Capitolo
16- “Il
primo duello per un’amica”
-Crowler, si
calmi!-disse Sheppard pacatamente, cercando di far placare
l’uomo.
-Mi meraviglio
di lei, cancelliere! Come fa a credere ad una cosa del genere?!
Inoltre, è
stato uno Slifer a dirlo!-continuò il vice-cancelliere.
-Questo cosa
c’entra? Chumley sarà anche uno Slifer, ma non
mentirebbe mai. Inoltre, anche
Yomi ha ammesso che è stato Makoto.-sottolineò il
cancelliere.
-Sì, ma-
-A prescindere
da tutto ciò, resta comunque un fatto grave che uno studente
sia finito in
infermeria, vittima di bullismo. Makoto o no, dobbiamo prendere
provvedimenti.-si intromise Banner, interrompendo il dottor Crowler, il
quale,
per tutta risposta, gli lanciò un’occhiataccia.
Faraone, che come sempre si
trovava tra le braccia dell’uomo, sbadigliò
rumorosamente. Il professore
mormorò qualcosa al grasso felino, che iniziò a
fissarlo con i suoi soliti
occhi del tutto inespressivi.
-Il professor
Banner ha perfettamente ragione. Non possiamo lasciare che succeda di
nuovo. Dobbiamo
prendere provvedimenti! Non voglio che i miei studenti finiscano in
infermeria…-anche la professoressa Fontaine era
d’accordo con il collega.
“Adesso ci si
mette pure lei? Solo perché la vittima é una
ragazza del dormitorio femminile…
Non capisco come fanno a fidarsi di quella Slifer. Potrebbe essersi
inventata
tutto per mettere in cattiva luce Makoto. Dopotutto, lui è
il miglior duellante
di tutta l’Accademia…” pensò
indignato il vice-cancelliere. Non sopportava
quando qualcuno accusava uno dei suoi ragazzi, soprattutto se era uno
dei suoi
pupilli.
-Non la capisco,
signorina Fontaine. Come fa ad essere sicura che la ragazza e
l’altro Slifer
non si siano inventati tutto?-chiese Crowler, cercando di non alzare
troppo il
tono della voce, per non irritare la professoressa.
-E lei come fa ad
essere tanto sicuro che Makoto sia innocente?-chiese a sua volta la
donna,
cercando di nascondere l’indignazione che la domanda del
collega aveva fatto
nascere.
-Bè…
Ecco…-l’uomo dal buffo accento non sapeva cosa
rispondere.
La donna
sorrise, compiaciuta di aver messo in difficoltà il
vice-cancelliere. Non
sopportava quando l’uomo metteva in discussione la parola
degli studenti del
dormitorio rosso. Per lei gli studenti erano tutti uguali e li aveva
sempre
trattati nel solito modo, senza fare differenze. Crowler, invece,
preferiva di
gran lunga gli studenti del dormitorio blu e non aveva mai fatto nulla
per
nascondere questa sua preferenza. Anzi, si divertiva a tormentare i
poveri
Slifer durante le sue lezioni.
-Comunque è
sufficiente chiamare Makoto e chiedere spiegazioni.-continuò
la donna,
rivolgendosi agli altri colleghi.
Sheppard annuì.
Era perfettamente d’accordo con la giovane professoressa.
-Adesso non ci
rimane che pensare ad una punizione
esemplare…-continuò poi il cancelliere,
grattandosi pensieroso la testa pelata.
-E se non fosse
stato Makoto?-chiese Crowler, alzandosi di nuovo in piedi.
-La cosa non
cambia. Dobbiamo comunque pensare a come punirlo.-disse Banner,
volgendosi
verso il collega biondo. Poi rivolto agli altri, chiese:
-Quindi, come
procediamo?
Per diversi
secondi la stanza cadde nel silenzio più totale.
-Potremmo
espellerlo.-propose un insegnante, dopo qualche minuto.
-Non saprei…
Forse si tratta di una punizione un po’ troppo
eccessiva…-mormorò pensieroso
Sheppard.
-Non direi.
Anche il gesto è grave; non credo che l’espulsione
sia eccessiva…-commentò
Banner.
-Non sappiamo
nemmeno come si è svolto il fatto... Potrebbe benissimo
essere colpa di
entrambi.
Crowler si era
di nuovo intromesso per difendere il suo amato studente. La donna si
spazientì del
tutto e, alzandosi in piedi, accusò il collega di
favoritismo.
-Possibile che
lei debba sempre comportarsi così, quando di mezzo
c’è un ragazzo del
dormitorio blu?!
Il
vice-cancelliere indietreggiò con la sedia, più
per la sorpresa che per altro.
Era la prima volta da quando Fontaine era giunta in Accademia, che
alzava la
voce nei confronti di qualcuno.
-Adesso cercate
di calmarvi, tutti quanti! Non sappiamo ancora di preciso cosa sia
successo,
però la ragazza è stata picchiata e su questo non
ci piove. Dobbiamo decidere
cosa fare e come punire l’aggressore. E se viene fuori che in
parte la colpa è
anche di Yomi, puniremo anche lei.-disse Sheppard con tono autoritario,
mettendo fine a quegli inutili battibecchi.
-Potremmo
declassarlo. Se è un Obelisk o un Ra possiamo declassarlo al
dormitorio rosso.
Credo che per molti questa punizione sia anche peggiore di una
espulsione. In
questo modo, se vorrà ritornare al dormitorio originale,
dovrà darsi parecchio
da fare. Inoltre, la sua vita al dormitorio rosso potrebbe diventare
molto,
molto difficile...-propose Banner, sorridendo da dietro gli occhiali.
Aveva
ignorato la discussione dei suoi due colleghi ed aveva continuato a
pensare per
tutto il tempo a come risolvere il problema.
-Mmh… Sì, credo
che possa andare bene… Ma se fosse del dormitorio rosso? Non
possiamo
declassarlo ulteriormente…-sottolineò
l’uomo pelato.
-In tal caso, lo
bocceremo. Se sarà costretto a ripetere l’anno,
forse non avrà più tanta voglia
di fare il bulletto.-disse pacatamente l’uomo dai lunghi
capelli corvini,
continuando ad accarezzare il gatto grassoccio.
Il cancelliere
si prese qualche minuto di silenzio per pensare. Poi disse che
l’idea non era
male e che avrebbero agito in quel modo.
-Grazie per la
collaborazione, a tutti quanti! Crowler, lei rimanga pure. Gli altri
possono
tornare alle loro attività.-disse Sheppard rivolgendosi ai
presenti.
Non appena gli
altri insegnanti furono usciti, il cancelliere si rivolse a Crowler,
chiedendogli
di andare a chiamare Makoto.
-Dobbiamo
assolutamente parlargli.-aggiunse poi.
Il
vice-cancelliere fece un cenno d’assenso ed uscì
dall’ufficio, ancora indignato
per il modo in cui avevano trattato il suo adorato studente. Sheppard
lo guardò
uscire, scuotendo la testa di fronte all’ottusità
del suo braccio destro.
“Non cambierà
mai! Dovrebbe imparare che gli studenti sono tutti uguali e vanno
trattati nel
solito modo, invece… Non so come fargli capire che i ragazzi
del dormitorio
rosso sono studenti come gli altri. Prima o poi,
imparerà!”
Era rimasto solo
da diversi minuti, quando sentì bussare alla porta.
-Cancelliere,
abbiamo un problema!-esclamò Atticus castano, entrando di
getto nell’ufficio
dell’uomo.
-Atticus?
Yusuke? E’ successo qualcos’altro?-fece
l’uomo pelato, squadrando i due giovani
e cercando di nascondere la sua preoccupazione.
-Si tratta di
quello che è successo a Yomi. Ci ha raccontato quello che le
ha fatto… Dovrebbe
ascoltarci!-disse Yusuke, avanzando di qualche passo.
-Sono
tutt’orecchi! Ditemi pure…-rispose Sheppard,
pronto ad ascoltare il racconto
dei due.
****
Yomi
e Zane
stavano camminando il più velocemente possibile, facendosi
largo tra gli
studenti dell’Accademia.
-Cosa hai
intenzione di fare?-chiese la ragazza, mentre attraversavano il
corridoio del
secondo piano.
-Non ti
preoccupare; non gli permetterò di farti del
male…-le rispose l’altro.
-Non mi sto
preoccupando…-commentò la Slifer a bassa voce.
-Mi dispiace di
metterti in pericolo… Sarebbe stato molto meglio se non ti
portavo con me.
-Tanto sarei
venuta lo stesso!
-Lo so…
“Si sta realmente
preoccupando per me? Non capisco perché lo
faccia… Non è da lui!” pensò
la
ragazza, guardandolo.
-Se le cose si
mettono male, abbandonami pure.-fece l’altro, mentre scendeva
le scale del
primo piano.
-Non se ne
parla! Non ti lascio da solo!
-Potrebbe
diventare troppo pericoloso…
-Non m’importa!
Io non ti abbandono!-esclamò la ragazza, fermandosi di colpo
a metà scalinata.
Zane si voltò, stupito.
-Siamo amici,
giusto? Perché dovrei abbandonarti?
-Perché Makoto è
pericoloso…-mormorò l’altro, abbassando
lo sguardo.
-Questo non è un
motivo!
-Potrebbe farti
del male e-
-Guardami in
faccia!
L’Obelisk alzò
gli occhi verso l’amica, sorpreso. Era la prima volta che lei
si comportava in
quel modo e il Kaiser non se l’aspettava. Non credeva che
potesse essere
testarda fino a quel punto.
-Non voglio che
ti faccia del male…
-Nemmeno
io!-esclamò Yomi, continuando a fissarlo dritto negli occhi.
Zane distolse lo
sguardo e si voltò dall’altra parte. Non era
abituato a vederla da quella
prospettiva e si sentiva leggermente a disagio. Era più alto
di lei di quasi
venti centimetri e di solito era lui che la guardava
dall’alto; quella volta,
invece, era diverso. Nonostante la differenza di altezza, lo studente
si
trovava quattro gradini sotto la ragazza e per guardarla in volto era
costretto
ad alzare la testa. E da quella prospettiva riusciva a scorgere alcuni
suoi
tratti che non era abituato a vedere.
-L’avevi
promesso…-fece, poi.
-E’ inutile che
tu insista! Io non ti abbandono! E se ti rifiuti di portarmi con te, ti
seguirò
lo stesso!-esclamò Yomi, scendendo i quattro gradini che li
separavano.
Zane si voltò
leggermente per guardarla, poi mormorò:
-Sei un’idiota…
La Slifer, per
tutta risposta, gli fece la linguaccia, poi riprese a camminare, come
se niente
fosse. Il Kaiser la guardò per qualche secondo, poi
sospirò e la seguì.
Ormai erano
giunti al piano terra e non avevano trovato alcuna traccia del ragazzo;
sembrava
che si fosse volatilizzato nel nulla. Avevano chiesto a diversi
studenti, ma
nessuno era in grado di dire dove fosse finito il miglior duellante di
tutta
l’Accademia. Non appena svoltarono l’angolo per
imboccare il corridoio che
portava all’arena, lo intravidero fermo davanti alla porta,
come se niente
fosse.
Non appena lo
vide, Zane trattenne Yomi per un braccio, per impedirgli di avventarsi
sullo
studente, e la costrinse a nascondersi dietro l’angolo.
-Perché mi hai
fermata?-chiese la giovane contrariata.
-Perché ti
saresti avventata su di lui per picchiarlo…
-Mi sembra
ovvio!
-Cerca di
calmarti…-le disse l’Obelisk, continuando a
tenerla per un braccio.
-Come puoi
chiedermi-
-Prima di
affrontarlo, voglio che tu ti calmi. Capisco che tu sia infuriata, ma
devi
promettermi che cercherai di mantenere i nervi saldi e lascerai fare a
me.
Makoto non è stupido, sono sicuro che abbia escogitato un
modo per farla franca
e l’ultima cosa che voglio è che ci riesca.
-…
-Non posso
lasciare che resti in Accademia…
-Ok, ho capito.
Cercherò di non reagire…
Zane fece un
cenno d’assenso e diede una leggera pacca sulla testa della
ragazza; poi si
diresse verso Makoto. Yomi lo seguì, titubante. Non era
ancora sicura del fatto
che fosse una buona idea. Inoltre, non sapeva cosa avesse intenzione di
fare
Zane e l’idea di non sapere cosa frullasse nella testa
dell’Obelisk, la rendeva
oltremodo ansiosa. E la vista dello studente del terzo anno le stava
facendo
salire di nuovo la paura.
“Non ho niente
di cui avere paura… C’è Zane con me;
andrà tutto bene! Non ho niente di cui
preoccuparmi… Devo solo fidarmi di lui!”
pensò la ragazza, mentre seguiva, a
debita distanza, l’amico del secondo anno.
-Makoto!-esclamò
l’Obelisk, mentre si avvicinava all’altro duellante.
-Zane? Non è da
te cercarmi…-disse l’altro, mentre sorrideva
spavaldamente. Poi si accorse
della presenza della Slifer e la sua espressione si oscurò
per un attimo.
-Devo parlarti
un attimo. In privato.-esordì l’Obelisk del
secondo anno.
-In
privato?-chiese Makoto, lanciando una rapida occhiata alla Slifer. Poi,
sorridendo:-Ok, non c’è problema. Andiamo
all’arena dei duelli? Sono sicuro che
in questo momento sia vuota...
Detto questo, il
biondo precedette i due verso la stanza dei duelli, facendo loro segno
di
seguirlo. Una volta dentro, si voltò verso Zane e Yomi. I
due studenti si
accorsero subito che la sua espressione era cambiata radicalmente; non
sorrideva più e sembrava alquanto scocciato.
-Bè, che diavolo
volete?-ringhiò il biondo, alzando la voce.
-Yomi mi ha
detto cosa è successo…-iniziò cauto il
giovane dai capelli blu.
-Oh, ma davvero!
Che farò adesso? Sono proprio nei guai!-esclamò,
sarcastico, il bullo. Poi
scoppiò a ridere sguaiatamente.
-Se fossi in te
non riderei…
-Pensate davvero
che la cosa mi interessi? Poveri idioti! Zane, da te non me
l’aspettavo proprio!
La stupidità di Atticus deve essere contagiosa! Forse
è meglio che prenda
precauzioni… Non voglio contrarre anch’io il suo
morbo!-fece l’altro,
continuando a sghignazzare.
-I professori
sono a conoscenza di tutta la faccenda…-continuò,
calmo, l’altro Obelisk,
ignorando completamente i commenti sarcastici di Makoto.
-E allora?
Crowler non crederà mai ad una storia simile e la colpa
finirà per ricadere su
di lei. Mi dispiace, ma non avete ottenuto proprio nulla! Anzi, come
minimo
sarà lei ad essere espulsa!-il biondo iniziò di
nuovo a sghignazzare.
-Cosa te lo fa
pensare?-chiese Zane, fissandolo dritto negli occhi.
-Ma cosa stai
dicendo?!
-Crowler sarà
anche il vice-cancelliere, ma non spetta a lui l’ultima
parola. Sheppard non è
così ingenuo e Yomi non è così
violenta da fare a pugni con la gente…
-Non è violenta,
dici? Sbaglio, o è stata lei la prima ad attaccare briga con
Jonouchi?
-In realtà, la
colpa era soprattutto di Jonouchi. E questa volta la situazione
è diversa! La
vittima è lei e dato che hai cercato di violentarla, pensi
davvero che Crowler
continui a difenderti? Finché si trattava di fare il bullo
con gli Slifer, di
rubare le carte rare che possedevano o il pranzo, poteva anche
proteggerti. Ma
dopo quello che hai fatto oggi, non ci sarà niente che ti
potrà salvare.
Tantomeno Crowler.
Makoto indietreggiò
leggermente. Stava iniziando a dubitare della sua immunità.
Stava iniziando a
pensare che probabilmente questa volta non l’avrebbe fatta
franca.
-Maledetta
puttana! Sei andata a spifferare tutto ai professori! A quanto pare, le
puttanelle rimangono puttanelle fino alla fine! E tu sei anche della
peggior
specie!
-Non hai alcun
diritto di parlarmi in quel modo!-esclamò Yomi, cercando di
mantenere la calma.
Si stava arrabbiando e stava facendo un grande sforzo per non perdere
del tutto
la pazienza. Non voleva complicare ulteriormente la situazione ed
inoltre aveva
promesso a Zane che si sarebbe controllata.
-Ma sentitela!
Sentiamo, cosa dovresti essere, se non una puttana? Guardati! Sei
circondata di
uomini, esattamente come fanno le puttane! Ed è inutile che
fai tanto la
santarellina; puttana sei e puttana rimani! Invece di sprecare tempo
qui,
potresti andare a battere in strada! Saresti più utile!-la
punzecchiò il
biondo.
-Bastardo! Vuoi
fare a botte per caso?!-esclamò la Slifer, avvicinandosi di
qualche passo.
-Yomi, lascia
perdere.-disse Zane, cercando di far placare l’indole
violenta della ragazza e
trattenendola per un braccio. Non voleva che si avvicinasse
ulteriormente allo
studente del terzo anno.
-E come faccio?!
-Povera puttana!
Non te l’hanno mai detto che le donne violente non piacciono
a nessuno?
Dovresti fare la brava bambina e rimanertene zitta e buona in un angolo!
-Ma stai
zitto!-esclamò la giovane, voltandosi verso il biondo, che,
invece, continuava
a sghignazzare, punzecchiando i due ragazzi.
“Cosa aspettate
a picchiarmi?! In fondo, è quello che vuoi, no puttanella?
In questo modo, con
un po’ di fortuna e qualche mazzetta, posso farla franca e
far ricadere la
colpa su di te!” pensò divertito
l’Obelisk del terzo anno, mentre continuava ad
offendere la Slifer.
-Puttana!
-Prova a
ripeterlo, bastardo!
-Yomi, calmati!
Stai facendo solo il suo gioco.-disse il giovane dai capelli blu,
trattenendo
con fatica la ragazza per un braccio. In quel momento, avrebbe
preferito la
ragazza in lacrime di prima.
“Ormai è
talmente arrabbiata da non riuscire nemmeno a capire a quale gioco stia
giocando. Se continua così, non credo che riuscirei a
tenerla ancora per molto.
E se riesce anche solo a sfiorarlo, Makoto avrà un buon
motivo per cercare di
farla franca. Chiaramente sta cercando di farle perdere la pazienza per
farsi
picchiare, ma non riesco a farlo capire a Yomi. Non mi ascolta
più! L’unica
cosa che sente sono le sue offese e non credo che riuscirà a
tollerarle ancora
per molto… Devo trovare un modo per farla
calmare…” pensò il Kaiser, mentre
tratteneva l’amica per i fianchi. Era costretto ad
abbracciarla e a fare forza
con le gambe, pur di non farsi trascinare dalla studentessa.
“E’ veramente
forte… Non credevo che una ragazza così esile,
potesse nascondere una forza
sovrumana.”
Poi si rivolse a
Makoto e continuò:
-Pensi davvero
di farla franca facendoci perdere la pazienza? Pensi che sia un
completo
sprovveduto, giusto? Non ho alcuna intenzione di venire alle mani con
te… Non
voglio darti alcun pretesto per farla franca.
-Parla per te!
Io avrei una mezza voglia di prenderlo a sberle!-esclamò
Yomi, sempre più
arrabbiata per il comportamento del biondo.
-Hai un bel
coraggio, puttana! Prima non sei stata in grado di difenderti; cosa ti
fa
pensare di poterci riuscire adesso? Sarai anche brava a fare a botte,
ma il
sottoscritto è esperto di arti marziali. Tu sei solo una
principiante; per
quanto tu possa essere brava, senza tecnica non potrai mai
sconfiggermi. Finirò
sempre con il sottometterti!
-Se fossi in te
non ne sarei così sicuro!-fece la Slifer, senza nemmeno
rendersi conto di
quello che stava dicendo. Ormai era talmente arrabbiata che non
riusciva ad
essere lucida e non si stava rendendo conto che stava facendo
esattamente il
suo gioco. Zane, invece, si era reso conto di quello a cui stava
mirando il
giovane del terzo anno e stava cercando di farlo capire anche
all’amica.
-Se hai così
tanta voglia di vendicarti, possiamo riprendere da dove ci hanno
interrotti!
Che ne dici, eh? Possiamo appartarci da qualche parte…
Magari in camera mia! Potrei
legarti braccia e gambe, chiuderti quella bocca da troia che ti ritrovi
e
costringerti a fare tutto quello che voglio. Sarai costretta a
soddisfarmi in
tutto e per tutto! Non sei contenta?
-…
-Non vedo l’ora
di toccare quel bel corpicino… Non hai idea di cosa ti farei!
-Sei vomitevole…-commentò
la Slifer, portandosi una mano sul petto, come a volersi proteggere
dagli
sguardi inquisitori dell’altro.
-Che cosa
cattiva da dire! E pensare che fino a qualche giorno fa, non facevi che
sorridermi! Che peccato! Ma la colpa è tua!
-Come può essere
colpa mia…-mormorò la studentessa,
indietreggiando leggermente.
Yomi si era
calmata del tutto. Gli sguardi viscidi dell’altro studente le
facevano paura e,
se non fosse stato per la presenza di Zane dietro di lei, probabilmente
si
sarebbe messa a tremare.
-Non l’hai
capito? Più ti comporti in questo modo, più
peggiori le cose!-esclamò Makoto,
continuando a sghignazzare cinicamente.
-Cosa stai
blaterando?-fece la Slifer, sempre più intimorita dal
giovane. Le stavano
tornando in mente le sensazioni che aveva provato poco prima e la paura
stava
prendendo di nuovo il sopravvento. Si sentiva di nuovo un topolino
indifeso tra
gli artigli del gatto. Si sentiva messe alle strette, con le spalle al
muro.
-Sapete, ho
sempre visto le donne come se fossero solo degli oggetti. Oggetti che
mi
stufavano dopo poco tempo! Per me hanno un solo scopo; quello di
intrattenermi
e soddisfare ogni mio bisogno e ogni mio capriccio…
Purtroppo, le altre ragazze
dell’Accademia sono tutte frivole e superficiali, deboli e
bisognose di
attenzioni! Sono noiose! Le donne come quelle non sono divertenti e non
riescono nemmeno ad entusiasmarmi. Ma tu sei diversa! Sei violenta,
testarda… Le
donne con un’indole violenta come la tua sono quelle che
preferisco! Più ti
comportavi in quel modo e più mi eccitavo… Sai,
il tuo modo di fare da teppista
mi eccita parecchio! E l’idea di toglierti tutto quello in
cui credi mi eccita
molto di più!-continuò l’altro.
-Ma cosa…
-Quando le privi
della loro dignità e le tratti come meritano, come oggetti,
diventano docili
come agnellini… Diventano più remissive di tutte
le altre messe insieme! Sono
veramente uno spasso! Le vedi in lacrime, mentre maledicono se stesse,
e poi
finiscono con il farsi del male da sole! Piegare una donna che crede di
essere
forte e indipendente è la cosa che mi rende più
felice in assoluto! Soprattutto
dopo averla usata ed essermela spassata un po’ con il suo
corpo!
-Tu sei
pazzo…-commentò Zane, tirando indietro la
studentessa e mettendosi tra lei e il
biondo.
-Pazzo? No, non
direi… Semplicemente non ho alcun rispetto per le donne. Non
sai quanto sia
faticoso fingere di essere carino e gentile con tutte! Poi incontro la
puttanella intenta a litigare con i miei ragazzi. All’inizio
ho pensato che
fosse una ragazza come tutte le altre; ma mi stavo sbagliando. Era una
puttanella violenta, aggressiva e indisciplinata, e quelle come lei mi
hanno
sempre eccitato!
-Maniaco…-mormorò
Yomi, nascondendosi sempre di più dietro la schiena del
giovane del secondo
anno.
-Maniaco?
Andiamo, so bene che piace anche a te!-commentò Makoto.
-Non è vero… Tu
sei solo un essere schifoso…
-Non mi
interessa un bel niente di quello che pensi di me!-esclamò
l’altro, avanzando
verso gli altri due.
-Non ti
avvicinare!-fece Zane, indietreggiando di qualche passo e cercando di
mantenere
le distanze dall’altro studente.
“Devo impedirgli
di avvicinarsi. Non posso lasciare che si avvicini a
Yomi…” pensò, poi,
lanciando una rapida occhiata alla ragazza che si stava nascondendo
dietro la
sua schiena. Nonostante le sue mani tremassero, i suoi occhi
continuavano a
fiammeggiare; il carattere aggressivo di Yomi stava prendendo il
sopravvento
sulla sua paura.
Il biondo li squadrò
per qualche secondo, poi sospirò.
-Non ho molto
tempo da perdere… Spostati da lì e finiamo quello
che abbiamo iniziato prima!
-Col cavolo!-gli
rispose la Slifer, continuando a rimanere dietro alla schiena di Zane.
-Forse non sono
stato chiaro… Ti ho detto che non ho tempo da
perdere!-continuò Makoto, facendo
segno alla ragazza di avvicinarsi.
-E io ti ho
detto che non ho alcuna intenzione di spostarmi di qui!
-Puttana! Troia
che non sei altro! Tu non hai alcun diritto di rifiutarti! Tu sei solo
un
oggetto; non hai alcun diritto! Spostati!
-Lei non farà un
bel niente!-esclamò l’Obelisk del secondo anno,
arretrando di qualche altro
passo e costringendo l’amica a seguirlo. L’altro
ragazzo gli lanciò
un’occhiataccia, poi, rivolgendosi a Yomi, le
ordinò:
-Avanti,
spogliati!
-Non ci penso
nemmeno!-esclamò la matricola.
-Maledetta
puttana che non sei altro! Ho detto che devi spogliarti, hai capito?!
-Adesso basta!
Hai superato il limite!-esclamò Zane, nero dalla rabbia.
-Taci! Queste
non sono cose che ti riguardano e per i miei gusti ti sei intromesso
anche fin
troppo! Non sai quanta fatica ho dovuto fare per cercare di
allontanarla da te
e da quegli idioti dei tuoi amici! Le ho provate di tutte, ma era
difficile! La
puttanella si era davvero affezionata a voi… Esattamente
come un cane! O forse
dovrei dire una cagna!
Makoto scoppiò a
ridere sguaiatamente; sembrava divertirsi e non si rendeva conto della
situazione in cui si trovava.
-Sei un verme…-commentò
Zane.
-Mi dispiace, ma
non mi interessa. L’unica cosa che voglio è la
puttana che difendi tanto!
-Non ti
azzardare a toccarla con le tue luride mani!-esclamò
l’Obelisk dai capelli blu.
-Guarda, guarda!
Qualcuno qui si sta affezionando un po’ troppo…
Cosa ti ha promesso? Sesso?
-Sei veramente
patetico…
-Patetico io?!
Ma guardati! Stai difendendo una cagna di
terz’ordine… Dovresti unirti a me,
invece!
-Adesso hai
decisamente passato il limite!
-Allora
sistemiamo la faccenda con un duello!-fece l’altro.
-Per me va bene…
Makoto
sghignazzò divertito.
-Idiota! Non
avresti dovuto accettare! Se vinco io, mi prendo la puttanella e tu
dovrai
convincere Sheppard a non espellermi. Anzi, dovrai dirgli che sei stato
tu ad
aggredirla e farti espellere al mio posto. Se vinci tu, dirò
al cancelliere che
la colpa è mia.
-Zane, non
accettare! Anche se vinci, non otterrai niente! Lui non
manterrà mai la parola!-si
intromise Yomi, afferrando l’amico per un braccio.
-Taci cagna!
Invece di preoccuparti per gli altri, dovresti preoccuparti per quello
che ti
succederà dopo che avrò sconfitto questo
scemo!-le urlò il biondo.
-Ci penso io a
lui…-le disse l’Obelisk, ignorando il commento
dell’avversario.
-Sì, ma…-provò a
ribattere la ragazza.
-Lo so anch’io
che probabilmente non otterrò nulla, ma se
c’è una piccola possibilità per
risolvere questa storia, allora voglio provarci. Sconfiggendolo,
avrò una
piccola possibilità di cacciarlo dalla scuola e allontanarlo
per sempre da te.
Inoltre…
-Ma se perdi,
potrebbe picchiarti e farti del male!
-Non ho alcuna
intenzione di perdere! Non posso e non voglio perdere… Se
dovesse succedere,
lui potrebbe aggredirti di nuovo e io non voglio che accada…
Non preoccuparti,
vincerò!-la rassicurò l’altro,
mettendole una mano sulla spalla.
“Se perde,
Makoto è capace di picchiarlo a sangue! Non
m’interessa cosa potrebbe succedere
a me, ma non voglio che lui si faccia male per colpa mia…
Zane, per favore, fai
attenzione…” pensò preoccupata la
giovane matricola, mentre guardava l’amico
salire sul campo da gioco.
Dopo aver
preparato i dueling disk, i due diedero il via alla partita.
-Inizio
io!-esclamò il biondo, pescando la sua sesta carta. Diede
un’occhiata alla sua
mano e sorrise spavaldo, certo della vittoria.
-Attivo la carta
magia “Terraformare”, grazie alla quale posso
aggiungere una carta magia
terreno dal deck alla mia mano. Scelgo “Il santuario nel
cielo” e provvedo
subito ad attivarla. Se non ti dispiace, preferisco spostare il nostro
duello
in un luogo che mi è più congeniale. Zane,
puttanella, benvenuti nel regno
degli angeli!
Per effetto
della carta, lo sfondo intorno all’arena e ai due duellanti
cambiò di colpo. I
due Obelisk si trovarono di colpo di fronte ad un santuario sospeso nel
cielo. La
tecnologia della Kaiba Corp era fenomenale; era in grado di far
sembrare dei
semplici ologrammi talmente realistici da rimanere senza parole ogni
volta che
veniva attivata una carta. Soprattutto se ad essere state attivate
erano delle carte
magia terreno. Il campo da gioco era circondato da un cielo azzurro
intenso e
il bianco brillante dell’edificio, che circondava i due
sfidanti, creava un
contrasto che, a lungo andare, stancava la vista.
-Non ho ancora
finito! Attivo la carta magia “Hinotama”, che ti fa
perdere 500 LP, e posiziono
una carta coperta. Poi evoco “Strega Oscura
Dunames” in posizione di
attacco.-continuò il ragazzo, posizionando le varie carte
sul proprio dueling
disk.
Il mostro che
aveva evocato comparve dalla sua parte del terreno. Aveva fattezze
femminili,
con due grandi paia di ali bianche che le spuntavano dalla schiena.
Inoltre, indossava
una specie di armatura rossa e guanti e gambali bianchi.
-Termino qui il
mio turno.-disse poi.
-Tocca a me!-esclamò
Zane.
Dopo aver
pescato una carta, diede un’occhiata a quelle che aveva in
mano.
“Posso evocare
Cyber Drago e attaccare la sua strega oscura. Questa carta è
meglio se la tengo
da parte, per ora. Volendo, potrei anche fare questa mossa…
No, è meglio
procedere con cautela. Non posso permettermi di sbagliare.”
riflettè l’Obelisk.
-Dato che non ho
mostri sulla mia parte del terreno, mentre tu ne controlli uno, posso
evocare
“Cyber Drago” in posizione di attacco.
Il serpente
meccanico apparve sul campo di gioco. I suoi 2100 punti di attacco lo
facevano
sembrare ancora più pericoloso e minaccioso, di quanto non
lo fosse di suo.
-Avanti “Cyber
Drago”, attacca “Strega Oscura Dunames”!
Il serpente si
avventò sulla strega dell’avversario,
distruggendola. Nonostante Zane fosse
riuscito a distruggere il mostro dell’avversario, i LP del
biondo non vennero minimamente
intaccati.
-Scommetto che
ti starai chiedendo come mai non ho subito alcun
danno…-commentò, spavaldo, il
bullo.
-In realtà,
no.-rispose l’altro.
-Bè, comunque è grazie
all’effetto di “Il santuario nel cielo”.
Mi dispiace, ma non posso subire danno
da un combattimento che coinvolga mostri di tipo fata. E purtroppo per
te, il
mio deck è pieno zeppo di mostri di tipo
fata!-esclamò Makoto.
Zane non si
scompose. Sapeva bene quale era l’effetto della sua carta
terreno.
“Devo trovare il
modo di distruggere quella carta magia. Oppure attaccarlo direttamente.
E
forse, ho appena trovato un modo per farlo…”
pensò lo studente del secondo
anno, guardando di nuovo le carte che aveva in mano.
-Posiziono una
carta coperta e termino il mio turno.
-Sei patetico!
Pesco! Poi evoco “Zeradias Araldo del Paradiso” in
posizione di attacco e termino
qui il mio turno.
Sul campo
comparve un essere alato, armato di lancia. Le ali erano verdi, come
l’elmo che
gli proteggeva la testa. Il volto, invece, era rosso fuoco.
“Il suo mostro
ha 2100 punti di attacco, gli stessi di “Cyber
Drago”. Se avesse attaccato
“Cyber Drago”, si sarebbero distrutti entrambi, ma
Zane, al prossimo turno,
avrebbe potuto evocarne un altro e attaccarlo direttamente. In questo
modo,
però, nessuno dei due può attaccare, almeno
finché non riusciranno ad evocare
un mostro più forte.” rifletté la
Slifer, mentre osservava il duello a poca
distanza dall’arena.
-Pesco. Attivo
la carta magia “Anfora
dell’avidità”, che mi permette di
pescare altre due
carte. Poi attivo “Differente capsula
dimensionale”, con la quale rimuovo dal
gioco per due turni una carta dal mio deck. Trascorso questo lasso di
tempo, la
carta rimossa viene aggiunta a quelle che ho in mano.-disse
l’Obelisk, mentre
sceglieva la carta da rimuovere e, dopo averla tolta dal mazzo,
rimescolava il
proprio deck.
“Ho rimosso
“Tifone Spaziale Mistico”. Se riesco a giocarmi
bene questi due turni, al
prossimo potrò distruggere quella fastidiosissima carta
magia terreno e poter
finalmente ridurgli a zero i suoi Life Points.”
pensò l’Obelisk, mentre
ricontrollava la sua strategia. Le carte che aveva in mano erano
sufficientemente potenti, ma non voleva rischiare troppo giocandole.
Aveva
preferito agire con più cautela, vista la posta in gioco.
“Devo agire con
calma. Non posso rischiare di sbagliare e conoscendo le reali
capacità di Makoto,
non posso permettermi nemmeno di sottovalutarlo.”
-Dopo aver fatto
ciò, ti passo la mano.-disse rivolgendosi
all’altro duellante.
Yomi stava
assistendo al duello, preoccupata. Makoto era il miglior duellante di
tutta
l’Accademia e, sebbene anche Zane fosse un duellante di alto
livello, l’altro
era ritenuto superiore a tutti. E, sebbene l’Obelisk fosse
stato chiaro nel
dire che si sarebbe occupato lui di tutto, la ragazza era in ansia lo
stesso.
“Speriamo che
sappia ciò che sta facendo… Non voglio nemmeno
pensare a cosa potrebbe
succedere se perdesse!” pensò d’istinto
la Slifer, storcendosi convulsamente le
mani.
Il biondo,
intanto, aveva già pescato la sua carta.
-Attivo anch’io
“Anfora dell’avidità” e pesco
altre due carte. Poi posiziono un mostro coperto
e metto un’altra carta coperta. Termino il mio
turno.-esclamò, posizionando le
carte.
-Pesco.-disse il
giovane dai capelli blu, aggiungendo la carta che aveva pescato alla
mano.
“Un altro “Cyber
Drago”… Proprio quello che ci voleva! Grazie a
quest’altra carta, posso
distruggere entrambi i suoi mostri.” pensò il
giovane. Poi, rivolgendosi
all’avversario, disse:
-Attivo la carta
magia “Polimerizzazione”, grazie alla quale posso
fondere il “Cyber Drago” che
ho sul terreno con quello che ho in mano e, in questo modo, evocare
“Cyber
Drago Gemello”.
Un mostro
meccanico, anch’esso con le sembianze di un serpente a due
teste, comparve sul
terreno, di fronte al ragazzo.
-Avanti, attacca
il suo mostro coperto.
Il serpente
meccanico creò una sfera di energia che usò per
distruggere il mostro
avversario.
-Hai distrutto
“Evocatore Nova” e dato che “Il santuario
nel cielo” si trova sul terreno,
posso evocare “Parshath Cavaliere Volante” in
posizione di attacco.-esclamò
Makoto, mettendo in campo il suo mostro, una specie di centauro
rivestito di
ali.
-Poco male! Il
mio mostro può attaccare una seconda volta e questa volta
scelgo il tuo
“Zeradias”…
-Mi dispiace
deluderti, ma attivo una delle due carte coperte: “Scudo
prosciugante”! Per
effetto di questa carta, annullo il tuo attacco e guadagno ben 2800 LP.
L’indicatore dei
Life Points dell’avversario salì a quota 6800,
mentre quello di Zane rimaneva a
3500.
“La differenza
tra i due adesso è di 3300 LP… Non è
tanta. Zane può ancora vincere. Tra
l’altro il suo mostro è il più forte.
Però, finché la carta “Il Santuario nel
cielo” resta sul terreno, non c’è modo
di potergli infliggere un danno ai Life Points.”
pensò Yomi, sempre più agitata. Era consapevole
che la situazione non si stesse
mettendo bene per il giovane del secondo anno.
“Devo avere
fiducia! Mi ha promesso che avrebbe vinto… Sono sicura che
vincerà!”
***
Nda:
Parliamo di Makoto... L'idea per questo personaggio mi è
venuta così dal nulla. Volevo qualcuno a cui contrapporre
Yusuke, Atticus e sopratutto Zane ed è nato Makoto. Infatti,
si tratta del miglior duellante dell'Accademia, come poi lo
diventerà Zane, ed è uno degli studenti
più popolari della scuola, come Atticus; inoltre
è apparentemente una persona gentile e generosa, come lo
è Yusuke. Il nome l'ho scelto per due motivi. Il primo
è il suo significato; infatti, in giapponese, "Makoto"
significa "sincerità" e questo crea un contrasto con il suo
vero carattere, che tutto è tranne che sincero. Il
secondo è per il fatto che si tratta di un nome molto
femminile, che ben si sposa con il suo aspetto fisico e i suoi
apparenti modi di fare da principe azzurro. Il suo deck,
invece, l'ho ideato basandolo su una carta in particolare: "Il
santuario nel cielo". Si tratta di una carta magia terreno che
impedisce di subire danno da combattimenti che coinvolgono carte di
tipo fata. Questa carta sottolinea il fatto che anche Makoto, un po'
come i suoi LP, è intoccabile, essendo il miglior duellante
di tutta la scuola ed avendo dalla sua parte l'appoggio sia dei
professori (sopratutto Crowler), che di gran parte degli studenti.
Inoltre, anche il fatto che il suo deck sia composto da mostri di tipo
fata, si sposa bene con la sua finta natura, il suo soprannome
(l'Angelo dell'Accademia) e il suo aspetto fisico, che ricorda molto
quello di un angelo (sono sempre raffigurati con i capelli biondi).