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Autore: Chiaba    06/10/2014    1 recensioni
Le due protagoniste sono Barbara e Chiara, ragazze ventunenni che raccontano le loro storie dal momento in cui sono arrivate in una delle località più belle al mondo, Roma.
Entrambe attraverseranno mille ostacoli nella magica città che le aiuteranno a crescere; ma riusciranno le due a realizzare il loro unico desiderio di vivere una vita perfetta con il principe azzurro e trovare il lavoro che hanno sempre sognato?
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Il sabato successivo.

Pov Barbara

Sono in piedi dalle 5.30 per aiutare Michele a mettere nelle valigie le ultime cose.
L'appuntamento è sotto casa dei suoi genitori alle 6.30 per poi raggiungere i colleghi con i loro figli all'aeroporto.
«Dove alloggerete?» gli chiedo mentre gli passo l'ultimo maglione.
«Abbiamo uno chalet lì. Credo anche gli altri.»
«Davvero?» chiedo esaltata.
«Si!» mi conferma sorridendo.
«Oddio è bellissimo! Amo gli chalet!»
Mi sorride. Poi, mi fa appoggiare la testa al suo petto mentre mi abbraccia.
Socchiudo gli occhi e comincio a fantasticare.
Mi piacerebbe passare qualche giorno di neve lì, mano nella mano, sotto una copertina di lana e di fronte a un camino che emana calore per le stanze.
Tutto questo mentre progettiamo il nostro futuro.
«Sarebbe stato un sogno portarti.» mi sussurra sospirando.
Ho annuito abbassando un po' lo sguardo.
«Ho ricattato papà dicendogli che non sarei andato senza te, ma alla fine... Bhe, ha vinto lui... Sa sempre come darmi torto.»
«Non ti preoccupare...» gli ho detto lasciando un sorriso sforzato, giusto per tranquillizzarlo.
In realtà ci resto male ogni volta che vengo rifiutata, ma evito di farglielo capire, anche se lo si intende.
«Fatti sentire.» gli dico sorridendogli.
«Non avrai un minuto libero.» mi dice lasciandomi un bacio sulla fronte e cullandomi un po'.
Restiamo abbracciati per un paio di minuti, poi alzo lo sguardo e vedo l'ora.
Erano le 6.15. Dobbiamo muoverci altrimenti tarda all'appuntamento con i suoi.
«Amore andiamo, è tardi.»
Mi sono staccata, ma lui mi ha tirata di nuovo a sé.
«Possono aspettare... E poi, non voglio nemmeno andarci! Riuscirò a convincere mio padre prima o poi. O noi o nessuno.»
Gli sorrido. Mi basta sentire queste dolci parole per farmi riprendere.
Chiara ha ragione. Che m'importa se suo padre non mi accetta? Io ho fatto il possibile, ma alla fine è Michele ciò che conta.
Arrivati nel parcheggio condominiale, lo aiuto a far scendere una delle sue due valigie dal portabagagli.
«Ovviamente sarebbe inutile dirti che se ti serve la mia auto, puoi benissimo prenderla senza chiedere.», mi dice prima di lasciarmi un bacio.
Sentiamo le voci dei suoi genitori ed entrambi ci giriamo.
«Sei in ritardo di 5 minuti.» sottolinea il padre nervosamente.
Mi avvicino per salutarlo, ma non faccio in tempo che si volta per prendere la valigia.
«Michele prendi l'altra, mettila nella mia auto e andiamocene. Fai presto. Non intrattenerti.»
Intanto, la madre che mi ha già vista, si avvicina a braccia aperte per salutarmi.
Le vado in contro ricambiando l'abbraccio.
È una donna dolcissima. L'opposto di suo marito.
Quelle poche volte che ci siamo viste, mi ha sempre raccontato le avventure di Michele di quanto era piccolo e ogni volta, abbiamo riso un sacco mentre lui la pregava di zittirsi.
«Come sta?» le chiedo sorridendo.
«Bene, te?»
«Bene! È da tanto che non la vedo...»
Mi manca parlare con lei.
«Vieni a trovarci qualche volta!»
Non vedo l'ora!
Torna Michele mettendosi entrambe sotto il braccio.
«Papà è già in macchina. Ha fretta di partire oggi.» dice sbuffando alla madre.
«È nervoso! Guidi te, vero?» gli chiede la madre.
«Si, guido io.»
«Va bene. Intanto che vi salutate, lo trattengo il più possibile.» ci assicura.
La ringrazio salutandola calorosamente prima che Michele ci interrompa per riabbracciarmi.
«Non ci hai fatte salutare adeguatamente.» gli bisbiglio.
«Ma dai! Preferisci perdere tempo per salutarla piuttosto che stare con me?» mi domanda divertito.
«Taci scemo...»
Gli sorrido lasciandogli un bacio.
«Come mi hai chiamato?» mi chiede ridacchiando.
«Vai altrimenti si arrabbiano...»
Mi ribacia per qualche attimo prima di allontanarsi.
Qualche ora più tardi, intorno alle 15, vado a prendere Chiara per farci un giro.
«Ciao Chiara!» la saluto mentre entra in macchina.
«Ciao Bà! Nuova la macchina?» mi dice guardandosi attorno.
«No, no. È di Michele! Me l'ha prestata prima di partire, ma ho intenzione di usarla solo adesso.»
Non devo assolutamente fare un graffio. Gli piacciono un sacco le macchine.
Se mai dovessi perderlo in un ipermercato per esempio, so già dove trovarlo. Nel reparto per le auto o dove vendono i giornalini, sempre sul quel genere lì.
«Dov'è andato di bello?» mi chiede.
«A Cortina d'Ampezzo sempre con i genitori & Co.»
«E perché non sei con lui?»
Questa domanda me la sarei aspettata, ma non so nemmeno io cosa dire.
Per un attimo, fingo di essere troppo concentrata nel guardare la strada.
«Lo sai, il padre...» dico tutto d'un fiato.
«Uff... Comunque dove andiamo di bello?»
«Centro commerciale, ti va? È da tanto che non facciamo shopping insieme.»
«Si dai! Così mi fai conoscere qualche altro posto di Roma dove fare shopping!»
«Con molto piacere!»
È sempre la stessa Chiara. Pazza per lo shopping proprio come me!
Continuiamo a chiacchierare fino ad arrivare finalmente al centro commerciale.
«Molto carino questo posto...» mi dice guardandosi attorno quasi incantata.
«E caldo soprattutto!» dico aspirando un velo di fiato sulle mani.
«Infatti... Che dici resterà qualcosa nel mio portafoglio oggi?»
«Me lo chiedo anch'io...»
Camminiamo per un po' continuando a raccontarci qualcosa. Ridiamo, scherziamo.
È bello passare del tempo assieme alla tua migliore amica. Specialmente quando non la vedi da anni, di argomenti ce ne sono eccome.
Improvvisamente afferro Chiara dal braccio e la trascino subito alla vetrina di un negozio dove c'erano già gli addobbi natalizi.
«Chiara guarda! Babbo Natale nella sfera! Con la neve che cade!» dico indicando l'oggetto come una bambina.
«Che carine anche queste ghirlande!» dice esaltata.
Mi piace il Natale proprio perché fa tornare bambini tutti quanti. Nessuno escluso!
«Dovremmo cominciare a comprare gli addobbi per la casa e soprattutto i regali per Luca e Michele!» annuncio con esaltazione.
«Già da adesso?» mi chiede perplessa e ridendo.
«È metà novembre! Siamo in ritardo! Tu cosa pensi di prendergli?»
Mi piace acquistare i regali molto tempo prima.
«Non ho la più pallida idea... Tu hai pensato a qualcosa?»
«Si più o meno... Sto cercando un Babbo Natale piccolino che cammini per poi lasciargli un regalino nel sacco, ma non so ancora cosa metterci dentro...»
«Oh che carino... Beh io in realtà avrei già un regalo per Luca...»
«Ah davvero? Cosa?» le chiedo fortemente incuriosita.
«Non è niente di sicuro però...»
«Un week-end da qualche parte?»
«Sarebbe bellissimo ma no...»
Alzo lo sguardo e noto che siamo proprio davanti alla Chicco. Si è fermata apposta qui. Adesso è tutto chiaro.
Mi volto verso di lei con le lacrime agli occhi.
«Sei incinta!» dico a voce alta.
Vedo la gente girarsi e una coppietta di anziani le fa gli auguri.
«Può darsi...» mi dice sorridendo e imbarazzata dalle persone girate.
«È fantastico Chiara! Ma non hai ancora fatto il test?» chiedo abbassando un po' la voce adesso.
«No, non ancora. Voglio farlo il prima possibile però.»
Mi prende sotto il braccio facendomi allontanare da quel posto dove tutti ormai sapevano la sua notizia.
«Allora che aspetti? Andiamo a prenderne uno!» le propongo indicandole la Farmacia.
«Andrò a prenderlo lunedì.»
«Perché non adesso?»
«Voglio aspettare ancora qualche giorno.» 
«Va bene!»
Questa volta non mi ha sentito nessuno, ma devo abbassare un altro po' la voce.
«Oddio il mio primo test...» dice emozionandosi.
Sarà bellissimo condividere con lei il momento in cui vedrà la striscetta rosa.
«Si! Ti rendi conto? Diventerò 'zia'!»
Non vedo l'ora di prendere in braccio 'mio nipote', di giocare con lui, di dargli da mangiare, di essere chiamata 'zia'.
Spero di diventare la sua zietta preferita con la quale potrà confidarsi su tutto...
«Si però potrebbe anche essere un semplicissimo ritardo.» mi dice per non illudersi.
«In tal caso ci riprovate, no?» ribatto.
«Mh... si... cioè non credo che a Luca piacerebbe...»
«Non ne avete mai parlato?»
«No, non è mai successo...»
Strano. Non è da Chiara non parlare di bambini con una persona.
«Perché non provi ad accennargli qualcosa? Magari non adesso visto che state da poco. Un conto è che accada tutto 'per errore', un altro è che sia stato desiderato da entrambi.»
«Luca non è il tipo di persona che vuole sistemarsi già da ora.»
«Effettivamente c'è tempo per avere dei bambini. Forse vuole trovare un lavoro migliore.»
«Probabile... Comunque facciamo un salto in questo negozio?» mi propone indicandomi un negozio di make-up.
«Ok!»
Come potrei dirle di no?
«Allora andiamo!»
Dopo essere entrate in qualche negozio di arredamento, di elettronica, di make-up, arriva il momento dell'abbigliamento.
Ci proviamo qualche capo.
Arriva il turno di Chiara.
Esce dal camerino aspettando un mio commento.
La guardo per un po' da testa a piedi e restando a bocca aperta.
«Questo vestito piacerà a Luca!» le dico emozionata.
«Dici?» chiede voltandosi di fronte allo specchio per vedere il retro.
«Si! Perché non lo metti quando festeggerete il vostro primo mese insieme? Sicuramente ti porterà a cena! Anche Michele ha fatto così!»
«Non ne sono convinta... piuttosto gliela porterò io la cena...»
Ecco la solita Chiara. C'è bisogno di tirarle un po' il morale.
«Non essere pessimista! Ti porterà da qualche parte, sicuro.»
«Mi accontenterei anche di una cena a lume di candela a casa nostra!»
«Oh si! Che carine!»
«Già...che ne pensi di questa borsa?»
«Con quel vestito è perfetta!»
Torna nel suo camerino per cambiarsi, poi continuiamo a gironzolare per l'ipermercato.

Pov Chiara        

Siamo in macchina da ormai dieci minuti circa e sono davvero contenta di aver passato un pomeriggio di solo shopping e chiacchiere con Barbara.
Stiamo tornando le stesse ragazze che eravamo un tempo e questo mi fa solo piacere.
Mentre aspettiamo al semaforo rosso, Barbara ne approfitta per mandare un messaggio al suo Michele.
Solo guardando i suoi occhi mentre contatta il ragazzo, si può benissimo notare che è al livello avanzato dell'innamoramento.
Decisamente superiore a quello tra me e Luca... ma ci stiamo lavorando su!
Ad un tratto la mia amica alza il volume della radio e mentre riparte, si gira e mi guarda.
È Jovanotti che canta "Baciami ancora", la canzone che io e Barbara amavamo intonare a squarciagola nei nostri "Sanremo-time" quando eravamo ancora due adolescenti ingenuamente innamorate.
Ricordando i nostri piccoli concerti, la guardo e sorrido in automatico.
Ricambia il sorriso e continuando a guardare la strada si schiarisce la voce.
Ho già capito cosa ha intenzione di fare.
Al ritornello infatti, ecco Barbara che accompagna il mitico Jovanotti nella sua canzone.
Scoppio a ridere vedendo le espressioni buffe che fa e dopo pochi secondi inizio a cantare anch'io.
Mi sembra di aver fatto un piccolo salto indietro nel tempo. Era troppo bello quel periodo.
Purtroppo la canzone finisce troppo presto e scoppiamo entrambe in una fragorosa risata per la nostra performance.
Siamo ferme ad un altro semaforo e riesco a scorgere un'auto a me familiare.
«Bà ma quello è Luca?» dico stringendo gli occhi per guardare meglio.
«Dove?»
Si guarda attorno.
«Nella macchina...» 
«Quale macchina? Ce ne sono minimo cinquanta qui...»
Mi ero dimenticata che non conoscesse la macchina di Luca.
«Si si, è proprio quella...» affermo quasi sicura.
«Bene...» dice continuando a cercare.
«Ecco sta accostando... forse ci ha viste!» dico slacciando la mia cintura di sicurezza.
«E ora Chiara scappa da lui...» asserisce ridacchiando.
«No, no... va bene si... torno a casa con lui!» confesso sorridendo e prendendo la mia borsa. 
«Come previsto...» dice sorridendo.
«Bene allora grazie del pomeriggio! Ci sentiamo dopo!» le comunico impaziente di vedere il mio fidanzato.
«Ok... a dopo! Ciao!» mi saluta sorridendo.
Scendo dalla macchina e tenendo sempre lo sguardo sulla vettura di Luca, continuo a camminare.
Ma mentre sto per attraversare, un numero indefinito di macchine mi taglia la strada.
Perfetto! È buio e non si vede niente.
Finalmente riesco ad attraversare e camminando, cerco l'automobile del mio Luca.
Eccola lì. Sono sicura che sia quella la macchina, infatti lo vedo mentre chiude lo sportello.
Sorridendo mi avvicino a lui.
Che però non sembra avermi vista.
Confusa continuo ad avanzare verso il mio fidanzato.
Gira intorno alla macchina e si ferma dall'altra parte del veicolo.
Sta aprendo l'altro sportello.
In questo momento sto sperando con tutto il mio cuore di vedere male.
Dall'auto è appena scesa una ragazza.
"Calmati Chiara. Forse è solo sua sorella!" mi dico tranquillizzandomi e cercando di essere ottimista.
Le mie gambe si stanno immobilizzando.
Con tutta la forza di volontà che ho, m'impongo di arrivare più vicino.
"Sarà sicuramente sua sorella." mi ripeto quasi convincendomi.
Peccato che Luca stia baciando sua sorella. Sulla bocca.
"Ok, Chiara quella lì non è sua sorella." dico con gli occhi già pieni di lacrime e il cuore quasi rotto.
Sono ferma lì a vedere la scena svilupparsi.
Il bacio si moltiplica in tanti altri baci.
E io sono qui ferma immobile a guardarli tutti.
Quasi quasi do anche una valutazione. Sono molto bravi. Si vede che si amano.
Ed ecco che confusione, rabbia e delusione si uniscono.
Manca solo che inizi a piangere e abbiamo completato.
Ah, ma io sto già piangendo! Non me ne ero neanche accorta.
Perfetto allora è tutto al completo.
Mi sembra tanto un déjà vu...
Asciugo velocemente le lacrime e con tutta la rabbia che ho in corpo in questo momento mi avvicino ai due.
«Luca...» dico mentre ordino in mente tutto ciò che voglio dirgli.
Vedo i due che continuano a baciarsi.
Probabilmente l'ho detto sussurrando e non me ne sono neanche accorta.
Oddio sembra tutto surreale.
«LUCA!» forse adesso ho urlato un po' troppo.
Infatti i due smettono e si girano verso di me.
«Chiara...» dice Luca quasi infastidito mentre si lecca le labbra.
Ah beh... lui è infastidito. Non fa una piega. Certo...
«È una tua amica?» gli chiede all'orecchio la ragazza per non farsi sentire e guardandomi da testa a piedi.
Peccato che io abbia sentito.
«No... è una conoscente...» dice Luca guardandomi male.
Vuole farmi sentire anche in colpa. Mi sembra giusto.
«Si infatti... ci conosciamo appena...» dico trattenendomi le lacrime.
Mi giro e sono pronta per andarmene.
Avrei voluto sentire la tipica frase "Aspetta! Posso spiegarti...", ma sono sicura che non la sentirò.
Mi volto di nuovo e sono ancora fermi lì mentre parlano. Probabilmente parlano di questa "conoscente" che è sbucata fuori dal nulla.
«Ah Luca... dimenticavo!» dico facendo la svampita.
Luca non dice nulla però mi manda un'occhiata truce.
«Tra otto mesi diventerai papà! Sono incinta!» dico fingendo un sorriso.
Non reggo più e senza neanche vedere le reazioni dei due me ne vado facendo fermare la fila di macchine.
Inizio a piangere. O forse continuo a farlo.
Adesso il mio cuore è di nuovo a pezzi. Ma pezzi talmente piccoli che sembrano quasi polvere.
Non so cosa fare né dove andare. Vorrei solo sparire dal mondo.
Sono ferma in mezzo alla strada e sento un clacson vicino a me.
Mi volto e con gli occhi annebbiati dalle lacrime pronte ad uscire, riesco a vedere Barbara.
Salgo velocemente nell'auto e chiudo lo sportello sbattendolo.
«Scusami Bà...» dico tra le lacrime e i singhiozzi indicando lo sportello.
Barbara mi abbraccia e, facendo colare il mascara mentre piango, cerco di spiegarle l'accaduto.
«Che ne diresti di fare un pigiama party?» mi propone esaltata e passandomi un fazzolettino dalla sua borsa.
«Non mi va.» dico soffiandomi il naso.
«Perfetto! Ti presto io il pigiama! Tanto Michele non c'è.» dice mettendo in moto la macchina e ignorando completamente la mia risposta.
«No davvero...» le provo a ripetere che non ho voglia di fare nulla.
«Si, davvero! Quale maschera facciamo?» continua la mia amica mentre guida.
Resto a guardarla per qualche secondo.
Ad un tratto sorrido. So che lo fa per me. Per farmi sentire meglio.
«Hai l'argilla?» chiedo asciugandomi gli occhi e tirando su col naso.
«Certo che si.» dice guardandomi e sorridendo prima di tornare a concentrarsi sulla strada.
«Grazie.» le dico scoppiando di nuovo a piangere ripensando alla scena vissuta prima.
«Dai Chiaretta ora non ti commuovere!» dice sorridendo.
Scoppio a ridere tra le lacrime.
Questo è sempre stato il compito di Barbara.
Dopo qualche minuto arriviamo a casa sua, dove ha inizio il più pazzo pigiama party della mia vita.
   
 
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