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Autore: Meiko    22/01/2005    5 recensioni
"Mi sento così triste...così triste..." questa è la frase perfetta per descrivere questa mia ennesima creazione, ragazzi, Meiko ritorna nel mondo di Saiyuki! ^_^
Genere: Dark, Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Cap.14


been a long road to follow
been there and gone tomorrow
without saying goodbye to yesterday
are the memories I hold still valid?
or have the tears deluded them?
maybe this time tomorrow
the rain will cease to follow
and the mist will fade into one more today
something somewhere out there keeps calling
am I going home?
will I hear someone singing solace to the silent moon?
zero gravity what's it like?
am I alone?
*
Essere su una strada da seguire
Essere li e andare verso il domani
Senza dire addio a ieri
I ricordi che ho afferrato sono solidi?
O le lacrime li hanno resi illusioni?
Forse domani
La pioggia che mi segue smetterà
E la nebbia si dissolverà in un nuovo oggi
Qualcosa da qualche parte li fuori sta chiamando
Sto tornando a casa?
Io ascolterò qualcuno cantare portando sollievo alla silenziosa luna?
Com’è essere a zero gravità?
Sono sola?

*

Non riusciva a dormire, nonostante la giornata faticosa.
Era stato caldo, e adesso faceva un po’ più fresco, la notte in quel momento stava portando una leggere pioggerella rinfrescante.
In ogni caso, era pioggia.
E a loro non piaceva…

Sbuffò, poggiando la testa sulle braccia, queste erano appoggiate alla finestra, i capelli facevano da cuscino, soffici e lisci, gli occhi azzurri si stavano soffermando su una nuvola che alla luce di una luna che scompariva come se giocasse a nascondino, appariva di una colorazione grigio argento, mentre una brezza fresca aveva l’odore dell’umido e della pioggia, la pioggerella era delicata e giocosa, l’avvertiva sul tetto, scivolare lungo le mattonelle e poi in piccole cascatelle cadere verso il terreno.
E loro erano infastiditi.
Avevano voluto dormire subito.
Per fortuna c’erano quattro letti, lei dormiva con Hakkay.
Ma adesso non aveva sonno.
Aveva afferrato una sedia, portandola davanti a quella finestra, e ci era salita, ciondolando un po’ le gambe magre e nude, indossava solo una canottiera e pantaloncini.
E si stava facendo un sacco di domande, mentre la pioggia continuava a cadere.
Tutto quello che l stava accadendo, gli avvenimenti che in quel tempo si erano succeduti.
Erano veri?
Spesso sognava…
Sognava anche ad occhi aprti, quando nessuno la disturbava.
Quando non la “svegliavamo” lei…sognava…
Sognava ogni tanto…
E sognava…dei sorrisi…
Ed ogni volta…stava male…
Perché quando si sarebbe svegliata, non avrebbe visto quei sorrisi…
Ma solo la crudeltà…
Solo la tristezza…
Solo il sangue…
Si mosse lentamente, guardandosi con are triste le mani.
Erano pulite…
Pulite…
I capelli erano sparpagliati sulle spalle e sulla schiena.
E fuori continuava a piovere.
E loro ne erano tristi.
La pioggia li rendeva tristi…
E lei non sapeva perché…
Non sapeva cosa fare, come comportarsi quando loro erano tristi.
Con Goku gli restava vicino, in silenzio…si lasciava abbracciare, come se per quel ragazzo fosse una specie di ancora di salvezza…
Ma lei…cos’altro poteva fare?...
Poggiò le mani sulla sedia, le gambe ciondolavano, qualche ciocca di capelli scivolò lungo l’occhio, nascondendolo, mentre fuori insisteva quella pioggerella.
Si voltò, osservando i letti.
Stavano tutti dormendo.
Familiare…una scena familiare…
Si…quando lei credeva che on sarebbero più tornati…
Quando lei aveva pianto, e aveva fatto quella promessa…
Una promessa…diventare forte…
Ma come poteva diventare forte…se non capiva come poteva aiutarli?

Forte= Qualità di forza, attitudine a reggere, resistere, durare ecc.

Resistere…resistere a tutto…
Affrontare le difficoltà…
Forza…
Resistere…

Di colpo, si voltò verso la finestra.
Aveva…aveva sentito qualcosa…
Si…stava piangendo un bambino davanti alla sua finestra…
Un bambino…non era riuscito a resistere.
Era debole…era piccolo e fragile…
Come lei…
Ma lei non voleva essere fragile…
Lei…doveva farcela…lei voleva stringere i denti e resistere…doveva vivere, doveva sopravvivere. Per loro…per il suo egoismo…per lei…
Il bimbo continuava a piangere, sotto quella pioggerella giocosa.
Poi…una voce…una voce che destò la curiosità di Kisa, che alzò lo sguardo, e si alzò in piedi sulla sedia, aprendo e sporgendosi verso la finestra, bagnandosi leggermente la mano.
Qualcuno…stava cantando…una donna contava…e il bimbo smetteva di piangere…
Una canzone…una canzone…
Sopra la sua testa la luna in silenzio giocava a nascondino, e davanti a lei una donna cantava una canzone…
E sorrise…un timido sorriso, mentre alzava lo sguardo verso le nuvole…lentamente la pioggia stava smettendo, facendo crescere una leggera nebbiolina che però sarebbe scomparsa.
Solitudine.
Aveva provato per tutto questo tempo la solitudine…
Ma ora…ora non era più sola…

is somebody there beyond these heavy aching feet
still the road keeps on telling me to go on
something is pulling me
I feel the gravity of it all
*
C’è qualcuno li dietro questi pesanti dolorosi piedi
La strada mi sta dicendo di andare avanti
Qualcosa mi sta spingendo
Io avverto l’importanza di tutto questo…


Qualcuno dietro di lei le imponeva di andare avanti.
Qualcuno dietro di lei la spingeva ad andare avanti.
Qualcuno dietro di lei l’aiutava ad andare avanti.
E lei…sarebbe andata avanti…
Perché anche lei faceva i capricci, anche lei era triste…ma questa era la strada che aveva deciso d’intraprendere.
E che doveva seguire, anche per seguirli.
Loro camminavano lontani da lei, e lei voleva raggiungerli, allungando una mano che forse avrebbero preso…forse no.
E allora doveva correre.
Correre verso di loro.
Per raggiungerli, e sorridergli.
Questo…era tutto…
Questa…era la cosa più importante…
Le mani venivano bagnate leggermente dalla pioggia, mentre lei sorrideva, tornando a rannicchiarsi, appoggiata alla finestra aperta della finestra, raffreddandosi e immaginando, sognando un giorno in cui, nella luce, avrebbe afferrato la mano ad uno di loro.
Si…sorrise…
Continuò a guardare fuori dalla pioggia, captando il suono di quella peste giocosa, quando i suoi occhi notarono di sfuggita qualcosa apparire dall’ombra di un angolo…
Una figura veniva bagnata dalla pioggia.
Una figura alzava lo sguardo verso di ei, apparendo da quell’angolo.
Una figura…che…
!!
-Elariel…-
il demone dai capelli d’argento alzò lo sguardo, bloccando le iridi azzurre di Kisa con quelle smeraldo sue.
Un lampo li avvisò che la pioggia sembrava andare a peggiorare oppure andava a scomparire.
In ogni caso, la pioggia rivelò il suo corpo bagnato fradicio, come al solito cosparso di cicatrici, all’orecchio due orecchini, sempre vestito con quel mezzo kimono.
La stava fissando.
Ed era freddo intorno alla piccola, che velocemente chiuse la finestra, appoggiandocisi con la schiena, tenendo gli occhi spalancati, le mani sul petto e il respiro che era calato drasticamente, quasi non respirava.
Elariel…suo fratello…era li…
Cosa avrebbe fatto?
Avrebbe fatto male agl’altri?
“I fratelloni…no…”
Kisa strinse gli occhi, per poi voltarsi di nuovo…
Era ancora li…
Sembrava quasi attenderla sotto la pioggia…
La pioggia…l’acqua…
“Siamo nati nell’acqua, cresciuti in essa.
Nell’acqua dei contenitori, dove ci hanno iniettato poteri, dove io sono stata creata, e tu sei rinato.
Non siamo tanto diversi.
Forse non siamo gemelli.
Ma tutti e due siamo nati per essere delle bambole.
Tu forse l’hai capito, e lo accetti.
Anch’io lo accetto.
Ma non sarò utilizzata per essere nessuno.
Io ora ho un nome, ho ricordi.
Anche se ho sempre paura che questi svaniscano nelle lacrime, nella pioggia.
Liquidi…
La nostra vita è sempre stata legata dai liquidi, che fossero pioggia, sangue…o lacrime…
Le lacrime delle vittime innocenti che abbiamo ucciso.
Ora sei li, sotto la pioggia.
Cosa vuoi da me?
Che cerchi da me?
Vuoi parlarmi?
O vuoi portarmi via con te?
Non posso ignorarti…ma non voglio che tu mi porti via da loro…
Per questo…se tu oserai portarmi via da loro io…
Io ti ucciderò, fratello mio…
In fondo mi hai sempre chiesto di ucciderti.
Ma non l’ho mai fatto.
Perché volevo che tu sapessi che ti voglio bene…
Nonostante per te io sia una traditrice, una bambola che on può provare ne amore, ne altro…
Io…ho sempre avvertito…che il mio sangue…e il tuo…
Erano liquidi…e quindi uguali…
Anche se qualcuno dirà sempre il contrario.
Tu ed io siamo gemelli.
Perché siamo nati nel liquido, nell’acqua.
Abbiamo vissuto nella pioggia e nelle lacrime.
E moriremo nel sangue…
Giusto, Elariel?”
Glielo chiese come se stesse parlando con lui in quel momento, osservandolo dalla finestra, lui non si muoveva di un centimetro.
Alla fine, Kisa indossò velocemente i pantaloni, una maglia pesante e le scarpe, mentre Hakuryu si svegliava, avvertendo dei leggeri movimenti sul letto, come dei fruscii.
L’unica cosa che riuscì a vedere, fu una figura dai capelli bianchi che chiudeva dietro di se la porta, chiamandola incuriosito.
-Kyu?-
Kisa uscì velocemente dalla locanda, la testa e i capelli nascosti dal cappuccio della maglia che indossava, mentre correva in direzione di quella figura.
Elariel era li, immobile, ad osservarla, i capelli appiccicati in parte al volto, in parte cadevano giù lungo la schiena.
Lei prese un profondo respiro per la corsa, per poi fermarsi ad osservarlo con sguardo tra il preoccupato e l’incuriosito.
All’improvviso, partì un ceffone, che colpì in pieno la guancia di Kisa, che avvertì un fortissimo bruciore sulla pelle, persino un dolore più forte al centro, dove si era formato un graffio.
Elariel le aveva dato uno schiaffo con tutta la sua forza, facendola arrossare immediatamente la guancia, sotto la pioggia, mentre entrambi si stavano bagnando.
-Sei solo una cretina…una deficiente…-
era fragile...
Aveva sentito chiaramente il suo sibilo spezzarsi dalla rabbia e dalla sofferenza.
Era fragile come lei…
La pioggia lo rendeva aggressivo e malinconico…
Che strano…come faceva a ricordarsi di tutte quelle cose…non lo sapeva…lo avvertiva…come un sesto senso…
Che strana sensazione…
Elariel intanto aveva rimesso la mano abbandonata al fianco, mentre Kisa avvertiva la guancia pulsargli, un graffietto sanguinava, il rossore si spargeva a macchia d’olio.
Elariel la fissò, con gli occhi spenti.
Poi si voltò, iniziando a camminare, permettendosi solo un altro sibilo.
-Seguimi-
e lei obbedì, alzando lo sguardo verso la finestra, notando in quel momento il piccolo drago bianco che sembrava chiamarla da dietro il vetro.
Lei alzò un dito, come per far silenzio.
“Dormono, non disturbarli.
Torno subito”
Il drago la osservò affiancare il demone, e si agitò, anche se la piccola gli aveva detto con quel gesto di fare silenzio, non poteva calmarsi.
Intanto, Kisa s’addentrava nei luoghi più poveri della città dove erano arrivati.
In quel quartiere le strane erano rovinate, e l’odore e il tanfo erano soffocanti anche sotto la pioggia.
Kisa alzò lo sguardo verso il fratello, era sempre più bagnato, e sembrava ignorare la sua presenza, mentre l’accompagnava tra i vicoli sporchi.
In quel momento, la gola si fece secca, nonostante la sua mente le stesse proponendo una serie di domande che voleva fare al fratello.
Aveva voglia di chiedergli tante cose.
Prima di tutto come stava.
Era certa che, durante la sua trasformazione, gli avesse fatto male…
Ma non riusciva a ricordarlo…però…
Avrebbe voluto sapere se ora stava bene.
Se la odiava.
E se la mamma lo amava ancora.
Quando la mamma sapeva che una delle sue bambole non faceva ciò che voleva, non gli voleva più bene.
Forse…era per questo che le aveva dato quello schiaffo.
E forse…tra quelle gocce di pioggia che scivolavano lungo il viso.
Si nascondevano lacrime…
…avrebbe voluto saperlo…
Eppure…non sapeva cosa dirgli…era come se la sua mente, quando tentava di parlare, si svuotasse, per poi riempirsi di nuovo.
…non era bella come sensazione…
Anzi…forse era anche soffocante…
Kisa respirò, inseguendo il fratello, che continuava la sua marcia imperterrito.
Chissà cosa pensava, che cosa avrebbe fatto adesso…
Si fermarono davanti ad una vecchia casa in via di crollare, la porta era un tessuto rovinato e strappato.
Elariel fece cenno a Kisa di passare per prima, ma prima che questa entrasse l’afferrò per il mento, portandola a bocca distanza dalla sua bocca.
-Devi stare sempre zitta, capito? Tutto quello che sto per fare non lo faccio per te…ma per la mamma…
sei la sua bambola preferita…purtroppo…-
…non mi ama…
Per un attimo, quel pensiero attraversò la sua mente, mentre Elariel abbondava quel mento, spingendola dentro e facendola cadere, il cappuccio fradicio cadde sulle spalle, rivelando la cascata di capelli candidi, la luce nella stanza era fioca, quasi nulla, e intorno a lei non c’erano ne mobili, ne nulla, mentre Elariel la teneva d’occhio entrando nella stanza, alzando la voce.
-Te l’ho portata-
Kisa si rialzò velocemente, ritrovandosi di fronte al più grande specchio che avesse mai visto, alto più di due metri, rotondo, che occupava tutta una parete davanti a lei, mentre da un’altra entrata coperta da una tenda ridotta ad uno straccio apparve una vecchia incappucciata, che sorrise gelida guardando la ragazzina, che tremò nel vedere il viso deforme della vecchia, tutto un lato la pelle era rovinata, piena di verruche e la pelle sfigurata, come se del fuoco o dell’acido ci fossero passati sopra, la pelle vicino all’occhio era tutta raggrinzita, mostrando la palla bianca con tutte le venuzze e l’iride nera come la pupilla, il sorriso appariva ancora più terrificante, dato che le labbra da una parte erano completamente andate rivelando denti gialli e rovinati.
-E così…sarebbe questa la bambola della grande Gyokumenkoshu…-
zoppicava, ed era gobba, mentre il cappuccio scendeva, rivelando capelli bianchissimi e lunghi, lisci come spaghetti, mentre le mani dalla pelle raggrinzita e molliccia toccava il viso di Kisa, che rimase impassibile, anche se era disgustata dal primo piano di quel volto.
La donna sorrise.
-Non ti preoccupare, bambina, vedrai che riuscirò a farti tornare come prima-
-Come prima?-
la vecchia sorrise, mentre un gesto del capo muoveva dei capelli rivelando delle orecchie di demone.
-Esattamente, come prima.
Senza ricordi, senza anima.
Senza ragione di esistere.
Come prima.
Ovvero…una bambola…perfetta…-
Kisa sentì il suo cuore accelerare, e con uno scatto fece per uscire da dove era entrata, ma Elariel la bloccò in tempo, sbatacchiandola di nuovo a terra.
-Non credere di poter fare la furba…-
la ragazzina si rialzò, e la vecchia ridacchiò, avvicinandosi allo specchio.
-Non puoi fare nulla, tu l’hai voluto…hai seguito tuo fratello…dunque…
La paura c’è dentro di te…e questo ci aiuterà a farti tornare come prima.
Così non vai proprio bene, Tiamat-
-IL MIO NOME è KISA!-
lo urlò, convinta delle sue parole, mentre la vecchia le lanciava un’occhiata gelida, Kisa si voltò verso il fratello, disperata.
“Ti prego, non voglio!!”
Elariel la osservò, prima di voltarsi ed ignorare quello sguardo, la ragazzina venne afferrata per il polso dalla mano della vecchia, che la trascinò verso lo specchio.
-Avvicinati, Tiamat, guarda lo specchio…-
la ragazzina lo osservò un po’ riluttante, la superficie era perfettamente liscia e lucente, nemmeno un’alone o n filo di polvere.
Tutto intorno aveva una decorazione in oro purissimo che lo circondavano.
La vecchia lo osservò.
-Lo sai che è magico?
Questo specchio permette di vedere il futuro…e il passato…
Avanti, prova a toccarlo…-
Kisa si rifiutò, indietreggiando di qualche paso, ma subito Elariel spazientito la spinse, facendola cadere verso lo specchio.
Avvertì qualcosa di gelido trapassarla, e spalancò gli occhi, rendendosi conto che poteva attraversare lo specchio!!
Avvertì la forza trascinante di questo spingerla dentro, ma con tutte le sue forze Kisa si ribellò, cadendo all’indietro, mentre la vecchia sorrideva, specchiandosi allo specchio.
Sotto lo sguardo della ragazzina, il riflesso della vecchia era quello di un demone dalla bellezza sconvolgente, i lunghi capelli argentati, il viso pallio e perfettamente liscio e gli occhi neri e cupi, che bramavano sangue.
-Come vedi, questo è il mio passato…dimmi, bambina…-
la vecchia si voltò verso la piccola, che per qualche secondo rimase sconvolta dal viso che ora aveva di fronte, mentre le parole della vecchia avevano una cadenza lenta ma dura.
-Non ti piacerebbe vedere il passato delle persone che tu dici di amare?-
Kisa guardò stupita la vecchia, prima di guardare lo specchio.
Vedere…il passato…
…no…
La ragazzina scosse la testa, rifiutandosi, mentre Elariel e la vecchia cercavano di trascinarla verso lo specchio.
-NON VOGLIO, NON VOGLIO!!-
alla fine, però, con uno sgambetto Elariel la buttò di nuovo nello specchio, la piccola si voltò, allungando una mano verso il demone.
-NO ELARIEL!! AIUTAMI!!
FRATELLO!! FRATELLO!!-
“Aiutami…”
Elariel osservò prima il viso, il braccio, la mano, e le dita che scomparivano, inghiottite dallo specchio, che ora rifletteva solo la sua immagine.
L’immagine di una bambola rovinata e anche rotta.
Una bambola…che non serviva più…


“Fa molto freddo qui dentro…non c’è luce…è troppo buio…ho paura…ho tanta paura…voglio tornare dai miei fratelli…voglio dormire abbracciata ad Hakkay, voglio svegliarmi domattina con Gojio che mi accarezzerà la testa, e Goku mi sorriderà e mi abbraccerà…mentre Sanzo mi guarderà…
Voglio tornare dai miei fratelli…
Elariel, fratello mio…perché mi hai fatto questo…
Fratelli miei…
…fratelli miei…”
Kisa avvertì gli occhi pizzicarle, ed aprì, avvertendo una forte luce colpirla…e attraversarla…
Si alzò di scatto, guardandosi intorno.
Non riconosceva il luogo…
Era…era su una strada…davanti a lei la foresta…e sopra…
Un cielo…un grande cielo…pieno di nuvole grigie pallide…
Neve…presto sarebbe nevicato…
La ragazzina si guardò attorno, stupita, per poi vedere davanti a se un uccellino, che volava all’impazzata.
L’avrebbe investita!!
…!...
L’uccellino trapassò il suo corpo, mentre Kisa spalancava gli occhi…
Cosa?
Non…non l’aveva colpito, l’aveva trapassata…
Il suo corpo…dov’era il suo corpo?
Kisa si guardò intorno, per poi avvertire qualcuno gridare.
Era una voce di sperata, familiare…
“EHI! C’è NESSUNO??
AIUTATEMI!! FATEMI USCIRE!!
VOGLIO USCIRE!!”
Questa voce…
“GOKU!”
la bambina sorrise, iniziando a correre, la strada la portava verso l’alto di una montagna. Alla fine della strada, c’era una grotta.
Kisa rallentò la corsa, fino a fermarsi.
Una grotta…le cui stalattiti formavano delle grandi sbarre…coperte da…pezzi di carta…sigilli…
La bambina guardò dentro la grotta, era così scura, non riusciva a vedere niente…
Provò a parlare, chiamando il ragazzo.
La sua voce era strana…sembrava debole…
-Goku? Sei qui?-
la bambina si sporse ancora, avvertendo poi qualcosa muoversi davanti a lei, nell’oscurità.
Sotto il suo sguardo, le apparve un ragazzino, più grande di lei, dai lunghi capelli castani e gli occhi dorati.
Al collo, ai polsi e alle caviglie portava delle catene che davano l’idea di essere davvero pesanti.
Un diadema dorato sulla fronte…
-GOKU!!-
Kisa sorrise, mentre il ragazzino si avvicinava alle sbarre, afferrandole con le mani.
-Goku! Fratellone aiutami! Mi hanno intrappolata in uno specchio!!
Goku, che ti hanno fatto? Perché hai queste catene?
Fratellone?-
il ragazzino osservò Kisa, la bambina ebbe l’impressione però…che fosse trasparente agl’occhi del ragazzo.
-…Goku?-
la bambina allungò una mano verso il volto di lui.
…sempre più vicino…
…vicinissimo…
…lo aveva trapassato…
Kisa spalancò gli occhi, mentre vedeva la mano scomparire dentro al volto del ragazzo, che allungò anche lui una mano, trapassando la spalla di Kisa, che rimase immobile, sconvolta.
Non la vedeva…non la poteva toccare…
…era…era forse un fantasma?
La bambina si voltò verso la direzione del braccio di Goku, mentre sopra di lei cadevano dei fiocchi di neve.
Un uccellino…un uccellino morto…
La bambina lo osservò sconvolta, mentre la mano di Goku sembrava tentare di afferrare quella creatura troppo lontana…
Kisa la osservò, prima di alzarsi di scatto, allontanandosi per vedere l’immagine d’insieme. Goku…incatenato…imprigionato in una grotta…piena di sigilli…

“Se questo posto si trovasse nel buio più profondo della terra, probabilmente adesso non desidererei il sole…”

E questa voce…
Perché…perché succede tutto questo?
Kisa corse verso la prigione, dove Goku ora era rannicchiato con aria piena di sofferenza.
Afferrò le stalattiti, gridando, anche se la sua voce era sfuocata.
-Cosa sta accadendo, COSA STA ACCADENDO!!??
BASTA BASTA!!
LIBERATE GOKU, LIBERATELO.
PERCHE LO TENETE PRIGIONIERO? NON HA FATTO NULLA!!-
-Ne sei convinta?-
Kisa si fermò, lasciando le stalattiti e guardandosi intorno, agl’occhi lacrime scendevano giù copiose, mentre si guardava intorno.
-Chi ha parlato?-
-Davvero credi che Goku non debba essere imprigionato?-
-Si! Goku è buono!! Lui mi vuole bene, è allegro e gentile con me!-
-…forse…-
dal nulla si formò uno squarcio nero, da cui apparve una figura, dalle grandi ali nere, che lasciò sbalordita Kisa.
Una figura dai capelli bianchi, una bambina di non più di dieci anni.
Dagl’occhi neri privi di sclera…
-Ma tu sei…-
-Sono te, Ying.
E ti dico che Goku è colpevole.
E’ un assassino…-


La vecchia passò una mano sullo specchio, assistendo divertita all’immagine di Kisa, sollevata da terra, svenuta, gli occhi socchiusi.
-Ci metterà un po’, ma poi vorrà dimenticare tutto-
-Sei sicura di quello che fai?-
la vecchia annuì, sorridendo.
-Non c’è niente di più terribile della verità…-


-Un’assasino?-
Ying annuì, indossava un corpetto nero con una gonna fatta a velo, tra i capelli aveva perle nere, e le ali grandi in quel momento erano piegate dietro la schiena.
-Si, lui è un’assassino.
Lui ha ucciso delle persone innocenti…e tu lo sai…-
Kisa scosse la testa, la rabbia e la disperazione le stavano facendo confondere, ma ora più che mai aveva nella mente l’immagine di un Goku allegro e sorridente che la stava chiamando.
-Ti sbagli.Goku uccide per sopravvivere!!-
-Questo è quello che vedi tu, adesso…ma prima…-
-Prima?-
Ying la guardò, gli occhi azzurri ora erano completamente neri, non c’era nemmeno la sclera.
-Prima Goku uccise le persone a se più care…perché è solo un essere nato per distruggere…-
Kisa scosse la testa, le lacrime erano scomparse dagl’occhi.
-No, io non ti credo-
-Non mi credi?
…e allora guarda…-
Ying spalancò le grandi ali nere, per poi richiuderle, dietro di lei…cadaveri…
Kisa osservò sconvolta i cadaveri su cadaveri…erano persone…erano persona come lei…
Ying era impassibile, mentre Kisa alzava lo sguardo.
Davanti alla bambina c’era Goku, doveva vere la sua età, i lunghi capelli castani liberi dal diadema che portava sulla fronte, gli occhi dorati brillavano come quelli di un pazzo.
Le mani erano sporche gocciolanti di sangue.
E lui…sorrideva…
-NOOO!!-
Kisa urlò contro quel Goku, che scomparve travolto come da un vertice d’aria, mentre Kisa scuoteva la testa.
-NON E’ VERO!!
NON CI CREDO NON CI CREDO!!
GOKU NON E’ UN ASSASSINO!!
Lui…lui è mio fratello…-
-Ciò che tu chiami fratello per 500 anni ha scontato la sua pena, vivendo imprigionato per tutto gli omicidi che ha compiuto-
-Non è vero…E’ UNA BUGIA!!-
Kisa urlò contro se stessa, che la guardò impassibile, spalancando di nuovo le ali.
-Se non credi alle mie parole…allora le immagini ti diranno la verità!-
Kisa guardò dietro le ali di Ying.
Davanti a loro due ora c’erano un ragazzino dagl’occhi e i capelli rosso sangue, seduto sul muro, lo sguardo terrorizzato, una guancia graffiata sanguinava.
E davanti a lui…una donna demone, pronta a colpirlo con un’ascia.
Kisa spalancò gli occhi, riconoscendo quei graffi alla guancia.
-GOJYO!!-
-E’ inutile che tenti di fermare quella donna…sono solo ricordi…-
Kisa si fermò, osservando Ying, che intanto osservava quelle immagini, mentre una voce a loro familiare parlava sommessamente.

“Mia madre…piangeva perché in me vedeva la fisionomia dell’uomo che amava…
…e l’ombra di una donna che non conosceva…”

Kisa spalancò gli occhi, sconvolta.

“Quanto a me, avrei accettato volentieri di morire…”

L’ascia volò velocemente verso il ragazzo, mentre Kisa lo guardava sconvolta, e Ying rimaneva impassibile…
-NOO! GOJYO NOO!!-

“…se questo avesse potuto cessare le sue lacrime…”

Kisa spalancò gli occhi, mentre vedeva del sangue schizzare via dal corpo della donna, di fronte al ragazzo dai capelli rossi ora c’era un altro ragazzo, più grande, che piangeva.

“Fratello…”

Kisa aveva osservato sconvolta la scena, la lama della spada del ragazza in lacrime era macchiata del sangue della propria madre, mentre Gojyo era immobile, mentre vedeva il ragazzo osservarlo…e poi andarsene da quella casa, lasciando solo il ragazzo dai capelli rossi…e il cadavere della donna…
Ying si avvicinò a Kisa, che tremava , i suoi occhi bloccati sull’immagine, ora ferma come un fotogramma.
-Gojyo è un figlio della Proibizione, quella era la sua matrigna, che aveva scoperto il suo uomo tradirla con un’altra…
Gojyo è stata la causa della sua pazzia, è colpa di quel ragazzo se quella donna soffriva e piangeva.
E’ colpa di quell’uomo dai capelli rossi che tu chiami fratello…se quella donna è morta…-
-no…no…-
Kisa scossa la testa, in lacrime, mentre si accasciava a terra…


-Ci siamo quasi, manca poco…la piccola si sta arrendendo…-
la vecchia passò una mano sul vetro, osservando la bambina, le ali nere stavano comparendo dietro alla sua schiena, facendola sanguinare.
Elariel la osservò con aria fredda e impassibile, mentre nella sua mente si delineava ancora quella scena.

-NO ELARIEL!! AIUTAMI!!
FRATELLO!! FRATELLO!!-

Fratello…
Stupida mocciosa…
Si sentì un colpo di pistola, il proiettile mancò di proposito lo specchio, mentre la donna anziana si metteva a difesa di questo, ed Elariel si preparava ad una lotta, davanti a lui comparve un bonzo biondo dagl’occhi viola bagnato fradicio, accanto a lui volava un draghetto bianco.
-Bene…spero che questo drago abbia avuto un buon motivo per svegliarmi a quest’ora e avermi fatto camminare sotto la pioggia portandomi in questa baracca…-

-Io non…non voglio crederci…-
stava versando lacrime per terra, mentre restava accovacciata in quella posizione, Ying era some seduta, la veste scendeva delicatamente sulle gambe magre e sul corpo acerbo da bambina, i capelli bianchi accarezzavano le spalle e la schiena, mentre le ali nere erano abbondante, le piume toccavano a terra, ed appariva solenne.
Guardò fredda e impassibile Kisa in lacrime, accasciata a terra, capelli formavano un’aurea attorno alla sue testa.
-Non ci credo…non è possibile…-
-E’ possibile…questa è la verità…
I tuoi ricordi sono solo illusioni, nate dalla tua volontà per fuggire alla realtà.
La realtà che tu sei solo una bambola, sei il mio contenitore…-
-Non è vero, IO VIVO!!-
-No, tu non vivi.
Tu esisti…è diverso-
Kisa guardò la creatura che aveva preso le sue sembianze, e ringhiò, digrignando i denti.
-Io non ti credo, tutto quello che mi hai detto sono solo bugie!!
SEI UNA BUGIARDA!! IO MI CHIAMO KISA, E VIVO!!
E tu…sei solo un parassita!-
Ying rimase impassibile alla provocazione della bambina, che si stava asciugando le lacrime.
-Un parassita?
Forse…
Ma quelle che dico non sono bugie.
I tuoi “fratelli” sono degl’assassini-
-NO!-
-No?
Allora guarda il tuo fratello dagl’occhi verdi-
“Hakkay!”
Kisa sobbalzò, mentre Ying scompariva, apparendo dietro di lei, mentre la bambina spalancava le iridi azzurre, osservando sconvolta la scena.
Vistose chiazze di sangue lungo le pareti.
I mobili, le stoviglie, bicchieri…tutto distrutto…
E cadaveri…tanti cadaveri sparsi per la grande stanza tra mobili distrutti o pezzi di vetro, profonde ferite in bella mostra, mentre il sangue decorava il tutto.
Kisa si guardò intorno, una mano alla bocca.
Poi avvertì una voce dietro di lei e si voltò.
Hakkay…
Portava i capelli lunghi, ed era tutto imbrattato…
…in mano aveva un pugnale…dalla lama lunga…e sporca di rosso…
-Kanan…perdonami…e pensare che dicevo di amarti…!
Queste mani…sono tutte rosse…-
Kisa lo osservò sconvolta, notando le grandi macchie di sangue fresco, e le mani sozze.
-Verrò a salvarti Kanan!
Io ti salverò!-

“E’ come se avessi perso la mia natura umana…”

Ying si fece avanti, affiancando una Kisa immobile e incapace di parlare.
-Il suo primo peccato…è stato quello di amare sua sorella maggiore…un rapporto incestuoso…
E poi…quando ha saputo che gli avevano portato via la persona amata…
…ha ucciso prima i genitori di lei…
…e poi…-
“E poi?”
Kisa non glielo chiese, anche perché si aspettava la prossima scena, e si voltò di nuovo, dietro di se vide un muro…e dei piedi…
Alzò lo sguardo…

“Il rumore della pioggia…è come un fischio nelle orecchie…”

Un demone morto era appeso al muro, la lama conficcata in bocca che trapassava il cranio e s’incastrava nel muro, tutto adorno sangue, come grandi ali rotte…
E poi un altro demone morto, altro sangue…
E Hakkay, che lasciava cadere a terra la sua ennesima vittima…
Ying parlò ancora, mentre Kisa assisteva a tutto questo impotente.
-Un demone aveva rapito la sua amante.
Lui è andato a riprenderla, uccidendo 999 demoni…-
999
Kisa spalancò gli occhi, per poi partire all’inseguimento di Hakkay, che si era allontanato.

“Il fischio è così forte…che mi sembra d’impazzire”

Raggiunse una scalinata in discesa, mentre avvertiva delle voci.
Una…era quella di Hakkay…l’altra…era della donna che lui chiamava Kanan…
-Ora torniamo a casa Kanan, io ti proteggerò!!-
-E’ troppo tardi ormai Gono…-
-Cosa?-
Kisa corse sempre più in fretta, rischiando di cadere, raggiungendo la stanza, davanti a lei una gabbia, con una donna…dalla sua parte c’era Hakkay…
E la donna oltre le sbarre…sorrideva…e piangeva…
-…addio per sempre, Gono!-
la lama del pugnale…trapassò il corpo della donna, sotto lo sguardo sconvolto di Kisa.
-KANAN!!!-

“UCCIDETEMI…CHE QUALCUNO MI UCCIDA!!!”

-La sorella di colui che tu chiami Hakkay è morta…perché nel suo grembo portava il seme del demone che l’aveva rapita…
…quell’uomo non ha saputo proteggerla…e questo ha segnato la sua fine…-
Kisa scosse il capo, per poi voltarsi, avvertendo un’altra presenza.
Un demone…Kisa si voltò verso Hakkay…
…e vide il volto di un assassino…di un essere…che ormai era morto…


Un altro colpo di pistola, Elariel velocemente, lo schivò, mentre la vecchia si metteva a difesa dello specchio, il sangue ormai colava giù copiosamente dalla schiena di Kisa, le sue ali stavano raggiungendo la totale espansione.
-Manca poco!! Presto riavremo Tiamat!-
Elariel cercò di far perdere tempo al bonzo, colpendolo con una serie di attacchi, e facendogli anche lo sgambetto, sbattendolo a terra.
Hakuryu cercò d’intervenire, ma con uno schiaffo Elariel lo scaraventò via, facendolo svenire.
Sanzo avvertì il corpo di Elariel su di se, pronto a sferrargli il colpo di grazia.
-Crepa-
-SANZO!!-
il, bastone di Goku lo raggiunse in tempo, colpendo Elariel, mentre Sanzo si rialzava, afferrando al volo la pistola che Gojyo gli aveva lanciato.
Hakkay si avvicinò ad Hakuryu, il draghetto era svenuto.
Goku si guardò intorno, prima di vedere la vecchia, e poi lo specchio, dentro di questo la bambina.
-KISA!-
-Ehi, ma come ha fatto?-
-State indietro!!-
la vecchia alzò le mani, dal nulla una serie di stalattiti bloccavano il passaggio verso lo specchio, rischiando di colpire Gojyo e Goku, mentre la vecchia accarezzava il vetro dello specchio, nel suo riflesso il suo meraviglioso volto da giovane.
E oltre…il male stava rinascendo…


Kisa assistette al combattimento sconvolta, restando inerme di fronte a quello scontro, un demone era apparso dal nulla, ed ora stava ferendo Hakkay, facendolo crollare a terra…
-Oh, a proposito, conosco una leggenda molto interessante.
Un essere umano bagnato dal sangue di mille demoni…diventa demone a sua volta…
Visto che ci siamo, perché non provare?-
Kisa osservò il demone tagliarsi la vena di un polso con la spada che impugnava, facendo sgorgare il sangue sul corpo di Hakkay con fare incuriosito e anche…divertito…
-Forse io potrei essere il millesimo…-
una sensazione…di soffocamento…
qualcosa attraversa le vene, qualcosa di estraneo…
…e si appropria del tuo cuore…
Attraversa il corpo, arrivando del cervello, è un dolore acuto che ti spacca il cranio…
Poi…i nervi dei muscoli impazziscono, sei travolto da quella terribile sensazione…
Sembra…sembra che qualcosa voglia uscire dal tuo corpo…
Qualcosa di violento…
Qualcosa che non riesci a controllare…
E fa male…fa molto male…
Così tanto che urli…
Mentre il demone invece ride, ride divertito, provocandoti…
-Come ci si sente ad entrare nelle schiere di coloro che hanno violentato la tua donna?-
Kisa sentì il respiro mozzarsi.
No, non lo controllava più.
E’ un dolore che travolge come un mare in tempesta…
E anneghi nella furia, nella disperazione…
Non sei tu a volerlo, il tuo cervello non ti ordina questo… Istinto, si chiama istinto..
Si chiama rabbia.
Si chiama dolore…
Si chiama…
-Omicidio…-
Ying assistette alla scena così come Kisa vide la mano di Hakkay trapassare il corpo del demone con furia, prima di lasciarlo cadere a terra, ora Hakkay era ricoperto di sangue…
-Come vedi…anche la persona che ti ha abbracciato e portato via con se…è solo un assassino…-
Hakkay…è un assassino…
Goku…è un assassino…
Gojyo…è un assassino…
…Sanzo…
-Lo è-
Kisa ormai aveva gli occhi vuoti, stanchi, non tratteneva più le lacrime.
I suoi sogni…si stavano infrangendo davanti a quelle immagini…
Tutto quel sangue…la stava sommergendo…stava affogando in tutti quei ricordi…
E i suoi ricordi…si rompevano…così come oggetti delicati abbandonati, lasciati cadere a terra…
Come vetro…si frantumavano…
E non aveva altro che cocci come resti…
-Vuoi vederlo?-
Ying guardò la testa di Kisa, che annuì.
“Io non smetterò di non credere…”
“Hai gia smesso…”
Kisa si voltò, ma Ying era scomparsa, ora c’era solo un rato, davanti a lei un tempio, e sopra di lei…
La pioggia, che attraversava il suo corpo, senza riuscire a bagnarla…
Pioveva…pioveva tanto…
Kisa si guardò intorno, per poi vedere delle ombre furtiva avvicinarsi al tempio.
La ragazza sentì qualcosa scattarsi, e corse verso il tempio, aveva notato una porta scorrevole aperta.
Salì sul pavimento in legno liscio, entrando nella stanza.
Fretta, aveva tanta fretta, temeva di non riuscire a fare in tempo.
Guardò le due figure dentro la stanza…
Un bonzo…e un ragazzino…
Il ragazzino…era…
-Sanzo…-
qualcosa fuori dalla stanza s’infranse, fermando il ragionamento di Kisa, che di colpo avvertì un lampo accecarla, un demone aveva spalancato la porta, ed aveva alzato una spada, pronto a colpire i ragazzo, che rimase immobile, sconvolto.
L’avrebbe ucciso…l’avrebbe ucciso…

“Avevo qualcosa di caro da proteggere…
E quando lo persi…mi resi conto che ognuno di noi è troppo impegnato a difendere se stesso per pensare agl’altri…
Così…”

Una figura oscurò quella di Sanzo, mentre Kisa osservava la scena, che diventava sempre più lenta, fino a diventare immobile.
Che la uccise definitivamente…

“Pensai…”Voglio qualcosa che non devo difendere”…”


Elariel era messo alle strette, ma la svecchiagli dava man forte, mentre metteva KO Hakkay e Gojyo, Goku era al limite delle forze così come Elariel, mentre Sanzo tentava di colpire lo specchio, ormai la figura di Kisa era adornata dalle gigantesche ali nere del suo alter Ego, e presto anche gli occhi si sarebbero oscurati.
E allora…
Sarebbe morta, totalmente…
Sanzo tentò di colpire ancora una volta lo specchio, ma un’altra stalattite, fermò la corsa della pallottola, mentre la donna rideva sguaiatamente.
-E’ inutile, non colpirai mai lo specchio ne me…non finché sarò viva…
E comunque…ormai è troppo tardi, Ying è risorta…guarda se non mi credi!-
La donna fece per mostrare al bonzo la figura, ma dalla mano uscirono una serie di fiammate che fecero arretrare il bonzo, fin o a farlo cadere spalle al muro, ormai erano lui e la vecchia, la pistola gli era scappata di mano, raggiungendo lo specchio e i piedi di Kisa, che però sembrava non riuscire a sentire niente…


-Che ti avevo detto?
Sono tutti degl’assassini…hanno ucciso coloro che amavano…oppure hanno fatto in modo che essi si uccidessero per loro…
Non provano amore…sono solo degl’egoisti…-
la mano di Ying toccò la spalla di Kisa, che rimaneva immobile, ascoltando le parole della sua nemesi.
-Con me tu sarai al sicuro…
Il tuo destino è di esistere per me…
Non c’è nulla…al mondo…per te…-
nulla…


Una mano volò, colpendo sonoramente con uno schiaffo la guancia di Ying, che spalancò gli occhi stupita, sconvolta…
La nemesi si toccò la guancia, per poi voltarsi verso Kisa, che con un gesto della mano distrusse la scena, che era rimasta immobile a quel particolare, distruggendo il volto di Sanzo in lacrime, distruggendo tutto, come se rompesse uno specchio.
-Si, hai ragione, sono degl’assassini…
E hai anche ragione nel dire che sono egoisti…
Ma…
A me francamente non m’interessa…
Perché sono un’assassina anch’io, ho ucciso tante persone…
E anch’io sono un’egoista, non m’interessa più di cosa gli è capitato prima di conoscermi, non m’interessa quanto hanno sofferto, non potranno mi paragonarlo al mio…
E dicendo questo, ri-confermo che sono pienamente egoista, penso solo a me stessa.
Alla mia felicità.
E la felicità delle cose che mi appartengono.
E loro sono i MIEI fratelli.
Non m’importa se una volta hanno sofferto.
Ora non soffrono.
E finché potrò.
FARO’ IN MODO CHE NON SOFFRANNO NE A CAUSA TUA NE A CAUSA DI TUTTO QUESTO.
PERCHE IO LI AMO, HAI CAPITO?
E PERCHE IO SONO FORTE, E VOGLIO PROTEGGERLI.
IO LI AMO, IO VOGLIO PROTEGGERLI.
E QUESTA E’ LA MIA FORZA.
NON M’IMPORTA SE LORO NON MI VOGLIONO BENE O SE TUTTO QUELLO CHE STO VIVENDO E’ SOLO UNA MIA ILLUSIONE.
A me…va bene così…
Perché sono felice…
Perciò…ora…
Torna dentro di me…
Perché così io li amo…
Anche tu li ami…
Tu sei me…-
Kisa abbracciò di colpo Ying, che spalancò gli occhi, lasciando scivolare una lacrima, mentre un tatuaggio, un cerchio bianco luminoso sulla fronte apparve.
Ed urlò.

“In Ying c’è del Yang, così come nel Yang c’è del Ying.
Perché se no non esisterebbe equilibrio…
Forse io sono sbagliata…ma io voglio continuare a vivere, non m’interessa del giudizio degl’altri…
E’ una mia scelta…-

Di colpo si vide una fortissime luce, proprio nello stesso istante in cui la vecchi,a afferrando la pistola del bonzo, stava per sparargli addosso.
Dallo specchio sembrò fuoriuscire qualcosa, mentre un rumore acquoso si sparse per la stanza.
Poi si sentì lo sparo.
Ma Sanzo non sentì il colpo…ma un corpo caldo che l’avvolgeva…
Guardò sotto di se…e vide…Kisa…che gli sorrideva, i grandi occhi azzurri erano limpidi…
E le sue grandi ali nere lo avevano protetto dal colpo…
La vecchia lasciò cadere la pistola, sconvolta…
Mentre Kisa lasciò scappare un lamento, una delle ali era stata colpita e sanguinava leggermente…
-Come…COM’è POSSIBILE??-
Kisa si alzò, la sua ala ferita sanguinava, mentre si voltava verso la vecchia, seria, afferrando con tutte e due le mani la pistola, per restituirla poi al bonzo.
-Io mi chiamo Kisa…e VIVO-
la ragazzina si voltò di n uovo verso la vecchia, sorridendo tranquilla, per poi aprire una mano davanti alla donna, e un’ondata travolse l’anziana, facendola assorbire nello specchio.
Poi…Sanzo sparò un colpo, distruggendo lo specchio in tanti pezzi, frantumandolo.
Elariel, intanto, aveva assistito alla scena…poi era scappato, sconvolto…mentre quel grido si alzava ancora nella sua mente…

FRATELLO

Lentamente le ali di Kisa penetrarono di nuovo nella sua schiena, il sangue non sgorgava, e la ferita si era rimarginata da sola.
La piccola si voltò verso Sanzo, che sbuffò, guardandola.
-Mocciosa, non hai proprio niente da dire?-
la piccola scosse la testa, sorridendo, mentre gli altri si alzavano in piedi, la piccola corse verso Hakkay, che reggeva Hakuryu.
-Come sta?-
-Non preoccuparti, si riprenderà presto…-
lei sorrise, annuendo, per poi voltarsi un raggio di sole.
-E’ L’ALBA!!-
la piccola uscì fuori verso il cielo, che si tingeva di rosa e rosso, per poi raggiungere i toni chiari dell’azzurro, la pioggia era finita, e una leggera nebbiolina che si era alzata si stava dissipando.
-Bene, allora aspettiamo che Hakuryu si svegli e poi ripartiamo-
-ALLORA ANDIAMO A FARE COLAZIONE!!-
-Ma sei un pozzo senza fondo, stupida scimmia-
-Non chiamarmi scimmia, KAPPA!-
-Non comincerete di prima mattina, vero?-
Kisa ridacchiò, per poi vedere accanto a se la figura di Hakkay, che le tendeva la mano.
-Li raggiungiamo?-
lei annuì, afferrando la mano e trascinando con se Hakkay, per poi avvertire Goku abbracciarla, correndo con lei, Gojyo le fece un buffetto sulla testa, mentre lei sorrideva di fronte a quella mattina che si preannunciava calda.
Sanzo la guardò tranquillo, mentre si accendeva una sigaretta, mentre di colpo spingeva Goku.
-Non mi acchiappi!!!-
la piccola iniziò a correre, seguita dal ragazzo, mentre Gojyo commentava divertito e Hakkay sorrideva.
-Ma tu guarda che mocciosi!-
-Ehi, muovetevi!!-
-Adesso arriviamo!!-


(Fatto!
Uff! Che sfacchinata!!
Il testo all’inizio del capitolo con relativa traduzione è la sigla finale di Wolf’s rain.
Un bacio a tutti!!
Meiko)

  
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