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Autore: seasonsoflove    07/10/2014    7 recensioni
In occasione della prima Rumbelle Week italiana, organizzata dalla pagina / gruppo Rumbelle-Remilie.
Sette storie su Rumplestiltskin e Belle.
01. Doccia
02. Alcool
03. Voce
04. Bambini/Figli
05. Lenzuola
06. Modi impliciti di dire ti amo
07. Gelosia
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Day 2: ALCOOL
 
AU: Cursed!Storybrooke. Belle e Rumple non hanno idea della loro reale identità.
Nonostante questo, Belle lavora da qualche mese nel negozio di Rumple come aiuto commessa.



Non era stata una buona idea uscire con Ruby ed Ashley, pensò Belle.
Non si poteva negare che si fosse divertita ma ora la situazione era leggermente diversa. Era buio, era quasi mezzanotte, la testa le girava e aveva perso quel dannato cappotto. Come aveva fatto a perderlo, non se lo ricordava.
Forse l’aveva lasciato al locale, forse qualcuno gliel’aveva rubato ma non se n’era accorta finché non aveva cercato di infilare le mani in tasca e allora…
Non aveva il cellulare. Non aveva le chiavi di casa.  Avrebbe voluto disperarsi ma era troppo alticcia anche per quello.
Avrebbe dovuto andare da suo padre a chiedere di stare da lui per una notte perché l’appartamento sopra la biblioteca era chiuso a chiave…
Ma quanto aveva bevuto? Non lo ricordava. Sapeva solo che ad un certo punto aveva perso il conto dei bicchieri e si era semplicemente lasciata andare, un evento più unico che raro per una ragazza come lei. In realtà era la primissima volta che le accadeva una cosa simile.
Così, cercando di ripararsi dal freddo autunnale con il misero cardigan che le era rimasto, si avviò traballante verso casa di Moe French.
Pensò confusamente che avrebbe mentito, gli avrebbe detto che non aveva bevuto nulla e che era semplicemente stanca…
Improvvisamente cozzò contro qualcosa di duro e, complice l’alcool, complici i tacchi, rovinò a terra senza dignità.
“Fai più attenzione, che diamine!” biascicò cercando di rialzarsi.
“Potrebbe fare più attenzione lei, signorina French. Tra parentesi non la facevo il tipo di ragazza che beve così tanto da non riuscire a stare in piedi.”
Belle tirò su lo sguardo e si sentì raggelare. Conosceva quella voce. Era la voce del suo datore di lavoro.
“Signor Gold.” Disse immediatamente, cercando di ricomporsi.
Si rialzò e stava per scivolare, quando l’uomo la afferrò rapidamente per la vita e la rimise in piedi.
“Grazie.” Mormorò confusa.
Tremò leggermente sulle gambe dopodiché si prese un secondo per osservare il nuovo arrivato, che a sua volta la guardava costernato.
“E non mi guardi così! Ho solo passato una serata con le mie amiche!” esclamò poi, agitando il dito nella sua direzione.
Gold non si mosse di un millimetro, continuando a scrutarla con le sopracciglia leggermente inarcate.
“Non ha freddo, signorina French?” disse infine.
Belle ci pensò su.
Sì…aveva freddo.
“Credo di sì.”
“E il suo cappotto dov’è?”
“Perso…rubato…” mormorò confusamente. Si girò su sé stessa per tornare sui propri passi ma perse l’equilibro e dovette aggrapparsi ad una ringhiera lì vicino.
La strada era vuota e non c’era anima viva.
“La accompagno a casa. Così sarò sicuro che la mia unica commessa non finisca in cattive mani.” Disse semplicemente Gold, togliendosi la giacca e consegnandogliela.
“No io…non ho le chiavi di casa!” disse Belle.
“Perché?”
“Perse…credo…”
“Anche quelle?”
“Sì...”
L’uomo scosse la testa incredulo. Dopodiché sia avvicinò lentamente e le appoggiò la giacca sulle spalle con estrema delicatezza. Belle lo guardò con curiosità. Indossava una semplice camicia nera e un gilet, i suoi vestiti di sempre. Improvvisamente si chiese cose ci facesse in giro a quell’ora. Magari tornava da un appuntamento…
“Almeno eviterà di svegliarsi col raffreddore, oltre che con un terribile mal di testa.”
La ragazza ridacchiò. “Non ho mica bevuto così tanto!”
“Certo che no. Dove abita?”
Lei non rispose e si limitò a fissare il pavimento.
“Signorina French? Dove abita?”
“Io…in via Beaumont, ma non avendo le chiavi…”
“Non credo che questo sia un problema.”
Belle lo scrutò perplessa senza capire bene dove volesse arrivare.
“Venga. La riaccompagno. Prima però dobbiamo raggiungere la mia macchina.” Ripeté infine Gold.
Camminava piano, zoppicando leggermente, mentre Belle gli trotterellava accanto perdendo di tanto in tanto l’equilibrio ed aggrappandosi alla sua spalla.
“Dunque, cosa ci fa una ragazza della sua età, da sola, di sera e completamente ubriaca?” iniziò l’uomo, gli angoli della bocca leggermente inclinati.
“Prima di tutto non sono completamente ubriaca. Avrò bevuto giusto…due…tre…” la voce si perse ed iniziò a contare sulle dita.
“No, non sprechi il suo tempo. Non mi ingannerebbe in ogni caso.”
“Lei è proprio ostile!” esclamò Belle stringendo la mano intorno ad un palo della luce e girandoci intorno agitando l’altro braccio.
“E lei è ridicola, se mi permette. La facevo più responsabile.”
“Io lo sono! Sempre stata!” disse Belle sdegnosamente, riprendendo a camminare.
“Posso immaginare. Ricordo com’era responsabile quando durante il primo giorno di lavoro mi ha distrutto mezzo negozio in poche ore.”
“Non era andata così!” protestò Belle “Ero solo…inciampata…Sul serio, lei è ostile. Io non la capisco, non riesce mai a scambiare una parola gentile con le persone?”
Gold si fermò improvvisamente.
“Perché qualcuno dovrebbe voler scambiare una parola gentile con me?” chiese poi, scrutandola torvo.
Anche Belle si fermò.
Lo fissò con sguardo offuscato.
“Io scambierei una parola gentile con lei. Non la capisco ma lei mi…interessa…mi fanno ridere i fazzoletti che porta sempre nel taschino, chiacchiererei volentieri con lei.” Disse poi.
Gold scosse la testa di fronte a quel discorso sconclusionato. Era davvero ubriaca.
 
Arrivarono alla macchina.
Il viaggio si rivelò relativamente tranquillo.
Dopo qualche minuto in cui Belle insistette per cantare alcune delle canzoni che passavano alla radio, la ragazza appoggiò la testa al finestrino ed iniziò a respirare profondamente.
Mentre Gold guidava, si chiedeva il perché di tutto quello.
Avrebbe potuto semplicemente lasciarla dov’era. Sarebbe andata da suo padre, non c’era problema. Ma in qualche modo in quei mesi si era davvero affezionato a quella ingenua ragazzina.  Ed ora, vedendola ciondolare ad ogni minimo sbalzo dell’automobile, sentì di aver fatto la cosa giusta. Sorrise debolmente.
 
Il momento più critico giunse al momento di smontare dall’auto.
“Signorina French.”
“Mhmhm…”
“Signorina French!”
“Nooo…” mormorò lei nel sonno.
Gold sbuffò e scese dalla macchina. Dopodiché aprì la portiera della ragazza e riprovò a svegliarla.
“Arrivo…” biascicò lei confusa. Cercò di alzarsi ma finì distesa sul cemento appena mise piede a terra.
“Mi ricordi di rinfacciarle questa serata per il resto dei suoi giorni.” Mormorò Gold a denti stretti, mentre la aiutava a rialzarsi, tenendola ben stretta intorno alla vita.
Belle sorrise candidamente e gli passò una mano intorno al collo, camminando storta.
“Riesce a salire le scale?”
Non ottenne risposta.
“Signorina French…”
“Belle!”
“Cosa?”
“Mi chiami Belle!”
“Riesce a salire le scale, Belle?”
“Sì, anche da sola!” e si gettò improvvisamente in avanti con slancio. Inutile dire che cadde dopo qualche metro.
“Proprio un chiaro esempio di equilibrio e grazia femminile.” Commentò lui sarcastico.
Vedendo che la ragazza faticava a rialzarsi, optò per una soluzione drastica.
Pregando che il ginocchio non lo tradisse, la fece rialzare e dopodiché, cercando di tenerla il più saldamente possibile e passandole una mano intorno alla schiena e l’altra intorno alle ginocchia, la prese in braccio.
La gamba lanciò una fitta preoccupante ma Gold strinse i denti e salì i gradini.
“Uuuuuuh” esclamò Belle.
Lui la guardò. Sorrideva così beatamente che persino a lui sfuggì una mezza risata.
“Cosa c’è di tanto entusiasmante?”
“Il signor Gold mi porta in braccio! Il signor Gold mi porta in braccio! Come se fossimo sposati!” strillò lei felice.
“Silenzio! Siamo sul giro scale, c’è gente che dorme a quest’ora! Suo padre non le ha insegnato proprio niente?” sibilò lui.
“Lei ha davvero un buon profumo.” Mormorò Belle, avvicinando il naso alla camicia e strofinandolo contro, spostandosi poi verso il collo e appoggiando leggermente il viso contro di esso.
Gold non rispose. Evitava di pensare a qualunque cosa ma per un folle istante, la sensazione del viso di Belle così vicino alla sua pelle l’aveva completamente stordito.
‘E’ ubriaca’ pensò. Ma non doveva mettersi a pensare. Pensare avrebbe creato pensieri. Pensieri a cui non doveva pensare.  
Giunto davanti alla porta si bloccò.
“Adesso la lascio andare, crede di saper stare in piedi un momento senza il mio ausilio?” chiese infine.
“So fare tutto, io.”
“Ovviamente. Mi dia anche una forcina già che c’è.”
 
Pochi minuti dopo, come per magia, la porta di casa di Belle si aprì.
“Ma come ha fatto?”
“Ho un passato come scassinatore.” Rispose Gold enigmatico mentre la ragazza batteva le mani entusiasta.
Fece per salutarla ma improvvisamente si zittì. Cosa doveva dirle? Che gli…dispiaceva se aveva perso il cappotto? Che lunedì poteva avere un giorno di ferie…? Se…aveva bisogno di qualcosa?
Belle parlò per lui.
“Mi deve portare in braccio anche in casa.”
“Come, prego?”
“Mi ha sentito.”
Gold strinse gli occhi.
“Buonanotte signorina French.”
“Non se ne parla neanche!” esclamò lei afferrandolo per la camicia. “Ha iniziato un lavoro ed ora lo porta a termine!”
“Ma che cosa-“
“O lo fa,  o…”
“O? Cosa mi farà?” ghignò lui.
“Dai, era divertente. La prego, sono tanto triste e sola e mi gira la testa…” Lo supplicò Belle.
Gold strinse i pugni. Poteva andarsene senza neanche salutarla. Ma lei lo guardava così speranzosa, come poteva farlo? Poverina, in fondo aveva persino perso le chiavi di casa…
“Questo le costerà caro.”
Dopodiché la afferrò nuovamente tra le braccia e varcò la porta di casa.
“Sììììì!”
“Zitta!”
Belle chiuse gli occhi beata e si accoccolò comodamente addosso a lui, affondando il viso nell'incavo tra il collo e la spalle, inalando il suo profumo. Le braccia e le mani dell’uomo la tenevano saldamente, facendola sentire curiosamente a suo agio.
“Sto per lasciarla andare.” Avvisò Gold, sentendo però una strana sensazione di piacevole calore intorno allo stomaco.
“Mhm…”
“Signorina French!”
“Mi chiamo Belle!” biascicò.
“Belle, sta per cadere a terra quindi le consiglio di scostarsi e prepararsi a rimanere in piedi sulle sue gambe.”
Ma la ragazza ormai si era persa. Ridacchiava e faceva penzolare le braccia, mormorando frasi senza senso, ancora avvolta nella giacca nera dell’uomo, enorme e decisamente troppo rigida per un corpicino come il suo.
“Dannazione!” sibilò Gold. Con lo sguardo cercò la camera da letto.
Avrebbe depositato la ragazza nel suo letto e se ne sarebbe andato, poco ma sicuro.
Provò la prima delle due porte che gli si palesava davanti: ebbe fortuna.
Ormai Belle iniziava già a dormicchiare, così con estrema delicatezza la adagiò sul morbido materasso e la coprì con la propria giacca.
Si allontanò leggermente per verificare l’operato. A disagio, si torse le mani.
Dopodiché afferrò la coperta e gliela lasciò cadere sopra.
Sì, ora lo convinceva di più.
“Gold…” mugugnò ancora Belle, tenendo gli occhi chiusi.
“Sto per andare.” Dichiarò lui.
“Non mi ha neanche salutata!” protestò lei leggermente.
“Buonanotte e arrivederci!”
“Venga qui. Devo…dirle una cosa…” continuò lei sorridendo leggermente e strofinando il viso contro il cuscino.
“Buonanotte, signorina French.”
“Perfavore, è importante…”
Ancora riluttante, Gold si mosse in avanti e si sedette accanto a lei.
“Domani mattina si sentirà molto male. Se posso darle un consiglio, beva un bel bicchiere d’acqua appena sveglia. La aiuterà, mi creda.”
Belle si morse le labbra e aprì appena gli occhi.
“Lei è così carino.” Mormorò poi, osservando confusamente il viso dell’uomo. Non ci aveva mai fatto caso ma era davvero carino. Con quei bei grandi occhi scuri e i capelli lisci, e lo sguardo malinconico…Alzò il braccio e gli sfiorò il viso. Cercò di raggiungergli i capelli per arruffarglieli ma sbagliò mira e colpì gli occhi e il naso.
"Stia un po' ferma!" esclamò Gold.
"Ma guardi quanto è carino!" ripetè Belle ipnotizzata.
Ma come mai non ci aveva fatto caso? Forse era tutta la vodka che aveva bevuto…o forse…improvvisamente la ragazza si tirò su di scatto, ma con troppo slancio, e ricadde in avanti. 
“Cosa doveva dirmi? E’ molto tardi e vorrei andare a casa. In più lei è uno degli spettacoli più patetici a cui abbia mai assistito. Se non regge l’alcool perché ha bevuto così tanto?”
Belle provò a mettersi a sedere, dopodiché senza pensarci, lo afferrò per il colletto della camicia e lo avvicinò a sé.
“Perché mi sentivo sola.”
Gold non si mosse, sentendo un enorme brivido percorrergli la spina dorsale.
Lui non era quel tipo di persona, non aveva neanche mai guardato la sua aiutante o per lo meno non l’aveva mai guardata in quel modo, non aveva mai fatto quel tipo di pensieri ma in quel momento la situazione aveva davvero preso un risvolto affascinante.
“Anche io sono solo. Ma di sicuro non lo uso come pretesto per ridurmi ad uno straccio e far sì che gli altri debbano farmi da balia.” Disse infine, cercando di mantenere un tono pungente e cercando soprattutto di ignorare le labbra rosse della ragazza che erano un po’ troppo vicine al suo viso, e le mani che erano ancora artigliate alla sua camicia.
“Io mi sento ancora sola.”
“Può prendersi un cane. O può provare a dormire con la mia giacca, le sarà di compagnia.”
“Voglio lei, non la sua giacca.”
Gold deglutì.
“Se mi fa la cortesia di lasciare la mia camicia, io andrei a-“
Fu un momento.
Le morbide labbra di Belle incontrarono le sue e fermarono il suo monologo.
Prima che avesse il tempo di fare qualsiasi cosa, prima che avesse il tempo di decidere se respingerla o semplicemente chiudere gli occhi e lasciarsi andare, Belle si staccò da lui e ricadde tra i cuscini.
“Signorina French?” provò Gold vagamente stordito.
Lei sorrise.
"Lei è proprio carino..." ripetè poi.
“Belle?”
Niente.
Evidentemente aveva esaurito completamente le forze.
"Belle...?" ritentò.
Il petto della ragazza iniziò ad alzarsi e abbassarsi regolarmente, mentre Gold, completamente inebetito, si alzava lentamente e si dirigeva verso l'uscita.


Lunedì mattina, Belle entrò nel negozio dei pegni col cuore in gola e qualcosa di molto agitato nello stomaco.
"Signorina French, è in ritardo." 
L'usuale saluto freddo del signor Gold era rimasto lo stesso.
"Buongiorno anche lei, signor Gold!" iniziò lei, cercando di sorridere.
L'uomo la ignorò completamente.
Belle si levò la giacca e si diresse verso il bancone.
Dopodichè si fermò di fronte all'uomo.
"C'è qualcosa in particolare che vuole dirmi?" chiese lui, senza degnarla di uno sguardo.
"Volevo dirle che mi dispiace per il pietoso spettacolo di sabato sera...e mi dispiace che abbia dovuto sobbarcarsi una...stupida ragazzina alle prese con la sua prima sbronza." disse tutto d'un fiato, tenendo la testa ben alta e cercando di sembrare sicura di sè.
Finalmente Gold alzò gli occhi su di lei. Sogghignò.
"Era la sua prima sbronza?"
Belle arrossì leggermente ed annuì. 
Poi senza aggiungere nient'altro, afferrò due scatoloni ed inizio a spolverare il contenuto.
Gold finì di compilare il registro, guardandola di tanto in tanto di sottecchi.
Poi, si decise a parlare.
"So che potrebbe sembrare inopportuna come domanda ma lei ricorda cos-"
"Sì." disse rapidamente Belle, sentendo le guance bollenti.
Ricordava eccome. Non bene, era tutto molto sfocato, ma ricordava. E ci aveva pensato tutta la domenica.
Un lungo silenzio seguì le loro parole.
Dopodichè Belle non resistette più.
"Senta, lo so che...ecco...mi sono lasciata andare, ma volevo dirle che non sono assolutamente-"
"E' tutto a posto signorina French, eviti di peggiorare la situazione. Non mi faccio certo influenzare dai deliri di una ragazzina ubriaca. Ci vuole ben altro per impressionarmi." Tagliò corto lui. Le voltò le spalle e prese a trafficare con degli oggetti dentro ad uno scaffale.
Dentro di sè sentì l'amarezza della delusione. Ovviamente se lo aspettava, così non lo diede a vedere. Era ovvio che era stato un semplice bacio dettato dalle circostanze, dal fatto che lei era ubriaca e incosciente e non da una reale sentimento.
"Prima che mi interrompesse con la sua solita buona grazia" esclamò Belle alzando lo sguardo su di lui, le guance rosse e il tono di voce molto seccato "Cercavo di dirle che non sono assolutamente pentita di quanto ho fatto. A parte l'essere caduta circa dieci volte ed essermi ritrovata le gambe a pezzi."
Gold si immobilizzò.
"E anche se lei è davvero...antipatico e proprio maleducato, se posso permettermi" proseguì lei con voce tremante "mi piacerebbe mangiare qualcosa insieme per pranzo...o per cena. Un hamburger ad esempio."
Nessuno disse niente.
Belle si limitò a guardare la sua figura immobile, di spalle, provando ad indovinare a cosa stesse pensando.
Lei invece, non voleva più pensare. Aveva pensato per tutta la domenica al suo gesto e non aveva trovato nessuna spiegazione plausibile, se non una. E c'era un solo modo di scoprire se ciò che aveva immaginato poteva corrispondere alla realtà.
"Allora?" chiese poi, sentendosi vagamente stupida. Non otteneva nessuna risposta.
Poi, lentamente, Gold si girò con un mezzo sorriso stampato sul volto.
"Sbaglio o è un appuntamento quello che mi sta chiedendo?"
Belle esitò.
Lo era?
"Circa." rispose titubante.
Gold aggrottò leggermente la fronte.
"Credo si possa fare." disse infine.
"Questa sera?" chiese Belle incrociando le dita.
Lui ghignò.
"Questa sera."







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Ecco il secondo prompt della Rumbelle Week, Alcohol.
Ovviamente son già in ritardo e siamo solo all'inizio. 
Well done seasonsoflove! Nella giornata di domani recupererò i due prompt Voce e (*-*) BAMBINI E GRAVIDANZA (*-*) e vi annuncio che le due shot potrebbero essere collegate, perciò probabilmente le pubblicherò insieme!
Detto questo, è stata dura.
Non sono soddisfatta del risultato, non quanto vorrei esserlo...volevo più fluff ma ho immaginato che comunque, essendo Rumple/Gold abbastanza sconcertato dalla situazione, ed essendo un vero gentiluomo, abbia evitato di approfittarsene troppo. Non ho neanche idea se si potesse inserire un AU così spudorato ma l'ho fatto quindi...
Fatemi pure sapere cosa ne pensate! :)
Grazie a tutti quelli che hanno recensito, a quelli che seguono, preferiscono, ai lettori silenziosi e a tutti i partecipanti attivi e non della Rumbelle Week! 
Un bacione bellimiei, a domani coi prossmi prompt <3

Seasonsoflove
   
 
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