I
personaggi di questa fic non mi appartengono (tranne Shiu, di mia invenzione),
pertanto non sto scrivendo questa fic per scopo di lucro ma per puro
divertimento e piacere.
È
la mia prima fic….siate clementi!
prologo
Osservando i suoi occhi di un colore rosso acceso
stava lentamente entrando in un oblio di morte e distruzione; riusciva a vedere
solo sangue e disperazione e quelle tenebre la stavano pian piano risucchiando…
Shiu si svegliò di
soprassalto. Quell'incubo era dannatamente reale...
Già…un incubo…sapeva bene che
non poteva essere così definito…quello era una delle sue ormai abituali visioni.
Shiu, infatti, non era una ragazza normale, era diversa dagli adolescenti del
piccolo villaggio dove abitava. Dentro di sé aveva poteri inimmaginabili, fuori
dal comune…
Sapeva di essere diversa sin
da quando era molto piccola, quando all’età di 3 anni si erano manifestati per
la prima volta i suoi poteri. Poteva leggere nel pensiero, entrare nella mente,
rivivere i ricordi delle persone… Era spaventata, non sapeva controllarli e
perciò leggeva nella mente senza volerlo, vedendo cose belle e non, percependo
sentimenti di amore ed odio. Ed era così, per casualità, che aveva visto nella
mente della madre un ricordo:
-Sei sicura di volerla adottare?- le chiese l’uomo.
-Si, amore…non mi importa che strano potere ha dentro
di sé, io la crescerò come se fosse davvero mia figlia!- rispose sicura.
-Bene, sono felice che abbiate preso questa decisione.
Io verrò comunque ogni tanto ad assicurarmi che la piccola stia bene…controllerò
la crescita del suo potere e farò in modo che lo sappia gestire.- disse un uomo
dal viso semicoperto e con il coprifonte di Konhoa che gli copriva l’occhio
sinistro, porgendole un piccolo pargolo tra le braccia. Una bambina le stava
sorridendo felice.
Quello era un ricordo della
madre, il ricordo di quando l’avevano adottata, di quando si era impegnata a
trattarla come una vera figlia. E così aveva fatto, almeno finché non era morta
in un incidente; da allora il padre la trattava diversamente, con indifferenza,
come del resto facevano tutti gli abitanti del suo villaggio.
Non fece mai parola con
nessuno dei suoi poteri perché sapeva che era meglio così e crescendo si abituò
a controllarli, riuscendo ad utilizzarli a proprio piacimento. Era cresciuta da
sola, senza amici, fatta eccezione per quello strano uomo che sin da piccola le
era stato accanto, l’uomo che l’aveva lasciata tra le braccia di sua madre
adottiva. Ed era stato proprio quest’ultimo a dirle il perché era stata
adottata, il perché era stata mandata lontano dal suo vero villaggio; sapeva
quindi che primo o poi LUI (riferito naturalmente ad un terzo) l’avrebbe
trovata per finire il suo lavoro e quella visione ne era la prova. Non era la prima volta che vedeva la sua
morte, molto probabilmente non sarebbe stata nemmeno l’ultima ma ogni volta le
faceva uno strano effetto.
Era sempre riuscita ad
evitare gli eventi che l’ avrebbero portata all’altro mondo, ma questa volta
sapeva che era diverso, non poteva affrontarlo da sola, questa volta aveva
bisogno di aiuto, questa volta sarebbe andata dall’unico di cui si fidava:
Kakashi Hatake, la sola persona che le era stata veramente accanto fino a quel
momento.