Lock    06/10/2014    1 recensioni
Tyler, Sydney, Kyle, Lydia e Skylar sono i nuovi prescelti per difendere Kandrakar e l'equilibrio dell'universo. Nove sono le missioni che dovranno affrontare, e nove saranno i temibili nemici che minacceranno la Pace e le loro vite; sì perché questi nuovi nemici sono più sanguinari di qualsiasi altro nemico mai affrontato e, per cominciare in bellezza, i ragazzi saranno costretti ad andare alla ricerca del Cuore di Kandrakar
Genere: Avventura, Commedia, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Hay Lin, Wilhelmina (Will) Vandom
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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1.2

 

“Questa faccenda diventa di giorno in giorno più fastidiosa!” disse Lydia, rispondendo ai buongiorno dei quattro ragazzi. Nessuno si sorprese del suo malumore: era Lydia e ormai iniziavano a conoscersi bene.

Si erano dati appuntamento alle 7 del mattino per fare un po' di allenamento, successivamente sarebbero andati a scuola. Sydney continuava a sbadigliare, Kyle si stropicciava la faccia, Lydia guardava il telefono e Skylar continuava a tossire.

“E allora? Questo è l'esercito di Kandrakar? Dei bambini che non sanno svegliarsi in anticipo?” gli canzonò Tyler, seccato.
“Il riposo è fondamentale per un guerriero.” ribatté Kyle, ma Tyler lo ignorò volutamente e con nonchalance.

“Credo faremo un po' di lotta a coppie. Cinque minuti contro tutti. Vi va bene?” domandò Tyler, entusiasta e sorridente. Nessuno si oppose, solamente perché non avevano molta voglia di discutere e nel loro intimo pensavano quanto sarebbe stato bello finire tutto in fretta. “Poiché siamo cinque, una persona si riposerà a turno! Il primo sarò io!”.

Detto ciò i ragazzi si divisero seguendo le istruzioni di Tyler: Sydney contro Kyle e Lydia contro Skylar.

Con poco entusiasmo, Kyle prese l'accendino della tasca e pigiò il pulsante del rilascio del gas, ma prima che potesse accendere una fiamma, una palla d'acqua lo inondò, inzuppando tutta la parte superiore del corpo.

Alzò lo sguardo e vide Sydney che gli sorrideva ed una bottiglia di plastica vuota fra le mani. Sydney era avvantaggiato: nessuno dei cinque- con l'eccezione di Tyler -era capace di evocare un elemento dal nulla. Per questo Sydney portava sempre con sé una bottiglia e Kyle l'accendino, ma l'acqua era indubbiamente più facile da trovare che una fiamma viva.

“Questo non...” ma un'altra sfera d'acqua lo colpì facendolo cadere. Sydney arrivò, sorridendogli, e gli offrì un braccio per alzarsi, però il moro preferì ribaltare la situazione, tirando Sydney per terra e posizionandosi sopra di lui, tenendogli ferme le braccia con le mani.
“Non appena imparerò ad evocare il fuoco...” disse Kyle, sorridendogli a pochi centimetri dal volto “...ti lesserò piano piano. Come un ranocchio!” scherzò.

“Non ero un pulcino?” domandò Sydney, e subito il sorriso di Kyle cadde. Il moro lasciò andare il biondo e si rimise in piedi.

“Sai, solo perché tu non ti diverti con questa storia non vuol dire che devi rovinare la festa a tutti!” sbottò Kyle, piantandolo in asso e dirigendosi verso la lotta fra Lydia e Skylar, lasciando Sydney sconvolto.

 

Lydia dominava. Lanciava sassi- mancando volutamente Skylar-, innalzava nubi di terriccio, muoveva le prima foglie secche; Skylar invece a stento riusciva a provocare una brezza decente per difendersi.

“Sky, che ti prende?” domandò Tyler, quando decretò vinto il bruno.

“Non so... mi sento strano.” ammise, scotolandosi la terra di dosso. Ripensò a quella ragazza che vide di sabato sera seduta sul dehor del bar, con quella nube di fumo nero che gli aveva fatto girare la testa. Non aveva raccontato niente ai ragazzi perché credeva non fosse niente di importante, ma quella stanchezza e quello stordimento cominciavano a preoccuparlo.

Si era fatto tardi allora decisero di dirigersi verso scuola. Era la prima volta che i cinque ragazzi entravano insieme, dimostrando agli altri studenti di conoscersi, di essere diventati amici. Qualcuno strabuzzò gli occhi vedendo Kyle bagnato e Skylar sporco di terra, ma alla fine nessuno poté negare che quei cinque condividevano un'energia speciale.

Si divisero per andare a lezione: Kyle e Sydney chimica dal professor Iodine, gli altri tre letteratura latina dalla professoressa Vox.

Appena entrato, Kyle salutò il suo amico Banquo che non vedeva da molto tempo, mentre Sydney scivolò verso Alissa, felice di vedere i due ragazzi entrare insieme.

“Amico! Che fine hai fatto?” gli sorrise Banquo, scostandosi i ricci scuri.

“Ho avuto da fare.” rispose sottovoce poiché il professor Iodine era appena entrato. Come nessuno degli studenti poté prevedere, il professore di chimica insistette affinché i posti dei banchi presi durante il primo giorno tornassero tale e quali, quindi Kyle strinse i pugni e si sedette pesantemente alla destra di Sydney.

Ad ogni banco fu fornito un microscopio e delle serie di vetrini: il compito della giornata era stabilire quale tipo di batteri si osservava. Passarono la maggior parte del tempo in silenzio, appuntando con brevi discussioni se il batterio di turno fosse un bacillo o un cocco.

“Non volevo farti arrabbiare.” disse Sydney.

“Lo so.” rispose secco.

“Allora perché ti sei infuriato?” domandò, cercando di mostrare indifferenza.

“Ci sono cose che mi danno fastidio.”

“Tipo il ricordarti cose che hai detto?” ipotizzò, sorridendo.

“Tipo ricordarmi cose che non vorrei aver mai detto.” rispose.

 

“Aprite il libro a pagina 38, per favore.” disse la professoressa Vox, mentre cancellava la spiegazione dell'ultima declinazione insegnata. “Signorina Eartha, le va di leggere e provare a tradurre?” domandò, ovviamente presumendo nessuna risposta negativa da parte di Lydia. La rossa annuì e prese il libro, aprendolo alla pagina indicata.

“Aèneadùm genetrìx, hominùm divòmque volùptas, àlma Venùs, caelì subtèr labèntia sìgna quaè mare nàvigerùm, quae tèrras frugiferèntis còncelebràs per tè quoniàm genus òmne animàntum còncipitùr visìtque exòrtum lùmina sòlis: tè, dea, tè fugiùnt ventì, te nùbila càeli àdventùmque tuùm, tibi suàvis daèdala tèllussùmmittìt florès, tibi rìdent aèquora pònti plàcatùmque nitèt diffùso lùmine caèlum...”
“si fermi qui. Signor Windy, vuole provare ad aiutare la signorina Eartha nella traduzione?” e Skylar si ritrovò ad annuire, senza neanche accorgersene.
“Madre degli Enèadi, piacere degli uomini e degli dèi...” iniziò con lieve incertezza, ma la professoressa Vox non lo interruppe, allora continuò “Venere donatrice di vita, che sotto le costellazioni celesti ravvivi il mare portatore di navi, la terra che reca i raccolti poiché grazie a te ogni genere di esseri animato è concepito e vede, una volta nato, la luce del sole: te...” disse, per poi alzare lo sguardo ed incrociare quello di Lydia. I suoi occhi grigi indugiarono su quelli verdi della ragazza. “...te, dea, te fuggono i venti, te ed il tuo arrivo le nuvole del cielo... per te la terra industriosa fa crescere i fiori soavi...” continuò, non guardando più il foglio, ma dritto negli occhi di Lydia, ora leggermente arrossata: sembrava quasi che il bruno stesse dedicando il passo alla rossa.
“Come siamo poetici questa mattina, signor Windy! Cerchi di rimanere più fedele al testo, la prossima volta!” lo rimproverò la Vox, rompendo quel momento di magia fra i due ragazzi con un intervento fin troppo goffo, per poi passare la traduzione ad un altro alunno.

“Sei molto bravo...” sorrise Lydia.

“Ho avuto l'ispirazione giusta.” rispose, non osando guardarla, per poi essere scosso da un violento attacco di tosse, tanto che la Vox lo invitò ad uscire un attimo dall'aula. I polmoni gli si gonfiavano senza immagazzinare l'aria, ed il bruno sentiva sempre più il bisogno di respirare, ma la gola sembrava chiusa e la tosse non gli lasciava pace. Gli si insinuò un lieve senso di nausea, allora aprì l'acqua del rubinetto per bere qualche sorso, ma il corpo rigettò tutto, facendogli sputare l'acqua nel lavandino.

Si schiarì la gola: ora stava meglio e non sentiva più i polmoni otturati. Abbassò lo sguardo e aggrottò la fronte, vedendo che ciò che aveva sputato era nero e denso come il catrame.

 

Tyler aveva prenotato un intero tavolo nel parco sul retro della scuola. Era una di quelle belle giornate di ottobre in cui il sole splende caldo ed il vento rinfresca la pelle, per questo il rosso aveva deciso di prenotare un intero tavolo per pranzare con i suoi amici.

Si sedettero sulla panchina: Lydia vicino a Sydney da un lato, mentre Kyle, Tyler e Skylar dall'altro.

“Mangi solo quello?” domandò Tyler rivolto alla ragazza: era l'unica che non aveva preso un vassoio dalla mensa scolastica ma si era accontentata di una macedonia di frutta trovata al bancone dei dolci.

“Il cibo della mensa mi disgusta!” rispose, giocherellando con un pezzo di kiwi.

“Oh mi perdoni principessa...” la riprese Kyle, bevendo un sorso d'acqua.

“Pensa alla tua dieta piena di proteine! Guarda hai il vassoio pieno di porcherie!” disse, indicando il vassoio carico di carne che Kyle aveva preso.

“Dopo devo fare allenamento! Mi serve la carne... Doug non mangia carne come me?” domandò e Lydia annuì, disgustata.

Sydney diede un colpo al piede di Skylar con la punta della scarpa. Mentre gli altri tre continuavano a discutere delle loro abitudini alimentari, il biondo aveva notato che l'amico non stava mangiando, al più giocherellava con il cibo.

“Stai bene?” sillabò, senza emettere voce. Skylar fece spallucce.
“Un po' di nausea.” disse a bassa voce, ed il biondo annuì.

“Vuoi andare in infermeria?” domandò, ma Skylar fece di no con la testa: non era una nausea così forte.

Dall'altra parte del tavolo, Lydia, Kyle e Tyler continuarono a trovare un modo di discutere vivamente su ogni singolo argomento, ma tutti tacquero un freddo vento strano si levò dal bosco confinante la scuola. Quel vento sembrava urlare come se qualcosa di oscuro e terribile stesse per arrivare, tanto che ai ragazzi passò la fame all'istante e si misero a guardare in direzione contraria al vento.

“Sembra che l'aria stia scappando da qualcuno...” mormorò Skylar rivolto verso gli altri, ma i quattro ragazzi stavano fissando il cielo con aria preoccupata. Il bruno imitò i loro amici e puntò gli occhi grigi contro il cielo, ma un blocco di nuvole nere aveva oscurato tutto, il sole compreso.

  
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