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Autore: Papaya    10/10/2008    1 recensioni
Ho sempre scritto o letto la maggior parte delle storie sotto il punto di vista di una ragazza. Con questa nuova fic ho deciso di dare sfogo anche ai pensieri di un ragazzo, e non è stato del tutto semplice. La storia tratta prevalentemente dell'amore rincorso tra Gippal e Rikku ed è descritta in prima persona da Gippal. Attenzione agli spoiler. Premesso questo non posso che augurarvi buona lettura!
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gippal, Rikku
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Okay, calma. Facciamo il quadro della situazione. Perché sono venuto qui dentro? Ah, si, non avevo sonno. Ma che razza di cretino. Non potevo stare tranquillo nella mia cabina a dormire, come tutte le persone normali?

Fisso ancora Paine, come pietrificato, che se ne sta sul letto in silenzio. Dai, parlami. Spiegami che cos’hai in quel cervello. Spiegami perché l’hai fatto. Perché mi hai baciato? Non che ritenga che sia una cosa grave. Figuriamoci se mi faccio intimorire da un bacetto. Ma c’è qualcosa che non quadra. Qualcosa che dovrei sapere, ma che mi manca. Ma cosa? 

“Ehm…Credo…credo di non capire bene di cosa stai parlando...”

“Non capisci? O non vuoi capire?” Ma che significa? Mi si sta fondendo il cervello...

“Il fatto è che sei un bastardo”

“Cosa?”

“Hai sentito. Sei un emerito bastardo. Perché sei riuscito a fare lo stesso errore per ben due volte. Con Rikku e con me.” Oddio. Ma è rincretinita tutta in una volta? O mi ha scambiato per qualcun altro?

“Senti, Paine, capisco che non hai avuto un passato felice, ma, detto con molta sincerità, a me non importa e non dovrebbe importare nemmeno a te. Il passato è passato. Dovresti imparare a non avere rimpianti, perché ormai quel che è fatto è fatto.” Mi guarda. Poi si mette a sedere sul letto, di fronte a me, a gambe incrociate.

“Tu non hai alcun rimpianto?” mi chiede con un tono di rimprovero.

“Uno gigantesco. Purtroppo io non ho ancora imparato a non averne. Per questo sono qui.”

“Tsk, sei ridicolo. Il classico ‘predica bene, razzola male’.”

“Ne sono pienamente consapevole. Ma di certo non sei la persona giusta per giudicarmi, non credi?” Mi guarda torvo.

“Sono curiosa...” si alza dal letto e comincia a passeggiare per la stanza. “Qual è il tuo rimpianto più grande? Aver abbandonato Rikku…o averla tradita?” Ma che...Ora comincio a scaldarmi. Come si permette di farsi i cazzi miei? Per di più è una gran bugiarda.

“Tradita? Ma stai scherzando, vero? Io non ho mai…”

 

“Un altro, per favore”

“Non ti sembra di esagerare?”

 

“Ah!” Che dolore alla testa! Mi doveva venire proprio ora un’emicrania? Ma porca puttana!

“Che c’è? Ti senti bene?” Chiede Paine. Non ne sono sicuro, ma mi sembra un pelino preoccupata.

“Si, si...” Mi comprimo la fronte con la mano per un po’, finché il dolore non diminuisce.

“Sicuro di stare bene?” domanda scettica.

“Si. Dicevo: io non ho mai tradito nessuno. Non so che cosa ti stia passando per la testa in questo periodo, ma, sul serio, fatti vedere da qualcuno perché non sei normale. Credo che tu soffra di disturbi che ti fanno scambiare una persona per un’altra” mi alzo e faccio per andarmene.

“Sappi che io non me lo scordo mai il passato. Che voglia o no, è sempre parte di me. A volte t’invidio, perché tu hai già dimenticato.” Queste parole mi bloccano davanti alla porta. O è solo testarda o è davvero malata. Mi volto verso di lei.

“Chi ti ha detto che io mi dimentico il passato?” Dico rassegnato alla sua testardaggine. Sentiamo che cos’è che vuole realmente da me.

“Ti ricordavi per caso che io ti amavo?”    …    “No, vero? Eppure io te l’ho anche detto”

Sono allibito. Non me la sarei mai aspettata una dichiarazione del genere. Mi amava e io non me lo ricordo. Ma il punto è proprio che era innamorata di me, quando io ho sempre pensato che amasse Baralai. Baralai...da quanto tempo non lo vedo...Si confidava sempre con me, questo lo ricordo. Mi ricordo che aveva un debole per Paine. Solo che io ho sempre voluto restare fuori dalle storie altrui. Mi definiscono un tipo menefreghista. Io direi di più ‘poco invadente’. Onestamente a me frega solo della mia vita. Voglio che sia perfetta. Eppure non lo è. Perché il mio cielo non ha mai smesso di tuonare.

“Perciò…ti riferivi a questo quando mi hai detto che non sei cambiata da un sacco di tempo…Tu…mi ami?” I miei pensieri giungono solo a questa conclusione.

“Diciamo che provo un’ attrazione fisica nei tuoi confronti. Amare è una parola grossa, adesso.” Orgogliosa, come sempre.

“Ma lo sai che non ci farai niente con me.” La guardo, serio.

“Quello che mi hai fatto mi ha dato così il voltastomaco che credo che non lo proverò un’altra volta. Tu sei disgustoso. Non capisco come faccio ad essere così stupida da essere attratta da un tipo come te.” Mi prendo pure gli insulti, ma di certo non passo sopra alla prima affermazione.

“Il voltastomaco? Ma sentila…Io non ho mai toccato la tua vita sentimentale, né conosco come sei realmente. Sei sempre stata riservata e io non sono venuto di certo a scavare nella tua vita. Che ti avrò mai fatto di così gr…AH!”

 

“Vieni”

“Dove?”

“Tu vieni”

“…Tu non stai bene. Va’ a casa.”

“E tu non dirmi quello che devo fare, chiaro?”

 

Di nuovo quel dannato trapano alla testa! Ma che cos’era? Io sto diventando pazzo! Sto impazzendo! Sento voci! Eppure Paine mi sta fissando in silenzio, io sono zitto…Che mi succede? Dannazione!! Perché la mia vita è così complicata?? Perché, perché mi succede questo?? Ok, ho sbagliato. Rikku, ho sbagliato. Ma non c’è bisogno che mi scagli maledizioni, cazzo!

“Gippal, che c’è??” Stavolta si avvicina a me, che sono seduto sul pavimento con la testa tra le mani.

“Senti...ne riparleremo un’altra volta, io…credo di non stare molto bene…” Mi alzo.

“D’accordo…” Paine continua a guardarmi con aria interrogativa. Apro la porta e dando un ultimo sguardo dentro, me la richiudo alle spalle.

Perché Paine ha sorriso?

Bah, sarà stata impressione mia. Io l’ho detto, sto diventando pazzo. Faccio un respiro profondo e mi dirigo verso camera mia.

 

“Gippal sei ubriaco!”

 

“Come?” Mi volto di scatto. Ma non c’è nessuno. Avrei giurato che fosse la voce di Paine. Ma che cos’ho? Ho delle voci in testa che mi rimbombano…e mi fa così male...Riprendo a camminare.

 

“Ehi!”

 

Mi volto di nuovo di scatto.  Nessuno.

 

“Dove mi stai portando?”

 

Basta, basta!

 

“Io ti amo”

 

NO! Non ne posso più! Mi sta scoppiando la testa!

 

“Gippal che staiuto Gippal?Non avresti dovuei un vermIO TI ODIO! Se contiuccido, chiae non farti vedere mai piResta ti precon me…”  “Basta!” “Devo andareNON VOGLIO! Gippal sicuro di quello che faaahti amoTI AMO!”  “Smettetela! Fate silenzio!”  “ti piacio voglio stare con te per semperchè mi fai questo?non voleVA’ ALL’INFERNO!ti va?”   “Basta! Andate via!!”  “non sei inriaco?Gippal perchun’altro, per favorare?sei già al settizzi tuoi! La mia camero 13ntra…riposa che non staeni…pprofittato di mea fammi il piacere! Tu seieiMUORI!

 

BASTAAAAAAAAAAA”

 

 

 

E cala il buio.

  
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