Anime & Manga > Detective Conan
Segui la storia  |       
Autore: Chiara_chan_12    07/10/2014    4 recensioni
In questa fiction ci saranno rivelazioni, collaborazioni, dichiarazioni, ma soprattutto una grande vendetta!
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un paradiso diabolico
 
Il gruppo, una volta uscito di casa si trovò fuori dal cancello una limousine bianca ad attenderli, una volta saliti i ragazzi poterono constatare che era veramente spaziosa e ben accessoriata.                                            
Durante il viaggio Ai non fece che fissare Alexia e Conan , era impossibile non ammettere che lo facesse senza alcuna gelosia, anzi era tutto il contrario. Sì, Ai aveva una cotta per Conan, ma aveva deciso di tenersi tutto per sé, non voleva rompere il forte legame che univa lei e il ragazzo.                                                           
Quando furono arrivati a destinazione il conducente dell’auto scese e aprì la portiera ai passeggeri, permettendogli così di godere della vista della grande villa che si trovavano di fronte.                                        
Ad attenderli all’interno della villa c’erano tre domestici: la Signora Hubbard, Il Signor Oliver e la moglie.          
Fecero accomodare il gruppo in una sala di grandi dimensioni allestita appositamente per loro, una volta seduti Conan ebbe l’occasione per chiedere spiegazioni a Jodie, bastò solo il suo sguardo perplesso -Ho detto ad Alexia e Virginia di mentirvi, non saremmo andati in chissà quale ristorante, ma saremmo stati ospiti di un mio vecchio amico, sapeva già che voi sareste arrivati e quindi, quando ha invitato me e gli altri, ha spedito due inviti in più per te ed Ai, non ho voluto dirti niente perché sarebbe dovuta essere una sorpresa- concluse Jodie -E non solo, ci fermeremo qui anche per la notte e ce ne andremo domani, dopo pranzo- fece Virginia -L’amico di cui parla Jodie non è qui, ha voluto lasciarci la villa per questi giorni- disse Alexia placando così tutti i dubbi di Conan.
La cena fu ottima a dir poco, il cibo era squisito e la serata passò tra risate, battute e un sacco di annedoti. Ad un certo punto l’attenzione di Conan cadde su delle piccole statue posizionate sul tavolo e che prima, stranamente, non aveva notato -Ai, hai visto queste statuette??- l’amica guardò meglio ciò che il ragazzo le stava indicando, ebbene sì, erano proprio delle statuette! Le contò, erano 10, -Sono 10 statuette e a quanto pare questi sembrano proprio indiani...- -Indiani?- ripetè perplessa Virginia -Dove? Quando?- Conan e Ai spiegarono a tutti la stranezza di quelle dieci statuette, ciò di cui stavano parlando -Hai ragione- fece Jodie    -saranno statuette decorative...- concluse Mattew.                                                                                       
No, Alexia non ne era convinta e nemmeno Conan, quelle statuette avevano un significato, ma QUALE??             
Alexia si alzò e se ne andò a godere della splendida vista che offriva l’ampio balcone della villa, era una vista mozzafiato: il sole stava tramontando e il celo era roseo, per non parlare del lago che si poteva ammirare e del giardino sottostante con al centro un labirinto con al centro un roseto, Alexia, incantata da quello spettacolo iniziò a pensare alla sua vita, alla sua vecchia vita, iniziò a ricordarsi di Shinichi e della prima volta in cui si conobbero “Chissà se si ricorderà di me....no, è impossibile che pensi a queste cose, è impossibile che si ricordi del nostro incontro quando lui era ancora Kudo, è impossibile che si ricordi ancora di quella recita...di quel giorno...di quel...di quel...ma maledetta me! Perché non riesco mai a dire questa parola...di quel..ba...” ma i pensieri della ragazza furono interrotti da una voce maschile “Hei, tutto bene? Mi sembri un po’ agitata...” era Shinichi, o meglio, Conan. La bambina arrossì, dopo essersi ricomposta rispose –Sì, non ti preoccupare, va tutto bene. Stavo solo pensando a quella storia e di quei dieci piccoli indiani...- lo rassicurò lei –Hai visto che splendido spettacolo questo tramonto?- fece il bambino con tono calmo e dolce -Eh? Scusa, parlavi con me??- la ragazza arrossì –E con chi se no??- -Ah, vero scusami tanto...solo che questo tramonto mi fa pensare ad un amico di vecchia data...- disse Alexia immergendosi nei suoi pensieri e tuffandosi nel passato, quando lei era ancora chi era prima, quando non doveva scappare da chissà quale organizzazione, quando la sua vita era maledettamente felice e spensierata.                
I due rimasero così per qualche minuto, fino a quando non fu Conan a rompere il ghiaccio -Riguardo alla storia dei dieci indiani...secondo me non erano semplicemente statue decorative, ma ben altro...- -Hai completamente ragione, questo sembra essere un chissà quale rompicapo, ma ogni fatto ha sempre una spiegazione logica... - “Un fatto ha sempre una spiegazione logica!”, quella frase portò indietro nel tempo il piccolo detective che shoccato chiese –Ale-chan, sei veramente tu??- Ale-chan era il nome con cui, quando era al liceo, chiamava una sua grande amica il suo nome era Alexia o Alessia se non Alessandra, non ricordava quale fosse dei tre, ma quella frase gli fece capire che era lei la sua amica!
Non ci pensò due volte, allargò le braccia e strinse in un grande abbraccio l’amica –Ale!! Sei tu!! Ti ho ritrovata!!- i due si conoscevano sin da piccoli, amavano tutti e due i misteri ed erano grandi amici, il loro destino fu segnato da una recita, una maledetta e benedetta recita che si tenne al liceo, quella era l’ultima recita di Alexia, poi sarebbe dovuta partire per l’Estero, Shinichi pensava che non l’avrebbe mai più ritrovata e invece...grazie ad una dannata frase che concluse l’ultima recita di Alexia e Shinichi ecco che lui scopre di averla ritrovata! –Shinichi! Sì, sono io!!” i ragazzi su guardarono negli occhi per diversi minuti e poi Conan iniziò ad avvicinare le sue labbra a quelle di Alexia, quando i due si baciarono Alexia non sapeva che fare, se essere felice o triste –No, non posso Shin, non posso deludere la tua Irene Adler!- così Alexia mise fine a quel bacio breve ma significativo, -In che senso la mia Irene Adler??- chiese perplesso il giovane detective –Me lo ha detto Ai, c’è una ragazza che ti piace che non sono io e che non è nemmeno lei, credo di aver capito che si chiami Ran- la ragazza finì la frase –non posso Shin, non posso- quando Alexia concluse la frase arrivò Ai a chiamarli –Hei, voi due, ci assegnao le camere, mancate solo voi!!- così i due entrarono.
 
Le camere erano state assegnate, Ai era nella sua stanza come tutti gli altri e come tutti gli altri, prima di coricarsi, perlustrò per bene la stanza, era molto ampia e moderna, un letto con una rete automatica, un armadio con due ante a specchio e altre tre bianche, appoggiata ad una parete c’era una scrivania sulla quale si trovava un vaso di cristallo con un vaso di fiori, nel caso di Ai si trattava di rose, vicino al letto c’era a disposizione un comodino e accanto ad esso una porta che portava al bagno della stanza dove era installata , oltre alla solita doccia, una vasca idromassaggio, il lavandino era al disotto di uno specchio con una specie di cornice dipinta a mano, gli asciugamani erano piegati e appoggiati sul letto, ma a donare il tocco di classe a quella stanza era una grande porta finestra che portava ad un balcone e che permetteva una vista fantastica! Tutti gli ospiti avevano a disposizione questo tipo di camere, magari cambiavano i colori delle pareti o dell’arredamento, ma una cosa che era presente in tutte le stanze era una pergamena incorniciata e appesa vicino alla porta finestra, su quella pergamena era stato scritto:
“Dieci poveri negretti se ne andarono a mangiar: uno fece indigestione, solo nove ne restar. Nome poveri negretti fino a notte alta vegliar: uno cadde addormentato, otto soli ne restar. Otto poveri negretti se ne vanno a passeggiar: uno, ahimè, è rimasto indietro, solo sette ne restar. Sette poveri negretti legna andarono a spaccar: un di loro s’infranse a mezzo, solo sei ne restar. I sei poveri negretti giocan con un alvear: da una vespa uno fu punto, solo cinque ne restar. Cinque poveri negretti, un giudizio han da sbrigar: un lo ferma il tribunale, quattro soli ne restar. Quattro poveri negretti salpan verso l’altro mar: uno un granchio se lo prende e tre soli ne restar. I tre poveri negretti allo zoo vollero andar: uno l’orso ne abbrancò e soli due ne restar. I due poveri negretti stanno al sole per un po’: un si fuse e solo uno ne restò. Solo, il povero negretto in un bosco andò: ad un pino s’impiccò e più nessuno ne restò.*
Ai rimase perplessa dopo aver letto quella filastrocca, ma certo! Le dieci statuine, di certo erano collegati, ma come??  La stessa scoperta fu fatta dagli altri, ma quando provarono ad uscire dalle stanze per incontrare gli altri ecco che le porte delle loro camere erano chiuse a chiave!!


Cosa succederà in quello che si è trasformato in una specie di prigione? Lo scoprirete nel prossimo capitolo!!

Angolo mio...
*Ho fatto riferimento al libro "Dieci piccoli indiani di Agatha Cristie, la filastrocca è stata tratta da quel libro, mi ha colpita molto e così ho deciso di inserirla nella fan fict, comunque vedrete che il racconto sarà un pò basato sulla trama di quel libro! ^_^

Scusate scusate scusate!!!
*Và a nascondersi dietro ad un muro immaginario imbarazzata* >w<
Scusate, ma la scuola mi toglie un sacco di tempo, ma finalmente sono riuscita ad aggiornare!!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, commentate, mi raccomando!!!
Alla prossima!! Detective Chiara.
 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Detective Conan / Vai alla pagina dell'autore: Chiara_chan_12