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Autore: valetralla    06/10/2014    3 recensioni
...improvvisamente quel succo sulle mani le sembrava bruciare, incollando insieme le dita, impedendo loro di muoversi liberamente. Un odore metallico le raggiunse il naso.
Juno è l'adorata, la docile figlia dell'uomo più potente di Panem, il quale la cresce e la educa per divenire in futuro la sua più forte alleata. E lei ne è felice e onorata. Un viaggio cambierà tutto. Così come l'amore.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Suzanne Collins ; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Plutarch Heavensbee, Presidente Snow, Seneca Crane, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Bubbles


Every now and then the stars align
Boy and girl meet by the great design
Could it be that you and me are the lucky ones?
Lucky Ones - Lana Del Rey
 
 
- Manca davvero pochissimo all'inizio della 72° edizione degli Hunger Games: solo quattro settimane ci separano dal momento in cui scopriremo i volti dei ventiquattro nuovi valorosi Tributi che ci terranno compagnia per questa nuova , fantastica stagione dei Giochi!
Ceasar Flickerman si sentiva davvero in forma quella sera, complice il nuovo colore di capelli che sfoggiava per la prima volta proprio durante quella diretta, di uno stroboscopico verde smeraldo, il quale risaltava intensamente sotto le luci dello studio televisivo poste in posizioni strategiche. Era davvero soddisfatto del lavoro svolto dai suoi hair stylist: l'effetto in video di quelle ciocche colorate, che controllava ad intervalli regolari dagli schermi di cui era circondato il palco, rispecchiava esattamente quello che aveva richiesto.
Se lo sentiva: quell'anno avrebbe presentato uno spettacolo grandioso.
- Quante novità e succose curiosità per questa Edizione che, ancor prima di cominciare ufficialmente, promette già di divenire una tra le più memorabili di sempre!
Quasi non stava più nella pelle: mai gli erano capitate così tante buone nuove da raccontare nell'arco di un unico show. Sentiva l'ansia crescergli nel petto, appesantendolo: non era sicuro di avere abbastanza tempo per poter sviscerare tutti gli argomenti ed intervistare ogni singolo ospite. Respirò a fondo e si impose di mantenere la calma. Guardò il suo pubblico applaudirlo con frenesia: il suono scrosciante delle mani che battevano fragorosamente rimbalzava sulle pareti e confluiva sul palco. Da sotto le suole delle scarpe argentate poteva sentirlo vibrare. Quante persone al mondo riuscivano a far tremare un intero edificio con poche parole ed un solo sorriso?
- Quest' anno è stato sicuramente un anno carico di emozioni...
Ripassò mentalmente la scaletta della serata, gli argomenti che avrebbe dovuto trattare, i personaggi da introdurre, gli approfondimenti... Non ce l'avrebbe mai fatta a condensare tutto in sole tre ore. Forse, se gli ascolti fossero stati alti, gli avrebbero concesso di sforare. Era bravo nel suo lavoro, lo faceva da decenni: aveva fiducia di riuscire a non vedersi costretto a cancellare qualche servizio.
- Ma devo ammettere, miei cari amici, che ho avuto paura.
Il pubblico intero trattenne il fiato. Paura di cosa? Cosa si era lasciata sfuggire quella mandria di testoline multicolore?
Che effetto fai alla gente, Ceasar! Giri e rigiri le masse con un semplice cambio di intonazione della voce. Si ricordò in un lampo perché faceva e amava quel lavoro. E anche perché era il migliore.
- Paura di vedermi soffiare il posto dalla rivelazione televisiva dell' anno!
Il pubblico si lasciò andare ad una chiassosa risata, seguito dal suo anfitrione. Si stava parlando di televisione, non si erano persi nulla, erano preparati in materia.
- In diretta per noi dalla Dimora Presidenziale, cittadini e cittadine, salutate calorosamente il nostro Vice Procuratore Snow!
Dallo schermo più grande comparve il viso sorridente di Juno, intenta ad agitare elegantemente la mano.
- Buonasera! Salve Ceasar! - salutò non appena si fu smorzato il clamore dell' applauso dal pubblico. - È un piacere essere con voi, seppur non fisicamente...
- Miss Snow, - si intromise il presentatore. - mi permetta di sottolineare quanto radiosa la trovi stasera. Dico davvero, sono sinceramente colpito dalla sua bellezza...
Dallo studio si sollevarono mormorii di approvazione, mentre Juno, appoggiandosi una mano sul cuore, rispose:
- Oh, Ceasar... Come potrei prendere il posto di chi fa complimenti così aggraziati. Da chi li riceverei poi?
- Sono salvo! - esclamò il presentatore, passandosi teatralmente una mano sulla fronte. - Miss Snow, perché non ci racconta come è andata questa prima stagione di riprese dal Tribunale?
- Egregiamente, direi! Sebbene la responsabilità di mostrare a tutta Panem la realtà del nostro lavoro al Ministero fosse molto alta, credo di poter affermare di aver fatto, insieme a tutto il team, un buon lavoro: senza nessun tipo di filtro, abbiamo provato come il nostro sistema sia un insieme funzionante di ingranaggi ben oliati ed in perfetta sincronia. Ogni cittadino ora ne è consapevole perché lo ha potuto vedere!
- Ci aspettano altre due dirette prima della pausa dovuta alla stagione dei Giochi, dico bene?
- Esattamente Ceasar, e consiglio a tutti di non perderle per nessun motivo! Ho in serbo per voi qualcosa di eccezionale per il Gran Finale...
 
 
- Sono così poco presente dagli schermi televisivi da aver bisogno di fare comparsate al Ceasar's Show?
Terminate le riprese dallo Studio Presidenziale, da dove era stata trasmessa la sua intervista, Juno si diresse al salotto dove un compiaciuto Presidente la attendeva con l'intenzione di poter godere e commentare con la figlia il resto dello spettacolo.
- Bambina, hai comunque evitato di recartisi di persona. Non è già qualcosa? - le rispose calmo, porgendole una tazza di tè.
La ragazza accettò di buon grado la bevanda calda mentre, togliendosi le scarpe, si abbandonò alla comodità dell'ampio divano.
- Non abbandoni davvero mai la tua diplomazia da politicante, o sbaglio? - osservandolo da sopra la sottile tazza in ceramica, Juno diresse al padre un fulmineo occhiolino, prima di distendere le gambe ed appoggiare i piedi scalzi sul piano in cristallo del basso tavolino.
- Non sarei dove sono ora senza la mia diplomazia, mia cara.
Bevvero il loro tè in silenzio per un po', osservando le sgargianti immagini che si rincorrevano sullo schermo del televisor.
Come aveva promesso l' anchorman, l'intero show si dimostrò un susseguirsi ininterrotto di ospiti e servizi: l'intervista di Juno fu solo un assaggio, la prima di una lunga serie. Ben presto l'ampio palco dello studio si trasformò in un immenso salotto dove esperti, celebrità (presunte o tali) e personalità di spicco della Capitale si inserivano tra un approfondimento e un frivolo pettegolezzo. Ovviamente, i pronostici per gli ormai prossimi Hunger Games si sprecavano, e tutti sembravano avere un'opinione a riguardo. Ma quale maggiore autorità in materia interpellare per soddisfare la famelica curiosità delle migliaia di occhi incollati allo schermo, se non il Capo Stratega in persona?
Al televisor, un fiducioso Seneca Crane si dirigeva a passi decisi verso la mano che Flickerman gli porgeva, attraversando lo studio con fare sicuro e rilassato.
Un leggero sorriso le sollevò un angolo della bocca quando gli occhi dello Stratega, incrociando la lente di una telecamera, sembravano aver guardato proprio in sua direzione. Juno non poté fare a meno di appoggiare i piedi a terra ed assumere una posizione più composta, come se potesse essere effettivamente vista dall'uomo. Appoggiò con noncuranza un gomito alla testiera del divano, sostenendosi il capo leggermente inclinato con la mano, l'espressione del viso rilassata intenta a mostrare un disinvolto interesse per l'intervista. Appariva calma, controllata, placida, quasi come l'uomo che diligentemente stava rispondendo una dopo l'altra alle domande postegli da Ceasar. In realtà un crescente calore le formicolava il petto, rendendo quasi impossibile resistere all'impulso di sorridere sfacciatamente allo schermo.
 
Pochi giorni prima...
 
Prima dell'inevitabile caos che ogni anno conseguiva all'inizio della stagione dei Giochi, Juno e Seneca decisero fosse davvero il caso di dedicarsi un'intera serata per loro stessi: presto il lavoro dell'uno e gli obblighi istituzionali dell'altra li avrebbero oberati di impegni inderogabili, ed entrambi sentivano forte il desiderio di ritrovare l'atmosfera conviviale e la tranquillità delle vuote strade della Capitale dopo la loro prima cena.
In un piccolo teatro, non molto frequentato e situato ai confini della città, si esibiva uno dei pochi circhi itineranti esistenti a Panem. Non era certo la compagnia più famosa o numerosa, ma senza dubbio il loro spettacolo, fatto di luci, acrobati, musiche ed imponenti bolle di sapone, risultava essere tra i più magici ed evocativi nel suo genere. Godersi lo spettacolo rifugiati all'interno di uno dei palchetti privati del teatro, lontano da occhi indiscreti e occhiate curiose, era parsa ad entrambi un'eccellente idea ed un perfetto surrogato al vagheggiare per le vie del centro: i preparativi e l'eccitazione crescente per l'imminente inizio della Stagione dei Giochi aveva riempito le strade di tecnici al lavoro e cittadini in fibrillazione che avrebbero reso impossibile passeggiare in tutta calma. E la vista del nuovo Capo Stratega, il deus ex machina alla guida dello sport nazionale, non avrebbe certo aiutato.
- Te lo immagini? Un'intera folla adorante che al motto di "Stratega Crane!" non si fermerebbe di fronte a niente pur di riuscire a toccare l'orlo della tua giacca. - disse Juno mentre insieme al compagno di serata si accomodava sulla piccola poltroncina in velluto rosso. - Non potrei fare nulla, se non lasciare che ti portino via, in corteo sollevato sopra le loro teste...
- Sovrastimi la mia popolarità.- rispose Seneca, unendosi alla risata della ragazza. - E poi sono convinto che sfoderando la tua autorità e minacciando tutti di far loro causa non esiterebbero a farmi cadere a terra...
- Che splendida accoppiata,- aggiunse Juno, accendendosi una sigaretta e porgendone una all'uomo.- lo Stratega e l'Inquisitrice! Croce e delizia dell'intera Panem.
Pur mantenendole negli incontri pubblici, quando erano soli le formalità tra di loro erano cadute da tempo: non si davano più del lei da quando, alla caffetteria del Ministero delle Giustizia, una Juno incredibilmente in ritardo e sommersa di cartelle, aveva rovesciato i caffè di entrambi sugli immacolati calzoni di Seneca, rovinandoli irrimediabilmente. Fortunatamente Senio, frugando tra gli abiti portati per le dirette dal Tribunale, riuscì a trovarne un paio che aveva tenuto da parte per sé: di un eccentrico verde acido e una lunghezza che a malapena riusciva a coprire le caviglie dello Stratega, erano pur sempre meglio di nulla. E un pomeriggio passato col rischio di scoppiare a ridere in faccia a chiunque, al pensiero di uno sconsolato Seneca "all'ultima moda", per Juno era decisamente molto meglio di nulla.
-Grazie di aver accettato l'invito per stasera. Avevo davvero bisogno di un po' di pace... L'ultimo grande respiro prima di tuffarmi a capofitto nel mio ruolo.- disse riconoscente Seneca.
- Oh, è stato un sollievo avere una buona scusa per disertare il cocktail organizzato dalle mogli dei ministri! Sono sicura si divertiranno un mondo nel formulare fantasiose congetture sul mio rifiuto... Immagina le loro facce quando scopriranno che sono con te! - Juno si voltò in direzione dell'uomo, il volto contratto in una grottesca parodia di un viso sorpreso. - E poi avevo voglia di vederti. Di vederti come si deve.
Le luci del teatro gradualmente si spensero, lasciando solo le braci delle sigarette ad illuminare per brevi attimi le labbra dei fumatori. Juno e Seneca spensero le loro, consentendo al buio di celarli ed ammantarli. Una soffice musica si diffuse dagli altoparlanti, carezzando con le proprie vibrazioni i corpi degli spettatori, e contribuendo a rendere l'atmosfera ovattata e piena. Dal palco delicatissime luci multicolore fluttuavano a mezz'aria, andandosi a riflettere su una cascata di bolle di sapone provenienti dalle quinte. Qualcuna di loro, scioltasi dal gruppo, raggiungeva i palchi più alti: Juno con un dito cercò di toccarne una che galleggiava poco distante dal suo naso, e quando questa esplose uno spruzzo di finissime goccioline le imperlò le gote, costringendola a chiudere gli occhi per pochi attimi. Gli acrobati nel frattempo erano comparsi come ombre sul palco, misteriose figure mute dai talenti alla ragione impossibili.
Seneca non li guardava: osservava il profilo della donna al suo fianco risaltare sulla luce opalescente; poteva distinguerne ogni singolo capello stagliarsi sugli albori dello spettacolo, le ciglia muoversi allo sbattere delle palpebre, il contorno delle labbra definirsi. Studiò quel volto più e più volte, cercando di fissare tutti quei particolari nella sua mente, non volendosene perdere o dimenticare nessuno. La trovava così bella, non corrotta dai volgari espedienti con i quali tutte le altre donne martoriavano il proprio corpo. Espedienti da cui egli stesso si era fatto affascinare. Lui e Juno erano creature così simili da risultare affini, ma al tempo stesso era convinto di aver trovato in lei qualcosa in grado di renderla unica. Sapeva di stare per compiere una pazzia.
Juno guardava ammirata le eccezionali esibizioni degli artisti sul palco, quando sentì Seneca avvicinarsi. Si voltò per accertarsi che fosse tutto a posto, ma si ritrovò con il volto dello Stratega a pochi centimetri dal suo, così vicino da vederne solo gli occhi azzurrissimi. Il proprio riflesso compariva in quelle iridi, per un attimo offuscate da un'ombra di esitazione.
Eliminando l'esigua distanza tra loro, Seneca posò un leggero bacio sulle labbra dischiuse di Juno. E mentre racchiudeva tra le mani il viso della ragazza, a quel timido bacio ne seguì un secondo ed un terzo, ciascuno teso ad assaporare sempre più quel momento di spontanea intimità. E quando infine i due si separarono, con in bocca ognuno il sapore dell'altro, appoggiando la fronte a quella dell'uomo e circondando con le dita i polsi delle mani che ancora le sostenevano il capo, Juno sussurrò:
- Cominciavo a temere non l'avresti mai più fatto...
 
 
La voce di Ceasar Flickerman la distolse dal ricordo che ancora le scorreva vivido davanti agli occhi. Juno si accorse di avere la pelle d'oca.
- La sua posizione, Mr. Crane, le consente di avere amicizie importanti! - continuò il presentatore, eccitato dall'occasione di poter parlare di un argomento così succulento. - A tal proposito, è stato visto spesso in compagnia della figlia del nostro Presidente, e avrà sicuramente avuto occasione di conoscerla a fondo. Che impressione le fa poter interloquire con una delle star, nonché alto funzionario di giustizia, di Capitol City?
- Mi considero un uomo estremamente fortunato. - non ebbe esitazione a rispondere lo Stratega. - Miss Snow è una persona straordinaria.
Sia Juno che il padre sorridevano ora apertamente allo schermo del televisor.
 
 
-_-_-_-_-_-
 
Writer's corner
 
Aaaaawww l'amore! Tempo fa non mi sarei mai immaginata a scrivere una scenetta così romantica: ho sempre aborrito i romanzi "rosa" (ad eccezione di zia Austen, che non si tocca, e pochi altri titoli), e mi ritengo un'ignorantona nel descrivere situazioni romantiche, come questo primo bacio tra i nostri due eroi. È stato interessante constatare quanto imbarazzo ho provato nello scrivere quelle righe, quasi mi sentissi una volgare voyeur...
Spero che il risultato sia soddisfacente! Fatemi sapere che ne pensate, custodirò i vostri consigli come gemme preziose!
Grazie per essere passati! 
  
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